per quanto potrà sorprendervi conoscendomi
, io il libro di Roli l'ho letto..
e se ricordo bene (l'ho letto un paio di anni fa..) la sua tesi era in realtà un po' più articolata del semplice "guerra di troia" = "guerra di hattusa".
Se ricordo bene, lui sostiene che il racconto Omerico della Guerra di Troia sia in realtà una sintesi in cui sono convogliate le memorie di due guerre distinte, da un lato la caduta di Hattusa ad opera dei popoli del mare (tra cui anche gli achei, o per lo meno alcuni popoli egei) e dall'altro una guerra achea contro la città di Wilusha (che roli tiene ben distinta da Hattusa).
Nell'insieme nessuna delle sue argomentazioni mi ha convinto. Il punto è che sfortunatamente Roli non è uno specialista (definizione che uso senza alcuna accezione negativa), e si vede. Le argomentazioni sono deboli, le fonti antiche non sono sempre interpretate con il dovuto rigore, a volte mancano i dovuti riferimenti bibliografici e a volte casca in contraddizioni o ragionamenti circolari (vado a memoria, ma per esempio collocava il popolo X nella terra Y perchè confinante con il popolo Z, e poi collocava il popolo Z nella terra Y perchè confinante con il popolo X).
Dico "sfortunatamente", perchè di fatto la sua idea di fondo a me non sembra poi così stupida. O meglio, preciso: a me non sembra così stupido (anzi) pensare che nella versione omerica della guerra di Troia possano in realtà essere confluiti anche i ricordi di altri conflitti (magari marginali, magari più antichi o più recenti, magari in origine ricordati in cicli epici distinti) distinti da quello principale contro Wilusa.
Del resto sappiamo tutti che i poemi omerici non sono un testo storico unitario, ma piuttosto sono una sintesi, una composizione poetica (per certi aspetti "un'accozzaglia", mi verrebbe da dire) di elementi di varia origine e di tante realtà diverse e distinte (basta il famoso discorso delle armi), quindi non mi sorprenderebbe poi troppo se alcuni elementi non venissero dal conflitto contro wilusa, ma da qualche altra guerra. Del resto, non penso proprio che la guerra contro troia fosse l'unica guerra combattuta dagli achei, e l'unica guerra di cui essi avessero memoria.
Quindi di per sé, almeno in teoria, a priori io non escluderei neppure che nei poemi omerici possa effettivamente esserci davvero entrato anche qualche ricordo della caduta di hattusa.
Tuttavia, come detto, non penso che le argomentazioni di roli siano valide per sostenere un'idea del genere, e in generale anche se tali elementi dovessero realmente esistere nei poemi omerici, ho forti, fortissimi dubbi che sia possibile riconoscerli. Se anche ci fossero dei ricordi della caduta di hattusa nei testi omerici, essi sono completamente mascherati dall'elaborazione poetica e quindi, di fatto, sono irriconoscibili, inutilizzabili e dunque storicamente privi di alcun valore.
Rimane la pura e semplice speculazione teorica, che però senza alcun elemento concreto per poterla sostenere rimane un'idea affascinante e che fa sognare, ma nulla di più.
Parlando invece di cose un po' più concrete, un paio di considerazioni su alcuni punti che avete sollevato nel corso della discussione.
Prima di tutto, riguardo alla caduta di Hattusa Zilc correttamente dice:
CITAZIONE (zilc @ 13/2/2011, 20:06)
A quel tempo l'impero era talmente in crisi da dover pensare a se stesso, prima che agli attacchi esterni. E anche senza popoli del mare, probabilmente, sarebbe caduto comunque. Per i vuoti di potere interni.
oltre a ciò, aggiungerei anche che la caduta, anzi le cadute dei regni ittiti erano in un certo senso una cosa abbastanza endemica.. la struttura dinastica ittita era particolarmente instabile, e praticamente ad ogni cambio generazionale sorgevano dei problemi di successione che portavano l'impero sull'orlo della crisi (o nella crisi piena). Se a questo si aggiunge la posizione geografica di Hattusa decisamente sfavorevole (è un posto strategicamente fantastico e perfetto per una fortezza, ma è troppo lontano dalle risorse alimentari per essere una buona capitale) e i vicini praticamente mai amichevoli (soprattutto i kaska al nord), quello che appare è un impero che funziona fin tanto che c'è un condottiero vittorioso che lo guida, ma risulta particolarmente instabile appena la figura carismatica viene a mancare.
Per quanto riguarda invece i famosi sigilli, io continuo ad avere qualche dubbio sul ruolo dell'assiria. Prima di tutto, quei sigilli non sono assiri, ma sono babilonesi, cioè
Kassiti (e qui a perseo suonerà già una campanella..
), così come, a quanto pare (non ho ancora avuto tempo di verificare), sono kassiti alcuni dei pesi del relitto di uluburun.
Ora, per immaginare come fa Porada un qualche intervento Assiro in tutta la vicenda, bisognerebbe assumere che:
-quei sigilli sono arrivati in assiria come dono da parte dei Kassiti, o come bottino di guerra in seguito alla presa di Babilonia da parte di Tikulti-Ninurta
-in seguito, il re assiro avrebbe inviato questi sigilli a tebe.
Possibile, ma un po' complicato secondo me. Intendiamoci, non è impossibile che degli oggetti siano circolato fra varie corti diverse, da babilonia all'assiria, e dall'assiria a tebe.
Tuttavia, perchè non immaginare semplicemente che quei sigilli babilonesi sono arrivati a tebe direttamente da babilonia, o come normale dono diplomatico all'interno di quella rete di relazioni internazionali ben attestata dalle tavolette di amarna, o semplicemente tramite pure e semplici vie commerciali (considerando gli eventuali pesi kassiti nel mercantile di uluburun)?
o proprio volendo, si potrebbe persino osare spingere il ragionamento persino un po' oltre pensando a qualche tipo di influenza kassita nella regione -mercenari, contingenti alleati, scambi di ostaggi fra regnanti,..-, ma il discorso si farebbe decisamente troppo incerto..
Edited by leda77 - 25/6/2011, 11:35