Sono da poco rientrato da una settimana di trekking sulle pendici della costiera amalfitana.
Il gruppo di cui facevo parte era un po' particolare, avendo ricevuto un invito ufficiale delle rappresentanze degli operatori turistici locali al fine di promuovere il turismo escursionistico. Ragion per cui ci è stata concessa l'opportunità di visitare alcuni luoghi ancora non accessibili al pubblico.
In particolare, l'organizzatore ha ottenuto il permesso dalla soprintendenza locale per farci visitare alcune antiche chiese, chiuse al pubblico perchè ancora in fase di restauro.
Nella chiesa di S.Giovanni del Toro a Ravello ho potuto notare un particolare che mi ha ricordato alcune chiese del pisano, in particolare la basilica di San Piero a Grado (Pisa).
Nello stesso tempo, mi sono ricordato di un accenno in merito fatto nel corso di una discussione del forum.
La chiesa di S.Giovanni del Toro è la tipica chiesa amalfitana del X-XII sec., molto simile come architettura e decorazione degli interni al Duomo di Ravello, anche se più semplice di quest'ultimo.
L'interno è a 3 navate, che in origine dovevano essere affrescate ma oggi si presentano spoglie e terminano in una scalinata salendo la quale si accede al presbiterio e all'altare.
Sulla navata centrale, addossato al pilastro che la separa dalla navata di destra e di fianco alla scalinata centrale, si erge uno splendido ambone, in marmo bianco intarsiato, poggiante su colonne e aggettante sulla navata centrale (questa e le 6 seguenti sono foto scattate da me)
http://yfrog.com/77dscf1398djLe due lastre quadrate di marmo che si trovano ai lati degli scalini di accesso all'ambone, oltre all'intarsio presentano nove coppelle nelle quali sono incassati altrettanti bacini in maiolica invetriata provenienti dall'Egitto e dal Vicino Oriente, datati attorno al XII sec.
Nella foto di cui sopra, si notano i 4 bacini incassati sulla lastra del lato dx dell'ambone, visibili parzialmente anche qui
http://yfrog.com/0jdscf1384nhj, mentre qui si vedono i 5 incassati nella lastra del lato sx
http://yfrog.com/jtdscf1386kjQui di seguito le foto di 4 di essi
http://yfrog.com/jjdscf1396xjhttp://yfrog.com/gidscf1397ajhttp://yfrog.com/0rdscf1395ojhttp://yfrog.com/j5dscf1387qjIn particolare, il bacino della quarta foto presenta una iscrizione in caratteri cufici (o higiazeni, secondo le più moderne preferenze) che si leggerebbe 'baraka', ossia 'benedizione' (uso il condizionale perchè non conosco l'arabo, tantomeno i caratteri utilizzati e quindi non sono in grado di leggere e tradurre l'iscrizione).
Anche il bacino della terza foto presenta una scritta nei medesimi caratteri, ma sembra non interpretabile a causa della sua incompletezza.
Nelle chiese romaniche della costa tirrenica si vedono molti esempi di bacini maiolicati di produzione vicino-orientale o egiziana. Come ho accennato sopra, gli esempi più numerosi si riscontrano nelle chiese del pisano, dove si contano 631 bacini superstiti murati sulle pareti esterne di 26 diverse chiese (in origine, dovevano essere più del triplo).
In tempi recenti, sono stati tutti rimossi e sostituiti con copie, gli originali sono stati raccolti nel Museo di San Matteo a Pisa.
Il gruppo più numeroso viene dalla Basilica di San Piero a Grado, che in origine ne contava ben 220.
Qui di seguito, vediamo alcune copie fotografate nella collocazione originaria
www.luoghimisteriosi.it/toscana/PISA/grado/banda05.jpghttp://www.luoghimisteriosi.it/toscana/PIS...%20(Custom).jpghttp://www.luoghimisteriosi.it/toscana/PIS...f%20(WinCE).jpghttp://www.luoghimisteriosi.it/toscana/PIS...%20(Custom).jpgVisitai San Piero a Grado ben 40 anni fa, nel corso di una gita scolastica.
Al tempo, la vista dei bacini non suscitò in me particolare curiosità, mentre mi sono tornati subito alla mente vedendo quelli di San Giovanni del Toro.
Ho quindi cercato di capire come mai oggetti di produzione così chiaramente ispirata all'Islam fossero presenti nelle chiese romaniche di quelle zone.
Il comune di Pisa ha pubblicato questo catalogo dei bacini ricoverati nel Museo di San Matteo
www.comune.pisa.it/museo/Inoplug-in/DOC/cne-007/swish.idx(le illustrazioni richiedono l'attivazione di Javascript e di AdobeShockwave, come si legge qui
www.comune.pisa.it/museo/).
Nel testo del catalogo è scritto che
CITAZIONE
L'impiego di ceramiche riccamente ornate e a vari colori sulle murature aveva senza dubbio lo scopo di creare particolari effetti cromatici
E' necessario tenere conto del fatto che la maiolica invetriata cominciò ad essere prodotta in Italia solo dopo il X sec., in Sicilia a seguito della conquista islamica avvenuta nel 902. Probabilmente, la produzione e l'uso di simili manufatti non si diffuse più a nord prima del XII sec., nei territori appena oltre lo Stretto di Messina e raggiunse l'Italia centrale solo verso il XIV sec. (vedi in breve
www.archeogr.unisi.it/CCGBA/laboratori/lam/immagini/am6.pdf).
All'epoca della costruzione di queste chiese, quindi, non era disponibile materiale simile di produzione locale. Inserire nelle murature oggetti così brillanti e così duraturi dovette sembrare in effetti un espediente efficace per creare piacevoli effetti cromatici durevoli nel tempo.
Ma questa spiegazione secondo me non è soddisfacente.
Mi vengono in mente due domande: perchè nelle chiese? (non mi è noto il caso di palazzi della stessa epoca similmente decorati) e perchè nell'interno e in un paramento così significativo e visibile come l'ambone, almeno per il caso di San Giovanni del Toro?
Chi ci accompagnò in questa chiesa è una delle autrici dei restauri in corso e ci dette questa spiegazione: sarebbero state inserite in quel luogo per volontà di attestare i rapporti esistenti tra Amalfi e i paesi islamici del Vicino Oriente.
Quindi, mi par di capire, non solo la soddisfazione di una esigenza estetica ma anche l'affermazione, la testimonianza della volontà di una politica commerciale, testimonianza rafforzata dal fatto di aver dato spazio in un luogo sacro ai rapporti con 'il diverso'.
Qualcuno ha altre notizie in merito?
Risponde al vero che il testo presente sul bacino della terza mia foto è incompleto e non interpretabile?