Ostraka - Forum di archeologia

La stele di Tel Dan, discussione sull'autenticità

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view post Posted on 9/3/2020, 10:47
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CITAZIONE (Perseo87 @ 9/3/2020, 10:40) 
Non so se tu ti riferisca a questo: www.uniss.it/cesar/strumentazioni/...il-metodo-della.

Credo fosse proprio quello che citi.
 
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Belisarius
view post Posted on 9/3/2020, 11:00




per la datazione di una scultura od iscrizione sulla stessa, penso si analizzi anche il luogo dove questa è stata rinvenuta, no?
 
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view post Posted on 9/3/2020, 11:42
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Belisarius @ 9/3/2020, 11:00) 
per la datazione di una scultura od iscrizione sulla stessa, penso si analizzi anche il luogo dove questa è stata rinvenuta, no?

Certo, anche di questo si deve tener conto... ammesso però che sia noto ;)

Non ho menzionato, per esempio, nemmeno i dati stratigrafici, che parimenti possono apportare informazioni utili per lo studio archeologico del reperto, ma considera che, per esempio, per la maggior parte delle sculture facenti parte di collezioni antiche la provenienza è spesso pressoché ignota (oppure solo genericamente indicata), perché magari non registrata all'epoca della scoperta. Lo stesso può valere anche per epoche più vicine a noi, nel caso di opere recuperate nel corso di scavi clandestini e finite poi sul mercato antiquario. Inoltre, il fatto di conoscere il luogo di rinvenimento di una scultura può non essere necessariamente di aiuto nel determinare il suo contesto di impiego originario, in quanto, anche in antico, le opere potevano essere decontestualizzate e reimpiegate.
Nelle collezioni dei musei di Roma, ad esempio, ci sono diverse sculture in marmo, che provengono da scavi urbani ma che, per stile e iconografia, sono state identificate con buona probabilità come prodotti greci o magnogreci, forse razziati dai Romani e portati a Roma già in epoca antica (di solito per decorare ville e giardini privati). Un esempio famosissimo ce l'hai in questa scultura di Niobide morente, recuperata dall'area degli Horti Sallustiani di Roma, eppure riconosciuta come un originale greco (o magnogreco) della seconda metà del V secolo a.C.: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...mo_Inv72274.jpg.

Una bella sintesi delle sculture greche e magnogreche di VI-IV secolo a.C. trovate reimpiegate a Roma puoi trovarla qui: https://www.academia.edu/4817943/Sculture_...osta_di_sintesi.

Anche l'epigrafia, come dicevo, può essere molto importante, tenendo però sempre ben presente che un'iscrizione si può anche apporre in un secondo momento su un'opera più antica, perché magari la si vuole reinterpretare o riutilizzare con un significato differente.
L'esempio che mi viene in mente è quello di una stele funeraria greca in marmo che ho visto proprio questa estate a Lemno, nel piccolo museo archeologico di Myrina: il manufatto mostrava un'iconografia chiaramente attica e d'epoca classica, ma nell'iscrizione si leggeva KAΛΛINIKE TITOY ΣEPOYIΛIOY, ossia "Kallinike (figlia) di Tito Servilio" (un nome non proprio greco d'età classica!), che indicava che la stele funeraria era stata usurpata in epoca romana, e ridedicata a un'altra defunta. Quindi occorre fare sempre molta attenzione, perché talvolta può anche accadere che una scultura in marmo non abbia la stessa datazione dell'epigrafe che la decora.
 
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Belisarius
view post Posted on 9/3/2020, 11:46




l'archeologo, o comunque chi si occupa in seno all'archeologia di datare le epigrafi (non so se vi sia una specializzazione) è preparato a riconoscerne i falsi?
 
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view post Posted on 9/3/2020, 13:59
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Belisarius @ 9/3/2020, 11:46) 
l'archeologo, o comunque chi si occupa in seno all'archeologia di datare le epigrafi (non so se vi sia una specializzazione) è preparato a riconoscerne i falsi?

Esiste la figura dell'epigrafista (con una formazione a cavallo fra filologia e archeologia), che si occupa di studiare, tradurre e datare le epigrafi antiche, distinguendo fra quelle originali e quelle eventualmente false. Anche all'interno del CIL (il Corpus Inscriptionum Latinarum, ossia la raccolta di tutte le iscrizioni note per il mondo romano) sono illustrate le epigrafi falsae vel alienae: con falsae si intendono le iscrizioni pseudo-antiche, realizzate di solito in età moderna, su un supporto lapideo, oppure note solo da trascrizione su carta; alienae sono invece tutte iscrizioni magari autentiche, ma rinvenute fuori dal loro originario territorio di appartenenza.

Di solito i falsi epigrafici sono stati realizzati nei secoli passati, per ragioni che spesso potremmo definire "politiche" (ma non solo), come per esempio nobilitare la storia di un luogo, oppure avvalorare una certa tradizione locale. Anche qui molto sta all'abilità del falsario lapicida, perché all'occhio dell'epigrafista di solito qualcosa che non quadra prima o poi salta (dalla semplice analisi paleografica a valutazioni sul tipo e sul contenuto dell'iscrizione, sulla modalità di realizzazione, sulla storia della scoperta o ancora sul luogo del rinvenimento).
 
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19 replies since 28/1/2012, 22:50   918 views
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