Ostraka - Forum di archeologia

Variazioni climatiche ed eventi storici

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view post Posted on 14/1/2011, 09:37
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Uno studio pubblicato qualche giorno fa mette in evidenza il rapporto tra variazioni climatiche constatate con indagini dendrocronologiche ed eventi storici:
www.sciencemag.org/content/early/2011/01/12/science.1197175

Lo studio è stato svolto da una équipe svizzera di studiosi comprendente archeologi, storici, geografi e climatologi su 9000 alberi fossili, abbattuti e anche viventi provenienti da Germania, Francia, Italia e Austria e comprende un periodo documentato senza interruzioni a partire dal 2500 a. C. La correlazione tra periodi di clima favorevole, con quindi buoni raccolti, e di periodi di clima sfavorevole con gli eventi storici è apparsa evidente. Ab esempio a partire dal 250 d. C. per circa tre secoli vi è stato un periodo di clima freddo ed instabile. In questo periodo si sono avute la caduta dell'impero romano d'occidente e le invasioni barbariche. Il periodo di massima fioritura dell'impero romano è al contrario contraddistintoda condizioni climatiche favorevoli e stabili.

Nel periodo della pestilenza del 1347 regnavano pessime condizioni climatiche, come all'inizio della Guerra dei Trent'Anni si verificò un periodo di clima particolarmente freddo. I rapporti tra eventi storici e condizioni climatiche sono però un tema complesso che richiede ulteriori studi.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 11:14
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Sulla correlazione tra caduta dell'impero romano e clima freddo, sono molto scettica. La decadenza dell'impero è iniziata prima del 250 d.C., già alla fione del II d.C. si cominciarono a sentire le prime avvisaglie della crisi economica e con l'anarchia militare poi la situazione cominciò a degenerare anche dal punto di vista politico.
Tuttavia un clima freddo ed instabile può aver avuto ripercussioni sui raccolti, aggravando in effetti le condizioni. Però lo studio mi sembra generalizzi un po' troppo, attribuendo al clima partciolari eventi storici assai lontani nel tempo e, soprattutto, diversissimi tra loro. Ho visto la lista degli autori, prevalgono studiosi di ambiente e di geografia, archeologi e storici sono pochi.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 12:25
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Dalla recensione dell'articolo che ho letto in tedesco che le condizioni climatiche vengono considerate più concomitanti e aggravanti che non determinanti degli eventi storici, che naturalmente hanno origini complesse.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 14:40
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Mi intrometto temporaneamente nella discussione, perché i telegiornali di questi ultimi giorni (così come il titolo del post) mi hanno fornito lo spunto per una riflessione su un mito a cui spesso mi sono interessato.

Immagino che avrete visto tutti (o comunque anche solo sentito) cosa è accaduto in Australia e in Brasile in questi ultimi giorni. Alluvioni e inondazioni hanno stravolto molte delle città di questi paesi, provocando frane e smottamenti, e trascinando via intere abitazioni. Le immagini che passano in tv sono impressionanti.

Una cosa, però, mi ha colpito: intervistati dai reporters del tg, alcuni esperti hanno affermato che questi eventi, così simili fra loro (eppure così distanti, a livello geografico), hanno una comune causa: l'eccessiva evaporazione delle acque marine (e questo dato, in sé, è risaputo). Non solo: al di là delle problematiche dell'effetto-serra (che contribuisce a incrementare questa evaporazione), pare che eventi come questi siano in realtà, in un certo qual modo, "ciclici". Spesso, infatti, si sente dire che "il tal paese non aveva più vissuto una tale catastrofe dopo quella del..." - indice, questo, che eventi del genere non sono una novità (anche se, ovviamente, vanno aumentando di intensità).

Quando sento dire che "in una notte si è abbattuta su una regione la quantità di pioggia che normalmente cade in un intero mese", non riesco a non pensare al mito del Diluvio Universale. Spesso si è infatti discusso sull'origine di questo mito, e sul fatto che tutti i popoli ne conservano un ricordo nelle loro tradizioni (Sumeri, Greci, Ebrei, Indiani, Inca etc.). Come sappiamo, si contrappongono da un lato i soliti fanatici, che vedono in questa comunanza il relitto mnemonico di un'antica civiltà planetaria (spazzata via dal suddetto Diluvio), mentre gli accademici tendono spesso a interpretare l'evidenza come un "passaggio di testimone", avvenuto tramite contatti fra culture diverse. Ma, di fronte a tutto questo, mi chiedo se effettivamente non potremmo pensare che ogni popolo abbia conosciuto un suo proprio "Diluvio Universale" (da tutti interpretato, ovviamente, come una punizione divina - così come lo sono tutte le grandi calamità naturali).

Su due piedi, sembra la lettura più banale e meno verisimile (in termini di probabilità); ma cominciamo a pensare a ciò che sta accadendo nel mondo, o allo tsunami che colpì l'Indonesia nel 2004, e forse potremmo pensare che eventi del genere possono davvero aver colpito i popoli più svariati anche in passato, creando come conseguenza una "tradizione diluviana" presso i successori dei sopravvissuti.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 16:23
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Del tutto plausibile.
 
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§Karl§
view post Posted on 14/1/2011, 18:54




A proposito di diluvio, sul numero del dicembre scorso di Archeo, c'è un articolo in cui si ripercorrono le ipotesi classiche e le fonti ad opera di Saporetti, e un'intervista a Vidale relativa al recupero di un vaso in clorite (la cui circolazione nell'intera area vicino orientale, fino all'Indo, è argomento a mio avviso assai affascinante, non solo dal punto vista prettamente economico e tecnico, ma culturale - c'è un vero intreccio di elementi iconografici di varie culture...) in cui vi sarebbe rappresentata la scena di un'inondazione causata dall'intervento divino e dallo stesso placata. Scene simili se non identiche, dice Vidale, compaiono in numerosi altri vasi provenienti dalla stessa regione, che è quella della civiltà dell'Halil Rud, comunemente nota come civiltà di Jiroft. Il vaso dovrebbe risalire ad un periodo compreso tra il XXIV e il XXIII secolo a.C.
 
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view post Posted on 14/1/2011, 20:01
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:o: :o: non ci sarebbero immagini di questo vaso?

Se ben ricordo Saporetti, parla di diluvio a proposito dell'epopea di Gilgamesh: dice qualcosa anche a proposito di questo vaso?
 
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§Karl§
view post Posted on 14/1/2011, 20:37




Intanto prova a dare uno sguardo qui: https://ita.zinio.com/checkout/publisher/i...=WITA_MWM141010

Di foto dovrebbero comunque essercene in giro, almeno credo.

No Saporetti non ne parla, se non ricordo male. Ripercorre la strada "classica": Ziusudra, Atra-Khasis (anche nella versione ugaritica), Ghilgamesh, la Bibbia e Berosso. Affronta poi il problema della localizzazione dell'arca Ricordando fortunatamente, perché troppo spesso i non addetti ai lavori se ne dimenticano, che con "Ararat" in genere nella Bibbia non si indica un monte, ma uno stato, cioè il regno di Urartu. Probabile quindi, come ci ricorda Saporetti, che i traduttori della Bibbia trovandosi davanti alle sole consonanti (r, r, t) ed essendosi persa la memoria del regno di Urartu, vi abbiano inserito la vocale "a". Il monte che invece venne chiamato Ararat, è probabile che ricevette tale nome proprio in seguito al racconto biblico, e non viceversa. Difatti esso si chiama - e in realtà si tratta di un vulcano - anche "monte di Noè".
 
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IunoMoneta
view post Posted on 14/1/2011, 20:49




Tornando al tema originariamente proposto, sarei anche io per interpretare i cambiamenti climatici come fattori concomitanti di grandi mutamenti storici e non come cause assolute. Indubbiamente un clima rigido o particolarmente secco che non consente di ottenere raccolti sufficienti a sfamare una popolazione può essere uno dei motivi che danno avvio alle migrazioni verso terre più fertili o più favorite dal clima. Se queste migrazioni si sommano ad altre situazioni socio-politiche, come accade nel caso dell'impero romano, può anche essere che un grande impero crolli.
L'aspetto climatico è senz'altro molto interessante e va tenuto presente. Come diceva Leda non può però essere assolutizzato.

 
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view post Posted on 14/1/2011, 21:56
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Ho postato il link all'articolo non perché ritenga che il clima sia l'unica e determinante causa degli eventi storici, tutt'altro, ma perché mi pareva interessante il fatto che, come anche in altri studi che ho citato, si tratta di attività interdisciplinari e questo approccio multiplo mi pare sia importante e promettente, con tutti i limiti e le cautele necessarie.
 
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Trambuccone
view post Posted on 14/1/2011, 23:38




Ritengo plausibile che le catastrofi causate o innescate da eventi meteo siano in un certo qual modo cicliche. Per esempio El Nino (non so 'ndo sta la tilde!) e di striscio ho letto qualcosa a proposito della Nina (idem!). Quelle causate da sommovimenti della crosta terrestre non sono ciclici ma si ripetono più o meno negli stessi punti, e ciò è uno dei punti di forza della tettonica a zolle.
Ma pare che anche l'inclinazione dell'asse terrestre rispetto al Sole abbia delle ripercussioni sul clima nel lunghissimo termine.

T.
 
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view post Posted on 15/1/2011, 09:04
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (Trambuccone @ 14/1/2011, 23:38) 
Per esempio El Nino (non so 'ndo sta la tilde!) e di striscio ho letto qualcosa a proposito della Nina (idem!).
T.

La ñ non esiste nelle nostre tastiere, è considerata un carattere speciale.
Se usi Windows, devi andare sulla 'bandierina' in basso a sx, selezionare 'tutti i programmi', scegliere Accessori, poi Utilità di sistema, indi Mappa caratteri.
Si aprirà una finestra che elencherà tutti i font di caratteri disponibili, così potrai selezionare quello che ti interessa.
Auguri.

Per quanto riguarda le catastrofi naturali, non credo ci sia una vera ripetitività, non in senso statistico almeno, cioè eventi che abbiano tra loro un più o meno elevato grado di correlazione.
Certo è che una volta qua, una volta là, eventi catastrofici si sono 'ciclicamente' verificati, battendo alcune zone più di altre per motivi legati alla posizione geografica e, di conseguenza, alle locali condizioni climatiche e geologiche.
Il che significa anche che, vista la deriva delle placche, le zone 'battute' sono cambiate e cambieranno nel corso del tempo, su scala temporale geologica e quindi molto lontana dalle possibilità di misurazione diretta da parte di noi umani.

Non dimentichiamoci che abbiamo dati 'scientificamente certi', cioè dedotti da misurazioni accurate, solo da circa 2 secoli.
I dati precedenti sono frammentari e poco accurati, molto spesso dipendono dalla registrazione di valutazioni soggettive.
Tali sono anche, a mio parere, i racconti 'mitici': probabilmente riportano qualcosa di vero, ciascuno per la zona in cui è 'nato', ma sono difficilmente collocabile in maniera precisa nel tempo e quasi sicuramente non si riferiscono allo stesso evento, cioè ad un evento 'mondiale', bensì a disastrosi ed imponenti eventi 'locali'.
 
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view post Posted on 15/1/2011, 13:59
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Torno brevemente all'O.T.

CITAZIONE (§Karl§ @ 14/1/2011, 20:37) 
con "Ararat" in genere nella Bibbia non si indica un monte, ma uno stato, cioè il regno di Urartu. Probabile quindi, come ci ricorda Saporetti, che i traduttori della Bibbia trovandosi davanti alle sole consonanti (r, r, t) ed essendosi persa la memoria del regno di Urartu, vi abbiano inserito la vocale "a". Il monte che invece venne chiamato Ararat, è probabile che ricevette tale nome proprio in seguito al racconto biblico, e non viceversa.

Questa proprio non la sapevo... Però!

Sarebbe interessante far notare questo dettaglio a quell'equipe di studiosi (?) che aveva annunciato la scoperta dei resti di un'imbarcazione lignea fra le nevi del Monte Ararat (e che parebbe essere - neanche a farlo apposta! - l'ennesima bufala archeologica: www.gialli.it/arca-di-noe-ecco-tutta-la-verita).

Fine O.T.
 
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view post Posted on 15/1/2011, 15:06
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CITAZIONE (Perseo87 @ 15/1/2011, 13:59) 
Sarebbe interessante far notare questo dettaglio a quell'equipe di studiosi (?) che aveva annunciato la scoperta dei resti di un'imbarcazione lignea fra le nevi del Monte Ararat

La scoperta dell'imbarcazione sull'Ararat è come la fotografia stereoscopica (oggi 3D), ritorna periodicamente ogni vent o trenta anni. Io ricordo ancora un titolo della Domenica del Corriere di quando ero bambino!
 
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view post Posted on 15/1/2011, 15:28
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CITAZIONE (dceg @ 14/1/2011, 09:37) 
Ab esempio a partire dal 250 d. C. per circa tre secoli vi è stato un periodo di clima freddo ed instabile. In questo periodo si sono avute la caduta dell'impero romano d'occidente e le invasioni barbariche. Il periodo di massima fioritura dell'impero romano è al contrario contraddistintoda condizioni climatiche favorevoli e stabili.

Nel periodo della pestilenza del 1347 regnavano pessime condizioni climatiche, come all'inizio della Guerra dei Trent'Anni si verificò un periodo di clima particolarmente freddo. I rapporti tra eventi storici e condizioni climatiche sono però un tema complesso che richiede ulteriori studi.

queste affermazioni mi ricordano il vecchio determinismo di tipo 800entesco dei positivisti. Questi vedevano nella Geografia il des ex machina della storia. tempo fa, su Limes, comparve un interessante artivolo in proposito. mi pare s'intitolasse la rinascita della geopolitica o qualcosa del genere, nel qale con vari argomenti si sosteneva che il modo di pensare dei positivsti stesse ritornando in auge a causa delle nuove guerre (11/9, afghanista, iraq). Difatto le teorie di sopra non sono troppo lontane dal modo di pensare geopoltico.

io non credo agli sconvolgmenti climatici, terremoti, eruzioni, inondazioni come l'esatta e matematica chiave di lettura degli eventi storici. Da certi traumi, come ripetutamente la storia dimostra ci si può anche riprendere. questo vale per i terremoti, come per le inondazioni, a meno che, essi, non compiano il genocidio totale di una data popolazione.

e visto che si fa l'esempio dell'impero romano, cosa mi dice che il mutamento climatico sia stato più determinante, del mutamento religioso come dice Gibbon (il cristianesimo come causa del decadimento)? nell'economia delle forze storiche, anche le idee alla guida della volontà umana sono fondamentali. anzi se devo dirla tutta, io, in generale, trovo più determinanti quest'ultime che non il resto: perchè all'uomo rimane (quasi) sempre una scelta sul da farsi.

è senz'altro banale, ma è anche semplice buonsenso vedere in questi tentativi un errore di fondo: voler individuare un unica causa necessaria e sufficiente di un dato evento

@ Karl, grazie mille, bellissimo. purtroppo non riesco a vedere le anteprime di Saporetti...
ora sarebbe bello vedere come i greci rapresentassero il mito di Deucalione e di cerambo. magari becchiamo qualche sorpresa...
 
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32 replies since 14/1/2011, 09:37   1146 views
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