Ostraka - Forum di archeologia

Unknown Man E, (il mistero della mummia che urla)

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icon14  view post Posted on 4/12/2011, 14:44
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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In questi giorni mi è stato raccontato di un interessante servizio, che aveva come oggetto una particolare mummia egizia, nota fra gli archeologi con il nome di 'mummia che urla'.

In rete ho trovato questo articolo, comparso sul sito di National Geographic (nel 2008), incentrato proprio sullo studio di questa singolare mummia (qui avete il link alla pagina con l'articolo: http://news.nationalgeographic.com/news/20...missions_2.html).

La mummia in questione appartiene a un individuo di sesso maschile, e deriva il suo pittoresco nome dal fatto che il cadavere ha la bocca spalancata, come in un grido di agonia. In realtà, pare che non si tratti affatto di un caso isolato (e, secondo gli esperti, questa posizione potrebbe essere il risultato di un'eventuale caduta all'indietro del corpo). I dettagli che più saltano all'occhio, sul conto di questa mummia, sono comunque altri: il defunto, infatti, non sembra aver subìto una mummificazione regolare (cioè secondo i processi canonici, utilizzati normalmente dagli antichi imbalsamatori).
Al momento della sepoltura, il corpo non era stato svuotato degli organi interni (cervello compreso), né risultava completamente disidratato. Il suo nome non era stato riportato neppure sul sarcofago (una condanna, questa, che gli avrebbe impedito di poter continuare a vivere nell'Oltretomba), e le sue spoglie giacevano avvolte in pelli di pecora (un'usanza che non trova riscontro nelle pratiche funerarie egizie - e che, anzi, pare fosse connotata negativamente presso questo popolo). Inoltre, durante la mia ricerca, ho letto che, in questa mummificazione 'frettolosa' (così l'ha definita Bob Brier, esperto di mummificazione alla Long Island University di New York), il corpo è stato cosparso di una strana mistura contenente calce, che non ha riscontro per le altre mummie d'età faraonica.

Ma chi era Unknown Man E?
Dopo aver scartato l'ipotesi di un principe straniero (forse proprio il famoso Zannanza, figlio del Gran Re ittita, assassinato in Egitto all'epoca della morte di Tutankhamon), gli studiosi hanno avanzato l'ipotesi che possa in realtà trattarsi del principe Pentewere, figlio di Ramesse III, rimasto coinvolto in una congiura di palazzo, ordita dalla madre e da alcune personalità legate all'harem del faraone (con lo scopo di eliminare Ramesse III e porre lo stesso Pentewere al suo posto).

Questa è, a oggi, l'ipotesi verso cui gli studiosi sembrano essere maggiormente orientati. Restano comunque da definire con precisione, ancora, le cause della morte e la motivazione che potrebbe aver spinto i sacerdoti a operare questo singolare tipo di mummificazione. Il caso della 'mummia che urla' mi sembra comunque, in sé, molto affascinante: per questo, ho pensato di condividerlo con voi (per conoscere i vostri pareri a riguardo, e, magari, eventuali sviluppi di questa indagine).
 
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view post Posted on 4/12/2011, 20:04
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Tempo fa, alcuni anni credo, ma il ricordo è assai vago, avevo letto qualcosa in proposito e se non erro vi era l'interpretazione del tipo "damnatio memoriae", ma non ricordo se ci fossero ipotesi sull'identià del defunto.
 
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view post Posted on 5/12/2011, 11:34
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (dceg @ 4/12/2011, 20:04) 
Tempo fa, alcuni anni credo, ma il ricordo è assai vago, avevo letto qualcosa in proposito e se non erro vi era l'interpretazione del tipo "damnatio memoriae", ma non ricordo se ci fossero ipotesi sull'identià del defunto.

Questo credo che, in una certa misura, sia indubbio: chiunque lo abbia privato del nome sul sarcofago, deve averlo fatto con l'intento di 'punire' quest'uomo...

Ciò che più mi ha colpito, però, è il modo molto approssimativo con cui il defunto è stato mummificato. Il caso mi ha riportato alla mente una vicenda di cui mi fu accennato qualche anno fa, a lezione: stando a quanto avevo appuntato, nel 2003 fu compiuto uno studio su un gruppo di individui mummificati (anch'essi, in modo molto frettoloso e incompleto), rinvenuti dagli archeologi una grotticella scavata nella parete rocciosa di Dehir el-Bahari.
Dai corsetti e dalle iscrizioni, si dedusse che doveva trattarsi di arcieri, e la prima interpretazione si era incentrata sulla possibilità che si trattasse di 'eroi nazionali', caduti durante gli scontri fra Tebe ed Herakleopolis, e sepolti a Dehir el-Bahari, in prossimità del loro sovrano. Ma l'irregolarità nel processo di mummificazione mal si adattava a questi valorosi guerrieri; quindi, ci si è spinti verso una nuova interpretazione: i corpi dovevano essere appartenuti a soldati nemici, che, in quanto egizi, avevano diritto a una mummificazione, ma, poiché si trattava di nemici del re, il processo non era stato compiuto secondo tutte le norme prescritte (impedendogli, così, di poter rinascere dopo la morte), e i corpi erano stati sepolti ai piedi del re, in una posizione di ideale sottomissione (post-mortem).

Mi ha incuriosito, poi, anche il dato dell'impiego della calce sul nostro ipotetico Pentewere: non ho ben capito in quale percentuale sia stata impiegata su questo corpo, ma mi sono chiesto se non possa essersi trattato di un espediente 'pratico' dei sacerdoti imbalsamatori, prima ancora che un atto rituale (magari legato alla non completa disidratazione dei tessuti molli).
 
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view post Posted on 5/12/2011, 12:24
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Ancor oggi la calce viva viene usata nelle sepolture di massa come disinfettante. Ha inoltre una funzione disidratante e come tale potrebbe esser stata usata come un succedaneo frettoloso e approssimativo del complesso procedimento di imbalsamazione, troppo dispendioso per dei nemici, sia esterni che interni.
 
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view post Posted on 5/12/2011, 16:09
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CITAZIONE (dceg @ 5/12/2011, 12:24) 
Ancor oggi la calce viva viene usata nelle sepolture di massa come disinfettante. Ha inoltre una funzione disidratante e come tale potrebbe esser stata usata come un succedaneo frettoloso e approssimativo del complesso procedimento di imbalsamazione, troppo dispendioso per dei nemici, sia esterni che interni.

Questo è vero (per esempio, so che anche nelle sepolture di animali, in teoria, si dovrebbe utilizzare la calce viva, per evitare il diffondersi di odori che potrebbero attirare altri animali selvatici). Inoltre, posso dire, per esperienza, che la calce viva, se toccata a mani nude, brucia leggermente la pelle (l'ho sperimentato quest'anno sullo scavo, durante la messa in sicurezza di un mosaico pavimentale).

Nel caso di Pentewere (o chiunque esso sia), però, non pare che si tratti proprio di calce viva. Dovrebbe essere una mistura contenente anche calce, ma non calce viva. Un qualcosa di simile l'ho riscontrato pure in questo sito, che si occupa di mummie più 'moderne', ma che, comunque, ricorda l'immersione dei corpi in arsenico o acqua di calce (soprattutto durante periodi di grandi pestilenze): http://alessiorizzitellimummieinitalia.blogspot.com/. Qui, però, parrebbe trattarsi di un espediente di natura più igienica che conservativa.

Molto interessante è anche questo link: http://anubis4_2000.tripod.com/UnknownManE/ManE.htm.
Qui, oltre a essere riportata la ricostruzione virtuale del volto del defunto (che doveva essere poco più che ventenne, al momento della morte), ho trovato anche una notizia interessante, di cui non ero a conoscenza:

CITAZIONE
The use of calcium oxide seems to point toward an ancient Greek influence. In Greek, the word "sarcophagus" means "flesh eater" and was used to designate the large stone receptacles filled with quicklime (CaO) in which corpses were placed. Much more harsh in its desiccating properties than natural Egyptian natron, this chemical would have been avoided by Egyptian embalmers who wanted to preserve rather than destroy the tissues of the body. The Greeks who used this method of treating corpses mistakenly believed that Egyptian sarcophagi were employed for the same purpose.

E' interessante, infine, dare un'occhiata anche a quanto sta scritto in questo articolo, pubblicato sul Bollettino del Museo Egizio de Il Cairo, in cui si riportano le conclusioni a cui sono giunti i principali esperti che si occuparono dello studio della mummia: http://books.google.it/books?id=DowdvKxRrW...epage&q&f=false. Se non ho capito male, Fouquet asserisce che la patina bianca sul cadavere sarebbe costituita da un composto di natron, calce e resine naturali, mentre il chimico Mathey parla semplicemente di natron spruzzato sul corpo (che, con il passare del tempo, avrebbe reagito con i grassi corporei, saponificando la salma).
 
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view post Posted on 6/12/2011, 14:47
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Esco momentaneamente dal topic per una piccola richiesta:

CITAZIONE (Perseo87 @ 5/12/2011, 16:09) 
CITAZIONE
The use of calcium oxide seems to point toward an ancient Greek influence. In Greek, the word "sarcophagus" means "flesh eater" and was used to designate the large stone receptacles filled with quicklime (CaO) in which corpses were placed. Much more harsh in its desiccating properties than natural Egyptian natron, this chemical would have been avoided by Egyptian embalmers who wanted to preserve rather than destroy the tissues of the body. The Greeks who used this method of treating corpses mistakenly believed that Egyptian sarcophagi were employed for the same purpose.

Come già detto, non ero a conoscenza di questa etimologia (o meglio, ne conoscevo il significato, ma non l'origine). Facendo una ricerca in rete, ho trovato questo link: www.newworldencyclopedia.org/entry/Sarcophagus#Etymology. Qui si dice che è stato Erodoto ad asserire che i primi sarcofagi erano scavati in una particolare pietra calcarea, che aveva il potere di accelerare la dissoluzione dei corpi (c'è anche un preciso riferimento al lapis Assius, cavato nella Troade). Non riesco però a rintracciare il brano in cui Erodoto parla di questi sarcofagi...
C'è qualcuno che può darmi una mano a individuare libro e paragrafo?
 
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view post Posted on 7/12/2011, 12:53
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CITAZIONE (Perseo87 @ 6/12/2011, 14:47) 
Non riesco però a rintracciare il brano in cui Erodoto parla di questi sarcofagi...
C'è qualcuno che può darmi una mano a individuare libro e paragrafo?

Chiudo già l'offtopic, in quanto temo che questa ricerca sbocchi solo in un vicolo cieco... Mi sono consultato con Dceg, e, dopo una breve ricerca, abbiamo constatato entrambi che in Erodoto non sembra esserci alcun riferimento a questo tipo di credenza, diffusa presso i Greci (nonostante il termine 'sarkophagos' sia indubbiamente di derivazione greca).

Un riferimento in questo senso è rintracciabile (pare) solo in Plinio il Vecchio (Naturalis Historia, XXXVI, 27, 131), il quale afferma che: 'In Asso Troiadis sarcophagus lapis fissili vena scinditur. Corpora defunctorum condita in eo, absumi constat intra XL diem exceptis dentibus'.

A questo punto, non posso che constatare come, per l'ennesima volta, ci si trovi di fronte a notizie infondate (circolanti liberamente in rete), e come molti siti, spesso e volentieri, si riprendano l'un l'altro, senza preoccuparsi della veridicità delle informazioni che raccolgono (contribuendo così a diffondere maggiormente questo tipo di errori): ecco perché sarebbe sempre utile, in certi casi, una bella nota bibliografica fra parentesi, con il riferimento preciso a quanto sostenuto...
Quindi, impariamo a fidarci, ma senza abbassare troppo la guardia!
 
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view post Posted on 7/12/2011, 14:45
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σαρκοφάγος indicava, seguendo Plinio, non la cassa, ma la pietra con cui talune di queste casse erano rivestite. Questo spiega che Erodoto non usi il termine σαρκοφάγος quanto meno parlando della mummificazione egizia. E inoltre non sono riuscito a rintracciarlo neppure altrove. Che la fonte in proposito sia Plinio pare quindi assai provabile.

σαρκοφάγος viene usato come aggettivo nel significato di carnivoro riferito ad animali, quindi σαρκοφάγος σορός, per indicare il contenitore di un corpo che fatto o rivestito della pietra speciale di cui sopra e infine solo σαρκοφάγος nel senso che usiamo ancor oggi. Qualcuno sa da quando l'uso del termine in questo senso sia documentato in greco?

A proposito, qui ci sono indicazioni etimologiche, ma se il mio greco antico si è quanto mai diluito nel corso dei decenni, di moderno non ne mastico punto!
http://el.wikipedia.org/wiki/%CE%A3%CE%B1%...%B3%CE%BF%CF%82

Per quanto riguarda il latino ho trovato solo il passo già citato di Plinio come aggettivo di lapis e in latino tardo, ma senza ulteriori informazioni, come sostantivo nel senso oggi corrente.

In italiano sembra risalire al secolo XIV.

cfr.: www.treccani.it/vocabolario/sarcofago/
e http://dizionari.corriere.it/dizionario_it...sarcofago.shtml

Quanto alle notizie riportate e ripetute in maniera acritica, questo succede non solo in rete, ma certamente in rete più facilmente e rapidamente che altrove. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Il principio vale ancora!

Edited by dceg - 7/12/2011, 15:03
 
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view post Posted on 7/12/2011, 19:23
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CITAZIONE (dceg @ 7/12/2011, 14:45) 
σαρκοφάγος indicava, seguendo Plinio, non la cassa, ma la pietra con cui talune di queste casse erano rivestite. Questo spiega che Erodoto non usi il termine σαρκοφάγος quanto meno parlando della mummificazione egizia. E inoltre non sono riuscito a rintracciarlo neppure altrove. Che la fonte in proposito sia Plinio pare quindi assai provabile.

σαρκοφάγος viene usato come aggettivo nel significato di carnivoro riferito ad animali, quindi σαρκοφάγος σορός, per indicare il contenitore di un corpo che fatto o rivestito della pietra speciale di cui sopra e infine solo σαρκοφάγος nel senso che usiamo ancor oggi. Qualcuno sa da quando l'uso del termine in questo senso sia documentato in greco?

Ecco! Non ho pensato alla cosa più ovvia: consultare il vocabolario di greco antico! Sono andato alla voce σαρκοφάγος, sul Montanari, e ho trovato che questo termine non è (o almeno, qui non sembra essere) attestato nella letteratura greca antica, per indicare la cassa per le mummie. L'unico accenno è, appunto, al σαρκοφάγος λίθος, la 'pietra sarcofaga, nome volgare di pietra calcarea usata per sepolcri' (cit.).
Si indicano, di seguito, alcuni autori che ne parlano, ma nella lista non è presente il nome di Erodoto. Qui si segnalano solo un certo Erastus (che non so se sia o meno l'Erasto discepolo di Platone) e un Diosc. abbreviato (che immagino sia Dioscoride, famoso medico asiatico del I secolo d.C.). Anche in questo link potete ritrovarli citati: http://archimedes.fas.harvard.edu/cgi-bin/...=sarko%2Ffagos&.
 
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lama su
view post Posted on 8/12/2011, 13:15




finamente un po' di tempo per rispondere a questa discussione!

allora.. premetto che non ho mai avuto la possibilità di leggere i rapporti specifici, ne ho sempre sentito parlare in maniera indiretta, quindi le mie sono più "idee" che argomentazioni.

sinceramente, a me l'idea di una damnatio memoriae non convince un gran ché.

Di fatto, l'unico vero elemento che sembra puntare alla damnatio è l'assenza di un nome sul sarcofago. Però come dive il nome stesso della mummia, unknown man E, questo non è l'unico corpo anonimo della cachette.
Ora, bisogna ricordarsi che questa mummia non viene da una sepoltura primaria, ma viene da una sepoltura secondaria, che per giunta è stata visitata da tombaroli vari prima di essere scoperta ufficialmente. Quindi se è certo possibile che il suo sarcofago sia stato lasciato volutamente senza nome, è anche possibile che l'assenza del nome sia in realtà dovuta a fattori secondari: magari i sacerdoti che spostarono questa mummia non sapevano a chi apparteneva (per vari motivi, forse perchè non era un egizio?) e decisero di lasciarla in un sarcofago anonimo, oppure la trovarono già in un sarcofago anonimo, proveniente già da una sepoltura secondaria, o magari il nome c'era, scritto su una benda o una tavoletta di legno (come per altre mummie della cachette) che però sono andate perdute (tra l'altro, se non sbaglio, oggi le etichette originali delle mummie sono per la maggior parte, se non tutte, perdute: c'erano quando la cachette fu aperta, non ci sono più oggi perchè non si sa dove sono andate a finire.. probabilmente sono chiuse in una cassa in qualche deposito dimenticato del museo del cairo..)

Insomma, non penso che l'assenza del nome in un contesto come quello della cachette sia sufficiente per pensare ad una damnatio memoriae.

L'altro elemento che mi sembra venga citato per sostenere questa teoria è l'inusuale tecnica di mummificazione, e soprattutto la pelle della capra.
Che sappia io tuttavia, non c'è nessuna menzione di pratiche di dannazione che coinvolgano l'uso di pelli di capra, o di calce.

Al contrario, nel racconto di Sinuhe c'è una menzione precisa dell'uso dei beduini levantini di seppellire i propri morti in pelli di pecora, ma non c'è nessuna attestazione, che io sappia, che "essere sepolto come un Beduino" fosse percepito dagli egizi come una punizione. Di certo era visto come qualcosa di improprio per un buon egizio, ma non come una punizione.

Anche i legacci con cui erano legati gli arti della mummia non mi sembrano significativi di una damnatio. Non mi vengono in mente paralleli, e comunque non ne vedrei molto il senso, nell'ottica egizia: se si vuole impedire ad un essere pericoloso di nuocere lo si taglia o lo si infilza con dei coltelli (si vedano per esempio le raffigurazioni di serpenti e simili nei testi religiosi) ma non lo si lega, che io sappia.

Quindi secondo me la damnatio memoriae non è che mi sembri molto convincente.

Piuttosto, tornando al passo di Sinuhe, l'uso di pelli di pecora come detto sembra fosse la pratica comume fra i beduini semiti del levante. Secondo me è in questa direzione, cioè in un qualche legame dell'unknown man E con il levante, che bisogna cercare.

Esiterei un po' sull'ipotesi del principe ittita: sinceramente non so bene quali fossero le pratiche funerarie ittite (ammesso che si conoscano), e prima di prendere una posizione al riguardo sarebbe interessante studiare un po' meglio la questione, tuttavia è chiaro che Sinuhe parla di un costume siro-palestinese, non anatolico.

Quindi qualcuno che veniva dalla zona siro-palestinese (che quindi è stato sepolto imitando le usanze del suo popolo) oppure un egizio morto nella regione siro-palestinese, e preparato alla bell'e meglio con un misto di idee egizie (l'imbalsamazione) e pratiche locali (la pelle di pecora).

In effetti, è probabile che gli egizi che morivano all'estero venissero sepolti secondo le pratiche locali, e non secondo le pratiche egizie: sinuhe infatti decide di tornare a morire in egitto proprio per essere sepolto alla maniera egizia, e non appunto in una pelle come un beduino, cosa che ovviamente sottintende che, se fosse morto in siria, sarebbe finito in una pelle di pecora indipendentemente dalla sua origine etnica.

quindi, due ipotesi: o a) il corpo di un siro-palestinese morto in egitto, o b) il corpo di un egizio morto nella regione siro-palestinese.

L'ipotesi a) seppur possibile, mi sembra presenti alcuni problemi. Prima di tutto si tratta di mummie reali o comunque legate alla famiglia reale. Fosse stata una donna, si sarebbe potuto pensare ad una principessa straniera, ma un uomo? a meno di non ipotizzare che la mummia possa essere molto più antica di quello che sembra (cosa non impossibile, in effetti, ma poco probabile) e risalire a prima del nuovo regno (un re hyksos?), bisognerebbe pensare ad un principe straniero. Sappiamo che vi fu un principe ittita, ma nessuna fonte ci parla di un principe siro-palestinese, e se poteva essere accettabile per una regina egizia sposare un figlio del grande re di Hatti, mi sembra meno probabile che fosse anche pronta a sposare il figlio di un qualche sceicco o vassallo siro-palestinese.

L'ipotesi b) invece, sembra più interessante. Un egizio, un membro della famiglia reale, morto in terra straniera e portato a casa dopo essere stato sommariamente preparato sul posto.
L'idea merita attenzione.
Prima di tutto, tutto il periodo in questione fu marcato da numerose campagne militari in siria e palestina, e sappiamo che i principi di sangue reale prendevano spesso parte a queste campagne (per esempio, amunherkhepeshef, figlio di ramses II, era anche "comandante delle truppe"), quindi le occasioni di morire all'estero di certo non mancavano. E non penso che l'esercito egizio si portasse dietro anche il corteo di sacerdoti e prodotti per praticare una mummificazione in regola, quindi nel caso di una morte importante (non necessariamente in battaglia, non necessariaemnte dovuta a ferite.. in guerra ci sono tanti pericoli: malattie, attentati, sbornie..), probabilmente dovevano arrangiarsi con quello che avevano, portando poi il corpo a casa (legandolo, o almeno legandogli gli arti e caricandolo su un mulo?). E quello che avevano poteva anche essere molto poco, soprattutto se la campagna era andata male (non dimentichiamoci che se anche gli egizi dipingevano tutte le campagne come vittorie, la realtà era probabilmente diversa: pensiamo a qadesh, una battaglia dove molto probabilmente vi furono morti illustri, e dove gli egizi dovettero probabilmente ritirarsi alla bell'e meglio).

Quindi si potrebbe immaginare che l'unknown man E sia un principe morto in una campagna militare e preparato frettolosamente sul posto prima di essere riportato a casa.

C'è un'altra possibilità però che forse merita attenzione: c'è un racconto di epoca ramesside, intitolato il "principe predestinato" che risulta interessante in questo frangente. Si tratta di un racconto abbastanza fantastico e fiabesco (con principesse, re stranieri, giganti, coccodrilli malvagi..) che narra le vicende di un principe egizio che prende il suo carro e parte all'avventura verso la palestina e la siria, un po' come un cavaliere errante dei racconti medievali. Ora, si tratta di un racconto come detto fantastico, però a me viene da domandarmi: e se in realtà riflettesse almeno in parte una situazione reale?
Cioè, e se veramente vi erano dei principi egizi che prendevano il loro carro, i loro servi e partivano all'avventura in siria?
E cosa succedeva se uno di questi principi moriva anche all'estero? Probabilmente sarebbe stato preparato sul posto, e rispedito a casa.

Indipendentemente da come sia morto, se nel corso di una campagna o in una spedizione solitaria (o in qualche altro contesto), mi sembra un'idea degna di attenzione.

Non un'ipotesi, ma per lo meno un'idea, un'idea che in effetti come spesso è il caso, potrebbe essere almeno in parte verificata facendo le giuste analisi.

Prima di tutto, sarebbe opportuna un'analisi C14 per datare con precisione la mummia e escludere che possa in realtà essere più antica.

Secondo, ci vorrebbe un'analisi genetica (e visto che non è stata mummificata in maniera tradizionale è possibile che il DNA si sia conservato meglio che d'abitudine) per capire a quale gruppo etnico apparteneva il morto in questione: egizio? ittita? semita?

Terzo, sarebbe veramente opportuno fare un'analisi genetica della pelle della pecora. Studi di questo tipo sono stati fatti sui manoscritti bizantini, se ricordo bene, per determinare la provenienza della pergamena, e potrebbe essere fatta qui, confrontando il DNA della pelle con il DNA di capre moderne egizie e levantine (o meglio ancora con resti antichi di capre) per capire da dove veniva quella pelle e quindi dove è probabile che mummificazione sia stata eseguita. Una capra egizia sosterrebbe l'ipotesi di una morte in egitto (e quindi o uno straniero, o un egizio vittima di damnatio.. e qui l'importanza della seconda analisi), una capra straniera sosterrebbe l'idea di una morte all'estero.

Rispondere a queste tre domande potrebbe aiutare non poco a chiarire il mistero..
 
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view post Posted on 8/12/2011, 14:49
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Una serie di interessanti considerazioni, con cui, però, non sempre mi trovo concorde. Premesso che non mi intendo di Egizi (o almeno, non certo quanto te), ci sono alcune delle tue idee che mi suonano un po' strane (e su cui, magari, puoi darmi risposte più chiarificanti):

CITAZIONE (lama su @ 8/12/2011, 13:15) 
sinceramente, a me l'idea di una damnatio memoriae non convince un gran ché. Di fatto, l'unico vero elemento che sembra puntare alla damnatio è l'assenza di un nome sul sarcofago. Però come dive il nome stesso della mummia, unknown man E, questo non è l'unico corpo anonimo della cachette.
Ora, bisogna ricordarsi che questa mummia non viene da una sepoltura primaria, ma viene da una sepoltura secondaria, che per giunta è stata visitata da tombaroli vari prima di essere scoperta ufficialmente. Quindi se è certo possibile che il suo sarcofago sia stato lasciato volutamente senza nome, è anche possibile che l'assenza del nome sia in realtà dovuta a fattori secondari

Mi pare verosimile questa tua ipotesi di un 'cambio di cassa', per spiegare l'assenza del nome di questo individuo (che, come giustamente ricordavi, non è il solo a non essere identificabile con sicurezza). Ma come spiegare, per esempio, l'assenza degli amuleti protettivi?
A quanto ho capito, questo individuo non ne aveva con sé. Com'è possibile che i sacerdoti abbiano permesso che un membro della famiglia reale (ammesso - e non concesso - che fosse egiziano) sia stato sepolto senza le dovute protezioni? Conosci altri casi di mummie reali sepolte senza alcun amuleto (e che non avessero subìto alcuna sorta di damnatio)?

CITAZIONE (lama su @ 8/12/2011, 13:15) 
L'ipotesi a) seppur possibile, mi sembra presenti alcuni problemi. [...] Sappiamo che vi fu un principe ittita, ma nessuna fonte ci parla di un principe siro-palestinese, e se poteva essere accettabile per una regina egizia sposare un figlio del grande re di Hatti, mi sembra meno probabile che fosse anche pronta a sposare il figlio di un qualche sceicco o vassallo siro-palestinese.

E se si fosse trattato di un personaggio importante, di origine siro-palestinese (e magari anche vicino alla famiglia del faraone), morto accidentalmente durante una visita in Egitto?
Il dubbio mi viene ripensando al caso di un tumulo principesco del VI secolo a.C., sopravvissuto alla distruzione che investì le tombe aristocratiche di Atene, dopo la caduta della tirannide (e, per questo, trovato intonso da razzie e manomissioni). All'interno della tomba fu rinvenuto il corpo di un defunto, disteso su un letto sfarzoso, ma senza un corredo personale datante. L'ipotesi che oggi riscuote maggiore successo, se non ricordo male, dovrebbe essere proprio quella di un aristocratico ospite alla corte di Pisistrato, che, per ragioni a noi ignote, è morto ed è stato tumulato in una tomba principesca, ma senza i suoi averi.
Non potrebbe essere accaduto qualcosa di analogo per l'Unknown Man E (sepolto, magari, secondo l'uso egizio, ma anche nel rispetto delle pratiche della sua gente)?

CITAZIONE (lama su @ 8/12/2011, 13:15) 
L'ipotesi b) invece, sembra più interessante. Un egizio, un membro della famiglia reale, morto in terra straniera e portato a casa dopo essere stato sommariamente preparato sul posto.
[...] probabilmente dovevano arrangiarsi con quello che avevano, portando poi il corpo a casa (legandolo, o almeno legandogli gli arti e caricandolo su un mulo?). E quello che avevano poteva anche essere molto poco, soprattutto se la campagna era andata male [...] Quindi si potrebbe immaginare che l'unknown man E sia un principe morto in una campagna militare e preparato frettolosamente sul posto prima di essere riportato a casa.

Anche qui, ho un dubbio.
La mummia in questione aveva mani e piedi legati con pelle di pecora. Se gli arti sono stati legati, questo deve essere avvenuto prima della bendatura (perché, se non ho capito male, doveva avercela una bendatura). Quindi, a che scopo legargli mani e piedi, se tanto poi il corpo doveva essere bendato? Non credo che avrebbero mai trasportato il cadavere nudo di un principe, dalla Siria (o Palestina) fino in Egitto, legato per mani e piedi al corpo di un mulo.
Ma, soprattutto, se il corpo fu realmente portato in Egitto da fuori, perché mai i sacerdoti non si premurarono di togliergli i lacci? Forse perché era già bendato? Ma allora - di nuovo - quale scopo 'pratico' potevano avere quei lacci sugli arti (posti sotto le fasciature)?
 
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ouzo
view post Posted on 8/12/2011, 14:53




Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in questo documentario, che, avendo ospiti, non ho potuto seguire in ogni passaggio.
Ricordo tuttavia che tra le tre ipotesi proposte c'era quella di un alto funzionario egiziano che, morto lontano dalla patria, fu mummificato secondo usi diversi da quelli egiziani, come l'asciugatura con calce ed altre sostanze, lo svuotamento assolutamente completo con asportazione di tutti gli organi ( a differenza di quanto è stato riferito a Perseo, è evidenziato dalla T.A.C.), la posizione inconsueta, et caetera. L'analisi antropologica lo classifica come egiziano.
 
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view post Posted on 8/12/2011, 16:08
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CITAZIONE (ouzo @ 8/12/2011, 14:53) 
tra le tre ipotesi proposte c'era quella di un alto funzionario egiziano che, morto lontano dalla patria, fu mummificato secondo usi diversi da quelli egiziani, come l'asciugatura con calce ed altre sostanze, lo svuotamento assolutamente completo con asportazione di tutti gli organi ( a differenza di quanto è stato riferito a Perseo, è evidenziato dalla T.A.C.), la posizione inconsueta, et caetera. L'analisi antropologica lo classifica come egiziano.

Voglio precisare che la rimozione incompleta degli organi interni non è una mia affermazione; ho semplicemente riportato quanto asserito nell'articolo pubblicato sul sito di National Geographic:

CITAZIONE
Brier, a mummification expert, believes the Unknown Man E was mummified quickly because he did not have his brain or internal organs removed, nor was he completely dehydrated

Vorrei anche aggiungere alcune considerazioni, che mi sono tornate alla mente dopo aver inviato la prima risposta a Lama.
La possibilità che si tratti di uno straniero mi ha fatto tornare in mente un brano di Erodoto (II, 90, 1-2), che avevo letto quando cercavo notizie sui sarcofagi (nel testo non si parla di pelle di pecora o calce, ma è comunque interessante in sé):

CITAZIONE
Se poi un Egiziano o anche uno straniero riappare cadavere dopo esser stato rapito da un coccodrillo o dal fiume stesso, in quella città dove sia stato gettato a riva, i cittadini, dopo averlo imbalsamato e preparato per la sepoltura nel modo migliore, hanno l'assoluto dovere di seppellirlo in tombe sacre: non è neppure lecito che alcuno né dei parenti né degli amici lo tocchi, ma i sacerdoti del Nilo in persona lo seppelliscono con le loro mani, perché esso è considerato qualcosa di più di un cadavere umano.

In questo senso stavo anche ripensando all'impiego di calce, cioè per cercare di disidratare più velocemente un corpo che, ormai, poteva già presentare i primi segni di decomposizione (vuoi perché ripescato dal Nilo dopo giorni di ricerche, vuoi perché rientrato in patria dopo un lungo viaggio, e senza un'adeguata imbalsamazione).

Ricordo anche che, in uno dei siti che vi ho segnalato, si parlava anche di tracce di un intervento di circoncisione sul corpo della mummia - un dato che mi aveva inizialmente fatto pensare a un individuo di origine palestinese.
Ouzo ha però riportato la risposta delle analisi antropologiche effettuate sulla salma, secondo cui Unknown Man E sarebbe stato un egiziano (e ciò trova comunque riscontro nella pratica in uso presso gli Egizi, di circoncidere i giovani rampolli della casa reale e gli esponenti delle classi più agiate).
 
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lama su
view post Posted on 8/12/2011, 20:22




CITAZIONE (Perseo87 @ 8/12/2011, 14:49) 
Mi pare verosimile questa tua ipotesi di un 'cambio di cassa', per spiegare l'assenza del nome di questo individuo (che, come giustamente ricordavi, non è il solo a non essere identificabile con sicurezza). Ma come spiegare, per esempio, l'assenza degli amuleti protettivi?

la questione degli amuleti rientra secondo me più nel problema della forma inusuale di mummificazione, che non nel problema dell'assenza del nome. Due problemi che, preciso, potrebbero essere connessi (nel caso di una damnatio) o potrebbero non esserlo.

mi spiego: da un lato, se si tratta veramente di un egizio morto all'estero e mummificato alla bell'e meglio sul posto, l'assenza degli amuleti non solo non è sorprendente, ma anzi è più che ovvia. Gli amuleti erano prodotti in egitto (probabilmente nei templi) per essere usati in egitto, non erano prodotti di esportazione e di sicuro la gente non se li portava dietro in caso di una morte improvvisa (ammesso che potesse "comprarli" prima di morire, cosa che non so, ma dubito).

Se quindi uno moriva diciamo in siria, e veniva preparato sul posto (molto probabilmente non da sacerdoti egizi specializzati), è abbastanza logico che venisse mummificato senza amuleti per il semplice fatto che probabilmente non ce ne erano a portata di mano. E poi considera che una volta chiusa una mummia è chiusa, nessuno sa cosa c'è dentro, e quindi una volta tornato in egitto (dopo settimane se non mesi) non c'erano modi per sapere se avesse tutti gli amuleti o meno.

Il problema della perdita del nome potrebbe essere avvenuta, come per le altre mummie anonime della cachette, in un secondo momento, quando i sacerdoti hanno spostato le mummie, o chissà quando.

O magari potrebbe anche essere che i sacerdoti che hanno spostato le mummie nella cachette, rendendosi conto della stranezza del nostor amico E, e non riuscendo bene a capacitarsene, abbiano pensato che fosse meglio lasciarlo senza nome.

Di ipotesi possibili ce ne sono tante, e sinceramente non vedo come si possano escludere. Per questo trovo che sarebbe importante avere analisi più specifiche sul materiale che accompagna la mummia, e sulla pelle in particolare.

CITAZIONE (Perseo87 @ 8/12/2011, 14:49) 
La mummia in questione aveva mani e piedi legati con pelle di pecora. Se gli arti sono stati legati, questo deve essere avvenuto prima della bendatura (perché, se non ho capito male, doveva avercela una bendatura). Quindi, a che scopo legargli mani e piedi, se tanto poi il corpo doveva essere bendato? Non credo che avrebbero mai trasportato il cadavere nudo di un principe, dalla Siria (o Palestina) fino in Egitto, legato per mani e piedi al corpo di un mulo.

anche se bendato nel Levante, potrebbe essere stato trasportato prima di essere bendato (per esempio da un accampamento militare fino ad una città o un tempio della regione, dove praticare questa specie di mummificazione), oppure legare gli arti potrebbe aver fatto parte della parte semitica del rito (a cui poi si sono sovrapposte le bende del rito egizio).

Anche in questo caso, sarebbe interessante un'analisi sulle fasce che legavano gli arti, per capire da dove provengono. Se sono egizie, o levantine.

E sarebbe interessante analizzare anche le bende vere e proprie.

CITAZIONE (Perseo87 @ 8/12/2011, 14:49) 
E se si fosse trattato di un personaggio importante, di origine siro-palestinese (e magari anche vicino alla famiglia del faraone), morto accidentalmente durante una visita in Egitto?
Il dubbio mi viene ripensando al caso di un tumulo principesco del VI secolo a.C., sopravvissuto alla distruzione che investì le tombe aristocratiche di Atene, dopo la caduta della tirannide (e, per questo, trovato intonso da razzie e manomissioni). All'interno della tomba fu rinvenuto il corpo di un defunto, disteso su un letto sfarzoso, ma senza un corredo personale datante. L'ipotesi che oggi riscuote maggiore successo, se non ricordo male, dovrebbe essere proprio quella di un aristocratico ospite alla corte di Pisistrato, che, per ragioni a noi ignote, è morto ed è stato tumulato in una tomba principesca, ma senza i suoi averi.
Non potrebbe essere accaduto qualcosa di analogo per l'Unknown Man E (sepolto, magari, secondo l'uso egizio, ma anche nel rispetto delle pratiche della sua gente)?

Escludendo che si tratti della salma di Mosè.. :rolleyes:

in effetti è possibile che ci fossero dei semiti fra gli alti ranghi della gerarchia reale. Un esempio sembra essere Aperel (o Aper-el come lo scrivono alcuni), vizir di Akhenaton il cui nome sembra di origine semitica. Di sicuro però non è lui il nostro misterioso amico E, in quanto Aper-El e tutta la sua famiglia sono stati trovati tranquilli al loro posto nelal loro tomba..

Cmq i dati antropologici riportati da ouzo dicono che era egizio, quindi pare che il problema non si ponga..
 
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view post Posted on 9/12/2011, 00:24
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CITAZIONE (lama su @ 8/12/2011, 20:22) 
da un lato, se si tratta veramente di un egizio morto all'estero e mummificato alla bell'e meglio sul posto, l'assenza degli amuleti non solo non è sorprendente, ma anzi è più che ovvia. Gli amuleti erano prodotti in egitto (probabilmente nei templi) per essere usati in egitto, non erano prodotti di esportazione e di sicuro la gente non se li portava dietro in caso di una morte improvvisa (ammesso che potesse "comprarli" prima di morire, cosa che non so, ma dubito).

Se quindi uno moriva diciamo in siria, e veniva preparato sul posto (molto probabilmente non da sacerdoti egizi specializzati), è abbastanza logico che venisse mummificato senza amuleti per il semplice fatto che probabilmente non ce ne erano a portata di mano.

Mi pare incredibile (non nel senso che non credo a ciò che dici, solo che mi sembra assurdo): cioè, questi credevano che gli amuleti proteggessero l'anima nel viaggio verso l'Aldilà. Poi partivano per la guerra - consci che avrebbero potuto morire in battaglia, lontano dalla loro patria - e non se ne portavano neppure qualcuno dietro, così da farli inserire fra le proprie bende, nel caso fossero stati uccisi? Se erano così importanti, mi sembrerebbe una dimenticanza di non poco conto.
 
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51 replies since 4/12/2011, 14:44   1397 views
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