CITAZIONE (*Gibo* @ 3/12/2011, 12:54)
Se sbaglio correggetemi, ma il periplo di Annone, anche ammessa l'autenticità, proverebbe una presenza dei fenici solo con carattere esplorativo, mentre la presenza di un porto implicherebbe uno stanziamento fisso se non fenicio almeno misto (mi pare di ricordare che spesso le migrazioni fenicie erano accompagnate da matrimoni misti e forti legami con le popolazioni autoctone).
La questione, per quanto ne so, è effettivamente complessa.
Il periplo di Annone, innanzitutto, non riferisce di un'esplorazione fenicia, ma punica: il testo parla espressamente di 'Libifenici', poiché il popolo cartaginese erano nato proprio dall'incontro di queste due culture (quella fenicia, giunta da Tiro, e quella libica, autoctona del territorio). Le modalità esplorative, comunque, non dovevano essere dissimili: si procedeva in progressione, per tappe, fondando una 'base' alla volta, a cui far ritorno dalla successiva esplorazione. Nel periplo si nominano diverse 'città' fondate in questo modo da Annone, sulla costa atlantica dell'Africa (Thymiaterion, Karikon, Gytte, Akra, Melitta, Arambys).
L'autenticità del documento viene messa in discussione soprattutto per il modo con cui si conclude il resoconto: '
Essendo finiti i viveri, non navigammo oltre'. Annone, dunque, si fermò all'isola delle 'donne-gorilla', e poi ritornò indietro... Ma come ci riuscì?
Molti studiosi ritengono che una navigazione di ritorno (verso Nord), in quel tratto di mare, sarebbe stata impossibile per le imbarcazioni dell'epoca (che si sarebbero ritrovate contro sia le correnti marine che gli alisei). Ci sono comunque diversi esperti di navigazione antica (fra cui, uno per tutti, Stefano Medas) che ritengono possibile questo tipo di viaggio, grazie all'adozione di alcuni particolari (e semplici) accorgimenti nautici. Forse Annone non volle descrivere il viaggio di ritorno, per mantenere segreta la rotta? Anche Manfredi, se non ricordo male, si è espresso in maniera analoga...
Personalmente, non so a che punto siano arrivate le scoperte di archeologia fenicio-punica sulla costa atlantica dell'Africa (io ero rimasto all'articolo di A. Santana, che riferiva di una struttura portuale, forse punica, rinvenuta su una delle Isole Canarie). Certo, Sherbro è molto distante da Gibilterra (e da Cartagine). Ma, se realmente i Cartaginesi sfruttavano questa rotta per l'importazione dell'oro, non potrebbe essere del tutto escludibile la fondazione di una colonia stabile in quest'area (magari decaduta e dimenticata, dopo la conquista di Cartagine da parte dei Romani...).