CITAZIONE (Belisarius @ 9/3/2020, 11:00)
per la datazione di una scultura od iscrizione sulla stessa, penso si analizzi anche il luogo dove questa è stata rinvenuta, no?
Certo, anche di questo si deve tener conto... ammesso però che sia noto
Non ho menzionato, per esempio, nemmeno i dati stratigrafici, che parimenti possono apportare informazioni utili per lo studio archeologico del reperto, ma considera che, per esempio, per la maggior parte delle sculture facenti parte di collezioni antiche la provenienza è spesso pressoché ignota (oppure solo genericamente indicata), perché magari non registrata all'epoca della scoperta. Lo stesso può valere anche per epoche più vicine a noi, nel caso di opere recuperate nel corso di scavi clandestini e finite poi sul mercato antiquario. Inoltre, il fatto di conoscere il luogo di rinvenimento di una scultura può non essere necessariamente di aiuto nel determinare il suo contesto di impiego originario, in quanto, anche in antico, le opere potevano essere decontestualizzate e reimpiegate.
Nelle collezioni dei musei di Roma, ad esempio, ci sono diverse sculture in marmo, che provengono da scavi urbani ma che, per stile e iconografia, sono state identificate con buona probabilità come prodotti greci o magnogreci, forse razziati dai Romani e portati a Roma già in epoca antica (di solito per decorare ville e giardini privati). Un esempio famosissimo ce l'hai in questa scultura di Niobide morente, recuperata dall'area degli
Horti Sallustiani di Roma, eppure riconosciuta come un originale greco (o magnogreco) della seconda metà del V secolo a.C.:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...mo_Inv72274.jpg.
Una bella sintesi delle sculture greche e magnogreche di VI-IV secolo a.C. trovate reimpiegate a Roma puoi trovarla qui:
https://www.academia.edu/4817943/Sculture_...osta_di_sintesi.
Anche l'epigrafia, come dicevo, può essere molto importante, tenendo però sempre ben presente che un'iscrizione si può anche apporre in un secondo momento su un'opera più antica, perché magari la si vuole reinterpretare o riutilizzare con un significato differente.
L'esempio che mi viene in mente è quello di una stele funeraria greca in marmo che ho visto proprio questa estate a Lemno, nel piccolo museo archeologico di Myrina: il manufatto mostrava un'iconografia chiaramente attica e d'epoca classica, ma nell'iscrizione si leggeva KAΛΛINIKE TITOY ΣEPOYIΛIOY, ossia "Kallinike (figlia) di Tito Servilio" (un nome non proprio greco d'età classica!), che indicava che la stele funeraria era stata usurpata in epoca romana, e ridedicata a un'altra defunta. Quindi occorre fare sempre molta attenzione, perché talvolta può anche accadere che una scultura in marmo non abbia la stessa datazione dell'epigrafe che la decora.