Ostraka - Forum di archeologia

Antirodi, il Bruchion e la Biblioteca, (annessi e limiti della reggia di Alessandria)

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icon14  view post Posted on 10/3/2012, 19:15
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Vi propongo una serie di miei personali dubbi, che da tempo sto cercando di sciogliere, riguardo alla topografia di Alessandria d'Egitto (e, in particolare, alla delimitazione e definizione dell'area occupata dalla reggia dei Tolomei).

Tutto è cominciato quando mi sono messo a raccogliere informazioni in merito alla famosa Biblioteca di Alessandria. Secondo quanto sapevo, il Museion e la Grande Biblioteca - così denominata per distinguerla da quella 'minore', ospitata all'interno del Serapeo - erano strutture connesse direttamente con il palazzo dei Tolomei.
Questa informazione si ritrova anche in Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Biblioteca_di_Alessandria. In particolare, nel primo paragrafo, potete leggere che:

CITAZIONE
Al tempo di Tolomeo III dovevano esistere già due biblioteche: la più grande, all'interno del palazzo reale, era adibita alla consultazione da parte degli studiosi del Museo, mentre la seconda, più piccola e destinata alla pubblica lettura, si trovava all'esterno della corte, nel tempio di Serapide, il "Serapeum".

In diverse cartine ricostruttive che ho trovato in rete, però, la Grande Biblioteca e il Museion non sembrano essere propriamente collocati all'interno del palazzo reale (né in diretta connessione con esso). Qui ve ne lascio una che mi è parsa abbastanza completa: www.esotericquest.org/egypt/wp-cont...010/12/map3.jpg. Il palazzo dei Tolomei è indicato nella zona del Bruchion (o Broucheion), in prossimità del promontorio di Antirodi (che oggi non è più visibile, in quanto dovrebbe essersi inabissato per subsidenza).

Come conciliare questi dati contraddittori? Forse il palazzo dei Tolomei era molto più grande di quanto indicato nella cartina?
La seconda domanda mi viene, in particolare, da quell'edificio che la carta chiama 'Hadrian's palace' (il palazzo di Adriano) e dai 'public gardens' (giardini pubblici): da un lato, infatti, mi chiedo se Adriano non possa aver riutilizzato una parte dell'antico palazzo dei Tolomei, adibendola a sua personale dimora; dall'altro, poi, mi chiedo se quei 'giardini pubblici', in realtà, non possano essere proprio i famosi giardini reali di Alessandria, che, in certe occasioni (come le Adonie, se non ricordo male), venivano aperti anche ai cittadini e ai visitatori.
A questo, si aggiunga la testimonianza di Strabone (XVII, 1.8), che poneva il 'sema' - o soma (e cioè, la tomba) - di Alessandro Magno nelle vicinanze dei quartieri reali (nella cartina, come vedete, il sema si trova proprio a Sud del palazzo di Adriano, e non troppo distante dal complesso della Biblioteca-Museion).

Da questo mio ipotetico (e incerto) ragionamento, sembrerebbe emergere, per Alessandria, l'immagine di una struttura palatina assai ampia nel suo insieme. E questa ricostruzione, fra l'altro, si concilierebbe con quanto ricordo di aver letto tempo fa (ahimé, non so più dirvi, però, dove di preciso!), e cioè che il palazzo dei Tolomei, nella sua interezza, doveva occupare quasi un quarto dell'intera città di Alessandria...

A partire da questi dati, secondo voi, quali potrebbero essere i confini individuabili per delimitare l'antica reggia dei Tolomei? Considerando che la reggia si trovava nel quartiere denominato Bruchion, si deve ritenere che esso fosse molto più esteso, rispetto a quanto indicato nella cartina (o, forse, è più logico pensare che solo la parte più importante del palazzo si trovasse in questo quartiere, di fronte al promontorio di Antirodi)?
 
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view post Posted on 11/3/2012, 14:58
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Perseo87 @ 10/3/2012, 19:15) 
E questa ricostruzione, fra l'altro, si concilierebbe con quanto ricordo di aver letto tempo fa (ahimé, non so più dirvi, però, dove di preciso!), e cioè che il palazzo dei Tolomei, nella sua interezza, doveva occupare quasi un quarto dell'intera città di Alessandria...

Ho ritrovato il punto esatto del testo a cui avevo accennato!
Si tratta del famoso saggio di Manfredi, 'La tomba di Alessandro. L'enigma' (ed. Mondadori, 2009). A p. 96, l'autore riporta un estratto dall'opera di Strabone:

CITAZIONE
Strabone, nella sua bellissima descrizione di Alessandria, poche righe prima dice: ... e la città contiene splendide aree pubbliche e anche i palazzi reali che occupano un quarto o forse addirittura un terzo dell'intera estensione urbana perché ognuno dei re per amore di splendore ha voluto aggiungere altri ornamenti ai pubblici momumenti e anche ha voluto dedicarsi a proprie spese a costruire una residenza in aggiunta a quelle già esistenti... tutte comunque sono collegate l'una all'altra e anche con il porto. Anche il Museo è parte dei palazzi reali... anche il sema, come viene chiamato, è una parte dei palazzi reali ed è il recinto in cui c'erano le tombe dei re e quella di Alessandro.

Le novità, però, non finiscono qui...
Infatti, mentre mi riguardavo le tavole grafiche inserite nel saggio, ho notato una cartina ricostruttiva che, forse, la prima volta, non avevo analizzato con la dovuta attenzione (e per cui, fino a ora, in rete, non avevo trovato confronti). Si tratta della ricostruzione dell'antica città di Alessandria proposta da Achille Adriani (ed edita, presumo, nel 2000, all'interno del suo studio: 'La tomba di Alessandro. Realtà, ipotesi e fantasie').
In questa cartina, il quartiere Bruchium viene collocato, in via ipotetica (come parrebbe indicare il '?', postogli di seguito), all'incirca nell'area in cui si trovano il palazzo di Adriano, il Cesareo e il teatro. Il quartiere a Est del Bruchium viene contrassegnato con una scritta a caratteri più grandi: 'Regia'.

Mi stavo chiedendo, dunque, se i limiti del palazzo reale - o meglio (se vogliamo affidarci a Strabone), del 'complesso di palazzi reali' - non possano essere individuabili a partire dalla posizione delle maggiori arterie stradali di Alessandria: prendendo come limite settentrionale dei quartieri reali la linea di costa, con i promontori di Antirodi e Lochias, si potrebbe forse individuare il limite meridionale nella grande Via Canopica (che tagliava in due la città, da Est a Ovest), mentre i confini orientale e occidentale potrebbero combaciare, approssimativamente, con il Boulevard Argeus (lato Est) e il Boulevard Aspendia (lato Ovest).
L'unico dubbio mi resta per quanto concerne il sema di Alessandro, che sembrerebbe trovarsi sul lato meridionale della Via Canopica - e, quindi, non in connessione con i quartieri reali (come riportato, invece, da Strabone).
 
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view post Posted on 11/3/2012, 15:21
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Tanto per rendere la cosa ancor più complessa non dimentichiamo che una buona partedell'antica città di Alessandria si trova ora sommersa. nel volume "Ägypten versunkene Schätze" (I tesori sommersi dell'Egitto), catalogo di una mostra tenutasi tra l'altro a Berlino nel 2006 in cui venivano presentate le esplorazionie gli scavi effettuati da Frank Goddio, vi è a pag. 82 una cartina in cui vengono mostrate le zone ora sommerse, tra cui quella del palazzo reale; inoltre la città moderna è costruita su quella antica, il che non semplificacertamente le ricerche. Sempre nello stesso volume ed alla stessa pagina vi è riprodotta la cartina del grande porto di Alessandria eseguita nel 1866 secondo i testi antichi da Mahamoud Bey El Falaki su richiesta di Napoleone III. Putrtroppo la biblioteca non è segnalata.
 
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view post Posted on 11/3/2012, 18:32
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (dceg @ 11/3/2012, 15:21) 
Tanto per rendere la cosa ancor più complessa non dimentichiamo che una buona partedell'antica città di Alessandria si trova ora sommersa.

Sì, infatti, come dicevo prima, buona parte della costa meridionale del cd. 'Porto Grande' (quello a destra dell'Eptastadio) è finita in fondo al mare, per un fenomeno di subsidenza naturale.
Ricordo, fra l'altro, di aver letto un interessante articoletto, tempo fa (mi pare fosse su un vecchio numero di Archeologia Viva), in cui un famoso studioso parlava dei resti archeologici sommersi di Alessandria, sostenendo che, con il tempo, la città avesse finito per sprofondare a causa della sua stessa ricchezza. I Tolomei, infatti, non si risparmiarono nel dotarla di spettacolari regge, templi, statue e monumenti, ma non tennero conto della natura del suolo su cui sorgeva la loro città (siamo nella zona del delta, dove il terreno è perlopiù di tipo sedimentario). Con il passare del tempo, quindi, la terra ha continuato a compattarsi, sotto il peso degli edifici, finendo lentamente per inabissarsi.

Partendo da quanto riportato da Strabone, però, mi chiedevo se, in realtà, quella che viene spesso definita come la 'reggia' dei Tolomei (e che, oggi, giace sul fondale del porto di Alessandria), in realtà, non fosse che il nucleo originario del palazzo reale (o la 'parte storica', se preferite). Probabilmente, è lì che i primi Tolomei stabilirono la loro dimora; ma, se è vero che ognuno di questi sovrani volle aggiungere al palazzo una nuova ala, collegata direttamente a quelle già esistenti (fino al punto di arrivare a occupare da 1/4 a 1/3 dell'intera superficie di Alessandria), è probabile che il palazzo reale fosse molto più esteso di come alcune cartine ce lo tramandano.
Certo, difficilmente potremo avere dati sicuri, circa i suoi effettivi limiti (contate che, all'epoca delle guerre con la regina Zenobia di Palmira, per ordine dell'imperatore Aureliano, il quartiere del Bruchion fu completamente raso al suolo...).
 
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*Gibo*
view post Posted on 12/3/2012, 11:16




Non so se sia stato già citato, però potresti trovare qualche interessante spunto in "la Biblioteca Scomparsa" di Luciano Canfora, mi pare di ricordare che l'autore avesse discusso nel testo sia la conformazione che la localizzazione del monumento alla luce delle fonti. Comunque una lettura veloce e interessante.
 
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view post Posted on 12/3/2012, 14:44
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (*Gibo* @ 12/3/2012, 11:16) 
Non so se sia stato già citato, però potresti trovare qualche interessante spunto in "la Biblioteca Scomparsa" di Luciano Canfora, mi pare di ricordare che l'autore avesse discusso nel testo sia la conformazione che la localizzazione del monumento alla luce delle fonti. Comunque una lettura veloce e interessante.

Il libro di Canfora ce l'ho qui a casa (e, fra l'altro, l'avevo già letto).
Quando lo acquistai, però, non ero ancora molto interessato a questioni di topografia alessandrina. Ricordo che Canfora proponeva un interessante parallelo fra la Grande Biblioteca dei Tolomei e la biblioteca di Ramesse II (conservata all'interno del suo Ramesseo, a Tebe). Più precisamente, Canfora ritiene che la Grande Biblioteca non fosse un edificio a sé stante, ma che si trovasse all'interno del Museion (quello che lui chiama suggestivamente 'la gabbia delle Muse').

Rileggendo alcuni estratti, ho notato che era proprio in questo saggio che avevo trovato l'accenno alle feste di Adone (Adonie), durante le quali alcune parti del palazzo e dei giardini reali venivano aperte ai visitatori della città. Si parla anche della progressiva espansione degli ambienti palatini su tutta l'area del Bruchion, con una parte fortificata e protetta da una diga, che si affacciava a strapiombo sul mare.
Anche qui, ho notato solo ora una piccola cartina (di cui non avevo neppure ricordo!): è abbastanza scarna e non vi si distinguono bene i nomi degli edifici. La ricostruzione è quella di G. Parthey. Ciò che posso dirvi con sicurezza, comunque, è che anche Parthey (come Adriani) ritiene di poter identificare il quartiere del Bruchion con un'area molto più vasta (e che è, all'incirca, ancora quella che, nella pianta che vi ho segnalato, è occupata dal palazzo di Adriano e dal teatro).

A differenza delle precedenti, però, questa colloca (sempre in via ipotetica) il Museion sul lato meridionale del Bruchion, lungo la Via Canopica, subito a Est del sema di Alessandro (risolvendo, così, il problema posto dalle indicazioni di Strabone). Nelle varie ricostruzioni topografiche di Alessandria, infatti, il Museion è solitamente collocato lungo la linea di costa, a Ovest del Cesareum (mentre il sema di Alessandro si trova al centro della città, nei pressi dell'incrocio dei due principali assi viari). Credo che Canfora, qui, abbia privilegiato una differente posizione per questo edificio, dettata principalmente dal fatto che, secondo lui, i famosi rotoli che bruciarono presso il porto di Alessandria, durante lo scontro fra Cesare e Tolomeo XIII, non erano quelli della biblioteca reale (che, infatti, continuano a essere menzionati in fonti più tarde, fino alla conquista dell'Egitto da parte degli Arabi).
 
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