CITAZIONE (giorgiodieffe @ 3/3/2012, 19:48)
I canidi non sono ritratti in modo molto differente in una figurina di terracotta (VI sec a.C) da Tanagra, Beozia, Grecia.
Ho dato un'occhiata alle terrecotte dalla Beozia che hai segnalato, Giorgio, ma le protomi sul calderone mi sembrano un po' più elaborate. Personalmente, se dovessi cercare un confronto, sarei più propenso a proporlo, per esempio, con la statua marmorea di una cagna da caccia recuperata sull'acropoli di Atene, nei pressi del Brauronion:
www.grisel.net/images/greece/MarbleDog.JPG. Purtroppo, il segugio manca delle orecchie, ma sono presenti il muso affusolato, il labbro leggermente rialzato agli angoli e l'occhio vagamente 'triste'. La datazione della statua (530-20 a.C.) potrebbe tornare, se pensassimo a una protome arcaica.
Ovviamente, neppure io posso essere pienamente sicuro dell'autenticità del pezzo (né, tantomeno, della sua assegnazione al periodo arcaico).
Fra l'altro, questo tipo di raffigurazione del cane ritorna, con tratti affini, anche per epoche successive. Qui, per esempio, avete un rhyton attribuito a Brygos (510-470 a.C. circa), proveniente da Aleria:
www.paolocodazzi.it/public/foto/aleria1.jpg. Il muso del cane è leggermente più compatto di quello della cagna di Atene, e ha le orecchie piegate indietro (come le cagne sul calderone). Qui, invece, avete un altro rhyton, di produzione apula, della fine del IV secolo a.C., non dissimile dai casi precedenti (anche se questa protome, forse, doveva avere le orecchie dritte):
www.huntsearch.gla.ac.uk/archimages/D97b.jpg.
CITAZIONE (IunoMoneta @ 4/3/2012, 11:42)
Per avere qualche elemento in più bisognerebbe vedere il pezzo nella sua interezza e capire da dove viene. Ragionare su un solo particolare è spesso fuorviante perchè sul singolo elemento potrebbero rinvenirsi innumerevoli confronti di ambiti cronologici e culturali diversi.
Questo è ovvio: un'unica parte difficilmente ci permettebbe di formulare un giudizio attendibile.
CITAZIONE (leda77 @ 4/3/2012, 11:30)
Credo che Moneta abbia ragione ad avere dubbi sulla autenticità, già la datazione al tardo bronzo fa pensare male.
Infatti, avevo notato anch'io la stranezza di una datazione al TB...
Forse, potrebbe essersi sbagliata la scrittrice, nel riportare la datazione. Non so, mi pare strano che un reperto come questo possa essere assegnato all'età del Bronzo (qualunque studioso capirebbe che l'applique in questione non è neppure lontanamente assimilabile all'arte di un periodo così antico).
CITAZIONE (IunoMoneta @ 4/3/2012, 09:31)
E' solo una impressione, certo parziale visto che non conosco l'intero pezzo. Ma mi sembra un pastiche di elementi presi da epoche e stili differenti. Vedi, ad esempio, la testa di uccello con cui termina l'ansa e che non va per nulla d'accordo con la protome femminile (per la quale, per altro, più che rimandi al mondo greco vedo delle similitudini con alcune maschere teatrali di età romana).
Potresti riportare qualche esempio?
Te lo chiedo perché, per quella che è la mia (sicuramente poca) esperienza, non solo la capigliatura mi ricorda esemplari scultorei greci di VII-VI secolo a.C., ma anche perché non ho presenti maschere teatrali romane con questi tratti. Inoltre, a quanto sapevo, solitamente, le maschere teatrali avevano la bocca aperta, e configurata in modo tale da amplificare la voce dell'attore (un po' come un rudimentale megafono); questa faccia, invece, ha la bocca chusa.