Ostraka - Forum di archeologia

Prime esplorazioni delle Isole Canarie

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view post Posted on 4/6/2011, 10:43
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Chi mi conosce, sa ormai che il tema delle prime esplorazioni delle Isole Canarie, da parte di naviganti del Mediterraneo antico, è divenuto nel tempo uno degli argomenti per me più affascinanti (soprattutto in connessione alla canonizzazione di molti miti greci, ambientati nell'estremo Occidente del mondo).

Con Claudio Tolomeo (II secolo d.C.), la conoscenza di queste isole (con il nome di "Fortunatae Insulae") è ormai un dato acquisito per certo; ma prima di lui? Prima dei Romani, quanti altri popoli hanno sicuramente messo piede in quelle isole? Molto probabilmente, i Cartaginesi. E prima ancora? Quanto indietro nel tempo si può risalire grazie alle testimonianze archeologiche? E fino a che punto c'è integrazione fra antichi racconti di esplorazioni e dati materiali?

Lo spunto di partenza (seppur discutibile, per alcune posizioni) può essere l'articolo di Santana e Pereira, che già in passato avevo segnalato (http://revistas.ucm.es/ghi/02130181/articu...0606120085A.PDF); ma, stavolta, vorrei provare a spingermi oltre, a cercare qualcosa di più approfondito (soprattutto riguardo alla navigazione di Greci e Fenici oltre Gibilterra).
 
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view post Posted on 7/2/2012, 15:42
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Recupero questa vecchia discussione, ampliandone momentaneamente il tema principale. Stavo rileggendo un passo del più volte citato saggio di V. Manfredi, 'Le Isole Fortunate: Topografia di un mito', quando sono tornato a leggere di uno strano ritrovamento, segnalato nelle cronache dei primi esploratori portoghesi (e oggi, purtroppo, andato perduto), su cui anche l'autore si sofferma con interesse.
La descrizione che vi quoto (da p. 196 del suddetto saggio) è in latino, e fu redatta dal nocchiero Niccoloso da Recco, salpato da Lisbona con una spedizione portoghese, alla volta delle Canarie, il 15 novembre del 1341 (il suo scritto è poi confluito nel De Canaria et de insulis reliquis ultra Hispaniam in Oceano noviter repertis, un'opera minore del Boccaccio):

CITAZIONE
Invenerunt et insuper oratorium unum seu templum in quo penitus nulla erat pictura nec aliud adornatum preter statuam unam ex lapidem sculptam, ymaginem hominis habentem manuque pilam tenentem, nudam, femoralibus palmeis obscena more suo tegentem.

Si parla, quindi, di una sorta di sacello, in cui Niccoloso da Recco trovò una statua lapidea di un uomo nudo, che qualcuno aveva coperto, all'altezza dei fianchi, con un gonnellino di foglie di palma, e che stringeva in mano una palla.
Strutture e immagini di questo tipo - ricorda Manfredi - non sono note all'archeologia canaria. Dunque, dovremmo pensare che il sacello e la statua siano stati posti lì da qualcuno estraneo all'arcipelago. A partire da una descrizione del genere, a quale popolazione pensereste?
 
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view post Posted on 31/8/2014, 11:31
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Tento un nuovo apporto a questa vecchia discussione (anche se comincio a pensare che l'archeologia canaria decisamente non 'spopoli' in questo forum...).

Proprio stamattina mi sono ritrovato in edicola l'ultimo numero di una ben nota rivista italiana di archeologia (non riporto nome e numero, perché, appunto, è appena uscita), che dedicava un interessante articolo ai Guanci, la popolazione neolitica indigena delle Canarie: Isole Canarie: una lunga cultura neolitica, di Alberto Pozzi (pp. 62-73).

Nella parte finale dell'articolo, l'autore tratta brevemente della questione delle famose 'piramidi' disseminate per le isole dell'arcipelago. Se ben ricordo, avevamo già affrontato, in una precedente discussione, il problema della datazione di queste strutture, che parevano avere una datazione assai recente: infatti, se già Manfredi aveva sottolineato un'assenza di tali strutture nei resoconti dei primi romani giunti in queste isole, in seguito ad alcuni saggi stratigrafici effettuati dall'Università di La Laguna era emerso che le costruzioni dovessero esser state realizzate nel XIX secolo da contadini locali, nell'ambito di operazioni di terrazzamenti agricoli. Così riporta anche Wikipedia italiana, almeno nel caso delle piramidi di Guimar (http://it.wikipedia.org/wiki/Piramidi_di_Guimar), mentre la versione inglese presenta un accurato elenco dei materiali rinvenuti al di sotto della struttura (fra cui un sigillo ufficiale del 1848): http://en.wikipedia.org/wiki/Pyramids_of_G...cal_excavations.

Le piramidi canarie, dunque, dovrebbero essere considerate opere della metà dell'Ottocento. Se non fosse che, proprio a p. 73, Pozzi scrive:

CITAZIONE
Nel suo diario del 1590 l'italiano (naturalizzato spagnolo) Leonardo Torriani ci informa di aver osservato gli aborigeni canari, i Guanci, celebrare riti su questi terrazzi e alla sommità delle piramidi tronche.

Dunque, come coniugare questa testimonianza autoptica di fine XVI secolo con il contrastante dato sollevato dai ricercatori dell'Università di La Laguna? Già negli scorsi anni '90, l'antropologo norvegese Thor Heyerdhal aveva sostenuto che le sei piramidi di Guimar avessero un orientamento astronomico ben preciso, con una rampa rivolta a est, che permetteva l'accesso alla sommità delle strutture, e, in base a ciò, aveva ipotizzato un utilizzo delle stesse a fini di studio astronomico, per monitorare la successione delle stagioni e definire una qualche rudimentale forma di calendario. Le ipotesi di Heyerdahl, anche alla luce dei recenti scavi, sembrano esser state smentite... ma resta il problema della testimonianza di Torriani.
Voi che ne pensate?
 
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view post Posted on 31/8/2014, 12:52
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In rete è disponibile la scansione completa (in formato Jpeg) del manoscritto di Torriani, Descrittione et historia del regno de l'isole Canarie gia dette le Fortunate con il parere delle loro fortificationi (redatto fra il 1584 e il 1594): https://bdigital.sib.uc.pt/bg6/UCBG-MS-314...tem1/index.html.

Purtroppo, non ho idea di quale sia il capitolo che parla di queste cerimonie sulle piramidi... :(
 
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view post Posted on 31/8/2014, 14:12
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CITAZIONE (Perseo87 @ 31/8/2014, 12:31) 
comincio a pensare che l'archeologia canaria decisamente non 'spopoli' in questo forum...

L'argomento è certo interessante, forse però settoriale e le possibilità di accedere a informazioni sono alquanto limitate. Trovo molto interessanti i Guanci e in particolare il linguaggio fischiato che essi svilupparono. tempo fa ho visto un documentario televisivo su questo linguaggio ancora conosciuto a La Gomera e che si cerca di mantenere in vita.

CITAZIONE (Perseo87 @ 31/8/2014, 12:31) 
Voi che ne pensate?

Difficile, se non impossibile, esprimere un'opinione. Quel che mi stupisce un po' è che se le piramidi sono di costruzione recente, non se ne conservi memoria nelle popolazioni, neppure orale, a quanto sembra.
 
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view post Posted on 31/8/2014, 15:18
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CITAZIONE (dceg @ 31/8/2014, 15:12) 
L'argomento è certo interessante, forse però settoriale e le possibilità di accedere a informazioni sono alquanto limitate.

Sì, hai ragione, ne sono ben consapevole. :(
Solo speravo che, allargando un po' il raggio d'indagine alle popolazioni del Mediterraneo antico (Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani) e partendo dalle fonti letterarie (Annone, Plinio il Vecchio etc.), magari qualcuno potesse interessarsi alla questione e dire la sua.

CITAZIONE (dceg @ 31/8/2014, 15:12) 
Difficile, se non impossibile, esprimere un'opinione. Quel che mi stupisce un po' è che se le piramidi sono di costruzione recente, non se ne conservi memoria nelle popolazioni, neppure orale, a quanto sembra.

Questo è uno dei misteri che non mi spiego.
Voglio dire, se si parla di opere realizzate da agricoltori locali, ci sarà qualcuno in grado di confermare che le cose stavano realmente così? Viceversa, se invece fossero antiche (come il resoconto di Torriani parrebbe sottintendere), come spiegare quei materiali datanti al XIX secolo nel livello più basso della costruzione? Potrebbe trattarsi di uno strato disturbato? O forse di un restauro di un complesso più antico allo stato di rudere, in cui sono casualmente finiti oggetti assai più recenti?

Devo dire, comunque, che il passo preciso di Torriani non l'ho ancora trovato, e forse sarebbe opportuno prima rintracciarlo e leggerlo nel testo originale, per vedere che cosa descrive con precisione, e come (non che non mi fidi di Pozzi, ma mi hanno insegnato che è sempre meglio ricontrollare autonomamente le fonti).
Stavo pensando che, nel mio elenco di Academia.edu, ho aggiunto non molto tempo fa anche la prof.ssa Trinidad Arcos Pereira (coautrice dell'articolo in pdf sulle Isole delle Esperidi che ho linkato poco sopra). Potrei provare a contattarla e chiedere un suo parere sulla questione; essendo una studiosa locale, probabilmente conoscerà l'argomento.
 
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view post Posted on 31/8/2014, 15:45
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CITAZIONE (Perseo87 @ 7/2/2012, 16:42) 
La descrizione che vi quoto (da p. 196 del suddetto saggio) è in latino, e fu redatta dal nocchiero Niccoloso da Recco, salpato da Lisbona con una spedizione portoghese, alla volta delle Canarie, il 15 novembre del 1341 (il suo scritto è poi confluito nel De Canaria et de insulis reliquis ultra Hispaniam in Oceano noviter repertis, un'opera minore del Boccaccio):

CITAZIONE
Invenerunt et insuper oratorium unum seu templum in quo penitus nulla erat pictura nec aliud adornatum preter statuam unam ex lapidem sculptam, ymaginem hominis habentem manuque pilam tenentem, nudam, femoralibus palmeis obscena more suo tegentem.

Si parla, quindi, di una sorta di sacello, in cui Niccoloso da Recco trovò una statua lapidea di un uomo nudo, che qualcuno aveva coperto, all'altezza dei fianchi, con un gonnellino di foglie di palma, e che stringeva in mano una palla.

Sfogliando il manoscritto di Torriani, comunque, una cosa interessante l'ho trovata: il riferimento è nel Cap. XXI (p. 25), intitolato De' primi habitatori di Forteventura, e loro costumi, et idoltria. Qui il link alla pagina: https://bdigital.sib.uc.pt/bg6/UCBG-MS-314...t24-C-R0120.jpg.

Se guardate in basso, potete vedere la miniatura di un edificio circolare (templare?), al cui interno sta eretta una statua antropomorfa. Torriani dice:

CITAZIONE
L'idolo che adoravano era di pietra, e di forma humana, ma chi egli fosse o che deità non s'ha memoria alcuna, e il tempio ov'eglino (?) facevano sacrificio si chiamava Fquenes (?), la cui forma nel disegno si vede.

Scusandomi per quei due punti in cui non sono sicuro di aver letto correttamente la grafia dell'autore, non posso non notare la similitudine di questo idolo con la statua antropomorfa descritta da Niccoloso da Recco (che, però, si trovava sull'isola di Gran Canaria). Anche la forma del tempio è decisamente strana, e sul momento non mi vengono in mente edifici del mondo mediterraneo, classico e orientale, con quella morfologia (e l'assenza di una descrizione specifica di Torriani, circa le misure e i materiali costitutivi del tempio, non aiuta certo a dipanare il mistero... invece che star lì a perdersi in fiumi d'inchiostro, il nostro compatriota ha preferito fare uno schizzo del complesso, che, se per certi versi è di grande aiuto, per altri non tradisce molte informazioni).
 
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