Ostraka - Forum di archeologia

Il vetro sotto i Tolomei

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view post Posted on 15/12/2010, 23:35
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Sto facendo una piccola ricerca personale sulle produzioni di oggetti in vetro nell'Egitto d'età tolemaica.

Girando in rete, ho avuto modo di apprezzare la ricchezza di alcuni vetri figurati, in cui sono rappresentati i soggetti più svariati. A differenza della ceramica ellenistica - che, per quel poco che so, abbandona la ricca tecnica a figure rosse, in favore di una vernice nera più standardizzata e aniconica (con l'eccezione di qualche motivo vegetale) - il vetro sembra presentare un repertorio di immagini un po' più vario: si va da semplici motivi floreali a figurine umane e simboli divini. Un soggetto abbastanza ricorrente (almeno nei pezzi meglio conservati) è il falco, rappresentante per gli Egizi il dio Horo (talvolta dotato di un nemes - il tipico copricapo dei faraoni). Mi sono chiesto, allora, se dietro a queste raffigurazioni non potesse esserci una volontà, da parte dei sovrani stranieri, di propaganda o legittimazione politica (sia dentro che fuori dal paese d'Egitto). Un esempio interessante è questo: www.flickr.com/photos/28433765@N07/3506391963/.

L'immagine, si sa, è sempre stata il veicolo privilegiato dai potenti per estendere la propria fama anche fuori dai confini del loro regno. Escludendo la grande statuaria in pietra (in cui i Tolomei si facevano raffigurare con attributi che li assimilavano alle divinità egizie), mi chiedo se un qualche messaggio non potesse essere celato anche in questo tipo di iconografie (visto e considerato che Alessandria era un centro assai famoso per le sue produzioni di vetri dorati). Certo, mi rendo anche conto che forse è difficile ipotizzare un "controllo" (se così può essere definito), da parte del sovrano, sulle officine degli artigiani che lavoravano questo materiale... Ma il dubbio mi resta e la curiosità mi incalza.
Mi piacerebbe conoscere qualche opinione in proposito.
 
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view post Posted on 16/12/2010, 00:07
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Perseo, sto leggendo proprio in questo momento Il pendolo di Foucault e tu mi vieni fuori con queste domande?
Lo fai apposta? :huh:

A proposito, ho visto l'originale a Basilea.
 
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view post Posted on 16/12/2010, 23:17
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CITAZIONE (dceg @ 16/12/2010, 00:07) 
Perseo, sto leggendo proprio in questo momento Il pendolo di Foucault e tu mi vieni fuori con queste domande? Lo fai apposta?

Ti assicuro che non lo sapevo! :P

Ho continuato a dare un'occhiata in rete. Sembra che quello del vetro fosse uno dei mercati su cui i Tolomei puntavano maggiormente (per quanto riguarda le attività di esportazione nel Mediterraneo), perché era considerato un prodotto lussuoso (anche se privo - per esempio - dello stesso valore intrinseco del metallo).

Purtroppo, lo studio del vetro resta un po' marginale all'interno dell'università (o, quantomeno, così è stato a Firenze fino a oggi). In realtà mi sto accorgendo che è un mondo molto più ampio e "variopinto" di quanto non pensassi... Mi mancano i raffronti con l'arte vetraria degli antichi Egizi, per poter cogliere le eventuali riprese e/o innovazioni.

Il confronto per avanzare una tale ipotesi, però, mi viene - per esempio - dalla statuaria: a quello che sapevo, i Tolomei erano soliti bilanciare i caratteri egizi e quelli greco-macedoni nelle opere d'arte che li ritraevano, per cercare di mostrare una certa "continuità" con l'immagine dei loro predecessori (un accorgimento di non poco conto, visto il forte conservatorismo della mentalità egizia). Mi piacerebbe sapere se (e in che misura) sia rintracciabile un tale atteggiamento anche nella produzione di vetri figurati.
 
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view post Posted on 16/12/2010, 23:43
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Per quanto ne so anche in Egitto il vetro era piuttosto usato come prodotto di lusso (la lavorazione prima della scoperta della soffiatura era piuttosto laboriosa) soprattutto, anche se non esclusivamente, per contenitori. Il vetro greco (Amphoriskoi, Alabastra, ecc.) erano piuttosto di ispirazione egizia che viceversa. Statue, ritratti o simili egizi in vetro non mi sono noti.

Nel volume: E. Marianne Stern - Birgit Schlick-Nolte, Frühes Glas der alten Welt, Stuttgart, 1994 trovi molti oggetti di epoca tolemaica. Anche statue o parti di esse, ma con rappresentazioni generiche, non di persone precise.

La collezione a cui si riferisce il catalogo che ho citato si trova ora a Stoccarda: http://musis.bsz-bw.de/lmw-web/GlassammlungWolf/
Purtroppo il sito è solo in tedesco.
 
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view post Posted on 17/12/2010, 00:17
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CITAZIONE (dceg @ 16/12/2010, 23:43) 
Per quanto ne so anche in Egitto il vetro era piuttosto usato come prodotto di lusso (la lavorazione prima della scoperta della soffiatura era piuttosto laboriosa) soprattutto, anche se non esclusivamente, per contenitori. Il vetro greco (Amphoriskoi, Alabastra, ecc.) erano piuttosto di ispirazione egizia che viceversa. Statue, ritratti o simili egizi in vetro non mi sono noti.

Perdona l'ignoranza, non credo di aver capito bene: quando parli di "vetro greco", ti riferisci al vetro greco in generale o a quello greco-tolemaico? Cioè, l'arte di lavorare il vetro sarebbe stata introdotta in Grecia dall'Egitto oppure è il vetro tolemaico in particolare che si rifà a forme già diffuse nel mondo egizio?

CITAZIONE (dceg @ 16/12/2010, 23:43) 
Nel volume: E. Marianne Stern - Birgit Schlick-Nolte, Frühes Glas der alten Welt, Stuttgart, 1994 trovi molti oggetti di epoca tolemaica. Anche statue o parti di esse, ma con rappresentazioni generiche, non di persone precise.

Quello del tedesco, purtroppo, è un problema... Un problema che prima o poi dovrò comunque decidermi a risolvere, in un modo o nell'altro. Forse con un corso universitario (o anche extra, se ce ne fossero qui, vicino a casa mia). Ho studiato tedesco per 3 anni, quando ero alle medie; ma, dopo anni di inattività, mi rendo conto che l'ho perso quasi del tutto...
 
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view post Posted on 17/12/2010, 09:50
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CITAZIONE (Perseo87 @ 17/12/2010, 00:17) 
quando parli di "vetro greco", ti riferisci al vetro greco in generale o a quello greco-tolemaico?

Mi riferivo a certi alabastra di epoca precedente, credo, è solo un ricordo, a quella tolemaica. In ogni caso il vetro, e la sua lavorazione, nascono nell'area siro-palestinese e si sviluppano anche in Egitto, come puoi vedere anche nel sito che ti ho indicato.
 
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view post Posted on 17/12/2010, 17:04
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CITAZIONE (dceg @ 17/12/2010, 09:50) 
Neanche a farlo apposta, stamani il mio professore (parlando delle decorazione dell'Eretteo) ha fatto qualche accenno al vetro. Mi pare di aver capito che una tecnica in particolare (usata in Grecia per la produzione di piccoli vasi) fosse di origine egizia: la tecnica "a nucleo friabile" (se ho capito bene il nome).

Esatto, mi riferivo proprio a recipienti di quel tipo.

Edited by dceg - 17/12/2010, 17:39
 
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view post Posted on 17/12/2010, 17:43
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Scusa Perseo, ho combinato nuovamente un pasticcio, scambiando "Edita" e "Quota", e ho così cancellato il tuo messaggio e mi sono sovrapposto.
Cerco di rimediare come posso.

Il messaggio precedente, scritto da Perseo oltre a quanto riportato come citazione, correggeva la mia affermazione sull'origine del vetro in area fenicia, facendo presente che esso compare dapprima presso i Sumeri. La teoria riportata da me e proposta da Plinio il Vecchio è superata.
 
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view post Posted on 21/12/2010, 22:22
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CITAZIONE (dceg @ 17/12/2010, 09:50) 
CITAZIONE (Perseo87 @ 17/12/2010, 00:17) 
quando parli di "vetro greco", ti riferisci al vetro greco in generale o a quello greco-tolemaico?

Mi riferivo a certi alabastra di epoca precedente, credo, è solo un ricordo, a quella tolemaica. In ogni caso il vetro, e la sua lavorazione, nascono nell'area siro-palestinese e si sviluppano anche in Egitto, come puoi vedere anche nel sito che ti ho indicato.

Tento di ripartire con la discussione da questo messaggio. Lasciando perdere per il momento il problema dell'introduzione del vetro in Grecia, mi concentrerei sugli (eventuali) cambiamenti introdotti in questo campo a partire dall'insediamento dei Tolomei sul trono delle Due Terre.

Sarebbe interessante sapere se c'è continuità fra le produzioni vetrose pre e post-tolemaiche (soprattutto nelle forme vascolari e nelle iconografie), per poter poi cercare di dare un'interpretazione di questo fenomeno (sia in un senso, che nell'altro). Se può essere d'aiuto, si può temporaneamente allargare il discorso anche alle altre forme di produzione artistica (ceramica, bronzo, pietra etc.), per passare poi dal generico allo specifico (e verificare la presenza di un'eventuale "tendenza" generale, che coinvolga quindi tutto il mondo delle produzioni artistiche - un mutamento che, a questo punto, non potrebbe certo essere considerato casuale).

Per esempio, nella statuaria (quella più nota fra le forme d'arte tolemaica) si vede bene come i Tolomei abbiano incontrato la necessità di unire una forma tipica della cultura greco-macedone (che rifiutava alcuni modelli indigeni) con quella tipicamente egizia (ostile a questo tipo di mutamenti e attaccata alle sue radici): esemplare è la creazione, da parte di Tolomeo I, della nuova divinità ellenistica, Serapide (le cui statue furono introdotte in Egitto come "antropomorfizzazioni" di una figura divina egizia, così da mettere d'accordo le due diverse componenti religiose del paese).
 
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view post Posted on 21/12/2010, 23:09
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Per quanto riguarda il vetro non mi pare di ricordare che l'evoluzione o i mutamenti possano avere un qualche rapporto con l'avvento dei Tolomei.
A proposito dei Tolomei, ho una domanda: è solo una mia impressione o l'influsso tolemaico si fece davvero sentire maggiormente, se non esclusivamente, nell'area del Delta del Nilo (Alessandria in primis?)

Quanto alle rappresentazioni di Serapis ne ho viste di recente alcune, e sono davvero assai poco "egizie" e molto ellenistiche.

Edited by dceg - 21/12/2010, 23:56
 
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view post Posted on 21/12/2010, 23:51
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CITAZIONE (dceg @ 21/12/2010, 23:09) 
A proposito dei Tolomei, ho una domanda: è solo una mia impressione o l'influsso tolemaico si fece davvero sentire maggiormente, se non esclusivamente, nell'area del Delta del Nilo (Alessandria in primis?)

Non sono molto esperto del regno tolemaico (anche se si tratta di un periodo storico e culturale che mi affascina moltissimo, e su cui mi sto facendo un po' di cultura da autodidatta); quello che è indubbio è che il Delta del Nilo godette di una certa fama e prosperità sotto questa dinastia, principalmente proprio per l'elezione di Alessandria al rango di nuova capitale politica d'Egitto (un mutamento che proiettò la città al centro delle grandi reti commerciali del Mediterraneo, e che la politica dei primi Tolomei, soprattutto in campo culturale, contribuì a rendere ancora maggiore).

Non so esattamente in quali relazioni fossero i Tolomei con l'Alto Egitto. Certo, le terre del Sud non dovettero essere trascurate dai nuovi faraoni. Per esempio, a Edfu i Tolomei si adoperarono (se non ricordo male, a partire da Tolomeo II) per il restauro e l'ampliamento del colossale tempio di Horo; un'opera che, secondo me, potrebbe essere legata alla legittimazione della nuova dinastia regnante: a Edfu, infatti, si diceva che si fosse svolto il leggendario scontro fra Horo e Seth, e che qui Horo avesse vinto sullo zio, ottenendo per decreto divino il trono d'Egitto. La restaurazione e la monumentalizzazione di un tale edificio (oltretutto, secondo i tipici stilemi dell'architettura egizia), da parte di regnanti d'origine straniera, non credo possa essere ritenuta del tutto casuale...

P.S.

Per quanto riguarda le statue di Serapide, effettivamente, lo stile ellenistico è molto più palese (e apprezzabile) rispetto a quello egizio. Al dio resta solo l'associazione con gli animali: il toro (simbolo di Hapi) o il Cerbero (il famoso guardiano del regno di Ade - che, come Osiride, era signore dell'Oltretomba). Lo stesso nome di Serapide, secondo alcuni studiosi, deriverebbe peraltro dal culto di Osiri-Hapi. Forse una certa commistione di questi caratteri greco-macedoni ed egizi è più chiara se si prendono in esame alcuni esemplari di busti/ritratti reali.
 
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view post Posted on 28/12/2010, 20:56
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Approfittando di questo periodo di feste, ho deciso di farmi un regalo e ho acquistato un saggio piuttosto noto di Manfredi: La tomba di Alessandro. L'enigma (ed. Mondadori, 2009). La scelta è stata dettata dal fatto che l'autore dedica una certa attenzione alla storia del periodo tolemaico (dato che fu proprio Tolomeo I a trafugare il corpo di Alessandro, per seppellirlo nel suo nuovo regno).

Sempre in ambito di propaganda tolemaica, mi è sorto però un dubbio su una questione particolare, appena accennata dall'autore (p. 87):

CITAZIONE
L'iconografia divenne fondamentale e molto caratterizzante. Sui monumenti egizi i nuovi sovrani si fecero rappresentare in tutto e per tutto come faraoni, mentre sulle monete destinate alla circolazione "internazionale" si fecero rappresentare come greci con fisionomie realistiche

Senza dimenticare che quell'internazionale è stato posto dall'autore fra virgolette, l'affermazione di Manfredi mi è rimasta poco chiara, perché in un altro testo, che avevo letto questa estate (A. K. Bowman, L'Egitto dopo i faraoni, ed. Giunti, 1997), si dice una cosa un po' diversa (p. 105):

CITAZIONE
Dall'inizio del periodo tolemaico alla fine di quello romano (296 d.C.), quello egizio fu un sistema monetario "chiuso". Era vietato esportare moneta locale, ed era obbligatorio cambiare in valuta locale quella importata dall'estero.

Queste due affermazioni sulla politica monetaria dei Tolomei mi sono sembrate un po' in contraddizione fra loro (anche se la profusione di virgolette mi fa pensare che il discorso sia in realtà molto più complesso di quanto non traspaia dai testi). A che cosa era legata, dunque, la scelta dei Tolomei di farsi raffigurare sulle monete con tratti più o meno fisiognomici (e non secondo i canoni del ritratto faraonico)? C'è qualcuno che può darmi qualche delucidazione in proposito?
 
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view post Posted on 28/12/2010, 22:25
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Esistono monete con ritratti faraonici? Sono certo assai ignorante in materia, ma non ne ho mai viste.
Sulle monete egizie ho trovato questo, ma non ci sono monete "faraoniche"
www.snible.org/coins/hn/egypt.html
 
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view post Posted on 28/12/2010, 23:39
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CITAZIONE (dceg @ 28/12/2010, 22:25) 
Esistono monete con ritratti faraonici? Sono certo assai ignorante in materia, ma non ne ho mai viste.

Neppure io ero a conoscenza di monete con ritratti faraonici (né prima dei Tolomei, né sotto il loro regno). Ma proprio in questo sta il problema: dato che i Tolomei erano soliti farsi ritrarre come faraoni nella statue e sui templi, perché per le monete non adottarono le stesse iconografie (che so, tipo occhi amigdaloidi, barba posticcia, nemes o corona delle due terre etc.), ma solo in questo campo scelsero di ricorrere ai tratti fisiognomici, tipici dell'arte greco-macedone?

Per Manfredi questa scelta fu dettata dal fatto che queste monete dovevano circolare a livello "internazionale" (quindi, presumo, anche fuori dall'Egitto); ma Bowman sostiene che le monete egizie d'età tolemaica rappresentavano un sistema "chiuso" e che non potevano varcare i confini del regno (e allora la domanda torna alla ribalta, ma in senso opposto: se le monete non erano immaginate per circolare all'estero, ma solo in Egitto, perché non adottare anche lì sopra quegli stessi tratti, che avrebbero contribuito a favorire una loro assimilazione agli antichi sovrani?).

Non so se stavolta sono riuscito a evidenziare meglio il controsenso...
 
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view post Posted on 28/12/2010, 23:55
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Il controsenso è chiaro. Forse, pur trattandosi di un sistema chiuso, i modelli a cui si sipirarono erano erano quelli esistenti, con iconografia grecizzante, al fine di far accettare, anche se solo sul mercato interno, le monete al pari delle altre note. Si tratta però di una mia elucubrazione. Una moneta con ritratti in stile egizio avrebbe avuto forse difficoltà di essere accettato. Qualcosa del genere accadde con i talleri di Maria Teresa che furono coniati persino a Bombay e utilizzati sino nel secolo XX in diverse regioni africane ed asiatiche e che fu moneta ufficiale dell'Etiopia. http://it.wikipedia.org/wiki/Tallero_di_Maria_Teresa
http://it.wikipedia.org/wiki/Tallero_d'Italia
 
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