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| Nell'annuario degli scavi archeologici del Baden-Württemberg di quest'anno e anche in un articolo della pubblicazione trimestrale dedicata all'archeologia nello stesso Land appena comparsa ho trovato che la tomografia tridimensionale computerizzata a raggi X è stata utilizzata con successo su reperti prelevati in blocco e anche tali da non poter esser estratti e conservati. In uno delgi articoli si afferma che tale tecnica permetterebbe un risparmio di tempo notevolissimo stimato addirittura in pochi giorni o settimane in confronto di tre o persino sei mesi richiesti dai metodi tradizionali. Esaminati furono reperti metallici e tessili altomedioevali nonchè una mitria vescovile in broccato di cui si sono conservati solo i fili metallici risalente allla prima metà del secolo XVII. Qualcuno ha esperienza di tali tecniche? Vengono applicate anche in Italia?
Qui i testi citati: Florian Gauß, Nicole Ebinger-Rist, Christiana Peek, Jörg Stelzner, Vera Dröber, Das DFG-Projekt Lauchheim: Innovative Ansätze bei der Aufarbeitung großer Fundkomplexe (Il progetto Lauchheim della Comunità di Ricerca Tedesca: Approcci innovativi nel trattamento di vasti complessi di reperti) in Dirk L. Krause (curatore),Archäologische Ausgrabungen in Baden Würrtemberg 2009, Stuttgart 2010, ISBN 978-8062-2364-4, pagg. 38-41
Bertram Jenisch, Joachim Wahl, Sub Mitra fulgere. Das Grab des Konstanzer Weihbischofs Johann Jakob Mirgel. (La tomba del vescovo di Costanza J. J. Mirgel) in Denkmalpflege in Baden-Württemberg 4/2010 anno XXIX, ISSN 0342-0027, pagg. 265-268
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