[/QUOTE]
Sarà che sono di natura e cultura scettico, critico, materialista, pedante e brontolone.
[/QUOTE]
Come mi riconosco
ritratto di gentiluomo di Antonello da Messina!
forse è anche effetto della nostra 'gioventù'
Patrizia, quello che ho cercato di sottolineare, al di là della bellezza di 'Egitto mai visto', è il fatto che un interessantissimo allestimento affiancato, la cui visita non esige un 'obolo' supplementare, anzi è addirittura ad accesso libero, gratuito per tutti, anche quelli che non vogliono visitare la mostra, ma non è coperto dal nome 'Egitto' (nè tantomeno 'ORO'), a parte i soliti pochi interessati attira solo qualche visitatore un po' annoiato.
E questo non ostante sottolineo la gratuità e la libertà di accesso all'esposizione e soprattutto l'interesse che ciascuno di noi dovrebbe manifestare per ciò che riguarda il 'suo' territorio, la 'sua' storia, le 'sue' origini!
CITAZIONE (§Karl§ @ 27/11/2010, 08:35)
Potrebbe essere un'idea... Solo, mi intristisce che la filosofia che sta dietro un museo, in teoria, dovrebbe essere opposta a quella che sta dietro un centro commerciale. E non mi riferisco a chissà quale politica, ma proprio anche all'idea che si ha di luogo, di territorio, di storia, di memoria, persino di identità. Non a caso i centri commerciali rientrano tra quelli che l'antropologo Marc Augé ha chiamato i "nonluoghi" (Marc Augé, Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Elèuthera, 1993 - nuova edizione 2009). Ma forse ci potrebbe finire anche qualche nuovo asettico museo, chissà...
Solo il fatto di essere annesso a un nome più grande ha, per così dire, costretto alcuni a visitare anche l'altro allestimento.
E con questo ritorno alla mia idea di partenza, per far visitare un allestimento museale 'corrente' occorre attrarre il pubblico con qualcosa che solletichi l'interesse, la fantasia... per quanto la sola idea di eventuali allestimenti in un centro commerciale o nel bel mezzo di un mercatino di Natale intristisca anche me (non a caso ho definito 'manicomio' la ressa davanti a quel luogo mercificato e finto che è la Casa di Giulietta).
Aggiungo anche che ho ascoltato commenti non molto entusiastici sulla mostra principale, comprensibili perchè la gente 'comune' immagino si aspettasse qualcosa di simile al tesoro di Tut-ankh-Amon o giù di lì, mentre si è trovata davanti a qualcosa di molto più simile alla 'vita di tutti i giorni' di persone in realtà appartenenti ad una borghesia appena un po' alta, giudicando col nostro metro.
Ben pochi si fermavano a leggere i pur ben fatti ed esaurienti pannelli esplicativi.
I più entusiasti erano proprio i piccoli, III elem, non ancora del tutto 'preda' dello spettacolare, degli stereotipi, per loro era tutto nuovo ed interessante, una nuova esperienza...
Piccola critica da parte mia: il filmato proiettato in una saletta a parte, che illustra la situazione odierna dei luoghi originali e fornisce alcune bucoliche immagini dell'Egitto contemporaneo, non ha audio, ci vuole un certo sforzo per capire appunto che parte dei luoghi che si vedono sono quelli da cui provengono i manufatti in mostra, io ci sono arrivato solo quando è stato inquadrato ed ho riconosciuto l'originale del portale dingresso alla tomba ricostruito in cartongesso all'ingresso della mostra.
Per quanto poi riguarda la tua perplessità nel capire cosa sia la cultura di massa, tu stessa ne fornisci un buon esempio, il personaggio televisivo di Zelig.
Leggiti cosa intendo io, vai alla discussione su 'La ceramica è femminile?'.