| finamente un po' di tempo per rispondere a questa discussione!
allora.. premetto che non ho mai avuto la possibilità di leggere i rapporti specifici, ne ho sempre sentito parlare in maniera indiretta, quindi le mie sono più "idee" che argomentazioni.
sinceramente, a me l'idea di una damnatio memoriae non convince un gran ché.
Di fatto, l'unico vero elemento che sembra puntare alla damnatio è l'assenza di un nome sul sarcofago. Però come dive il nome stesso della mummia, unknown man E, questo non è l'unico corpo anonimo della cachette. Ora, bisogna ricordarsi che questa mummia non viene da una sepoltura primaria, ma viene da una sepoltura secondaria, che per giunta è stata visitata da tombaroli vari prima di essere scoperta ufficialmente. Quindi se è certo possibile che il suo sarcofago sia stato lasciato volutamente senza nome, è anche possibile che l'assenza del nome sia in realtà dovuta a fattori secondari: magari i sacerdoti che spostarono questa mummia non sapevano a chi apparteneva (per vari motivi, forse perchè non era un egizio?) e decisero di lasciarla in un sarcofago anonimo, oppure la trovarono già in un sarcofago anonimo, proveniente già da una sepoltura secondaria, o magari il nome c'era, scritto su una benda o una tavoletta di legno (come per altre mummie della cachette) che però sono andate perdute (tra l'altro, se non sbaglio, oggi le etichette originali delle mummie sono per la maggior parte, se non tutte, perdute: c'erano quando la cachette fu aperta, non ci sono più oggi perchè non si sa dove sono andate a finire.. probabilmente sono chiuse in una cassa in qualche deposito dimenticato del museo del cairo..)
Insomma, non penso che l'assenza del nome in un contesto come quello della cachette sia sufficiente per pensare ad una damnatio memoriae.
L'altro elemento che mi sembra venga citato per sostenere questa teoria è l'inusuale tecnica di mummificazione, e soprattutto la pelle della capra. Che sappia io tuttavia, non c'è nessuna menzione di pratiche di dannazione che coinvolgano l'uso di pelli di capra, o di calce.
Al contrario, nel racconto di Sinuhe c'è una menzione precisa dell'uso dei beduini levantini di seppellire i propri morti in pelli di pecora, ma non c'è nessuna attestazione, che io sappia, che "essere sepolto come un Beduino" fosse percepito dagli egizi come una punizione. Di certo era visto come qualcosa di improprio per un buon egizio, ma non come una punizione.
Anche i legacci con cui erano legati gli arti della mummia non mi sembrano significativi di una damnatio. Non mi vengono in mente paralleli, e comunque non ne vedrei molto il senso, nell'ottica egizia: se si vuole impedire ad un essere pericoloso di nuocere lo si taglia o lo si infilza con dei coltelli (si vedano per esempio le raffigurazioni di serpenti e simili nei testi religiosi) ma non lo si lega, che io sappia.
Quindi secondo me la damnatio memoriae non è che mi sembri molto convincente.
Piuttosto, tornando al passo di Sinuhe, l'uso di pelli di pecora come detto sembra fosse la pratica comume fra i beduini semiti del levante. Secondo me è in questa direzione, cioè in un qualche legame dell'unknown man E con il levante, che bisogna cercare.
Esiterei un po' sull'ipotesi del principe ittita: sinceramente non so bene quali fossero le pratiche funerarie ittite (ammesso che si conoscano), e prima di prendere una posizione al riguardo sarebbe interessante studiare un po' meglio la questione, tuttavia è chiaro che Sinuhe parla di un costume siro-palestinese, non anatolico.
Quindi qualcuno che veniva dalla zona siro-palestinese (che quindi è stato sepolto imitando le usanze del suo popolo) oppure un egizio morto nella regione siro-palestinese, e preparato alla bell'e meglio con un misto di idee egizie (l'imbalsamazione) e pratiche locali (la pelle di pecora).
In effetti, è probabile che gli egizi che morivano all'estero venissero sepolti secondo le pratiche locali, e non secondo le pratiche egizie: sinuhe infatti decide di tornare a morire in egitto proprio per essere sepolto alla maniera egizia, e non appunto in una pelle come un beduino, cosa che ovviamente sottintende che, se fosse morto in siria, sarebbe finito in una pelle di pecora indipendentemente dalla sua origine etnica.
quindi, due ipotesi: o a) il corpo di un siro-palestinese morto in egitto, o b) il corpo di un egizio morto nella regione siro-palestinese.
L'ipotesi a) seppur possibile, mi sembra presenti alcuni problemi. Prima di tutto si tratta di mummie reali o comunque legate alla famiglia reale. Fosse stata una donna, si sarebbe potuto pensare ad una principessa straniera, ma un uomo? a meno di non ipotizzare che la mummia possa essere molto più antica di quello che sembra (cosa non impossibile, in effetti, ma poco probabile) e risalire a prima del nuovo regno (un re hyksos?), bisognerebbe pensare ad un principe straniero. Sappiamo che vi fu un principe ittita, ma nessuna fonte ci parla di un principe siro-palestinese, e se poteva essere accettabile per una regina egizia sposare un figlio del grande re di Hatti, mi sembra meno probabile che fosse anche pronta a sposare il figlio di un qualche sceicco o vassallo siro-palestinese.
L'ipotesi b) invece, sembra più interessante. Un egizio, un membro della famiglia reale, morto in terra straniera e portato a casa dopo essere stato sommariamente preparato sul posto. L'idea merita attenzione. Prima di tutto, tutto il periodo in questione fu marcato da numerose campagne militari in siria e palestina, e sappiamo che i principi di sangue reale prendevano spesso parte a queste campagne (per esempio, amunherkhepeshef, figlio di ramses II, era anche "comandante delle truppe"), quindi le occasioni di morire all'estero di certo non mancavano. E non penso che l'esercito egizio si portasse dietro anche il corteo di sacerdoti e prodotti per praticare una mummificazione in regola, quindi nel caso di una morte importante (non necessariamente in battaglia, non necessariaemnte dovuta a ferite.. in guerra ci sono tanti pericoli: malattie, attentati, sbornie..), probabilmente dovevano arrangiarsi con quello che avevano, portando poi il corpo a casa (legandolo, o almeno legandogli gli arti e caricandolo su un mulo?). E quello che avevano poteva anche essere molto poco, soprattutto se la campagna era andata male (non dimentichiamoci che se anche gli egizi dipingevano tutte le campagne come vittorie, la realtà era probabilmente diversa: pensiamo a qadesh, una battaglia dove molto probabilmente vi furono morti illustri, e dove gli egizi dovettero probabilmente ritirarsi alla bell'e meglio).
Quindi si potrebbe immaginare che l'unknown man E sia un principe morto in una campagna militare e preparato frettolosamente sul posto prima di essere riportato a casa.
C'è un'altra possibilità però che forse merita attenzione: c'è un racconto di epoca ramesside, intitolato il "principe predestinato" che risulta interessante in questo frangente. Si tratta di un racconto abbastanza fantastico e fiabesco (con principesse, re stranieri, giganti, coccodrilli malvagi..) che narra le vicende di un principe egizio che prende il suo carro e parte all'avventura verso la palestina e la siria, un po' come un cavaliere errante dei racconti medievali. Ora, si tratta di un racconto come detto fantastico, però a me viene da domandarmi: e se in realtà riflettesse almeno in parte una situazione reale? Cioè, e se veramente vi erano dei principi egizi che prendevano il loro carro, i loro servi e partivano all'avventura in siria? E cosa succedeva se uno di questi principi moriva anche all'estero? Probabilmente sarebbe stato preparato sul posto, e rispedito a casa.
Indipendentemente da come sia morto, se nel corso di una campagna o in una spedizione solitaria (o in qualche altro contesto), mi sembra un'idea degna di attenzione.
Non un'ipotesi, ma per lo meno un'idea, un'idea che in effetti come spesso è il caso, potrebbe essere almeno in parte verificata facendo le giuste analisi.
Prima di tutto, sarebbe opportuna un'analisi C14 per datare con precisione la mummia e escludere che possa in realtà essere più antica.
Secondo, ci vorrebbe un'analisi genetica (e visto che non è stata mummificata in maniera tradizionale è possibile che il DNA si sia conservato meglio che d'abitudine) per capire a quale gruppo etnico apparteneva il morto in questione: egizio? ittita? semita?
Terzo, sarebbe veramente opportuno fare un'analisi genetica della pelle della pecora. Studi di questo tipo sono stati fatti sui manoscritti bizantini, se ricordo bene, per determinare la provenienza della pergamena, e potrebbe essere fatta qui, confrontando il DNA della pelle con il DNA di capre moderne egizie e levantine (o meglio ancora con resti antichi di capre) per capire da dove veniva quella pelle e quindi dove è probabile che mummificazione sia stata eseguita. Una capra egizia sosterrebbe l'ipotesi di una morte in egitto (e quindi o uno straniero, o un egizio vittima di damnatio.. e qui l'importanza della seconda analisi), una capra straniera sosterrebbe l'idea di una morte all'estero.
Rispondere a queste tre domande potrebbe aiutare non poco a chiarire il mistero..
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