Ostraka - Forum di archeologia

Il concetto di Mesoamerica

« Older   Newer »
  Share  
icon13  view post Posted on 12/3/2011, 20:39
Avatar

Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

Group:
oikistés
Posts:
4,026
Location:
Verona - Forlì

Status:


Mesoamerica: cos'è e perchè



1- Quale area geografica viene identificata con il termine di Mesoamericaa

Intorno al 1940 alcuni studiosi delle culture precolombiane delle Americhe cominciarono a considerare l'opportunità di riunire sotto una sola denominazione un'area dell'America centro-settentrionale che non corrispondeva ad una suddivisione di carattere geografico nè di carattere politico.
Il filosofo e antropologo tedesco Paul Kirchoff per indicare quest'area coniò nel 1943 il termine Mesoamerica.
Fino al 1960 circa la delimitazione del Mesoamerica restò quella indicata da Kirchhoff: il confine settentrionale era segnato dalla linea ideale che unisce il corso dei fiumi Sinaloa, Lerma e Pànuco nell'attuale Messico centrale, quello meridionale dalla linea che dalle pianure di Sula, poco a sud della foce del Rio Motagua, in Guatemala, arriva al confine Honduras-El Salvadòr.
Successivamente, si riconobbe che anche l'intero Salvadòr e la regione cosidetta della Gran Nicoya, che abbraccia la costa occidentale di Nicaragua e Costa Rica sino al rio Tàrcoles, doveva essere compresa nell'area mesoamericana.
Carta della Mesoamerica
http://img101.imageshack.us/i/mappamesoamerica001.jpg/

E' evidente che la Mesoamerica non è un'area geograficamente individuata: la parte a nord dell'Istmo di Tehuantepec giace nell'America Settentrionale mentre il resto fa parte dell'America Centrale, senza però abbracciarla tutta.
Non è nemmeno un'area delimitata politicamente, in quanto comprende la parte centro meridionale del Messico, tutto il Belize ed il Salvadòr e solo una parte di Guatemala, Honduras, Nicaragua e Costa Rica.
E' un'area individuata solo concettualmente, un concetto utile in letteratura per denominare un'area che in epoca precolombiana venne abitata da popolazioni che espressero culture con caratteristiche comuni.




2- Perchè si pensò di elaborare la definizione di Mesoamerica

Poco prima della elaborazione del concetto di Mesoamerica, avvenne il riconoscimento che nella zona centrale delle coste del Golfo del Messico si era espressa una antica cultura, ignorata almeno fino al 1862 e dal 1920 confusa con quella Maya.
Solo nel 1938, quando iniziò l'attività di Matthew Stirling a Tres Zapotes, si cominciò a capire che si trattava di una cultura molto più antica di quella Maya: ad essa, nel 1942, venne dato il nome di Olmeca e le venne attribuita la paternità della maggior parte dei caratteri comuni riconoscibili nelle culture succedutesi nei territori del Messico centrale e della zona Maya.
A questo punto, ci si rese conto dell'opportunità di dare un 'nome' a quest'area che dimostrava una notevole omogeneità culturale anche in conseguenza del fatto che la cultura Olmeca venne chiamata 'la cultura madre'.
In effetti, gli Olmechi vennero preceduti da altre culture, ma nessuna di quelle precedenti ebbe così grande influenza, così grandi ricadute sulle successive.
Agli Olmechi possono essere fatti risalire, infatti, molti tratti comuni alle successive culture mesoamericane, in particolare:
- la tecnica agricola
- il sistema numerico e calendariale
- il cosìdetto 'computo lungo'
- il sistema di scrittura, ove presente
- le credenze e le pratiche magico-religiose
- l'invenzione della palla di gomma e dei giochi conseguenti
- molti motivi iconografici
- il concetto di nagual o alter-ego.
Oltre a questi tratti culturali comuni, è molto importante sottolineare che nell'area mesoamericana ci fu anche una certa 'unità linguistica', non ostante nella zona, all'epoca della conquista, fossero parlate circa 60 lingue differenti, appartenenti ad almeno 3 diverse famiglie linguistiche.

E' bene notare, comunque, che questi tratti comuni apparvero nelle diverse zone e vi si evolvettero in tempi sfalsati, i tempi della zona Maya sono decisamente anticipati rispetto a quelli della Gran Nicoya, a dimostrazione di una lenta diffusione da nord verso sud.



3- Caratteristiche comuni alle culture della Mesoamerica

3.1. Agricoltura

Le popolazioni della Mesoamerica furono sedentarie e praticarono l'agricoltura almeno dal 2500 a.C. (alcuni parlano addirittura del 6000 a.C.).

Caratteristica comune a tutti gli agricoltori della zona fu la pratica di due tecniche per ottenere terreni adatti alla coltivazione: il debbio, ossia il disboscamento e la fertilizzazione dei suoli mediante combustione della vegetazione forestale, e l'occupazione dei terreni lasciati liberi dal ritirarsi delle acque dei laghi o dal drenaggio ottenuto mediante canalizzazione delle acque stagnanti.

Questi terreni venivano coltivati mediante la cosidetta 'agricoltura di milpa', termine spagnolo derivato dal nahuatl 'milli', campo seminato, e 'pan', ciò che cresce sul campo, una tecnica abbastanza simile a quella che si indica in italiano con il termine 'sovescio'.
Il ciclo di milpa, tutt'ora praticato nella zona, richiede 2 anni di coltivazione e un congruo periodo, fino a 6/8 anni, di riposo e fertilizzazione naturale del terreno.
E' un sistema che non richiede l'uso di fertilizzanti artificiali nè di pesticidi, perchè le colture che vengono alternate nella zona coltivata, grazie allo studio secolare delle interazioni tra specie vegetali, riescono a garantire sia la presenza di humus che quella di insetticidi, fungicidi e battericidi naturali (1).

Ancora oggi, nelle zone più 'arretrate', la semina della milpa avviene mediante il metodo tradizionale, da sempre usato in tutta la Mesoamerica, che prevede l'utilizzo del bastone da scavo, un bastone che ha una estremità appuntita e successivamente carbonizzata in superficie, per renderla più dura.
Nel terreno zappato, posto spesso sul fianco di una collina in forte pendenza, mediante la punta del bastone viene praticato un foro abbastanza profondo.
Nel foro vengono posti 3 semi, uno per la dea della Terra, uno per il dio Sole e il terzo destinato a germinare e produrre cibo per gli uomini.
E' chiaro il significato simbolico del gesto che però probabilmente ha origine da un aspetto pratico: anticamente, la selezione delle sementi non garantiva la loro fertilità, quindi per motivi prudenziali, onde non lasciare terrreno inutilizzato, si pensò di porre 3 semi nello scavo al fine di garantire almeno una germinazione.


3.2. Sistema numerico e calendariale

Gli Olmechi utilizzavano probabilmente un sistema di conto a base vigesimale e furono quasi certamente gli inventori del sistema calendariale poi passato in uso in tutta la Mesoamerica.
Questo sistema prevedeva l'uso di due calendari, entrambi basati su mesi di 20 giorni ciascuno.
Il calendario rituale, che sembra essere più antico dell'altro ed era nato probabilmente dall'osservazione dei cicli di Venere, contava 260 giorni, l'altro invece era basato sull'anno solare, con 18 mesi di venti giorni e 5 giorni 'senza nome', per un totale di 365 giorni.
Considerato che 260x73=18980=365x52, i due calendari coincidevano ogni 52 anni solari, periodo che molte culture mesoamericane chiamavano 'fascio di anni' ed era concettualmente analogo al nostro secolo (2).

Inoltre, gli Olmechi furono quasi sicuramente gli inventori del cosìdetto 'computo lungo', cioè il sistema di contare i giorni trascorsi dalla 'nascita' del mondo per datare un avvenimento (vedi Stele C di Tres Zapotes e il lemma http://en.wikipedia.org/wiki/Mesoamerican_..._Count_calendar ), sistema poi perfezionato dai Maya (questa pratica, però, fu limitata a queste due sole culture).


3.3. Sistema di scrittura

Sempre gli Olmechi, o meglio i cosìdetti epi-Olmechi, furono con ogni probabilità gli inventori del sistema di scrittura in uso in tutto il Messico centro meridionale e nell'area Maya, praticamente tutta la Mesoamerica meno la zona aggiunta più di recente (Salvadòr e Gran Nicoya) nella quale non fu presente alcun tipo di scrittura.
Questo sistema si evolvette molto nel corso del tempo, passando da una semplice scrittura pittografica a una scrittura glifica, i cui esempi più raffinati, molto complessi ed articolati, furono elaborati in alcune aree Maya (paradossalmente, gli Aztechi, ultimi arrivati nella zona, fecero dei passi indietro, tornando a forme molto semplici di scrittura pittografica).
Purtroppo, poco conosciamo degli inizi di questo sistema di scrittura, solo recentemente si sono fatti progressi significativi dopo il rinvenimento del blocco di Cascajàl
www.mesoweb.com/reports/cascajal.pdf


3.4. Credenze, pratiche magico-religiose e sacrifici umani

In tutta la Mesoamerica le credenze religiose furono sempre legate alla venerazione di fenomeni naturali, spesso associati a figure animali.

Anzitutto, fu comune a tutte le culture di quest'area la credenza in un ordine cosmologico basato su rigide gerarchie che si riflettevano anche nell'organizzazione sociale e, presso alcune culture anche nella costruzione ed organizzazione delle stesse abitazioni, presso altre nella costruzione degli edifici templari.
L'universo era costituito da due coni contrapposti, organizzati a strati, 3/4 superiori, 9 inferiori, uniti alla base la quale costituiva il mondo abitato dagli umani.
I templi della zona Messicana e Maya erano costruiti a somiglianza del mondo superiore, con piramidi a gradoni intervallati spesso da piattaforme.
A somiglianza del mondo superiore, con la volta interna costruita ad imitazione del cielo, erano le case della Gran Nicoya.

La divinità principale degli Olmechi era probabilmente il dio giaguaro, le cui fauci rappresentavano la caverna da cui scaturiscono i venti, portatori delle nubi cariche di pioggia.
Il giaguaro cosi mitizzato divenne il dio del vento Ehecatl per gli Aztechi, Ecat nella Gran Nicoya e Ah Balam dio Maya del raccolto (Balam significa giaguaro ed è un termine che ricorre spesso nei nomi delle figure mitologiche Maya).
Da tutte le culture mesoamericane il giaguaro fu considerato una figura legata alla notte, perchè ha abitudini notturne ed il suo mantello maculato era interpretato come lo specchio del cielo stellato.
Inoltre, a causa della simbologia olmeca ad esso legata, fu sempre visto come la rappresentazione della dualità acqua/fuoco.

La divinità della vegetazione fu probabilmente introdotta nella zona dagli Olmechi, attraverso il culto del serpente a sonagli crestato.
Questo essere, che aveva quasi sicuramente una posizione marginale nella religiosità Olmeca, si trasformò nel serpente piumato, Quetzalcoatl per gli Aztechi, Gukumatz per i Maya K'ichè classici, Kukulcàn per i tardi Maya Toltechi, presente anche nella Gran Nicoya senza che ne conosciamo il nome anche se ne abbiamo numerose raffigurazioni.
Rappresentato come un serpente dalle piume color smeraldo, raffigura probabilmente il serpeggiare del vento tra le colture di mais, con le lunghe foglie verdi che si agitano mosse dalla corrente d'aria.

La divinità legata all'acqua/pioggia/fulmine/tuono per eccellenza fu Tlaloc/Nahualpilli per gli Aztechi, Chaac per i Maya, Cocijo per gli Zapotechi, Tamagastad nella Gran Nicoya (da Tlaloc Tlamacazqui).

E' probabile che gli Olmechi siano stati anche gli 'ispiratori' dei sacrifici umani, in particolare quelli degli infanti.
Gli studi in merito non sono ancora conclusivi, ma a El Manatì, sito religioso Olmeca, in associazione a statue di legno raffiguranti probabilmente antenati mitici, sono stati trovati ossa e scheletri di infanti, se non addirittura di feti.
Molte ossa presentano incisioni da taglio, un cranio presenta un solco a V nella fronte, simbolo del magico solco dal quale germina il mais: non è chiaro se questi esseri siano morti naturalmente o in seguito ad un sacrificio.
Sembra comunque evidente che sono stati sepolti ritualmente, così come è sicuro che in tutto il Mesoamerica sono stati praticati sacrifici umani rituali.

Accertata in tutto il Mesoamerica è anche la consuetudine dell'autosacrificio di sangue, anche questa con tutta probabilità introdotta dagli Olmechi: sono celebri, infatti, i loro perforatori in giada, con i quali si perforavano i lobi auricolari, la lingua e i genitali al fine di 'donare' sangue che veniva raccolto in 'cucchiai' splendidamente lavorati a forma di uccello-giaguaro, anch'essi di giada.
Questa pratica venne ereditata dai Maya e probabilmente da tutte le altre popolazioni mesoamericane.


3.5. La palla di gomma e i giochi con la palla

Gli Olmechi vissero in una zona del Messico in cui erano disponibili alberi di Castilla Elastica, una pianta la cui corteccia, se incisa profondamente, secerne un lattice biancastro che si rapprende al contatto con l'aria, restando però molto appiccicoso.
Sugli alberi di Castilla spesso si arrampicano liane di Ipomoea Alba, un rampicante la cui linfa, aggiunta al lattice della Castilla, ne provoca la solidificazione, facendolo diventare elastico e non più appiccicoso, molto simile al caucciù.
Utilizzando questo prodotto, gli Olmechi costruirono palle elastiche: nel sito di El Manatì ne sono stati rinvenuti parecchi esemplari, di dimensioni diverse.
Probabilmente, utilizzarono queste palle per giochi, rituali e non, effettuati in appositi sferisteri.
Questa pratica venne ereditata da tutte le popolazioni della Mesoamerica, le testimonianze da parte dei primi europei sono concordi, anche se sferisteri in muratura sono stati rinvenuti solo nell'area Maya, Azteca e del Messico centrale.
Nella zona più meridionale, i giochi con la palla venivano praticati in campi delimitati solo dagli spettatori, per così dire, ma le tecniche di gioco erano analoghe a quelle delle zone più settentrionali, dove venivano utilizzati splendidi sferisteri in muratura.
Generalmente, al gioco con la palla viene attribuito il nome di 'tlachtli': in realtà, questo era il nome nahuatl del campo di gioco, mentre il gioco si chiamava 'ollamalitzli', dallo stesso vocabolo da cui deriva il nome stesso degli Olmechi (da 'olman' o 'olam' cioè 'il paese della gomma'), mentre i Maya pare lo chiamassero pok-ta-pok.

Sicuramente esistevano due tipi di giochi, quelli rituali-religiosi e quelli ludici propriamente detti.
I primi venivano praticati in occasione di particolari cerimonie o ricorrenze e probabilmente erano essi stessi delle vere e proprie cerimonie, nel corso delle quali veniva ricordato il mitico racconto della creazione del mondo.

I giochi 'ludici' vengono praticati ancor oggi in alcune zone del Messico con il nome di 'ulama'.
Hanno regole tecniche ancora uguali alle antiche (la palla non deve essere toccata con le mani ma principalmente con i fianchi e i gomiti), anche se le regole del gioco propriamente detto sono diverse da zona a zona, come doveva essere anche nell'antichità.



3.6. Altri giochi comuni

Comune un po' a tutte le culture mesoamericane fu il 'gioco' dei voladores, così come quelli che nella Gran Nicoya venivano chiamati 'patolli' e 'comelagatoaste'.

Il 'gioco' dei voladores per noi europei assomiglia più a un gioco circense di abilità che non ad un divertimento ludico vero e proprio.
Ad un lungo palo innalzato verticalmente venivano appesi, con corde fissate ai vertici di un quadrato ligneo, 2 o 4 giocatori. Il quadrato poteva ruotare ed era sospeso all'estremità più alta del palo con corde attorcigliate attorno al vertice del palo stesso.
I giocatori erano alternati, uno portava nelle mani uno specchio e un mazzo di piume, l'altro un arco e un mazzo di frecce.
Il quadrato veniva posto in rotazione dai giocatori stessi e man mano che le corde si disattorcigliavano dal palo i giocatori ruotavano scendendo verso il suolo: quelli con arco e frecce tentavano di colpire con i dardi gli specchi degli altri.
Il gioco terminava quando i partecipanti toccavano terra.
Questo 'gioco' è tutt'ora particato in alcune zone del Messico, anche se in forma leggermente diversa
www.stidy.com/Passioni/Misteri/Uomi...inivolanti.html

Il 'patolli' era una specie di gioco della dama e ne esistevano diverse versioni.
Comune a tutte le versioni era che i giocatori facessero rotolare delle specie di dadi al fine di muovere delle pedine su una scacchiera a forma di croce, che portava 52 caselle, esattamente il numero del 'fascio di anni' visto al paragrafo 3.2. Nella versione 'sacra', dai risultati si traevano, pare, degli auspici.
Due rappresentazioni grafiche del gioco si trovano una nel codice azteco detto Codice Magliabechiano, conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l'altra nel Codice Fiorentino, conservato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, dodici volumi ricavati dai manoscritti di Bernardino de Sahagùn
http://it.wikipedia.org/wiki/Patolli

Il 'comelagatoaste' (dal nahuatl cuauh-malacatoztl 'far girare un tronco di legno') era un gioco che richiedeva una attrezzatura fissa simile ad un giroscopio.
Un palo, libero di ruotare sul suo asse più lungo, veniva posto in cima a due pali a forcella conficcati nel terreno.
Al centro del palo che poteva ruotare era fissato, a formare una croce, un altro palo, più corto dei due sostegni laterali, alle estremità del quale due giocatori si appendevano distesi e ruotavano restandovi aggrappati.
http://img593.imageshack.us/i/comelagatoaste001.jpg/



3.7. Motivi Iconografici

Innumerevoli sono i motivi iconografici comuni a tutta l'area mesoamericana.
I più diffusi sono la cosìdetta fascia celeste, le raffigurazioni del giaguaro e quelle del serpente, a volte trasformato in un rettile con le zampe, ma sempre piumato.

La fascia celeste è una rappresentazione simbolica del cielo stellato che si ritrova molto spesso disegnata sul bordo dei vasi in terracotta. E' celebre quella che corre tutt'attorno alla lastra del sarcofago di Pakal.
Due esempi provenienti dalla cultura Maya http://research.mayavase.com/kerrmaya_hires.php?vase=748
http://research.mayavase.com/kerrmaya_hires.php?vase=758
uno dalla zona nicaraguense della Gran Nicoya www.flickr.com/photos/becklectic/133502733/

Per quanto riguarda la raffigurazione del giaguaro
un esempio dalla cultura Maya http://research.mayavase.com/kerrmaya_hires.php?vase=681
uno dalla zona costaricense della Gran Nicoya http://www.bocamuseum.org/clientuploads/EX...phic_Vessel.jpg

Per quanto riguarda la rappresentazione del serpente piumato
un esempio dalla cultura Olmeca www.mondosegreto.eu/Antiche%20civil...hi/Olmechi.html ottava foto
uno dalla cultura Maya http://research.mayavase.com/kerrmaya_hires.php?vase=5028
e un disegno ricavato da un vaso proveniente dalla zona costaricense della Gran Nicoya [img=http://img46.imageshack.us/img46/663/dragocostarica005.jpg]


3.8. Linguistica

All'epoca dell'arrivo degli Europei nella zona, cioè nel XVI secolo, nell'intera Mesoamerica esisteva una fitta rete di vie commerciali e di scambio lungo le quali per comunicare veniva utilizzata una lingua franca, il nahuatl (3).
Esistono prove che tale lingua venisse parlata in tutta la zona almeno a partire dal VII secolo e fu probabilmente l'influenza della cultura di Teotihuacan a farla rendere 'lingua franca' della Mesoamerica.
Inoltre, sembra siano esistite caratteristiche linguistiche comuni, come per esempio l'uso dell'accento tonale, la disposizione nel discorso soggetto-oggetto-verbo o verbo-oggetto-soggetto, la pronuncia nasale e sorda di alcune consonanti (m, n...) soprattutto se finali, la presenza di vocali 'sorde' se alla fine (il 'tl' finale, pronunciato 'ti' o 'te' o più spesso 't' palatalizzato), la presenza nel parlato di soffi o 'fischi'...


3.9. Il concetto di nagual

Nagual è un vocabolo di origine nahuatl che si può riferire a due concetti diversi, entrambi presenti nelle culture dell'area mesoamericana:
- ogni essere umano ha una mente talmente potente che, se sufficientemente e correttamente allenata, gli può permetter di assumere le sembianze e gli attributi di qualsiasi animale
- ogni essere umano è accompagnato, dalla nascita, da uno o più alter-ego, spiriti che si rivelano sotto l'aspetto e con gli attributi di animali e che egli, se educato a dovere, può chiamare in suo aiuto.

Gli animali 'nagual' sono in genere animali forti, potenti e coraggiosi come il giaguaro, oppure sono abili volatori, come i pipistrelli, o addirittura sono entrambe le cose, come l'aquila.
Possono essere psicopompi, come i pipistrelli, esseri notturni e quindi appartenenti ai mondi oscuri, e gli avvoltoi, oppure avere poteri fecondativi, come il colibrì il cui lungo becco entra nel calice dei fiori a somiglianza del pene che entra nella vagina, o ancora avere il potere di comunicare con altri mondi, come tutti gli anfibi e i rapaci che volano alto in circolo nel cielo.
Non è ben chiaro, invece, perchè le scimmie fossero associate agli scribi.


Per la bibliografia vedi https://ostraka.forumfree.it/?t=54512402



(1) La tecnica della coltivazione a milpa, a motivo del fatto che deve garantire fertilità e 'sterilità' del suolo, veniva e viene utilizzata per produrre principalmente mais, fagioli, zucche e pipiàn (zucchino tondo), pomodori, chile (peperoncini) e quilitl (parola con cui in nahuatl vengono indicate varie specie erbacee dalle foglie commestibili, quasi tutte chenopodiacee) e nelle zone più secche varie amarantacee, soprattutto amaranto propriamente detto e chenopodio.
Nelle zone propizie venivano praticate colture intensive di chía (erba aromatica da cui si ricavava una bevanda), magüey (agave con la quale si produceva una bevanda alcolica, dalla quale è derivato in tempi moderni il mezcal) e cacao.

(2) Il calendario rituale era utilizzato principalmente a scopo divinatorio perchè in realtà, parlare di 'mesi' per esso è inesatto.
I giorni avevano 13 nomi e venivano associati ad un numero da 1 a 20.
Quando si arrivava alla fine dei nomi, cioè al numero 13, il ciclo dei nomi riprendeva dal primo mentre la numerazione proseguiva fino a 20, quindi per chiudere il ciclo e ritornare a (primo nome+numero 1) ci volevano 260 giorni.
Il nome di ciascun giorno era il nome di una divinità così come una divinità era associata a ciascun numero, ragion per cui alla data di nascita di ciascuna persona erano associate due divinità che si credeva avessero influenza sul destino della stessa.
Il tutto era associato all'anno di nascita secondo l'altro calendario nonchè alla osservazione della disposizione degli astri al momento preciso della nascita, al fine di trarre previsioni sul futuro del neonato.

(3) Attualmente nahuatl è un termine ambiguo perchè viene utilizzato in due accezioni diverse.
La prima si riferisce alla lingua 'storica', non più parlata in alcun luogo. La seconda, ad un insieme di dialetti correnti, parlati in Messico negli Stati di Guerrero, Hidalgo, Puebla e Veracruz (http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_nahuatl)

Edited by Usékar - 28/1/2013, 16:35
 
Top
0 replies since 12/3/2011, 20:39   1271 views
  Share