Ostraka - Forum di archeologia

Sul Mito..

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lama su
view post Posted on 3/2/2011, 15:47




in questi giorni mi sono trovato a leggere alcuni articoli sulla religione egizia in cui si mette in discussione l'esistenza, per lo meno prima del nuovo regno, di "miti" nella religione egizia, affermando che se non ne abbiamo le evidenze non è perchè non ci sono pervenute, ma perchè non sono mai esistite.
L'idea, da quello che ho capito fino ad ora, è che nella religione egizia non vi fossero dei "miti" in quanto narrazioni "complete", ma piuttosto solo dei "personaggi" (gli Dei) a cui venivano attribuite delle azioni, senza tuttavia una coerenza narrativa. Sottolineo, questo è quello che ho capito fino adesso, a parte le nozioni generali di base il campo e il problema specifico per me è totalmente nuovo ed inesplorato, ho appena iniziato le letture, e dunque potrebbe benissimo essere che non ho ancora capito pienamente l'idea di fondo (anche perchè è un dibattito che avviene principlamente nella scuola tedesca :unsure: ). Fra qualche giorno dovrei avere le idee un po' più chiare, sul fronte dell'egittologia.

Però, apro questa discussione perchè ho come l'impressione che il tema possa essere interessante da affrontare in una prospettiva più ampia, magari attraverso il confronto con altre società e culture.

Ovviamente viene subito in mente la grecia classica e roma, e in quel caso ci si potrebbe domandare quanto i miti fossero un elemento presente nella vita di tutti i giorni, come venivano tramandati, e soprattutto qual era il rapporto fra la religione "ufficiale" e il mito (senza contare che sarebbe interessante avere qualche dato statistico, del tipo: quanti sono i testi mitologici che ci sono pervenuti, sull'insieme di tutti i testi pervenutici dal mondo greco e romano? i testi mitologici costituiscono una parte consistente del corpus, o sono piuttosto un eccezione?)

mi interesserebbe però anche, e direi soprattutto, un approccio antropologico volto a culture oltre le culture classiche: qualcuno di voi conosce per caso degli studi antropologici sul ruolo, la formazione, la trasmissione dei miti all'interno, per esempio, delle società africane (perchè l'egitto è almeno in parte una cultura africana)? O studi generali sul mito, visto da una prospettiva etno-antropologica?

Potrebbe essere un altro approccio interessante..
 
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view post Posted on 3/2/2011, 15:57
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Nomi che mi vemgono in mente, ma tutto da controllare: Frobenius, Mauss, Malinowski e Lévy-Bruhl. :hmm.gif:
Forse però non c'entrano per nulla o quasi :nonono.gif:

Mi sa che devo ripescare diversi libri che non vedevo da secoli!
 
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lama su
view post Posted on 3/2/2011, 17:12




pesca pesca! :lol:
 
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IunoMoneta
view post Posted on 3/2/2011, 20:58




Per quanto riguarda il mondo romano, alcuni hanno persino scritto che è un mondo a-mitico nel senso che non esistono i miti come forma narrativa di spiegazione della realtà e della sua origine.
Altri hanno, invece, detto che se non esistono miti orginali ma solo miti importati dalla Grecia è per un diverso atteggiamento mentale romano che crea miti di tipo diverso, più calati nella storia.

Sull'argomento un titolo che mi viene in mente è: M. Torelli, Il rango, il rito e l'immagine. Alle origini della rappresentazione storica romana, Milano 1997

Puoi leggere anche J. Scheid, La religion des Romains, Paris 2002

C'è anche molto altro, ma al momento non focalizzo i ricordi su alcun titolo. Mi vengono solo in mente i nomi di Brelich e di Dumézil.
 
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view post Posted on 4/2/2011, 01:01
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (lama su @ 3/2/2011, 15:47) 
Ovviamente viene subito in mente la grecia classica e roma, e in quel caso ci si potrebbe domandare [1] quanto i miti fossero un elemento presente nella vita di tutti i giorni, come venivano tramandati, e soprattutto [2] qual era il rapporto fra la religione "ufficiale" e il mito (senza contare che sarebbe interessante avere qualche dato statistico, del tipo: [3] quanti sono i testi mitologici che ci sono pervenuti, sull'insieme di tutti i testi pervenutici dal mondo greco e romano? i testi mitologici costituiscono una parte consistente del corpus, o sono piuttosto un eccezione?)

Interessantissime questioni, quelle che poni (e di non facile risoluzione). Mi riallaccio prima di tutto alla Grecia, che è un po' il mio campo di studio preferito, e cerco di rispondere per punti.

[1] Credo che, in Grecia, il mito fosse abbastanza presente nella vita quotidiana di ogni cittadino. Si andava dall'organizzazione di "eventi di massa", con cadenze cronologiche prefissate e regolari (come le rappresentazioni tragiche, o taluni riti di passaggio e festività religiose, legati alle imprese di qualche divinità o eroe locale), fino a tutti quegli aspetti più concreti della vita quotidiana dell'uomo comune: un esempio potrebbe essere quello dell'iconografia illustrante scene di carattere mitologico (e per queste si può spaziare dalle colossali rappresentazioni sui frontoni e nelle metope dei templi, fino alle immagini più "domestiche", dipinte sul vasellame da banchetto e simposio - e tenete di conto che, spesso, su molti vasi si trovano graffiti perfino i nomi degli dèi e degli eroi, sintomo che le loro vicende erano note anche ai vasai che li dipingevano). Inoltre, opere come l'Iliade, l'Odissea e la Teogonia (con tutto il loro contenuto epico e mitologico) erano alla base degli studi formativi dei giovani cittadini. Quindi, in generale, da questi dati, posso immaginare che i Greci avessero una discreta conoscenza del proprio patrimonio mitologico.

[2] Più problematico è definire il rapporto fra mito e religione, in quanto, come ho già detto in altre discussioni, nel mondo greco non esisteva una religione rivelata: non c'era, cioè, un vero e proprio testo sacro di riferimento, a cui rifarsi per dare una risposta alle domande dei fedeli. L'unico libro che potrebbe aver avuto una certa importanza, a livello religioso, è la Teogonia di Esiodo (per certi versi, "analoga" al nostro Libro della Genesi); ma, di fatto, la Teogonia è sempre stata percepita come un'opera letteraria, molto utile per la formazione del giovane cittadino, ma priva di qualsivoglia carattere sacrale. A differenza di quanto accade nelle "religioni del libro", il mondo dei miti greci è ricco di più versioni (non necessariamente coeve, e spesso anche in contraddizione fra loro), ma che sono comunque prese per buone: non esistendo una "religione ufficiale" (nel senso in cui la intendiamo noi), non c'era motivo di ritenere più corretta l'una o l'altra versione, ma entrambe potevano essere privilegiate e adottate, a seconda dell'occasione e del contesto (addirittura, alcune tradizioni minori furono forse inventate di sana pianta, per rispondere a particolari esigenze - anche politiche - dei loro ideatori).

[3] Per la parte più statistica... Ohi ohi! Qui mi cominci a chiedere tanto! Confesso che non mi sono mai posto il problema prima d'oggi. Non è neppure facile stabilire se e quanto un testo sia da ritenersi "mitologico" o meno. Per esempio, l'Iliade è un testo indubbiamente epico, ma contiene anche diverse digressioni di carattere mitologico (vedi la vicenda di Bellerofonte, illustrata nel VI Libro). Occorrerebbe un'analisi ad ampio raggio di tutta la letteratura greca e latina in nostro possesso... Su questo problema, quindi, non saprei pronunciarmi meglio.

Spero di aver contribuito a fornire un quadro abbastanza chiaro, per quelle che sono la mia esperienza di studi e l'idea che mi sono fatto con il tempo, sul rapporto fra i Greci e il mondo dei loro miti.

P.S.

Sull'onda di Moneta, riparto da Angelo Brelich (uno dei più famosi studiosi italiani di mitologia e religione greca), segnalando anche i nomi di Raffaele Pettazzoni (suo maestro, nonché fondatore della prima cattedra di Storia delle religioni a Roma), Karol Kerényi (di cui abbiamo recentemente discusso in un altro post) e, infine, il ben noto Jean-Pierre Vernant (di cui, a proposito, consiglio la lettura di "Mito e pensiero presso i Greci", ed. Einaudi, riedito nel 2001).
 
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view post Posted on 4/2/2011, 10:12
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CITAZIONE
in questi giorni mi sono trovato a leggere alcuni articoli sulla religione egizia in cui si mette in discussione l'esistenza, per lo meno prima del nuovo regno, di "miti" nella religione egizia, affermando che se non ne abbiamo le evidenze non è perchè non ci sono pervenute, ma perchè non sono mai esistite.

Oltre ai grandi su menzionati non vorrei che si dmenticasse W.Burckert. ^_^

e prendendo spunto da Homo Necans di Zio Walter, provo a dire la mia su ciò che m'interessa di questa discussione, il rapporto tra Mito e Rito (a cui voi vi riferite in generale col termine religione...quindi ci stà che se ne parli...):

Per capire quanto sia plausibile o meno la tesi di cui parli, sarebbe utile stabilire l'antichità del racconto su Osiride, prendendo questo racconto come ....punto di riferimento...
CITAZIONE
Osiride portò la civiltà agli uomini, insegnò loro come coltivare la terra e produrre il vino e fu molto amato dal popolo. Seth, invidioso del fratello, cospirò per ucciderlo. Egli costruì in segreto una bara preziosa fatta appositamente per il fratello e poi tenne un banchetto, nel quale annunciò che ne avrebbe fatto dono a colui al quale si fosse adattata. Dopo che alcuni ebbero provato senza successo, Seth incoraggiò il fratello a provarla. Appena Osiride vi si adagiò dentro il coperchio venne chiuso e sigillato. Seth e i suoi amici gettarono la bara nel Nilo, facendo annegare Osiride. Questo atto simboleggerebbe l’annuale inondazione del Nilo.

Iside con l’aiuto della sorella Nefti riportò Osiride alla vita usando i suoi poteri magici. Prima che si potesse vendicare, Seth uccise Osiride, fece a pezzi il suo corpo e nascose le quattordici (secondo alcune fonti: tredici o quindici) parti in vari luoghi. Iside e Nefti trovarono i pezzi (eccetto i genitali, che erano stati mangiati dal pesce Ossirinco). Ra mandò Anubi e Thot ad imbalsamare Osiride, ma Iside lo riportò in vita. Successivamente Osiride andò negli inferi per giudicare le anime dei morti, e così venne chiamato Neb-er-tcher ("il signore del limite estremo").

Il figlio che Osiride ebbe da Iside, Horus, quando fu abbastanza grande affrontò Seth in battaglia, per vendicare la morte del padre. Il combattimento fu lungo e cruento, Horus perse un occhio nella battaglia e Seth un testicolo.
Il conflitto fu interrotto dagli altri dei, che decisero in favore di Horus e diedero a lui la sovranità del paese. Seth fu condannato e bandito dalla regione. In altre versioni le due divinità si riconciliarono, rappresentando l’unione dell’Alto e Basso Egitto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Osiride
Premessa generale: è vero che un rito può benissimo esitere senza il Mito. Non è detto che, partendo dal Rito, gli atti e i sentimenti suscitati siano sempre trafigurati in potenze e soggettività mitologiche, o che il Mito, regolarmente, intervenga per "spiegare" il rito. Ma soprattutto il Rito è assolutamente più antico del Mito, quindi per un indeterminato trno di tempo il Rito esistette senza mito. Il discorso, "non ne abbiamo le evidenze non è perchè non ci sono pervenute, ma perchè non sono mai esistite" può esser conforta da quest'altra considerazione: il mito si trasmette con molta più facilità del rito.

ma purtroppo un racconto per quanto meno antico del rito, è difficilemente databile. Inoltre, che non vi sia in generale una interdipendenza tra Mito e rito non esclude automaticamente che specifici riti abbiano dato vita a dei miti in periodi molto risalenti, magari subito dopo il primo rito, e che di lì si sian evoluti in racconti sempre più articolati.

per tutto questo non c'è norma alcuna.

A causa della mancanza di Interdipendenza tra Mito e Rito (anche se un temo si riteneva, M. Eliade et alii, che il mito fosse un rito illo tempore...), stabilire una proporzione statistica, tra i due, e quindi quanto vi sia d mitologico in una religione, mi pare pressochè impossibile e forse anche un poco chimerico. Ancor più chimerico è dare qualsiasi valenza al "Mito scritto", perchè come dice erseo, il libro, nei pagani, non è il Libro degli Ebrei.

Sempre che abbia capito bene, le tue domande, Lama... :unsure: .

Nella prefazione ad Homo Necans, uno studioso pone in risalto, come l'atto dell'uccisione sia trattato ed abbia significato diverso a seconda che sia inquadrato nel Mito o nel Rito.
Nel Rito, in estrema sintesi, c'è un atto drammatizzato, il sacrificio tramite l'uccisione dell'animale. Malgrado la presenza di tutto un contorno fatto di cerimonie, processioni, è un atto chiuso in sè: stabilisce un rapporto verticale con la divinità volto a garantire la presenza divina tra gli uomini.

Nel Mito, invece, l'uccisione è una trasformazione, un passaggio tra due dimensioni; l'ucciso, passa da una dimensione ad un altra del suo Essere, basti pensare a Pelope, o a Dioniso, o a tutti gli "annegati" della mitologia greca. Nel mito quindi l'uccisione è il punto d'incontro tra 2 dimensioni, sul quale poi s'incardina un racconto, nel quale, s'innestano anche atti e sentimenti del rito trasfigurati in divinità o daimon vari.

A me pare che il racconto di Osiride, sia un mito. Automaticamente, se questo mito fosse più risalente del nuovo regno, la tesi di cui parla Lamasu non sta del tutto in piedi....se invece il racconto su Osiride, venne "canonizzato" molto tardi, allora la tesi continua a stare in piedi.

@ Iuno:
Product Image
Taboo, Magic, Spirits: A Study of Primitive Elements in Roman Religion Eli Edward Burriss
questo lo conosci? è nella mia lista dei desideri... più che altro vorrei sapere se la tizia ne sa ed è affidabile...
 
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IunoMoneta
view post Posted on 4/2/2011, 19:29




Ignoro chi sia Eli Edward Burriss... Non ti so proprio aiutare in questo caso.
Posso provare a informarmi ma non garantisco nulla. Comunque il libro è disponibile on-line, qui: www.sacred-texts.com/cla/tms/index.htm

E anche qui: http://books.google.it/books?id=ucVcp8oMfU...epage&q&f=false
 
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view post Posted on 7/2/2011, 17:54
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Lama, forse interpreto male le tue parole, ma mi sembra che tu chieda anche informazioni per così dire dirette su miti esistenti presso culture 'non classiche', non solo indicazioni di studi e testi di antropologia culturale.

Cito da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Mito)
"« Il mito racconta una storia sacra; riferisce un avvenimento che ha avuto luogo nel tempo primordiale, il tempo favoloso delle origini [...] È dunque sempre il racconto di una "creazione": si narra come qualcosa è stato prodotto, come ha cominciato a essere »
(Mircea Eliade, Aspects du Mythe)

Mito (dal greco μύθος, mythos, pronuncia müzos) è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo o alle modalità con cui il mondo stesso e le creature viventi hanno raggiunto la forma presente in un certo contesto socio culturale o in un popolo specifico. Di solito i suoi protagonisti sono dei ed eroi come protagonisti delle origini del mondo in un contesto sacrale".



Mi permetto, quindi, di introdurre qualcosa circa la mitologia delle antiche popolazione del Mesoamerica che conosco meglio, cioè Maya e Nicoyani.
Per quanto riguarda gli Olmechi, la cui cultura è stata definita 'madre' di tutte le culture della zona, nulla si può dire perchè non abbiamo di loro alcuna notizia storica e quanto si riesce attualmente a ricostruire della loro vita è troppo poco per avanzare anche solo ipotesi nel campo.

Per quanto riguarda le genti che popolavano il Costarica prima di Colombo, si può dire che vivessero letteralmente all'interno della narrazione mitica.
Le conoscenze in questo campo le dobbiamo soprattutto al lavoro di Maria Eugenia Bozzoli de Wille, la prima antropologa 'occidentale' che riuscì ad avvicinare le comunità di Indios ancora allo stato 'puro' esistenti in Costarica.
Si tratta degli Indios BriBrì e Cabécar che vivono nelle foreste pluviali sia della Cordigliera di Talamanca, a sud ovest del Costarica, sia in tutta la zona del CR confinante con Panamà.
Queste popolazioni ancor oggi non sono censite, in quanto rifiutano di essere avvicinate dalla 'civiltà occidentale' che permea il resto del paese, delegando solo alcuni individui a mantenere contatti e piccoli commerci con il 'mondo civilizzato'.
Non si sa nemmeno quanto numerose siano le loro comunità, in quanto non si registrano all'anagrafe, nè dove precisamente siano situate, perchè la zona è di difficile accesso, causa tormentatissima orografia e presenza di densa foresta tropicale umida.

La de Wille raccolse almeno parte dei loro racconti assimilabili a quelli della Genesi, ossia riguardanti la creazione e la forma del mondo.
Era universale l'idea che un essere soprannaturale, che i Talamanca chiamano Sibö, abbia creato l'Universo, il Mondo e che detenesse tutti i 'semi' di piante, animali ed esseri umani.
Egli creò l''Universo perchè gli servisse da casa, ciò che noi chiamiamo firmamento ne era il tetto e il Mondo, che poggiava sulla schiena di un grande alligatore, ne era la parte 'abitata'.
Poi mandò i suoi messaggeri, nella forma di pipistrelli, a seminare tutte le piante e tutti gli animali, compreso l'uomo.
A questi insegnò tutte le arti e tutte le lingue, che lui parlava e comprendeva perfettamente, e divise gerarchicamente l'umanità, traendo dei semi speciali per creare gli usékares (capo, grande guerriero e gran sacerdote), gli awà (dottore e shamano), gli itsokarés (i cantori principali nei funerali), distinguendoli dagli uomini comuni e dividendo questi ultimi in clans presieduti, organizzati e governati dai primi.
Sibö, quindi, aveva una casa circolare, il cui tetto era il cielo e le stelle nel cielo altro non erano che serpenti che egli aveva utilizzato come 'stringhe' per annodare i pali che reggevano il tetto-cielo, le 'stelle cadenti' erano serpenti che riuscivano a sciogliere il nodo e precipitavano.
A somiglianza di quella di Sibö, la casa dell'indio era circolare, con il tetto sorretto da pali legati con corde vegetali annodate dove i pali si intersecavano.
Ecco perchè ho detto che l'indio costaricense viveva letteralmente all'interno del mito: il suo dio era tutta la natura, la sua casa aveva la forma della casa del dio e la sua società era stata creata ed organizzata dal suo dio.
Forse per questo, per quanto ne sappiamo, alla divinità non venivano eretti templi nè tributati particolari onori, la divinità era tutto...



Ora devo chiudere, se ho capito bene ed interpretato correttamente il pensiero di Lama, domani fornirò una bibliografia in merito e parlerò dei miti cosmogonici dei Maya.
 
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lama su
view post Posted on 8/2/2011, 13:07




non sono scomparso..
mi scuso per intervenire solo ora in questa discussione che ho aperto io, ma ho avuto parecchie cose da fare, e nel frattempo ho cerato di farmi un'idea un po' più precisa dei problemi e delle opinioni dal punti di vista dell'egittologia. E in effetti, per quanto riguarda il problema in sé, a livello "pratico" in egittologia la discussione sembra essersi più o meno esaurita, tuttavia ha lasciato aperte alcune considerazioni di tipo "teorico" o "antropologico" che meriterebbero di essere approfondite.
Ora se riesco stasera cerco ti fare il punto della situazione dal punto di vista egittologico, e poi si può provare a riprendere con un po' di ordine il discorso, soffermandosi sui vari punti e spunti interessanti che avete sollevato, e su cui mi piacerebbe ritornare.

In effetti, visto che è una discussione che si preannuncia complessa ed articolata, mi domando se non convenga iniziare a dividerla già all'inizio in varie discussioni separate, tipo "capitoli" (del tipo una potrebbe essere "cos'è il mito? definizione di mito" -problema fondamentale, mi sa-, un'altra "mito e organizzazione sociale" una "mito e rituali",..), usando questa discussione solo come "punto di raccolta" per sintetizzare quello che salta fuori dalle altre.. cosa ne pensate?

Altrimenti, temo che rischi di diventare troppo complicato da seguire..
 
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view post Posted on 8/2/2011, 13:35
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Si, credo che sia utile, magari anche una sezione 'narrazione del mito', dove esporre almeno sommariamente, come ho cercato di fare io per gli indios centroamericani, i miti cosmogonici relativi a culture che sono poco 'frequentate' da noi.

Io posso contribuire poco in campo teorico, abbastanza in quello pratico. Voglio dire che non mi sento di poter partecipare ad una discussione sulla definizione di mito, ma per quanto riguarda le narrazioni tradizionali, sempre per quel che concerne le culture mesoamericane, un fattivo contributo lo posso dare.
 
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view post Posted on 8/2/2011, 22:22
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (lama su @ 8/2/2011, 13:07) 
In effetti, visto che è una discussione che si preannuncia complessa ed articolata, mi domando se non convenga iniziare a dividerla già all'inizio in varie discussioni separate, tipo "capitoli" (del tipo una potrebbe essere "cos'è il mito? definizione di mito" -problema fondamentale, mi sa-, un'altra "mito e organizzazione sociale" una "mito e rituali",..), usando questa discussione solo come "punto di raccolta" per sintetizzare quello che salta fuori dalle altre.. cosa ne pensate?

Altrimenti, temo che rischi di diventare troppo complicato da seguire..

Mi pare una buona idea. Non so con quanta assiduità vi potrò seguire, perché sono sotto esame, ma cercherò (per quel che potrò) di dare un mio contributo.
 
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view post Posted on 9/2/2011, 10:26
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Un po' di bibliografia su miti e riti tra gli Indios del Costarica

Aguilar Piedra, Carlos Humberto
1965 Religiòn y magia entre los indios de Costa Rica de origen sureño, Serie Historia y Geografia, Universidad de Costa Rica, S.José CR
1996 Los Usékares de Oro, Fundaciòn Museos banco Centràl, S.José CR

Bonatti, Javier y Fernandez, Walter
1998 Las cosmovisiones de los Bribrìs y Cabécares de Costa Rica y su relaciòn con la visòn actuàl del cosmos, Revista Española de Antropologìa Americana, 28, 325-331, Servicio Publicaciones UCM, Madrid

Bozzoli de Wille, Maria Eugenia
1977a Narraciònes Bribrìs, Vinculos 2(2):165-199, Museo Nacionàl de Costa Rica, S.José CR
1977b Narraciònes Bribrìs, Vinculos 3(1-2):67-104, Museo Nacionàl de Costa Rica, S.José CR
1982 Narraciònes Talamnqueñas, Vinculos 8(1-2):1-12, Museo Nacionàl de Costa Rica, S.José CR
1991 La cosmovisiòn tradicionàl talamanqueña en la actualidad, Universidad de Costa Rica, S.José CR

Eliade, Mircea
n.d. El chamanismo y las técnicas arcaicas del éxtasis, Mexico, Fondo de Cultura Econòmica

Ferrero, Luìs
1977 Costa Rica Precolombina, Serie Biblioteca Patria, Editoriàl Costa Rica, S.José CR

Gonzalez Chavez, Alfredo y Gonzalez Vasquez, Fernando
1989 La casa còsmica talamanqueña y sus simbolismos, Editoriàl Estatàl a Distancia, Universidad de Costa Rica, S.José CR
 
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Anat
view post Posted on 30/6/2011, 20:21




Lama Su so di essere molto in ritardo ma se l'argomento ti interessa ancora posso suggerirti l'articolo di Assmann del 1977 “Die verborgenheit des mythos in ªgypten” in Gottinger Miszellen, 25, pp. 7-43. Io l'ho unsato per la mia tesi triennale per prendere spunto su una questione che ho affrontato nella mia tesi triennale (sull'Arabia meridionale, ma avevo bisogno di confronti esterni) e una mia amica ci si è basata per la sua tesi specialistica incentrata sulla questione della presenza o meno del mito nei Testi delle Piramidi.
 
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lama su
view post Posted on 1/7/2011, 13:06




ahahaha la mia riflessione nasceva proprio da quell'articolo.. :P

artiolo con cui in effetti, sinceramente non mi trovo molto d'accordo..

tu cosa ne pensi?
sono curioso, in che modo lo hai suato nel tuo lavoro sull'arabia?

P.S. tra l'altro assmann l'ho incontrato settimana scorsa.. persona simpatica e molto cordiale..
 
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Anat
view post Posted on 1/7/2011, 15:47




Quell'articolo se mi posso permettere in effetti è a tratti un po' bizzarro... tipo quando parla di una certa "coccodrillizzazione" :D sono morta dal ridere quando l'ho visto... Io ho usato quell'articolo perchè nella mia tesi studiavo le divinità del regno di Main (uno dei regni carovanieri dell'arabia meridionale preislamica) basandomi sulle iscrizioni. In Arabia del sud non sono stati ritrovati testi con narrazioni mitologiche; ma nella parte conclusiva di certi tipi di iscrizioni, soprattutto dedicatorie, quando si citano le divinità, talvolta compare anche un riferimento a legami di parentela tra quest'ultime. Percui, ho citato il concetto di "schema mitico alla base delle "Konstellationen" che Assmann spiega nell'articolo, ma nulla di ché ;) era comunque un punto di vista che anche se proveniente da un'altra disciplina, mi sembrava giusto considerare.
Davvero lo hai incontrato??? In quale occasione??? Quindi è un vero singnore??? :D
 
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17 replies since 3/2/2011, 15:47   347 views
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