Ostraka - Forum di archeologia

Enea uccide Turno

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cremuzio cordo
view post Posted on 10/7/2011, 19:37




Tutti leggendo l'Eneide arrivati alla fine restiamo di sasso. Discutiamo un po su una questione ancora aperta nel mondo letterario, il perchè dell'uccisione di Turno da parte di Enea. Il pio Enea, devoto agli dei e al padre, che durante la discesa nell'Ade gli disse "parcere subiectis debellare superbos", ma Enea affonda il ferro sul petto dell'arreso Turno che lo supplicava di lasciarlo vivere. Come è possibile che alla fine del poema tutto viene sconvolto? Qual è la vostra opinione in proposito? Ci sarà un motivo o anche per Virgilio possiamo adottare la frase "Quandoque bonus dormitat Homerus"?
 
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view post Posted on 11/7/2011, 19:24
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Lo scatto d'ira di Enea (che porta alla morte di Turno) ha una sua precisa spiegazione, che va al di là della sua fama di "pìus". Inizialmente, infatti, l'eroe troiano è disposto a risparmiare la vita a Turno; ma la rabbia gli esplode dentro quando si accorge che il suo avversario ha ancora indosso il balteo di Evandro (il suo migliore amico, che era stato ucciso proprio dal re dei Rutuli).

Forse si deve però fare anche una precisazione su che cosa si debba intendere con il termine pìus nell'Eneide: il concetto di "pìetas", nell'antica Roma, non era analogo a quello nostro (moderno) di pietà (che è sinonimo di misericordia e perdono, in un'ottica fortemente cristianizzata). Ai tempi di Virgilio, veniva considerato pio chi aveva un grande rispetto per i valori tradizionali della società romana (come la famiglia, la patria e, soprattutto, la religione). Ecco perché Enea, pur essendo pìus, non esita a uccidere Turno, per vendicare la morte del suo migliore amico (secondo uno schema già noto alla letteratura antica, che ricorda più o meno l'uccisione di Ettore da parte di Achille, furioso per la morte di Patroclo).

Mi viene da pensare, per esempio, al fatto che lo stesso Augusto (che pure voleva ristabilire l'antica moralità romana, e apparire lui stesso come un vir pìus) dedicò, proprio nel suo personale foro, un tempio a Marte Ultore, dove Ultor significa, appunto, "Vendicatore (dei torti subìti)". La vendetta, dunque, non era forse percepita come un elemento che poteva intaccare la pìetas di un uomo.
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 11/7/2011, 20:31




Si, ma nell'Eneide, il destino di Roma è quello di dominare Roma e le frase di di Anchise alla fine è precisa: risparmiare gli arresi e debellare i superbi, questo è il fato di Roma, un uomo pius come Enea deve seguire il fato. Enea, poi non centra molto con Achille, anzi direi che è l'anti-achille, Enea è saggio( si fa prendere dall'error però si rimette sulla retta via). Per quanto riguarda il tempio di Marte Ultore quello è un altro discorso, si rifà benissimo con la tradizione romana, in quanto la vendetta si deve compiere sui Cesaricidi, i traditori, i superbi appunto . Anche se sulla questione della vendetta c'è da aprire un capitolo interminabile su cosa sia la vendetta per gli antichi, questione ancora lontana dal chiudersi.
 
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view post Posted on 11/7/2011, 21:07
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L'indossare il balteo del nemico ucciso può essere considerato un atto di superbia, che quindi giustifica la reazione di Enea anche nell'ottica di Anchise.
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 11/7/2011, 23:52




Non sono d'accordo, secondo la tradizione romana prendere le armi, e gli emblemi dei nemici uccisi era un grande onore, più del trionfo"spolia omima"
 
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view post Posted on 12/7/2011, 00:15
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CITAZIONE (cremuzio cordo @ 11/7/2011, 21:31) 
Si, ma nell'Eneide, il destino di Roma è quello di dominare Roma e le frase di di Anchise alla fine è precisa: risparmiare gli arresi e debellare i superbi, questo è il fato di Roma, un uomo pius come Enea deve seguire il fato. Enea, poi non centra molto con Achille, anzi direi che è l'anti-achille, Enea è saggio( si fa prendere dall'error però si rimette sulla retta via).

Innanzitutto, errata corrige: nel mio precedente commento, ho scritto "Evandro", ma intendevo dire "Pallante" (figlio di Evandro, ucciso da Turno).

Con questa correzione, credo che risulti più chiaro il motivo per cui Enea uccide Turno: al suo desiderio personale di vendetta si va a sommare la necessità di difendere quell'insieme di valori (fra cui c'è anche il rispetto per la famiglia) che compongono la pìetas romana. Essendo stato ucciso il giovane Pallante, Enea deve vendicare il padre di questi, Evandro, distrutto dal dolore per la perdita del figlio. Il monito che Virgilio mette in bocca ad Anchise, poi, potrebbe benissimo esser stato utilizzato come manifesto della politica augustea verso gli avversari (in questo caso, forse, il poeta si riferisce più all'atteggiamento di Roma stessa, che, nella figura di Enea, risparmia chi le si arrende, ma distrugge chi continua a opporlesi).

Al di là del passo riguardante la morte di Turno, pare essercene un altro molto più calzante (legato alla "assenza di pìetas" di cui tu parlavi): la morte di Tarquito, il guerriero italico, figlio di Fauno e Driope, alleato di Turno nella guerra contro i Troiani. In Wikipedia è riportata una proposta di interpretazione dell'episodio (legata proprio alle parole di Anchise, in relazione alla superbia di questo giovane semidio): http://it.wikipedia.org/wiki/Tarquito#Inte...t.C3.A0_storica.

P.s.

Il nesso con la vicenda di Achille ed Ettore l'ho avanzato solo in virtù del fatto che le modalità di azione sono all'incirca le stesse: entrambi gli eroi (Enea e Achille) sono spinti a uccidere i loro rispettivi avversari (Turno ed Ettore), per vendicare la morte dei loro amici (Pallante e Patroclo). Sono ben consapevole che il paragone fra il pio Enea e lo sfrontato Achille non sussista; di fatti, mi sa che hai frainteso quanto ho scritto, perché non era affatto mia intenzione proporlo.
 
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cremuzio cordo
view post Posted on 12/7/2011, 14:32




Interessante, davvero, non ricordavo questo passo, quindi diciamo che sia turno che tarquito sono visti come superbi.

Sempre più cose conosco grazie a questo forum!
 
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6 replies since 10/7/2011, 19:37   7251 views
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