CITAZIONE (dceg @ 27/6/2011, 20:55)
L'uso di kantaroi come cinerari non mi risulta in nessun ambito, né mi pare possibile, sia per le dimensioni generalmente, con eccezioni, piccole di tali coppe, sia soprattutto perché caratteristica fondamentale dei cinerari è il coperchio o comunque la possibilità di chiudere il recipiente (ricordo alcuni cinerari romani con chiusura in lamina di piombo, ma non so più doveli ho visti), e il kantaros per la sua forma difficilmente si presta ad essere chiuso.
Ripeto... non intendevo riferirmi, specificamente e inequivocabilmente ai kantharos, ma ai vasi utilizzati per i simposi.
Non ho tempo, ma ieri notte, cercando per i Celti, sono incappato in un psso dei miei appunti (non ho trascritto la fonte), relativo al fatto che le le urne cinerarie di tradizione villanoviana, con l'andare del tempo, furono sostituite da forme ibride, definiti "biconici-crateri", i quali fropno utilizzati come urne cinerarie. naturalmente dovevano avere una funzione anche nei Simposi etruschi.
@ Diceq: non mi pare che i biconici-crateri etrusco villanoviani, siano provvisti di coperchio...ma magari avevo trascritto male....
come dicevo sopra, la connessione vino-sfera funebre è visibile anche da altro: anzitutto la deposizione nelle tombe greche, così come nelle tombe tirreniche (perchè l'uso si estende a tutto il mediterraneo centrale) di oinochoe e crateri (quest'ultimi nelle tombe greche in particolare), insieme a urne cinerarie (questo soprattutto per l'ambito tirrenico).
in Sardegna, per fare un altro esempio, se non erro a Bithia o a Othoca, in alcune tombe compaiono oinochoe insieme ad urne cinerarie nuragiche.
Poi ricorderei come ad Atene la festa dei morti (in parole povere la "festa delle pentole"), era strettamente connessa all'apertura delle otri del vino nuovo...sperando di non confondere troppo (Perseo, soccorrimi tu, perchè non posso ripassare), e alla contemporanea apertura del tempio di Dioniso "presso le paludi".
Purtroppo per i
Celti non son riuscito a ritrovare la mia fonte originaria e neppure un qualche appunto. ma da una breve goooglata, emerge che non fantasticavo (il pensiero m'ha sfiorato...visto che nessuno ha confermato
)
www.sottocoperta.net/cucina/enologia/art22.htmcome si riporta:
nei banchetti
i principi celti usavano lo stesso vasellame da vino utilizzato dagli etruschi,; il vasellame veniva quindi reimpiegato come urna cineraria dove il vinum picatum, veniva volontarianmente mescolato alle ossa calcificate.
neppure qui spiegano quale fosse la foggia vascolare. ma poichè fa riferimento allo stesso vasellame etrusco, molto probabilmente (mia supposizione...) si tratta delle stesse olle ibride...biconici-crateri.
ma dato la genericità dell'articolo, chissà che i celti non usassero anche altro, oinochoe, crateri, kantharos ecc...
CITAZIONE (Perseo87 @ 27/6/2011, 17:32)
CITAZIONE (DedaloNur @ 27/6/2011, 15:37)
E poi, meglio essere bacchettati da me, piuttosto che dal solito Dceg, no?
uhaha
no dai...mi ha pure dato un grossa mano per l'acquisto del kindle!
sì mandami i riferimenti di Bernardini...denghiu!
già che ci siamo, esiste un etimologia del termine kantharos?CITAZIONE
Ho letto che esemplari di kantharoi in bucchero sono stati rinvenuti in più di una sepoltura celtica, ma, a quanto mi pare di capire, come dicevo, sempre come parte del corredo da simposio (e non come vasi per incinerati)
interessantissimo, grazie Perseo..quindi escludiamo definitivamente i kantharoi