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Il misterioso presunto astronauta di Palenque

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Usékar
view post Posted on 10/6/2011, 07:11 by: Usékar
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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A parte la questione relativa alla 'catastrofe' che dovrebbe avvenire nel 2012, che è in testa alle classifiche per numero di blog ad essa dedicati, uno degli argomenti più bistrattati dai fantarcheologi (e non solo) è quello della cosidetta lastra di Palenque e del bassorilievo su di essa scolpito.
La sua scoperta aprì uno dei numerosi vasi di Pandora (ne doveva avere una grande collezione): quasi subito cominciarono ad avanzare ipotesi su alieni, razze superiori e quant'altro, Erich von Däniken e Peter Kolosimo, ai quali hanno fatto seguito numerosi personaggi che appartengono alla nutritissima schiera di quanti scrivono a proposito di cose che non conoscono, senza minimamente documentarsi sull'argomento che trattano.
Secondo le loro 'analisi', peraltro quasi tutte frutto di copia-incolla di testi ormai decrepiti, saremmo in presenza della rappresentazione di un astronauta, per alcuni un alieno, per altri un umano appartenente ad una antica avanzatissima cultura o ad una razza superiore, ai comandi di una 'navicella spaziale'.
Tutti coloro che parlano e scrivono di visite di alieni, di esistenza nel passato di superciviltà e di documentazione delle stesse nei reperti antichi dovrebbero innanzitutto leggere il volumetto di Isaac Asimov intitolato 'Dove, da qui?'. L'autore, notissimo per i suoi romanzi di fantascienza, è stato un grandissimo divulgatore scientifico, soprattutto perchè a proposito di tutti gli argomenti sui quali ha scritto si è documentato al massimo grado possibile per un 'non specialista' (era un chimico e biologo) e da lui dovrebbe prendere esempio chiunque voglia cimentarsi con la divulgazione scientifica.


Palenque, il Tempio delle Iscrizioni e la tomba di Pakal

Con il nome spagnolo di Palenque ('palizzata' ma anche 'luogo fortificato') è stato battezzato il sito archeologico di una città Maya situata nello stato messicano del Chiapas, il cui nome al tempo della conquista era Otulum ('case fortificate') ma anticamente probabilmente si chiamava Lakam Ha ('grandi acque').
Una delle costruzioni più caratteristiche presenti in questo sito è la cosidetta piramide del Tempio delle iscrizioni (http://it.123rf.com/photo_456540_tempio-de...ue-messico.html)
Nel 1948 l'archeologo franco-messicano Alberto Ruz Lhuiller si accorse di una anomalia presente su due lastre del pavimento del tempietto posto sulla piattaforma alla sommità della piramide.
Rimosse le lastre, apparve il primo gradino di quella che sembrava una scala che scendeva nel cuore della piramide. Gli altri gradini non erano visibili perchè coperti da materiale di riporto.

Nel corso di 3 anni di lavoro la scala venne liberata dal materiale intenzionalmente accumulatovi per ostruirla, recuperando il più possibile di quanto di significativo vi era mescolato (vennero rinvenuti alcuni scheletri, probabilmente di individui sacrificati, e molte offerte rituali).
Nel giugno del 1952 venne raggiunto un corto corridoio, posto alla base della piramide, che porta ad una cella che custodisce un sarcofago coperto da una pesante lastra di pietra: fu la prima sepoltura Maya rinvenuta all'interno di una piramide (http://giandri.altervista.org/Messico/Pagi...ioniCripta2.JPG, a pag. 56 di questo pdf www.mesoweb.com/articles/guenter/TI.pdf c'è una riproduzione del disegno del bassorilievo, se potete aprite un'altra finestra e tenete in linea il disegno o meglio ancora stampatelo, interessante questa serie di foto www.delange.org/PalenqueTomb/PalenqueTomb.htm).

Come si vede dalle foto, la lastra che copriva il sarcofago era troppo grande per poter passare dalla porta di ingresso, 380x220x25 cm, peso stimato circa 5 ton, e questo fatto fu il primo a dare la stura ad una serie di fantastiche e assurde congetture.
La cella non è scavata nella roccia, è stata costruita con lastre dello stesso materiale lapideo, arenaria, di cui sono fatti sarcofago e lastra soprastante: a nessuno dei fantarcheologi venne in mente che la cella e la piramide potessero essere state edificate dopo la costruzione del sarcofago e la posa della lastra su di esso (Peter Kolosimo, Non è terrestre, pag. 72 " ma se il locale era troppo stretto per consentire il sollevamento della lastra, come aveva potuto quest'ultima esservi introdotta e sistemata?").
Ai lati del sarcofago, assieme ad altri oggetti, erano state deposte due teste scolpite.
Sollevata la lastra, nel sarcofago venne rinvenuto lo scheletro di un uomo, circondato da una grande quantità di oggetti, molti dei quali in giadeite (maschera mosaico, pettorale in perline, sferula in bocca, un oggetto in ciascuna mano, complessi ornamenti auricolari a tubo cilindrico e rocchetto... www.flickr.com/photos/freech/3011244015/).
L'interno del sarcofago e lo scheletro erano 'spruzzati' di polvere di cinabro, color rosso sangue, per i Maya simbolo della vita, e tutti gli oggetti rinvenuti avevano un significato simbolico e rituale.

Il defunto venne identificato come K'inich Janaab Pakal 'il grande' vissuto dal 603 al 683 d.C . (vedi nota 1).
K'inich era il nome della divinità solare Maya e quindi significa sostanzialmente 're divino' (nota 2), Pakal significa 'scudo' mentre il significato del vocabolo Janaab è ancora materia di speculazioni (qui c'è una lunga trattazione di tempio, tomba ed iscrizioni www.mesoweb.com/articles/guenter/TI.pdf, nella nota 1 quanto riguarda Janaab).

Una spiegazione molto chiara di come deve essere interpretato il bassorilievo scolpito sulla lastra si trova in questo blog www.edicolaweb.net/am_0706a.htm.
L'autore, oltre ad alcune auliche espressioni che non dicono niente (per esempio, il bassorilievo sarebbe il risultato 'dell’euritmica combinazione artistico-allegorica' di sei diversi motivi), scrive numerose inesattezze, parla ripetutamente per esempio di stele e non di lastra, i sei motivi che compongono la figura centrale sarebbero 'bassorilievi rinvenuti singolarmente ed indipendentemente gli uni dagli altri in differenti siti archeologici', mentre si tratta di motivi rinvenuti anche e soprattutto su vasellame (nota 3), commette il sempiterno errore che commettono tutti i fantarcheologi, cioè presentare l'immagine della lastra per il lungo, al fine di accreditare maggiormente l'idea che sia raffigurata una persona seduta dentro una capsula, mentre la posizione originale è quella che si vede nel disegno che ho suggerito di tenere in linea.
Ciò non ostante, l'interpretazione fornita è corretta, anche se vengono comunque avanzati strani dubbi, di cui parlerò alla fine.

Guardando il bassorilievo nella posizione originale, si vede che la persona al centro non è seduta, bensì rannicchiata in quella che è quasi una posizione fetale, il che è indispensabile per capire che si tratta della rinascita del personaggio dopo la morte.
Per capirne il significato, il bassorilievo va considerato 'al netto' di tutti i piccoli oggetti per così dire 'galleggianti' che lo attorniano, i quali hanno pure un significato simbolico, che però serve solo a rafforzare quello della grande immagine centrale.
Inoltre, il bassorilievo deve essere guardato a partire dal lato corto 'completo' che chiamerò 'basso', quello che si presenta al visitatore all'ingresso della cella (l'altro lato corto manca degli spigoli, nel disegno quello dx è stato 'ricostruito', è disegnata anche la linea di frattura e il bordo è tratteggiato, ma nella lastra originale manca).

Si tratta di un vero e proprio racconto e per capirlo è necessario dividere la grande scena centrale in 4 registri.
Il primo registro partendo dal basso rappresenta la divinità terrestre, il dio del mondo inferiore con le fauci aperte a contenere la persona che sta immediatamente sopra.
Questa divinità è rappresentata nel suo aspetto scheletrito, sostanzialmente un teschio con tutti gli attributi della divinità.
Si vedono bene i globi oculari con la caratteristica voluta, che identifica appunto gli occhi delle divinità Maya (la presenza di globi oculari sarebbe altrimenti un controsenso, in un teschio).
Indossa i suoi paraphernalia che sono:
- orecchini a rocchetto, con tanto di pendenti a foglia di mais (sono quei due quadrilateri ai lati del teschio che portano al centro un X, che non è altro che la stilizzazione di un fiore a 4 petali)
- banda sulla fronte, con il glifo centrale a forma di X 'grassa', simbolo celeste che identifica anch'esso la 'divinità' dell'essere sottostante
- corona tripartita sopra la banda frontale: a sx, dove è appoggiato il piede, una conchiglia di strombus, al centro una cuspide di selce, a dx una pianta di mais che spunta lateralmente, con tanto di pannocchia avvolta nelle brattee, il cosidetto cartoccio.
Dalla bocca della divinità escono grandi zanne volte verso l'alto, che accolgono la persona al centro.

Nel secondo registro si vede un essere umano rannicchiato in posizione quasi fetale.
Tutto l'abbigliamento che indossa, l'acconciatura e la presenza sul naso del tipico ponte, ben visibile nelle foto della maschera funeraria (www.environmentalgraffiti.com/archa...yans-easy-rider), stanno ad indicare che si tratta di un personaggio di stirpe regale (nota 4).
Indossa indumenti fatti con conterie di giada, molto tipici dei re Maya e spesso raffigurati nelle stele che li ritraggono: cavigliere, gonna a cilindretti, cintura con mascherone anteriore, braccialetti, pettorale e orecchini, gli stessi ornamenti indossati dal defunto deposto nel sarcofago, gonna a parte.
Nei suoi capelli è annodata la figura di un'altra divinità, lo 'specchio fumante' Ah Bolon Dz'Acab, noto anche come 'dio dal lungo naso', Kawil o 'jester god' (dio giullare, perchè spesso è rappresentato con un cappello a tre punte da cui pendono delle palline, come quello dei giullari medievali), che è la divinità del lignaggio regale (www.ic.arizona.edu/ic/anth453/aguatecaweb/jester.html e www.mesoweb.com/pari/publications/rt08/jestergod.pdf).

Nel terzo registro è raffigurata quella che a noi sembra una croce (da cui il nome di Tempio della Croce Fogliata, altro tempio di Palenque nel quale si possono vedere questi bassorilievi www.soulsofdistortion.nl/images/gccc_clip_image005_0001.jpg e http://learningobjects.wesleyan.edu/palenq...foliated_cross/).
In realtà, è la raffigurazione della sacra Ceiba, albero che per i Maya costituiva l'axis mundi (ceiba pentandra, una pianta che può raggiungere i 70 mt di altezza, da noi nota come kapok).
I fantarcheologi vi vedono la parte anteriore del mezzo spaziale, ponendo l'essere umano a cavalcioni del 'palo' centrale. In realtà, si vede bene che l'uomo è davanti all'albero, si vedono chiaramente entrambe le gambe, quella destra è raccolta verso il petto, con il ginocchio nascosto dal polso sinistro.
Le braccia di quella che a noi sembra una croce accolgono il serpente bicefalo, una delle manifestazioni di Itzamnà, divinità celeste, la massima divinità Maya (nota 5).
Dalle fauci spalancate delle due teste del serpente spuntano altre due divinità, probabilmente antenati divinizzati dell'uomo raffigurato al centro, di cui forse conosciamo anche il nome (www.mesoweb.com/articles/guenter/TI.pdf pag. 58, è famoso un bassorilievo Maya che raffigura il Vision Serpent, dalle cui fauci spunta appunto un antenato del re che sta avendo la visione mentre compie l'autosacrificio di sangue http://en.wikipedia.org/wiki/Vision_Serpent).

Nel quarto registro si vede un uccello posato sul vertice della sacra Ceiba.
Non si tratta, come sostiene il blog citato all'inizio, di un quetzal ma di Vucub Caquix (sette macao), uno degli aspetti di Itzamnà identificato con le sette stelle dell'Orsa Maggiore.
E' da notare che Vucub Caquix indossa un copricapo in cui nuovamente appare il 'dio dal lungo naso', divinità come detto tipica del lignaggio regale.

L'interpetazione globale è che il bassorilievo descrive la scena della rinascita dell'essere umano raffigurato, come puro spirito che ascende al cielo per ricongiungersi agli antenati.
Per questo le fauci del mostro degli inferi sono aperte, per questo anche quelle del Vision Serpent sono aperte e mostrano l'immagine divinizzata di due antenati (probabilmente identificati nei glifi incisi sullo spessore della lastra), per questo l'uomo è raccolto in posizione quasi fetale, per questo lo affianca l'axis mundi su cui è avvolta la divinità celeste, per questo lo attende l'Orsa Maggiore in compagnia della divinità della regalità, simbolo della presenza degli antenati.

Chi è quest'uomo? Ce lo dice l'iscrizione glifica incisa sullo spessore della lastra: è K'inich Janaab Pakal (www.mesoweb.com/articles/guenter/TI.pdf pag. 57). L'iscrizione, inoltre, chiarifica alcuni aspetti interpretativi del bassorilievo, eliminando alcuni dubbi in merito.


Come ho già detto, il fantarcheologo che scrive in www.edicolaweb.net/am_0706a.htm è costretto ad ammettere, obtorto collo, che l'interpetazione accademica 'sembra reggere', bontà sua.
Però conclude che bisogna osservare come i particolari della scena che a questo punto appaiono del tutto normali si potrebbero spiegare con la necessità, da parte dell'autore del bassorilievo, di ricondurre necessariamente tutto a qualcosa per lui comprensibile, a qualcosa a lui familiare: essendogli sconosciuto l'interno di una navicella spaziale, cerca di ridurlo a qualcosa di noto a lui e agli osservatori incolti (en passant, questo vale anche per i fantarcheologi, i quali non conoscono nulla del soggetto ritratto nel bassorilievo e quindi tentano di ricondurlo a qualcosa che è loro familiare...).
Tutto sta nella prospettiva con cui le cose si guardano (ecco perchè i fantarcheologi presentano il disegno 'per il lungo'): tutti i punti di osservazione, quindi, sono di per sè giusti...

Ah, beh, allora, basta credere quello che si vuole, per vederlo.

Per esempio, c'è chi vede nel mostro della terra il propulsore di un motore a razzo alimentato da propellente liquido che sarebbe contenuto nei due oggetti al lato della testa, che non sarebbero orecchini a rocchetto ma taniche di benzina (avete presente che le taniche hanno una piegatura di rinforzo a forma di X al centro di ogni lato?).
Chi sostiene quanto sopra mi dovrebbe spiegare due cose:
- perchè un alieno arrivato sulla terra e/o un umano appartenente ad una superiore razza scomparsa dovrebbero viaggiare su un mezzo con propulsione a reazione, mezzo che già oggi sappiamo essere poco efficiente e del tutto inutile per i grandi viaggi spaziali?
- perchè il motore di questo mezzo è alimentato da propellente liquido sistemato dentro due taniche mobili (situazione estremamente pericolosa) e non dentro due banali serbatoi fissi?
Le risposte le conosco già... sono comprese nell'osservazione precedente (basta credere per vedere...)

Un discorso diverso e più complicato meriterebbe il volume di Adrian Gilbert e Maurice Cotterell intitolato Le profezie dei Maya, seguito poi da Le profezie di Tutankhamon, scritto dal solo Cotterell.
Questi, in particolare, presenta una analisi esaustiva e molto ben fatta dei temi presenti sulla lastra (oltre a quello principale, ne sono presenti altri, ma ci vorrebbe un intero volume per illustrarli e spiegarli tutti, come appunto ha fatto lui).
A conclusione del secondo volume, Cotterell vorrebbe dare per dimostrato che Kṛṣṇa, Tutankhamon, Buddha, Gesù, Pakal e chissà quanti altri sono reincarnazioni successive della stessa anima.
Ma mi fermo qui...



Nota (1) a volte identificato come I, a volte II, suo nonno portava lo stesso nome, ma non divenne mai regnante in piena regola.
C'è un po' di confusione perchè 3 sono i personaggi che portarono lo stesso nome e bisogna fare un po' di attenzione quando se ne parla, a volte con l'aggettivo 'il grande' viene indicato il bisnipote.

(2) In realtà, l'espressione completa per 're divino' sarebbe K'inich Ajau (io uso la trascrizione spagnola che rende con j l'aspirazione, in inglese si trova Ahaw, a volte si trova un misto delle 2 versioni Ajaw e Ahau).
Janaab è la versione più recente, prima del 2002 il glifo veniva trascritto Janaab' (a volte, nei testi in inglese, si trova H al posto di J).

(3) Credo che tutti i motivi iconografici presenti sulla lastra con un po' di pazienza si possano rintracciare qui www.famsi.org/ soprattutto nelle sezioni Mesoamerican Pottery, Kerr Photographs e Schele Drawings

(4) Il ponte nasale è ben visibile anche in una delle due teste ritratto deposte nella cella ai lati del sarcofago. Dato che le 2 teste sono il ritratto della stessa persona, e visto il fatto che una delle 2 non presenta il ponte, c'è da supporre che si trattasse di qualcosa di applicato, probabilmente un falso ponte in giadeite, come si vede nel film Apocalypto. Un tempo si pensava che fosse qualcosa di fisso, creato chirurgicamente.

(5) Non era ancora arrivata l'invasione del popolo dei Toltechi Itzà, che portò con sè il culto del serpente piumato, Kukulcan. Questa invasione avvenne circa 400 anni dopo la costruzione della tomba e della piramide in questione e probabilmente non raggiunse mai la zona di Palenque.

Edited by Usèkar - 10/6/2011, 08:43
 
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