Ostraka - Forum di archeologia

La donna nell'antica Grecia, due reperti su cui riflettere

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Perseo87
view post Posted on 8/12/2011, 22:47 by: Perseo87
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E' comunemente diffusa l'opinione secondo cui, nell'antica Grecia, la donna era tristemente condannata alla completa esclusione dalla vita sociale, privata di ogni diritto e di ogni libertà personale, e relegata a una vita di completa sottomissione, dentro le mura domestiche. Anche una rapida consultazione di Wikipedia non sembra gettare maggiore luce sulla questione: http://it.wikipedia.org/wiki/Condizione_fe...#Grecia_arcaica.
Come ho avuto occasione di ribadire più volte (sia in questo forum che altrove), però, io non sento di concordare totalmente con questo tipo di visione (che, personalmente, ritengo un po' troppo 'atenocentrica'): purtroppo, noto che, quando si parla di 'antica Grecia', si tende spesso a generalizzare (molto più di quanto non si faccia per la società romana), finendo per ridurre - talvolta in maniera eccessivamente semplicistica - le varie e complesse sfaccettature di questa civiltà a un mero stereotipo attico.

Un articolo comparso su una rivista archeologica (di recente edizione) mi ha fornito, in questi giorni, lo spunto per una discussione su questo tema così controverso, intorno al quale mi piacerebbe intavolare con voi un piccolo dibattito.
In particolare, segnalo due reperti su cui vorrei brevemente riflettere:

1) www.mlahanas.de/Greeks/Olympia/KyniskaSpartaBase.jpg.
La foto in link mostra la base di un monumento proveniente da Olimpia, dedicato dalla giovane principessa Cinisca, figlia del re di Sparta Archidamo e sorella di Agide II e Agesilao II. Il testo ci appare sorprendente:

CITAZIONE
Mio padre e i miei fratelli (sono) re di Sparta: Cinisca, avendo vinto con il carro dei veloci cavalli, eresse questa immagine: dico che io sola tra le donne di tutta la Grecia ottenni questa corona.

La giovane principessa aveva infatti vinto le gare di corsa con il carro in due occasioni (nel 396 e nel 392 a.C.). Pausania riporta una descrizione dei donari dedicati da Cinisca (Periegesi della Grecia, V, 12.5 e VI, 1.6), uno collocato nel pronao del tempio di Zeus e l'altro di fronte alla statua di Troilo: quest'ultimo consisteva in una base di marmo, che sorreggeva una quadriga bronzea, su cui stavano in piedi le statue dell'auriga e della stessa Cinisca.
Cinisca, in verità, non gareggiò mai in prima persona, ma risultò comunque vincitrice (venendo effigiata nel monumento), in quanto, nelle gare olimpiche di corsa dei carri, la vittoria non veniva assegnata all'auriga, bensì al proprietario dei cavalli. Nei pressi di Planistas, le fu addirittura dedicato un heroon e, in seguito, molte altre donne presero parte alle corse di cavalli (anche se non raggiunsero mai la sua fama).

Il caso di Cinisca può essere interpretato, in un certo senso, come una mera esibizione di status sociale; ma questo dato tradisce, a mio avviso, anche la straordinaria possibilità che alcune donne spartane (ovviamente, appartenenti a classi agiate) avevano, non solo di gestire parte dei propri averi, ma addirittura di utilizzarli per poter 'emergere' all'interno della loro stessa polis.

2) www.flickr.com/photos/l-dogg/5037453874/.
In questa pagina, invece, potete vedere una foto della 'Grande Legge di Gortyna', una delle più estese epigrafi greche a noi note, scoperta negli anni '80 del XIX secolo da Federico Halbherr (fondatore della Missione Archeologica Italiana a Creta). L'epigrafe, datata generalmente agli inizi del V secolo a.C., si occupa di questioni di diritto di famiglia e patrimoniale.
Per quanto riguarda la figura della donna, il diritto gortino garantiva tutta una serie di privilegi, impensabili per la coeva società ateniese: in questa città, infatti, essa poteva possedere beni propri e disporne liberamente. In caso di processo, non era costretta a presentarsi in tribunale accompagnata da un tutore. Poteva, inoltre, prendere parte all'eredità paterna (proprio come i suoi fratelli maschi) e possedeva facoltà decisionali anche riguardo al proprio matrimonio (come, ad esempio, in materia di divorzio).

Con questi due esempi, ho cercato di porre l'attenzione su alcuni aspetti della condizione della donna, all'interno di due famose capitali greche, geograficamente e culturalmente distanti da Atene (Sparta, in Laconia, e Gortyna, a Creta). L'analisi delle fonti epigrafiche e storiografiche, in questo senso, ci permette di delineare una concezione un po' più variegata della donna, nella Grecia del V/IV secolo a.C., a dispetto della forte misoginia emergente dai testi di autori come Aristotele (ma senza voler negare, ovviamente, con questo, una certa tendenza 'maschilista' di fondo, tipica di tutto il mondo ellenico).
 
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29 replies since 8/12/2011, 22:47   6676 views
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