IunoMoneta |
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| Per la classificazione delle anfore la tavola tipologica del Dressel è un aiuto ma certo non comprende tutti i tipi noti. In commercio ci sono manualetti più o meno accurati che recano i dati identificativi dei tipi più comuni. Ovviamente poi bisogna indirizzarsi su altre tipologie di pubblicazioni per ampliare il panorama. Normalmente le dimensioni in sè dicono poco per l'identificazione visto che ci sono parecchie oscillazioni all'interno di ogni tipologia che dipendono in parte da ragioni tecnologiche e in parte dal fatto che essendo fatte a mano non esiste una misura fissa (oltre al fatto che per alcuni tipi si conoscono delle "sottomisure"). Chi si occupa di anfore preferisce valutare alcuni elementi ritenuti diagnostici (forma di anse, puntali, orli, colli; in una certa misura, per lo meno per comprendere l'area di provenienza, l'impasto). Solo in alcuni casi offrono elementi di riconoscimento i frammenti del corpo delle anfore (ad esempio nel caso delle Anfore di Gaza).
Per quanto riguarda il contenuto: le dimensioni non sono determinanti per due ragioni. Prima: prendendo ad esempio il trasporto del vino, si conoscono anfore molto piccole che contenevano vino pregiato che si affiancano a contenitori di dimensioni maggiori. Secondo: possono esserci degli utilizzi secondari con contenuto diverso dall'originario. Attualmente si cerca di comprendere quale dovesse essere il contenuto originario valutando l'area di provenienza delle anfore (ad esempio, le Dr.6, prodotte in area nord adriatica, dovevano essere utilizzate per olio e vino, entrambi prodotti in quantità in quelle zone), eventuali tracce presenti all'interno dei contenitori (se c'è pece di solito il contenuto doveva essere vino), analisi di residui, iscrizioni e tituli picti presenti su alcuni esemplari, etc.
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