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Appello per Tuvixeddu (Cagliari): "Salvate quel monumento"

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view post Posted on 1/1/2011, 11:55

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Appello per Tuvixeddu (Cagliari): "Salvate quel monumento"

Da Sassari un appello: «Progetti lesivi dell’ambiente»

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CAGLIARI. Arriva da Sassari un appello perchè venga fermata la cementificazione di Tuvixeddu: sono i partecipanti al diciannovesimo convegno internazionale ‘L’Africa Romana’ a rivolgerlo alle istituzioni, sottolineando la minaccia che incombe su un’area archeologica monumentale «di valenza mondiale, che fa grande la Sardegna e l’Italia». Il documento è stato sottoscritto anche dal rettore dell’Università sassarese Attilio Mastino.

«Sull’area del contesto Tuvixeddu-Tuvumannu - è scritto nell’appello - insistono progetti e investimenti finalizzati all’edilizia civile, fortemente lesivi dell’unità ambientale e destinati a sottrarre il bene alla fruizione pubblica per consegnarlo a quella privata. Nel 2000 il Comune di Cagliari e la Regione Sardegna hanno preso impegni e ratificato accordi su quelle progettualità, prima dell’entrata in vigore di leggi e provvedimenti che hanno profondamente modificato la considerazione del bene ambientale. Oggi una revisione della situazione viene imposta dal piano paesaggistico regionale e dallo stesso Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, che introduce il concetto del bene paesaggistico come unità contestuale».

In sostanza gli studiosi chiedono lo stop al piano di Nuova Iniziative Coimpresa, che a loro giudizio altererebbe l’unità del paesaggio storico: «Dovrebbe essere evitata - è scritto ancora - un’ulteriore grave compromissione del colle, già martoriato in passato da azioni di trasformazione che ne hanno pesantemente alterato i valori archeologici e paesaggistici. Una compromissione che a questo punto sarebbe purtroppo irreversibile. Esso costituisce infatti un elemento di fondamentale importanza per il paesaggio storico di Karalis, in quanto la percezione paesaggistica originaria del luogo, è legata al sistema dei colli a tal segno da essere generatrice del nome stesso di Cagliari». La difesa dei colli punici è veemente: «Invitiamo pertanto a prendere atto di questa innovativa visione del paesaggio, per un recupero dell’unità ambientale nel suo contesto».

Gli studiosi - la cui posizione è stata ripresa con una nota da Legambiente - fanno riferimento alle norme di tutela e ad altri pronunciamenti autorevoli: «Al vincolo archeologico del 1996 - è scritto nel documento - si è aggiunto quello paesaggistico, quindi il piano paesaggistico regionale e infine recentemente il riconoscimento del bene culturale come testimonianza dell’attività mineraria. Da anni il pronunciamento di studiosi di chiara fama, delle due Università di Sassari e Cagliari nonchè la diffusa percezione dei cittadini fa sì che sia evidenziato il valore di appartenenza e di identità storica, non negoziabile con promesse di sviluppo economico di breve durata ma, al contrario, suscettibile di vantaggi economici importanti e durevoli, se utilizzato in modo saggio e lungimirante».

La richiesta finale è categorica: «Si chiede di perseguire con ogni mezzo l’obiettivo fondamentale che l’intera unità ambientale Tuvixeddu-Tuvumannu ritorni a essere patrimonio della collettività. La realizzazione di un grande Parco Tuvixeddu-Tuvumannu, che comprenda l’intera area di circa cinquanta ettari, un’occasione per impostare un nuovo indirizzo che abbandoni la logica della crescita della città con la saturazione edilizia quantitativa e parta invece dai vuoti urban per rilanciare la qualità della vita nell’intera area metropolitana di Cagliari». (m.l)

La città perde i suoi gioielli più prestigiosi

Nel 2011 drastico taglio dei finanziamenti alle soprintendenze

Sarà difficile programmare anche le manutenzioni ordinarie Gli scavi si dovranno fermare


CAGLIARI. Breve elenco dei tesori che la città non tutela con tutto l’impegno necessario.

Villa di Tigellio. E’ il primo esempio. Dopo anni di incuria adesso è valorizzata in modo soddisfacente con le informazioni sulla storia del monumento e la visualizzazione di come doveva essere. Ma è il problema è la sua sopravvivenza: i muri si stanno assottigliando, la pietra si sbriciola a poco a poco e le intemperie ormai non troppo distanti tra loro fanno il resto. La pietra di Cagliari è molto friabile e quindi è difficile che, una volta emersa dalla terra, resiste al tempo. La villa avrebbe bisogno di un intervento importante, ma per il 2011 la soprintendenza ai beni archeologici subirà un ulteriore taglio ai già risicati finanziamenti del 2010. Quindi ancora per l’anno che sta arrivando non c’è aria di programmare un restauro adeguato.

Anfiteatro romano. Denunciato moltissime volte, il problema non sembra turbare i sonni degli amministratori comunali, responsabili della situazione del monumento, unico anfiteatro romano imperiale sardo giunto fino alla nostra epoca, conosciuto fra gli studiosi di antichità romane per la caratteristica di essere mezzo scavato nella roccia e mezzo costruito con pietre, incastonato nella valle di Palabanda con un conseguente pregio paesaggistico indiscusso, l’anfiteatro è seriamente minacciato dalla muffa. E’ una formazione tipica dell’incontro tra metallo e pietra: il metallo è quello delle sciagurate tribune coi palchi di legno che lo coprono da dieci anni. La presenza prolungata delle tribune sulla pietra ha provocato il proliferare di muffe che si sono formate lungo tutta l’impalcatura. La soluzione è smontare tutto.

Santa Gilla. E’ la tomba del sistema portuale fenicio e punico che aveva fatto di Cagliari uno dei più battuti porti del Mediterraneo. Nello stagno c’era il porto delle merci alimentari: arrivavano nelle barche del Rio Mannu navigabile, venivano caricate nelle chiatte che attraversavano lo stagno per arrivare sotto le navi nel porto in via Roma. Un sistema perfetto, che ogni tanto perdeva pezzi: le chiatte a volte si rovesciavano e il fondo di Santa Gilla si è coperto di anfore con ogni genere di cibo. Testimonianza di usi e costumi di una lunga epoca.

Sella del Diavolo. E’ un concentrato di storia della città dai Fenici ai Romani e anche della 2ª guerra mondiale. Luogo bello, è stato scavato solo in parte. Il poco che emerge si sta rovinando.


www.sardegnademocratica.it/articolo...monumento-.html


che vergogna!
 
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