CITAZIONE (Djoser @ 3/3/2011, 16:10)
Come linea generale, intendendo con cio' l'arco che va dalla I dinastia fino all'ultima XXXI, i faraoni non sposavano sorelle (o più raramente figlie): questa pratica sarebbe stata diffusa prevalentemente proprio intorno alla famosa XVIII dinastia. [...]Non vorrei dire sciocchezze, ma i motivi di questa pratica sarebbero da ricercare nella necessità di legittimare al trono linee di successione derivate da spose secondarie oltre che della sposa principale, nel caso il primogenito leggittimo erede decedesse (caso non cosi' raro...) ed evitando cosi' di lasciare il trono "vuoto", piuttosto che di conservare il sangue puro.
Mi accodo a Clitemnestra, perché anch'io, da un po', avevo adocchiato questa discussione, e pure io ero intenzionato a "revitalizzarla" (anche se in una direzione leggermente diversa dalla sua). Il fatto è che, occupandomi principalmente del mondo greco, l'usanza del matrimonio fra consanguinei in Egitto mi interessava soprattutto in relazione al regno tolemaico.
Come sapete, Tolomeo II è famoso per aver (re)istitutito questo costume, fra i sovrani greco-macedoni d'Egitto (una scelta che gli valse critiche più o meno velate, da parte di alcuni esponenti della corte greca). Sua sorella, Arsinoe II, divenne quindi sua consorte (e, una volta morta, fu divinizzata come "Philadelphos" - da cui l'epiteto di Tolomeo II). Ma qual era il motivo di questa scelta? Perché i "theoi adelphoi" (così vennero divinizzati, dopo la loro morte) scelsero di unirsi in matrimonio, nonostante il loro legame di sangue? Ho letto che, secondo alcuni, questa decisione sarebbe stata dettata dalla necessità di legittimarsi agli occhi degli Egizi come veri e propri faraoni... Ma, in realtà, come giustamente Djoser faceva notare, questa pratica sembra abbastanza circoscritta alla sola XVIII Dinastia.
Secondo me, il motivo principale potrebbe esser stato un altro. Il matrimonio con il re d'Egitto, infatti, non era stato il primo affrontato da Arsinoe: la regina era già vedova di Lisimaco (e, quindi, ipotizzo anche detentrice dei possedimenti del re della Tracia), ed era stata sposata pure con Tolomeo Cerauno (primogenito di Tolomeo I, escluso dalla successione al trono d'Egitto, in favore di Tolomeo II). Arsinoe, quindi, recava con sé una "ricca dote" (in termini di terre e potere), che Tolomeo II avrebbe incamerato sposandola. Mi chiedo, quindi, se non sia stato questo il vero motivo che spinse il re d'Egitto a sposare una sua consanguinea (mentre il richiamarsi all'usanza in voga nel Nuovo Regno potrebbe esser stato solo il voler evidenziare un "precedente", con cui poter giustificare la sua azione, più che legittimare la sua posizione).
P.S.
Per riprendere anche il commento di Clitemnestra, è buffo notare come i matrimoni fra consanguinei, seppur vietati in Grecia, non solo erano ben noti per alcuni eroi, ma addirittura per gli dèi stessi: se ci pensiamo, perfino Zeus (adorato in Atene come "Herakleios" - protettore della famiglia) non era affatto stato un padre esemplare per i Greci (sua moglie Era era anche una delle sue sorelle, così come Demetra, a cui si unirono sia lui che il fratello Poseidone!). Anche se, forse, per gli dèi, l'incesto non era considerato poi così abominevole (in quanto, essendo in numero "esiguo", in qualche modo si doveva pur spiegare la loro presenza).