Ostraka - Forum di archeologia

La ceramica è femminile?

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view post Posted on 19/12/2010, 16:25
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Potrebbe trattarsi del passaggio da un'attività ad uso domestico non specializzata ad una di tipo artigianale specializzata al fine di scambiare o vendere i prodotti?
 
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lama su
view post Posted on 19/12/2010, 17:01




CITAZIONE (Aquamarin-reloaded @ 19/12/2010, 16:19) 
com'è che poi in epoca storica si parli sempre e piuttosto di vasaio che non di vasaia, se c'è effettivamente stato un passaggio dal femminile al maschile com'è avvenuto e perchè?

nell'articolo di archéo-nil facevano l'interessante parallelo con la cucina e la sartoria (preciso io: nella cultura occidentale, ma forse anche in altre culture): cucinare e cucire sono viste prevalentemente come attività femminile, quando si rapportano all'ambito domestico, però diventano attività prettamente maschili quando vengono trasposte su un livello professionale (vedi i grandi chef, e i grandi sarti e stilisti).

L'ipotesi che sottointesa è quindi, come già suggerito da dceg, che la produzione ceramica è prettamente femminile fin tanto che rimane in ambito domestico (fin tanto che è la donna che si produce da sé i vasi che le servono per cucinare o per i lavori di casa), mentre diventa maschile nel momento in cui diventa un'attività professionale

e aggiungo io, si potrebbe dire che diventa "professionale" nel momento in cui viene a mancare la possibilità di farsi il proprio vasellame da sé, quindi quando la società diviene più complessa e richiete utensili più specializzati, o quando la comunità diventa stanziale e troppo grande, e diviene difficile per l'individuo procurarsi il materiale necessario, però appunto, solo idee personali che butto lì e che meriterebbero di essere approfondite.

Interessante invece quello che chiedi: perché nel momento in cui diviene professionale passa da femminile a maschile? Forse perché nel momento in cui si rende necessaria una produzione "professionale", la società ha raggiunto un livello di complessità tale per cui il ruolo della donna è già tanto definito (come madre, custode della casa, ecc) da impedirle di occuparsi di un'attività specifica come quella del vasaio?

In fondo, se pensiamo anche solo alle nostre realtà rurali di 50-100 anni fa, quando la moglie di un contadino doveva badare agli animali dell'aia, a 4 o 5 (se non di più..) bambini di età diversa, alla casa, a certi lavori nei campi (se non a tutti quando gli uomini emigravano o andavano negli alpeggi) diventa chiaro che semplicemente non aveva la possibilità pratica di mettersi anche a produrre vasi a livello professionale.
 
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zilc
view post Posted on 19/12/2010, 21:04




CITAZIONE (dceg @ 19/12/2010, 16:25) 
Potrebbe trattarsi del passaggio da un'attività ad uso domestico non specializzata ad una di tipo artigianale specializzata al fine di scambiare o vendere i prodotti?

Penso che sia andata proprio così, o almeno è logico pensarlo, sono daccordo anche con lama.
Da non sottovalutare il lavoro infantile, che c'è sempre stato, i bambini hanno sempre aiutato gli adulti in ogni lavoro, per quanto potevano, così è anche normale che si trovino piccole impronte digitali nei vasi. Tra l'altro le mani piccole sono molto vantaggiose in molti lavori che non richiedono troppa forza fisica.
Ciao
zilc
 
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Aquamarin-reloaded
view post Posted on 19/12/2010, 21:52




Si, in effetti le risposte sono piuttosto soddisfacenti... riflettevo però anche sulle modalità di cottura e sui forni e in particolare sulla relazione tra forni da vasaio e forni fusori la metallurgia infatti è di solito vista come attività maschile, quindi forse ci può essere una correlazione anche con la gestione di un forno o di una fornace. Inoltre almeno in epoca storica le fornaci da ceramica non producevano solo vasi ma anche laterizi vari e tegole....quindi l'attività produttiva specializzata comprende anche un allargamento della produzione. Che poi magari nelle fornaci ci lavorassero donne e anche bambini può essere.

Però sulla specializzazione dell'attività ci sarebbe da soffermarsi anche per l'età preistorica, visto che certe produzioni vengono comunque "esportate" o comunque hanno ampia diffusione e sono molto standardizzate, come ad esempio la ceramica del neolitico finale di stile diana bellavista....difficile comprendere come la diffusione di certe culture ceramiche sia poi correlabile a diffusioni culturali su più ampia scala e come ciò si possa connettere con produzioni domestiche o piuttosto specializzate...
 
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view post Posted on 19/12/2010, 22:15
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Una specializzazione nella produzione ceramica mi pare ipotizzabile anche in età preistorica, il che spiegerebbe anche la diffusione talora molto ampia di derminate tipologie, forse meno spiegabile se si trattasse di produzioni ad esclusivo uso domestico.

Aquamarina, hai delle immagini della ceramica Diana Bellavista; non ne ho trovate ma da quanto ho letto ho avuto l'impressione che si tratti di materiale che prelude all'impasto, o fantastico troppo?

Nel Guidi/Piperno ho trovato solo qualche immagine schematica.
 
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§Karl§
view post Posted on 20/12/2010, 01:12




Però 'tenzione perché ceramica di produzione domestica non significa necessariamente ad uso esclusivamente domestico. L'eventuale specializzazione per l'età preistorica è sempre una questione complicata e dibattuta. Anche perché pur volendola riconoscere in alcuni contesti, bisognerebbe capire fino a che punto sia attività specializzata (ché la specializzazione del lavoro è cosa che si accompagna all'urbanizzazione e quindi alla nascita dello stato, per cui caratteristica del periodo successivo), e di che tipo sia la specializzazione, a che pro diciamo. Dato che in genere non si tratta di scambi commerciali, ma semmai di altro tipo, magari di doni.

Che non sia però ceramica d'uso domestico è possibile, forse probabile. Faccio l'esempio della ceramica neolitica Halaf, che meglio conosco. La ceramica dipinta Halaf è di alta qualità, e di ampia circolazione e diffusione. Frutto di scambi commerciali, magari tra élites, e sotto il controllo delle (supposte) élites stesse? L'ampia diffusione però è un'arma a doppio taglio. Questo tipo di ceramica infatti è in genere molto diffusa tanto su scala geografica allargata quanto all'interno dei singoli insediamenti, per cui difficilmente associabile ad eventuali élites, della cui esistenza peraltro non v'è praticamente traccia nemmeno in tutti gli altri aspetti della cultura materiale Halaf, dall'architettura alle sepolture.

La ceramica, anche nella decorazione, a ben guardare non è particolarmente standardizzata. Difficile quindi che si trattasse di ceramica finalizzata allo scambio commerciale, tanto più che le tipologie diffuse, quelle prevalentemente circolanti, indicano che lo scambio doveva riguardare la ceramica in sé più che il contenuto. Questo però significa anche che evidentemente, come dice dceg, questo tipo di ceramica nemmeno doveva essere finalizzata principalmente ad un uso domestico.

Da qui le ipotesi alle quali accennavo qualche post addietro, della diffusione e circolazione della ceramica dipinta Halaf come elemento simbolico e rappresentativo di unità sociali e come risultato dello scambio di doni e/o del movimento fisico di persone in seguito a matrimoni, feste, banchetti e rituali vari, come ci ricorda Frangipane (testo 1: https://ostraka.forumfree.it/?t=52677333). E anzi, direi che le due cose non si escludono a vicenda. Non solo perché sono possibili entrambe, ma perché proprio matrimoni, feste, banchetti ed altri rituali, potevano costituire occasione di scambio di doni, soprattutto se ciò fosse avvenuto all'interno di una rete di legami e di rapporti che andavano oltre il singolo villaggio (non intra ma inter insomma).
 
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massinissa
view post Posted on 20/12/2010, 09:52




Per dceg: scusa, ma non ho compreso la frase "ceramica che prelude all'impasto". Per impasto, almeno in preistoria si intende in generale il tipo di argilla con cui è fatto un recipiente, cioè se è depurato o meno, figulino o ricco di inclusi. In particolare poi si utilizza il termine per indicare quella ceramica che non è depurata o si differenzia in maniera più o meno netta dalla depurata (figulina). Di solito all'interno di un gruppo culturale, come quello Diana Bellavista, la gamma tipologica e di tipo di impasto della ceramica si suddivide in ceramica depurata o fine e ceramica d'impasto o grossolana più usata, quest'ultima, per recipienti di uso quotidiano.


 
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view post Posted on 20/12/2010, 10:01
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Mi riferivo a quell'impasto grigiastro che caratterizza ceramiche villanoviane. Ho usato certamente il termine in maniera poco appropriata. Si tratta di un osservazione ripresa dopo aversommariamente scorso un articolo in rete in cui appunto si accennava a qualcosa del genere.
 
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massinissa
view post Posted on 20/12/2010, 10:22




Capito. Ma così ad occhio e croce mi sembra strana una relazione tra gli impasti della cultura di Diana che è appartenente al neolitico finale e il villanoviano della prima età del ferro. Seppur non ci sarebbe da escludere il fatto dimostrato inerente al commercio e al trasporto di argille da luoghi ricchi di questo materiale a posti più poveri e scarsamente forniti di argille. Inoltre a me è capitato di discutere con una collega che studiava ceramiche neolitiche abruzzesi, sul fatto che i "suoi" impasti somigliassero sia come colore sia come consistenza ai "miei" che erano serviti per contenitori di grandi dimensioni, ma di bronzo finale. In quel caso però la distanza geografica dei due siti al luogo di approvvigionamento era ridotto ad un ambito regionale come l'abruzzo appunto, e i due villaggi, seppur distanti nel tempo erano molto vicini alla zona dove si trovava la materia prima.
 
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Aquamarin-reloaded
view post Posted on 20/12/2010, 23:30




a dceg credo che abbia risposto ampiamente massinissa. Invece quanto scritto da Karl mi sembra sfati almeno in parte il concetto su espresso che abbinava una produzione domestica a manifattura femminile e una produzione speciualizzata a manifattura maschile, oltre a porre interrogativi sulla stessa definizione di domestico e specializzato....
 
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view post Posted on 24/12/2010, 08:46
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CITAZIONE (massinissa @ 2/12/2010, 10:01) 
Effettivamente, per quanto riguarda la preistoria non si può affermare con sicurezza se fossero o meno le donne a creare oggetti ceramici. E' un pò come l'ipotesi che nel neolitico furono queste ultime a "scoprire" l'agricoltura, dato che erano loro a raccogliere vegetali e quindi a notare per prime il fatto che caduti dei semi, la pianta rinasceva là dove questi erano rimasti. Non è detto, a parer mio, che questa sia la assoluta verità. In società poco stratificate e senza veri status sociali ben definiti, i ruoli dell'uomo e della donna potevano benissimo essere gli stessi. Cacciavano le donne quanto gli uomini, raccoglievano cibo sia gli uni che gli altri. E' nell'età del bronzo che si verifica una vera e propria distinzione di ruoli, confermata anche dai corredi tombali, che in mancanza di scrittura ci informa però di una differenziazione tra mondo femminile e mondo maschile. Se poi anche a quell'epoca la ceramica fosse prerogativa femminile o maschile non è certo. E la metallurgia? Si parla di "metallurghi", di artigiani itineranti. Ma se fossero state "metallurghe" o artigiane itineranti? Crdo che questo tipo di ideologie, e non voglio fare polemiche sessiste, sia il frutto di un periodo o di idee profondamente maschiliste tendenti a sottolineare un ruolo rispetto ad un altro, a dare a "maschio e femmina" una sorta di differenza biblica, inesistente nella realtà. Da uomo ritengo che le donne siano state capacissime anche più di noi maschietti a tessere le trame anche difficili della storia..

:lol: senz'altro un po di pregiudizio sessiste c'è, però a questo punto vorrei introdurre un passo apparentemente "sessista" ma di uno che ha una grande stima delle donne (almeno a parole..):

CITAZIONE
Sono stato invece subito affascinato dalla produzione di scavo: la ceramica neolitica, straordinaria nelle linee - con la produzione di oggetti che quasi si sarebero potuti fare oggi con tutte le concezioni del moderno design- e quella nuragica. Le due espressioni sono molto differenti e non per rinuncia o involuzione della seconda: le popolazioni sono le stesse. Nelle ceramiche neolitiche l'interpretazione della forma è sbilanciata a favore di un decorativismo che è femminile, prorompente. Le figure umane stesse del Neolitico, bellissime, obese sono prevalentemente donne. Formalmente la brocca ricorda la grande madre: c'è la brocca, la testa, il corpo. E' indubbio che al tempo in cui si facevano ceramiche siffatte, rappresentative della divinità, meglio, della Dea , madre di tutte le cose, le donne prevalessero. D'altra parte col vaso la donna, rappresentava il suo ventre. Nel neolitico si era in presenza di un matriarcato, erano le donne a comandare, difatti statuette in pietra rinvenute, raffigurano esclusivamente donne. E' con l'età nuragica che si invertono le parti; s'impone una scelta di guerra e tutto cambia: le ceramiche sono più asciutte spesso neppure decorate. Il mondo contemporaneo , accadrà presto o probabilmente è gia così, sta tornando al matriarcato, perchè le donne si stanno riappropriando del potere,. La donna di oggi ha le forze dell'uomo.

Lilliu, La Sardegna terra di permanenza.

ideologico? sessista? a voi il boccino, se volete. ^_^
 
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§Karl§
view post Posted on 24/12/2010, 14:28




Mmm, non mi convince molto l'idea del matriarcato, tanto quanto non mi hanno mai convinto le ipotesi a proposito della Gimbutas. Almeno non se la motivazione sono le statuette femminili. Poi il neolitico sardo non lo conosco per cui...
 
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Aquamarin-reloaded
view post Posted on 25/12/2010, 10:28




come ho già avuto occasioni di dire neanche me convince affatto l'idfea di un matriarcato preistorico, c'è sempre quest'idea di opposizione. Tra l'altro, sebbene la maggioranza delle statuette neolitiche siano femminili, l'elemento maschile non manca affatto....
 
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view post Posted on 25/12/2010, 10:55
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ciao Milena e auguri

CITAZIONE
come ho già avuto occasioni di dire neanche me convince affatto l'idfea di un matriarcato preistorico, c'è sempre quest'idea di opposizione. Tra l'altro, sebbene la maggioranza delle statuette neolitiche siano femminili, l'elemento maschile non manca affatto....

d'accordo...infatti io vedo una certa simmetria in domande mal poste come:
la ceramica è femminile o maschile?
nei tempi preistorici covernava l'uomo o la donna?

a me suonano come non-problemi.

Ho citato la frase di Lilliu perchè un condensato di a-priori. Questi a priori in un certo senso, alimentano le domande suddette. Questo anche se Lilliu ha dalla sua alcuni punti di forza, tipo:
1) la prevalenza assoluta degli idoli femminili (ma non si confronta col fatto che per es. proprio alcune dee femminili era venerate proprio dagli uomini e in particolare dai guerrieri)
2) dalle evidenze dell'affermazione di una cultura guerriera nel particolare in Sardegna, ma pure in continente (senza però confroantarsi col fatto che nepure i neolitici fossero probabilmente, dei "buon selvaggi")

Auguri!
:cheers.gif:
 
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Aquamarin-reloaded
view post Posted on 25/12/2010, 19:59




beh si, in effetti s0ono domande a cui è pressocche impossibile dare una risposta.... prendo una produzione preistorica come espressione di un gruppo, di una comunità, e se il ruolo o il sesso non è chiaramente espresso non credo che si volesse porre l'accento su qualcosa che vi avesse a che fare..... Lilliu dice giustamente che il vaso potrebbe rappresentare in se e per sè la donna, bene. ma ciò non dice se a fabbricare effettivamente un dato vaso fu un uomo o una donna. A volte queste ipotesi sessiste sono pure interessanti, come quella avanzata per le statuette femminili paleolitiche interpretate come "autorappresentazioni".... però trovano pochissimi appigli nel dato materiale.... a volte non è possibile scendere dentro certi particolari e bisogna accontentarsi della visione generale....


Augurissimi anche a te Dedalo :cheers.gif:
 
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53 replies since 27/11/2010, 07:47   779 views
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