Ostraka - Forum di archeologia

Prendere la specialistica in UK

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cremuzio cordo
view post Posted on 3/7/2011, 23:59




A me e un mio collega ci bazzica da tempo l'idea di fare la specialistica in Inghilterra in Storia Antica, esattamente all'UCL, secondo voi conviene prendersi la specialistica in UK per poi continuare con un dottorato? Intendo anche per Archeologia( infatti ancora sono indeciso tra Storia Antica e Archeo :P )
 
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Anat
view post Posted on 4/7/2011, 10:54




Ciao!!! Secondo me sì... ho un amico che dopo un erasmus a Leicester è rimasto lì iscrivendosi alla specialistica in Archeologia... si trova molto bene e gli vengono offerte molte possibilità... sembra un paradosso ma all'estero quello che da noi sembra lontano e difficile da ottenere (come un dottorato ad esempio) è considerato un processo naturale negli studi (come dovrebbe essere considerato anche da noi). Secondo la mia modesta esperienza di studentessa erasmus posso dirti che però alcuni rischi ci sono: si rischia di non trovarsi bene con le persone del posto (non è il caso del mio amico che è a Leicester... lui si è trovato benissimo e ha fatto delle amicizie meravigliose)... e i momenti di nostalgia ci sono...!!!! :) Cmq detto questo il mio consiglio è: VAI!!!! :) In bocca al lupo! ;)
 
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view post Posted on 4/7/2011, 11:12
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Sinceramente se la tua idea è quella di fare storia antica, ti consiglio di rimanere in Italia, oppure andare in Germania. la qualità degli studi anglosassoni su alcune materie non è paragonabile a quella italiana e tedesca. A meno che ovviamente non vai in università prestigiose, non te lo consiglio. Ti dico questo perché ai miei tempi (sono del vecchio ordinamento, laurea in Lettere classiche indirizzo archeologico) molti miei colleghi che avevano scelto di fare l'Erasmus in Inghilterra mettevano tra gli esami da sostenere lì quelli più pesanti (come storia romana e storia greca) perché erano più semplici da passare. Certo, con la nuova riforma il livello purtroppo da noi è calato (non a caso Berlinguer ha guardato all'Europa per fare questa riforma, tra cui anche all'Inghilterra), però se vuoi andare in Inghilterra scegli bene l'università. Oppure potresti pensare di fare un anno di Erasmus lì per capire come sono organizzati, poi se ti trovi bene, nulla ti vieta di rimanerci.
Se poi pensi di fare una specializzazione o un dottorato, invece il consiglio è decisamente di andare all'estero, perché, come ha detto Anat le cose sono diverse, il dottorato o la specializzazione non sono miraggi come da noi, è un'organizzazione molto diversa, dove se sei bravo non ti lasciano certo scappare.
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 4/7/2011, 11:35




Si ho già preso contatti con la presidente del corso di laurea di li, che è italiana! L'università è una delle migliori inglesi, si tratta dell'UCL, alcuni prof che ci tengono lezioni lavorano in musei e molti tirocini si faranno al British Museum :D :D

Edited by cremuzio cordo - 4/7/2011, 15:59
 
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massinissa
view post Posted on 4/7/2011, 21:35




Sono d'accordo con leda. L'Italia per quanto oggi come oggi abbia subito un calo a livello di studi in generale e quindi anche universitari è sempre più appetibile di quelle straniere. Certo è, che poi è più naturale non solo conseguire titoli post-lauream come dottorati e specializzazioni, ma forse anche trovare un impiego. Perfino in ambito accademico!!

E di nuovo concordo con leda che ai "nostri tempi" del vecchio ordinamento molti studenti andavano all'estero con programmi Erasmus, proprio per superare scogli duri come greco e latino. O per altre facoltà per es. economia, dare esami come diritto aziendale o pubblico, terribili negli atenei italiani.

E leda, hai ancora una volta ragione nel dire che da noi dottorati e specializzazioni sono un miraggio. Ancora mi sto chiedendo se ho fatto bene o meno ad intraprendere una specializzazione, che chissà quali frutti promette. Per il momento tante corse e tanto impegno da farmi rimpiangere i tempi dolci dell'università...
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 4/7/2011, 23:39




Sinceramente non sono d'accordo, ho dato una sguardo alle specialistiche soprattutto in ambito della storia Romana e le nostre fanno piangere. Lasciando stare Palermo( dove provengo io) che la specialistica è una triennale più semplice, ho dato un'occhiata a Firenze, Roma, Udine e Bologna,a parte Bologna che ha qualche materia interessante ( amministrazione romana e storia sociale del mondo antico) le altre hanno corsi che fanno pena. In Inghilterra ho visto corsi come: Ideologia e propaganda a Roma, società romana da Nerone ad Adriano( e anche altri periodi), le trasformazioni di Augusto(ideologia e propaganda), Britannia romana, la romanizzazione ecc Cose che qui ci sogniamo. Ormai la situazione in Italia è questa, se si vuole fare qualcosa con queste nostre lauree bisogna andarsene via e in tempo.
 
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massinissa
view post Posted on 5/7/2011, 07:54




Oltre a Bologna, Udine Palermo e Firenze che mi spiace, ma sono atenei validissimi e di tutto rispetto, prova anche con Roma, Pisa e Siena, altrettanto validi. Non fa la qualità dell'ateneo l'argomento di un corso, ma il livello di studi! Non è che se non ti piacciono gli argomenti proposti automaticamente quell'università è scadente. Ripeto devi guardare il livello non l'argomento. E ribadisco, molti Erasmus sono stati utilizzati proprio per facilitarsi la vita universitaria, un pò più dura in Italia. Certo è, che poi se a te non interessa ciò che è proposto, puoi benissimo cercarlo all'estero dove magari hai un'offerta (per te) più allettante!


Aggiungo poi una cosa, facendoti un esempio: quando studiavo ho dovuto dare obbligatoriamente letteratura greca e storia greca, letteratura latina e storia romana. Bene, erano a Pisa esami duri, lunghi dove dovevi sapere alla perfezione o quasi non solo l'argomento storia o letteratura, ma anche la lingua e la grammatica latina o greca. Sapessi quanta fatica darli!! C'erano però alcuni studenti, anche amici miei che "fuggivano" a Firenze trasferendosi là perchè questi esami erano invece facoltativi. Questo mi fece capire che per quel settore Pisa era un pò più difficile, ma formativa di Firenze. Senza nulla togliere all'ateneo fiorentino, s'intende! Stessa cosa per alcuni esami di preistoria, dove da me era più lungo prepararli. A me non andava per nulla a genio storia greca, nè la letteratutura greca. Ma non per questo per me Pisa era ed è scadente. Anzi! Allo stesso modo non considero da meno Firenze, solo differente nella scelta di argomenti e politica di formazione universitaria..
 
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§Karl§
view post Posted on 5/7/2011, 09:36




Oggi come oggi davvero non saprei cosa consigliare. Io anche se laureato in archeologia cremuzio, avendo frequentato gli stessi identici corsi di archeologia di lettere classiche, ho fatto tutto ciò frequentando il corso di laurea in storia del vecchio ordinamento a Torino. Fossimo al vecchio ordinamento, per ciò che riguarda la sola laurea (per gli studi post laurea, dottorato e percorso accademico e di ricerca, secondo me ha ragione chi è intervenuto sopra. Non necessariamente la qualità è "superiore" all'estero, ma le possibilità che la cosa si concretizzi però sono maggiori rispetto alla situazione italiana, dove spesso ciò che dovrebbe essere normale diventa un miraggio), per giunta in storia, ti avrei detto senza remore resta in Italia. Scegli bene l'ateneo in base al tipo di formazione che vuoi, al tipo di studi, di corsi, in base ai docenti (per fare l'esempio di Torino che ovviamente è quello che conosco meglio, la qualità del corso di laurea in storia è - o almeno era, nonostante oggi i docenti siano in gran parte gli stessi di qualche anno fa - dato sostanzialmente dalla qualità dei docenti, che in molti ambiti di studio sono l'eccellenza a livello europeo e oltre. Tutti gli aspetti che ad esempio vengono studiati in esami differenti, come quelli che hai elencato, al vecchio ordinamento spesso venivano affrontati in un solo esame di storia, o al massimo due - negli esami di storia romana, oltre alla parte istituzionale da manuale, io ad esempio ho affrontato i seguenti temi ognuno corredato da bibliografia apposita: la storia sociale romana, la storia dell'agricoltura, della tecnica e della tecnologia, le proteste politiche, sociali e religiose attraverso la repressione dei baccanali e gli aspetti di antropologia correlati, ecc. Certo, erano esami da svariate migliaia di pagine, non quelli spesso striminziti e castrati di oggi - anche se pure oggi non vale per tutti i docenti e per tutti i corsi, e con i nuovi esami da 6 crediti ho visto che il programma è stato spesso ampliato con un carico di lavoro che va ben oltre il misero credito in più), ma resta tranquillamente in Italia. Oggi boh... Quello che posso dire è comunque di non scambiare il numero di corsi con la qualità degli stessi. Spesso all'aumentare del numero di corsi molto specifici come quelli che hai citato, corrisponde una frammentazione del programma o addirittura un singolo corso si riduce "semplicemente" ad un seminario con una tesina di qualche pagina. Che sì, è un metodo che può essere estremamente utile, tuttavia secondo me è qualcosa che dovrebbe arrivare DOPO avere avuto quella formazione di base di migliaia di pagine di cui parlavo sopra. Altrimenti diventa una cosa alla CEPU.

Mi rendo conto tuttavia che anni di riforme discutibili inseguendo malamente certi modelli europei e americani (solo per alcuni aspetti. Perché non si segue anche l'abitudine al finanziamento? E statale e privato? E non parlo di far diventare le università una specie di luoghi di proprietà degli "sponsor" - quello è un aspetto che abbiamo spesso copiato piuttosto bene attraverso la nascita di un'infinità di master inutili per la quasi totalità - ma di quell'atteggiamento, di quella predisposizione che il privato ha ad investire in formazione e ricerca, qualsiasi essa sia, quantomeno per una forma che ancora esiste di "filantropia" e "mecenatismo", per continuare una tradizione in cui il "capitalista" e il "borghese" ha in qualche modo l'obbligo - pena la riprovazione sociale - di restituire alla società - in svariati modi e questo è uno - qualcosa di ciò che ha guadagnato), certamente hanno modificato almeno in parte la cultura, ovvero l'atteggiamento verso l'istruzione e la formazione universitaria, e la percezione delle differenze tra il nostro sistema e gli altri si è sicuramente appiattita perché le differenze stesse si sono appiattite.

Voglio dire che oggi forse la ricerca del minimo sforzo per conseguire la laurea è un atteggiamento all'ordine del giorno, ed anche comprensibile dato che in campi come il nostro poi le possibilità lavorative sono piuttosto scarse. E che le differenze sono forse meno profonde rispetto a qualche anno fa. Ad esempio, l'ho già raccontato, quando frequentavo conobbi un gruppo di spagnoli al corso di storia della lingua italiana (col mitico Gian Luigi Beccaria), che stava facendo un erasmus qui o qualcosa del genere, che mi dissero che loro non ci pensavano minimamente a laurearsi in Italia, e che noi eravamo dei pazzi a laurearci con docenti che richiedevano per una "semplice" tesi di laurea un impegno e un lavoro che altrove chiedono per una tesi di dottorato (al vecchio ordinamento per alcuni corsi, in alcuni atenei, c'erano docenti che richiedevano esplicitamente almeno due anni di lavoro sulla tesi per discutere con loro...).
 
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view post Posted on 5/7/2011, 14:25
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Infatti all'estero il problema è che spesso non ti forniscono le nozioni di base indispensabili, ma ti fanno fare esclusivamente tesine su questo o quell'argomento. Tra l'altro per alcune materie funziona così anche in Germania, a quanto mi disse una studentessa tedesca che era venuta a laurearsi in Italia in Lingue, proprio perché qui la laurea era molto più... dura (ma lei era una che voleva la formazione migliore possibile)!
Invece archeologia e storia da quel che so sono molto curate, tedeschi che ho conosciuto venuti in Erasmus alla mia facoltà erano tutti prepratissimi, specialmente in greco e latino davano i punti a noi italiani. Tuttavia, una ragazza italiana che aveva scavato ad Ostia con dei tedeschi mi disse che questi stessi le avevano confidato che ritenevano noi italiani tra i migliori (se non i migliori) nel campo. Però. parlo ancora del vecchio ordinamento. Come ha tuttavia fatto notare Karl, ora gli esami sono almeno da 6 crediti, anzi, ho visto esami con crediti da 12 obbligatori, specie quelli che sono considerati fondamentali per l'indirizzo scelto.
 
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massinissa
view post Posted on 5/7/2011, 16:08




Sì, questo è vero, e anche io posso fare l'esempio di un'amica corsa che avendo già conseguito la lurea in storia a Montpellier era venuta a Pisa per beni culturali in archeologia. Per lei i primi tempi, ed esami furono estremamente difficili. Non abituata ad esami grossi e di molte pagine , a tesine inesistenti, a domande specifiche e mirate. Basta pensare che lei all'inizio chiamava gli esami "colloqui" e non per una traslazione franco-italiana, ma perchè da loro erano effettivamente dei momenti di colloquio, forse con presentazioni di tesine ecc. e io avevo un bel da fare a spiegarle che qui non c'erano "colloqui", ma esami veri e propri con domande, risposte e se andava bene, bene sennò alla prossima volta! Infatti credo che il suo primo esame sia stato ripetuto almeno tre volte, prima che capisse come funzionava qui in Italia. E non parlo di difficoltà di lingua, sapendo benissimo l'italiano..

Ma questo succedeva al vecchio ordinamento. Devo però dire che al di là delle riforme, dell'appiattimento e dell'europeizzazione degli atenei italiani, a Pisa (ne parlo, dato che la conosco meglio) alcuni corsi ed esami sono rimasti pressochè invariati. E' il caso ad esempio di etruscologia, che con stupore ho visto addirittura aumentato con una parte di sola ed esclusiva grammatica etrusca, laddove quando l'ho dato io non c'era..

Lo stesso dicasi per ragazzi spagnoli che ho conosciuto. Anche loro, come hanno detto a voi ci ritenevano pazzi ad affrontare una tesi di laurea che da loro era un dottorato. infatti per loro la laurea era (o è ancora) ottenuta automaticamente non appena finiscono gli esami (beati loro, io ho impiegato quasi due anni per completare la mia!!).
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 5/7/2011, 16:45




Il Master inglese equivale alla nostra specialistica, si deve fare alla fine del corso una tesi di ricerca, come da noi. Io forse ho un'immagine distorta, qui a Palermo molte materie si fanno "all'acqua di rose", mi riferisco a Storia Romana( tra le più importanti, fatta stile scuole elementari) e altre materie minori come storia del cristianesimo e archeologia( queste due da 6 crediti). Storia greca era più pesantuccia, ma anche qui se sceglievo l'altro manuale di 300pag e non il Musti, magari non mi complicavo la vita, ma onestamente studiare dal mitico Musti ha dato i suoi frutti ^_^
Sono di primo anno, ormai sto concludendo l'anno e mi rimane solo Latino( da 12) da superare e solo questo sarà l'esame tosto di questa triennale(tranne sorprese in futuro :D ma non credo ), il latino è a scelta, però insomma se non faccio latino come posso sperare di fare Storia Romana. Il greco non c'è ma non mi interessa molto. Per questo sono deluso dalle nostre università e ho voglia di andare via. Infatti se non arrivo entro 2 anni a superare il test IELST(il test di inglese per iscriverti all'uni in UK) mi iscrivo alla specialistica di Bologna, che sembra tosta, con epigrafia latina e altre belle materie. Vi ringrazio per i vostri consigli mi aiuteranno a riflettere e a prendere la giusta decisione.

 
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massinissa
view post Posted on 5/7/2011, 17:06




Allora si torna a quanto detto in precedenza! Se un master (post-laurea) è equivalente alla specialistica (pre-laurea), significa che gli atenei italiani continuano ad offrire una fetta di conoscenza più profonda e difficoltosa. E questo è solo a loro merito! Poi che da un ateneo all'altro cambino i programmi o la facoltà di dare esami ecc. si ritorna all'esempio di Firenze che facevo prima. Cambia l'offerta didattica e il modo di gestire corsi ed esami, ma evidente è che il livello rimane alto. E questo mi fa piacere..

E comunque se hai da dare latino da 12 crediti, beh mica leggero! Pensa che il mio latino di vecchio ordinamento valeva solo due punti in più..

Edited by massinissa - 5/7/2011, 18:14
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 5/7/2011, 17:13




no qui sbagli, non confondiamo i nomi, li chiamano tutto in altro modo, mi spiego: Triennale: degree, specialistica: Master, dottorato Pdh. I Master come i nostri sono una altra cosa e non lauree. Come ad esempio il titolo di dottore non si riceve alla laurea ma solo chi fa il dottorato.
 
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massinissa
view post Posted on 5/7/2011, 17:16




Che i master non siano lauree lo so! Ma attento, anche chi ha la laurea è dottore. Sulla mia infatti c'è scritto! E comunque se un master italiano è un post-laurea varrà comunque qualcosa, no? Intendiamoci anche se lo chiamano master, da noi avrebbe un valore legale minore.
 
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§Karl§
view post Posted on 5/7/2011, 18:14




Rispetto ai nostri master probabile, anche se non so... Non so perché non so ad esempio che valore abbia il master di primo livello accessibile dopo la triennale, e del resto nemmeno come venga considerato legalmente il master di secondo accessibile solo dopo l'intero percorso. Rispetto alla nostra laurea però ha lo stesso valore. Oramai i titoli sono pienamente interscambiabili ed equivalenti. La nostra triennale con la dissertazione finale (non so se sia così anche negli altri atenei, ma da noi ufficialmente non si chiama tesi, ma appunto dissertazione finale) equivale al loro BA (bachelor) con BA Thesis. La nostra specialistica al loro MA (master) con MA Thesis (che poi le tesi abbiano regolamenti diversi questo è ancora un altro discorso. Ad esempio le MA Thesis non sono comunque generalmente paragonabili ad una nostra tesi, almeno di vecchio ordinamento. Si tratta di un tot numero di parole che non puoi superare, che cambia credo a seconda dell'ateneo e del corso di laurea, mediamente direi intorno a un centinaio di pagine, anche meno, compresa bibliografia, immagini, ecc.). La nostra laurea del vecchio ordinamento corrisponde in genere al loro intero ciclo, BA+MA.

Effettivamente sì, per quel che ne so nel mondo anglosassone e anche negli USA, il titolo di dottore è generalmente riservato a chi consegue il PhD, che con un certo "conservatorismo" che trovo splendido, ha mantenuto appunto la dicitura di Dottore in Filosofia al di là che il titolo sia conseguito da un ingegnere, un chimico, un medico, un archeologo o un filosofo :D
 
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16 replies since 3/7/2011, 23:59   2804 views
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