Ostraka - Forum di archeologia

Nascita del patriarcato e società precedenti

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lino85
view post Posted on 13/3/2012, 13:00




Uno dei temi più interessanti sulla storia delle forme di società umane è quello di comprendere come sono nati i sistemi sociali basati sul patriarcato, ovvero quelli nei quali il potere, l'autorità e i beni materiali sono concentrati nelle mani del maschio più anziano dei vari gruppi di discendenza e la loro trasmissione avviene per via maschile, generalmente a vantaggio del primogenito maschio.

Sono a presente del fatto che vari studi storici e antropologici hanno indicato che le società di cacciatori e raccoglitori erano in genere di tipo egualitario e che strutture sociali patriarcali si svilupparono solo molti anni dopo la fine del Pleistocene, seguendo innovazioni come agricoltura e addomesticamento, vedi anche studi come questo http://books.google.it/books?id=qcSsoJ0IXa...epage&q&f=false
e quest'altro http://www.sscnet.ucla.edu/anthro/faculty/.../eagly&wood.htm
Alcuni studiosi comunque indicano come data dell'inizio del patriarcato il 4000 a.C. in cui iniziò a diffondersi il concetto di paternità.

Da quel che mi risulta comunque mi pare che le ipotesi, spesso proposte da vari antropologi nel secolo scorso, di una vasta diffusione di civiltà matriarcali (nel senso assolutamente simmetrico a quelle patriarcali) precedenti al sorgere del patriarcato siano ormai abbandonate dall'antropologia accademica (solo poche popolazioni attuali, come gli Irochesi, sembrano avvicinarsi a forme di matriarcato simili). Alcuni antropologi hanno ipotizzato a cause soprattutto genetiche di questa diffusione globale del patriarcato (il maggior testosterone presente nei maschi li avrebbe portati a essere più dominanti nelle istituzioni) ma occorre dire che oltra alle influenze della biologia sulla cultura anche le pratiche sociali e culturali possono influenzare e farlo molto la natura biologica dei gruppi umani, vedere lo studio qui
http://www.lescienze.it/news/2011/12/20/ne...essuale-749025/
che mostra come diverse componenti culturali e organizzazioni sociali, influendo sulla selezione sessuale, portano a notevoli e veloci mutamenti fisiologici nella popolazione.

Volevo perciò sapere da voi se conoscete letture che cercano di indagare più a fondo sulla nascità delle forme di società basate sul patriarcato e su come fossero le società precedenti a questo periodo, il tema è certo vasto, magari potete suggerirmi qualche sottotema in modo di circoscriverlo e soffermarcisi su qualche dettaglio significativo su tale indagine sulla storia delle società umane.

Ciao.
 
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§Karl§
view post Posted on 13/3/2012, 16:06




Direi di indirizzarsi inizialmente verso lavori di archeologia sociale, o comunque studi di archeologia che tengano in debito conto la struttura familiare e parentelare, sociale, politica e di potere. Più che circoscrivere l'argomento, inizialmente io circoscriverei l'area geografico-culturale, dato che tempi e modi possono cambiare in modo sostanziale da un'area all'altra. Ad esempio il periodo indicativo del 4.000 a.C. non ha alcun senso se non è riferito ad una cultura e ad una società specifica. Nel Vicino Oriente se di patriarcato si può parlare, è cosa certamente molto più antica (intorno a quel periodo si colloca l'inizio della rivoluzione urbana tanto per dire...).

Non so, in generale e per cominciare potresti vedere ad esempio Alessandro Guidi, Preistoria della complessità sociale, Laterza. Per il Vicino Oriente: Marcella Frangipane, La nascita dello Stato nel Vicino Oriente. Dai lignaggi alla burocrazia della Grande Mesopotamia, Laterza; Jean-Daniel Forest, Mesopotamia. L'invenzione dello Stato, Jaca Book. La bibliografia in lingua, per ogni area, credo sia piuttosto sterminata. Sicuramente lo è quella relativa al Vicino Oriente (ad esempio, per quanto riguarda il secondo link e gli studi di genere, si parte almeno dal Natufiano, ovvero dalla fine dell'Epipaleolitico: Jane Peterson, Sexual Revolutions. Gender and Labor at the Dawn of Agriculture, Altamira Press). Se restringi il campo, a seconda dell'area che ti interessa credo che ognuno di noi potrà darti indicazioni più precise.

Edited by §Karl§ - 13/3/2012, 17:27
 
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massinissa
view post Posted on 15/3/2012, 18:10




Cercherò di portare su questo argomento anche le conoscenze archeologiche frutto di scavi, studi su materiali ed interpretazioni su questo settore, che riguarda anche la preistoria e la protostoria. Intanto vorrei fare una precisazione su una data, il 4000 a.C, come inizio di una possibile società patriarcale. Non mi trovo d'accordo, poichè il 4000 a.C e cioè pieno neolitico in Europa, e al confine con l'età del bronzo nel centro originario della neolitizzazione (la Mezzaluna Fertile e l'area mediterranea dell'attuale Libano, Israele ecc.) è una data nella quale i rinvenimenti archeologici, parlano di una storia diversa. Ritrovamenti che si configurano da una parte con elementi femminili connotanti un'estrema importanza della donna nei gruppi esaminati, e dall'altra di un mondo virile che seppur non meno importante, assumeva un ruolo paritario a quello del sesso opposto. Mi riferisco da una parte alle statuette (in pietra o terracotta) che rimandano alla tradizione tutta paleolitica delle Veneri, ma con differenze se non così nette nella morfologia, si riscontrano nel significato. Mentre l'immagine pingue della donna-venere nella più antica età della pietra, assumeva il significato di simbolo di fertilità non solo umana e nello specifico femminile, ma anche di "fertilità" nella caccia (quindi di abbondanza) e di seguito anche di fertilità animale, nel neolitico questo tipo di figure sono sempre associate alla fertilità femminile e all'abbondanza, ma questa volta rivolte alla terra (che ora è coltivata), e agli animali allevati ( e non cacciati). Nelle aree di origine della neolitizzazione, ma anche e in tempi più recenti in Europa, Italia compresa vi è una produzione se non abbondante, comunque cospicua di questo tipo di raffigurazioni. Parimenti, e qua più che altro nelle zone di origine sopra citate, iniziamo a vedere la comparsa di elementi simbolici volti alla parte virile del gruppo umano: corna taurine, simbolo non tanto di forza, ma di fertilità maschile, e di seguito simbolo fallico, ed elementi configurati e riconosciuti come semplicemente fallici. Il binomio statuetta femminile-corna/fallo, sono sempre legati alla terra e alla sua capacità di dare frutti, e alla facoltà degli armenti di generare molti figli e in buona salute. La situazione quindi non vede una supremazia del mondo maschile su quello femminile, ma piuttosto e al più una parità, data anche dal ruolo dell'uomo che ora pratica attività faticose più della caccia, come coltivare, disboscare ecc. (anche se molti ritengono più esatta una supremazia ancora al femminile!). Nelle sepolture neolitiche, anche italiane non c'è se non in pochi casi un corredo, e in ancor meno casi, quando questo fu deposto niente o poco ci rivela il sesso dell'inumato (a parte poi le analisi antropometriche). Con la nascita della metallurgia, con il progredire della stratificazione e dei ruoli sociali, già fortemente in embrione nel neolitico, assistiamo ad un cambiamento rivelato proprio dalle sepolture. Ora le tombe sono dotate di corredi, corredi differenti per gli uomini e le donne. Si può parlare quindi di ruoli sociali ben distinti, si può parlare anche non solo di uomini e donne, ma di uomini e donne ricchi o meno viventi all'interno della stessa comunità. La metallurgia "esplode" in tutta la sua raffinatezza dal bronzo medio-recente in poi. Il produrre soprattutto oggetti mirati verso una fetta elitaria della società (come oggi una macchina di lusso), e la presenza di armi fa supporre che membri a pieno titolo di queste facoltose élites fossero anche gruppi di guerrieri, che assumono via via uno status sempre più imponente a fronte di altri gruppi come i coltivatori della terra o di chi allevava armenti ( e quindi anche della parte femminile della società). Quindi, se vogliamo parlare di una sorta di supremazia non solo sociale in senso generale, ma anche dell'uomo sulla donna, e quindi di una sorta di patriarcato, è qui che va ricercato, o almeno ne vanno individuate le origini. In fondo anche l'Iliade stessa, che affonda la sua struttura in tradizioni orali risalenti all'età del bronzo, offre una visione seppur "romanzata" di questo cambiamento. Nell'opera omerica le regine micenee, tentano con un sodalizio, di scalzare l'ormai radicato potere maschile per ripristinare il loro. Il potere della Dea, della Madre Terra. Il potere tutto al femminile...

Edited by massinissa - 15/3/2012, 18:39
 
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view post Posted on 15/3/2012, 19:34
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Un topic davvero molto interessante, questo sulla nascita del patriarcato, ma anche molto complesso (e, per certi aspetti, pure decisamente controverso).

CITAZIONE (massinissa @ 15/3/2012, 18:10) 
Mentre l'immagine pingue della donna-venere nella più antica età della pietra, assumeva il significato di simbolo di fertilità non solo umana e nello specifico femminile, ma anche di "fertilità" nella caccia (quindi di abbondanza) e di seguito anche di fertilità animale, nel neolitico questo tipo di figure sono sempre associate alla fertilità femminile e all'abbondanza, ma questa volta rivolte alla terra (che ora è coltivata), e agli animali allevati ( e non cacciati).

Mi ha colpito questa tua affermazione, Massinissa, in quanto mi ha riportato alla mente un problema che avevo affrontato nei miei studi della triennale, legato al binomio Demetra-Artemide: un'associazione che continuavo a riscontrare nelle mie ricerche, senza però riuscire, inizialmente, a spiegarmi (proprio in virtù del carattere apparentemente opposto di queste due divinità...) Un punto di partenza, in effetti, parrebbe poter essere individuabile proprio in quest' ambivalente figura di 'Dea Madre' dell'età della Pietra, di cui hai sintetizzato un ottimo profilo.

CITAZIONE (massinissa @ 15/3/2012, 18:10) 
Quindi, se vogliamo parlare di una sorta di supremazia non solo sociale in senso generale, ma anche dell'uomo sulla donna, e quindi di una sorta di patriarcato, è qui che va ricercato, o almeno ne vanno individuate le origini.

La discussione mi ha fatto ricordare anche un singolare reperto, in cui mi ero imbattuto non molto tempo fa, mentre facevo una ricerca per un tirocinio: stavo sfogliando alcune vecchie tavole grafiche (mi pare si trattasse dei disegni di Montelius), quando ho notato un gruppo di due figurine antropomorfe etrusche (non saprei dirvi se in metallo o legno - anche se è più probabile la prima), in cui la figura maschile (riconoscibile solo per il membro eretto) reggeva una catenella, che andava ad adattaccarsi al collo di quella femminile (dal seno appena abbozzato).
Una scena dal gusto vagamente sadomaso, ma che secondo me poteva ben rispecchiare questa nuova idea del dominio dell'uomo sulla donna.

CITAZIONE (massinissa @ 15/3/2012, 18:10) 
In fondo anche l'Iliade stessa, che affonda la sua struttura in tradizioni orali risalenti all'età del bronzo, offre una visione seppur "romanzata" di questo cambiamento. Nell'opera omerica le regine micenee, tentano con un sodalizio, di scalzare l'ormai radicato potere maschile per ripristinare il loro.

Ecco, qui devi farmi un favore... Ma dov'è che si può leggere di questo 'sodalizio' fra le regine omeriche? Io non ricordo di aver mai letto una cosa del genere nell'Iliade o nell'Odissea (fermo restando che non ho mai letto tutte e due le opere per intero), però l'ho trovata quando ho letto 'Le paludi di Hesperia', di Valerio Massimo Manfredi (romanzo in cui l'autore poneva le tre regine al centro di una vera e propria cospirazione segreta, volta a detronizzare i sovrani micenei e a restaurare il culto decaduto dell'antica Dea Madre...).
 
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§Karl§
view post Posted on 15/3/2012, 19:56




Il problema secondo me è costituito anche dal fatto che non so fino a che punto i concetti di patriarcato e matriarcato derivanti che so, dalle etnografie e dagli studi antropologici, siano ravvisabili in contesto archeologico. Mi spiego. In quel confine sottolineato da Massinissa, il 4.000 a.C., nella Bassa Mesopotamia si situa grosso modo quell'accelerazione che porta al compimento della rivoluzione urbana, ovvero alla nascita della città e dello stato (ma, pur restando in area vicino orientale nel suo senso più allargato, o all'Asia meridionale come usa dirsi da un po', ovvero andando oltre la Grande Mesopotamia e comprendendo quindi la penisola arabica, l'altopiano iranico, afgano, la valle dell'Indo ed anche le regioni centro asiatiche, quello della statualizzazione basso-mesopotamica non è certo l'unico caso). In che senso è possibile e corretto parlare di patriarcato (o matriarcato) in questo contesto? La struttura politica, di potere, socio-economica, qui è statale. Ha ben poco e niente a che fare con le società di lignaggio, capi clan, tribù, ecc. Per i periodi precedenti invece, e sempre in quelle aree, è in genere molto difficile trovare evidenze "certe" non solo di patriarcato e matriarcato, di sostanziali differenze di genere intese come superiorità di un genere (o sesso se volete) su un altro (evidenze di differenze tra i generi ve ne sono anche, seppur non sempre, ma non sono necessariamente interpretabili in termini di superiorità dell'uomo sulla donna o viceversa. Le stesse tesi della compianta Gimbutas sono state e sono ampiamente criticate, mi sembra), ma anche solo di differenze sociali in generale degne di nota. A dirla tutta, non sappiamo nemmeno se tra le culture e società dell'Epipaleolitico e del Neolitico vicino orientale, si possa trovare un chiaro e lampante esempio di chiefdom. Insomma, estremizzando forse un po', al limite il chiefdom qui potrebbe anche non essere mai esistito (viceversa, tanto per dare un'idea di quanto sia complicata, controversa e pure un po' aleatoria la faccenda, c'è chi ipotizza un chiefdom per Gobekli Tepe, ovvero proprio tra Epipaleolitco e Neolitico).
 
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massinissa
view post Posted on 15/3/2012, 20:02




In effetti, Perseo, molte delle tradizioni, della mitologia e della cultura che troviamo in epoca classica (greca o romana), affonda spesso le sue radici in epoche più antiche. Un pò come i luoghi del culto, di alcuni infatti se ne è dimostrato l'uso dalla preistoria fino appunto ad epoca classica. Credo che sia una caratteristica umana di ripetere gesti e azioni in posti fissi e in luoghi che o per le loro caratteristiche o per "tradizione" ispirano certe azioni più di altre. Per l'Iliade mi sono liberamente ispirato proprio a quel romanzo, tra l'altro bellissimo. Affascinante l'idea di una cospirazione tutta femminile per spodestare il maschio usurpatore del potere. Mi scuso, se non ho precisato nel post precedente questa mia libertà, che naturalmente nella vera Iliade omerica non si riscontra..
 
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view post Posted on 15/3/2012, 20:20
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CITAZIONE (massinissa @ 15/3/2012, 20:02) 
Per l'Iliade mi sono liberamente ispirato proprio a quel romanzo, tra l'altro bellissimo. Affascinante l'idea di una cospirazione tutta femminile per spodestare il maschio usurpatore del potere. Mi scuso, se non ho precisato nel post precedente questa mia libertà, che naturalmente nella vera Iliade omerica non si riscontra..

No no, figurati!
Era una curiosità che volevo togliermi. Quindi si tratta di farina del sacco dell'autore... :P

Fra l'altro, condivido a pieno il tuo giudizio sul romanzo (termine che ho sottolineato, nel mio precedente commento, solo per ricordare che non si tratta di uno dei molti saggi critici scritti da questo studioso, bensì di un'opera in parte fantastica).
 
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massinissa
view post Posted on 15/3/2012, 22:11




Assolutamente! Farina e sacco di Manfredi!! :lol: Ho come dire? Trasposto questa idea, che ripeto trovo accattivante, in una possibile realtà del tempo. Senza specificare, se non con un termine troppo criptico ("romanzata") questa situazione!
 
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view post Posted on 16/3/2012, 01:31

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Scusate ma è più forte di me...non riesco a leggere la parola Iliade e a non intervenire! :P
Sono un po' come Dedalo Nur: ho un chiodo fisso... ;)

Non posso che confermare il fatto che in Iliade (che ho letto tutta e più volte) non esista traccia di presunti residui matriarcali nella Grecia micenea dell'età del bronzo. Già lo faceva notare la Cantarella nel suo libro sulla condizione femminile nell'Antica Grecia, l'Ambiguo malanno (il malanno era ovviamente la donna in ottica greca), che ho già citato in un altro topic relativo alla condizione femminile nell'antica Grecia.

L'Iliade ci descrive una città in guerra (non considero il campo acheo, dove le donne presenti erano solo schiave), quindi presumibilmente un contesto in cui l'elite guerriera maschile aveva un peso particolarmente forte dettato da una situazione contingente (se vogliamo restare su citazioni di narrativa su questo aspetto specifico, consiglio il bellissimo Cassandra della Wolf, incluso il Premesse a Cassandra). ^_^
Detto questo, le donne non sembrano avere un particolare peso in città, se non come sacerdotesse (Teano, sacerdotessa di Atena, moglie trace di Antenore, uno degli anziani di Troia, per intenderci quello che accompagnerà nottetempo Priamo al campo acheo a chiedere la restituzione del corpo di Ettore); ma anche le regine non hanno poi quel gran ruolo... E' vero che si descrive una città non greca, ma nel mondo ittita sappiamo invece che la regina consorte aveva invece un peso discreto e compariva associata allo sposo in tutte l'iconografia ufficiale, oltre ad avere una propria corrispondenza, ad esempio con la moglie del faraone in Egitto.

Veniamo dunque a Odissea, che invece descrive(rebbe) la società micenea (e che tra l'altro ho avuto più recentemente tra le mani):
Penelope se ne resta quasi sempre chiusa nelle sue stanze (e vabbé, ha la casa "occupata" dai pretendenti).
Quando si presenta da loro è sempre in compagnia di 2 ancelle e sta bene attenta a coprirsi il viso col velo. Solo il giorno della prova dell'arco sembra d'intuire che fosse anche lei presente al banchetto. Invece gli onori di casa li fa Telemaco, che pure è un ragazzo (di 20-21 anni al momento dell'arrivo di Odisseo, ma i pretendenti si sono installati in casa sua da 3 anni!).
Penelope dice a un certo punto chiaramente che da quando è rimasta sola (Laerte, rimasto vedovo, si ritira in campagna) non è più padrona della sua casa perché nessuno rispetta una donna sola. S'intende non protetta da una figura maschile.
E devo dire che in questo (Lama Su non me ne voglia!) mi ricorda molto la situazione di molte donne arabe, che addirittura non escono a fare la spesa se non c'è un uomo che le accompagna.
Riceve però ospiti per suo conto (Odisseo stesso e anche Eumeo fa riferimento a sue visite alla regina per raccontarle come vanno gli affari in campagna e avere suoi consigli e doni) nei suoi appartamenti.

Nausicaa va in giro da sola con le ancelle, che dormono anche con lei. Tra i Feaci (che però sono definiti una popolazione semi-divina) le donne sembrano avere in effetti un ruolo maggiore, tanto che è Nausicaa stessa a suggerire a Odisseo di chiedere la protezione della regina - anziché del re - che banchetta con gli uomini, prende la parola, ecc.

Ma veniamo alla terza figura femminile che ci viene descritta nel suo palazzo, quella di Elena, che in effetti non si comporta tanto diversamente dalla regina dei Feaci: partecipa ai banchetti, interviene, prende iniziative...ma si dà della cagna per ciò che ha fatto. Questa, tra tutte, mi sembra la figura femminile di maggior spicco nelle opere omeriche.

Chiudo qui la parentesi omerica, auspicando che questa interessante discussione si arricchisca ulteriormente di contributi!
 
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view post Posted on 16/3/2012, 09:49
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CITAZIONE (massinissa @ 15/3/2012, 18:10) 
Mentre l'immagine pingue della donna-venere nella più antica età della pietra, assumeva il significato di simbolo di fertilità non solo umana e nello specifico femminile, ma anche di "fertilità" nella caccia (quindi di abbondanza)

diamo un volto a queste statue evocate, le veneri paleolitiche:
http://it.wikipedia.org/wiki/Veneri_paleolitiche
soprattutto leggete di questa:
http://it.wikipedia.org/wiki/Venere_di_Tan-Tan
e di questa:
http://it.wikipedia.org/wiki/Venere_di_Berekhat_Ram

questa simbologia e ideologia sembra che giunga fino in età neolitica: quasi inalterata
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Statue_f...eri_culture.jpg
la foto è mia se gradite ve la posto. Si tratta di una donna con bambino. Almeno così è stato ipotizzato, perchè se notate tiene in braccio quel che parrebbe un "dolce fagottino" :P ;
successive allo stile volumetrico sono le statuine geometriche ritrovate esclusivamente in contesti funerari (ma pure le grassone, sono state ritrovate in tombe) :
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Scultura_nuragica.jpg

la prima statua volumetrica, viene confrontata con le statuine Maltesi, della cultura dei templi. L'ipogeo di Hal safilemi presenta, già per Lilliu, importanti analogie con gli ipogei funebri sardi; però la seconda statuina, viene confrontata con quelle cicladiche; Ho presente anche una statuina del c.d. tipo geometrico planare sardo anche in Italia.

Come dice Massinissa accanto a questa simbologia, tutta al femminile, non abbiamo rappresentazioni maschili (io ovviamente mi riferisco al neolitico sardo, perchè è quello che conosco meglio), ma abbiamo tantissime rappresentazioni del toro: il bucranio viene sia scolpito in rilievo che dipinto, sopra ad esempio, a false porte, pure loro dipinte o scolpite.
tutto sembra dar ragione a Massinissa:
CITAZIONE
Parimenti, e qua più che altro nelle zone di origine sopra citate, iniziamo a vedere la comparsa di elementi simbolici volti alla parte virile del gruppo umano: corna taurine, simbolo non tanto di forza, ma di fertilità maschile, e di seguito simbolo fallico, ed elementi configurati e riconosciuti come semplicemente fallici. Il binomio statuetta femminile-corna/fallo, sono sempre legati alla terra e alla sua capacità di dare frutti, e alla facoltà degli armenti di generare molti figli e in buona salute

altro esempio che parrebbe darti ragione, quando dici:
CITAZIONE
ignificato di simbolo di fertilità non solo umana e nello specifico femminile, ma anche di "fertilità" nella caccia

http://it.wikipedia.org/wiki/Altare_preist...nte_d%27Accoddi
Ad accoddi è stata rinvenuta una grandissima quantità di punte da freccia, tutte in ossidiana e se non erro in selce.
L'iconografia parrebbe tutta al femminile. Alla prima fase del sito, detta del c.d. tempio rosso, è riportabile un grande volto scolpito con motivi a spirale, pertinente probabilmente ad una grande statua stele,
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Tempio_m..._in_calcare.jpg
mentre nella seconda fase, conosciuta come quella del grande tempio, viene attribuita una stele in granito con figura femminile in rilievo.
Infine abbiamo l'omphalos, e alcuni menhir posizionati a distanza; va anche aggiunto che alcune figure umane schematiche a clessidra, sembran rimandare ad un mondo tutto al femminile.
E' una simbologia patriarcale o matriarcale?
io posso esser d'accordo con questa lettura simbolica generale fatta da Mssinissa, di tale simboloiga, ma sono molto meno d'accordo con questa asserzione:
CITAZIONE
. La situazione quindi non vede una supremazia del mondo maschile su quello femminile, ma piuttosto e al più una parità, data anche dal ruolo dell'uomo che ora pratica attività faticose più della caccia, co

scusami Massi, ma da "guerrafondaio" qual sono... :P ti dico che mi stai sminuendo un po troppo il ruolo della caccia, e anche delle frecce.


e ancor meno con questa:
CITAZIONE
La metallurgia "esplode" in tutta la sua raffinatezza dal bronzo medio-recente in poi. Il produrre soprattutto oggetti mirati verso una fetta elitaria della società (come oggi una macchina di lusso), e la presenza di armi fa supporre che membri a pieno titolo di queste facoltose élites fossero anche gruppi di guerrieri, che assumono via via uno status sempre più imponente a fronte di altri gruppi come i coltivatori della terra o di chi allevava armenti

non tanto perchè non sia vero che la metallurgia esplode nel bronzo medio recente, ma perchè l'esplosione della figura del guerriero non è altrettanto recente, e di conseguenza, quel che c'è ad esempio ad Accoddi, ed anche a Malta (ma non ne so molto al riguardo) potrebbe esser una situazione nella quale, un ideologia religiosa con radici nel paleolitico, maschera una situazione nella quale la figura dell'uomo è già predominante: ce lo indizano propio le punte da freccia, che di per se, sono già indicatori di:
1) una società stanziale,
2) una società in cui è giià presente un artigianato maschile specializzato (quello appunto relativo all'arco, alla freccia, alla caccia)
3) una società in cui, c'è già un buon grado di strutturazione e di gerarchia sociale: per realizzare l'altare di Accoddi, è necessaria, credo, una buona catena di comando, e così pure per i templi Maltesi.
4) in genere i cacciatori si riuniscono in consorterie esclusive, fodate su vari riti iniziatici (insomma senz'altro avrete presente meglio di me..)
5) le frecce sono tools-weapons
www.newarchaeology.com/neolithic_tools_weapons.php
e qui c'è la mia critica maggiore a Massi, nel neolitico dell'età di Accoddi-Malta la guerra, era già una realtà; per cui mi vien male desumere dalle statue volumetriche , dalle veneri neolitiche una società "pacifica" e paritaria nei rapporti uomo donna. Non la vedo così. mi convince di più che la religione fosse ancora fortemente incentrata sulle veneri così come nel paleolitico più profondo, ma che queste dee governassero un mondo già molto cambiato ai loro piedi,, rispetto a quello delle veneri paleolitiche vere e proprie, da cui magari discendono

intanto non è del tutto neppure tutto vero che non si abbiano rappresentazioni di statue maschili, in Europa, o in Turchia:
http://marcivermeersch.wordpress.com/2011/...ion-man-animal/
Germania, 30.000 a.C.
In Turchia:
http://www.thelivingmoon.com/43ancients/02...i_Tepe_003.html
senza dimenticarci di questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Lascaux
quelli delle grotte di lascaux son tutti uomini e cacciatori..
ci saranno senz'altro esempi che io non conosco...cmq sia...

che io sappia, proprio nel vicino oriente, le prime società stanziali, sono proprio quelle nelle quali si registra maggiormente l'uso dell'arco e della freccia. se non erro (se Karl qui interviene è meglio) nel neolitico preceramico, http://it.wikipedia.org/wiki/Neolitico_preceramico

in questa età, la strategia nel fondare nuovi insediamenti sembra già attenta a ragioni di natura difensiva, e proprio del 10.000 a.C. è ad esempio, una sepoltura collettiva in Egitto, in cui furono inmati un consistente numero di individui con frecce conficcate nelle vertebre.
avevo letto di altri casi...che ora però non mi vengono in mente..

Poichè talvolta compaiono teschi isolati con frecce conficcati si è pure supposto che questa associazione fosse simbolica, ma in quell'età il cacciatore non era più sltanto un cacciatore di animali, dedito all'approvigionamento alimentare, ma era anche una figura preposta alla difesa della comunità.
Più tardi, ancor prima della esplosione della metallurgia, si ha una esplosione di produzione di teste di mazza, asce, lance, e naturalmente frecce delle più disparate forme, tutte in pietra.

insomma: se parlate di patriarcato, non mettete da parte il tema guerra/guerrieri, primi indizi di guerra. -_- :P :lol:



CITAZIONE (clitemnestra @ 16/3/2012, 01:31) 
Scusate ma è più forte di me...non riesco a leggere la parola Iliade e a non intervenire! :P
Sono un po' come Dedalo Nur: ho un chiodo fisso... ;)

ti sbagli... ^_^ ne ho diversi di chiodi fissi..ma a quale ti riferivi nello specifico? :P
cià
 
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massinissa
view post Posted on 16/3/2012, 10:54




Quello che dici Dedalo è vero. Nel mio post cercavo solo di centrare le possibili origini di un patriarcato. La caccia come la guerra sono attestate senza dubbio prima dell'età del bronzo. Basta vedere le varie raffigurazioni di conflitti nel neolitico spagnolo. Però è dalla protostoria che la classe dei guerrieri si scinde, se vogliamo usare questo termine, dal resto della società e assume connotati ben marcati ed elitari nei confronti di altre figure, non meno importanti che gravitano attorno all'economia dei vari gruppi. Per la caccia, è documentata in tutta la preistoria, senza eccezione. Ma al di là dei ritrovamenti di punte di freccia che testimoniano la continuazione di questa attività, essa perde via via importanza. In alcuni siti neolitici italiani sembra addirittura assente, a fronte di altre aree dove invece, nonostante l'acquisizione dei caratteri propri del cosiddetto "pacchetto neolitico" ha sempre un ruolo importante se non addirittura predominante sulle altre attività. Del resto l'attività venatoria non scompare mai, e qui anche Perseo potrebbe farti molti esempi anche nel mondo classico dove ad essa si attribuiva perfino una divinità ben precisa! E questo naturalmente vale anche per la guerra.

Che il neolitico di qualunque area si parli non è affatto un periodo pacifico, lo dimostrano in parte le raffigurazioni di cui parlavo prima, ma anche ritrovamenti scheletrici con chiari indizi di atti violenti subiti. Ripeto, Dedalo, non volevo assolutamente sminuire la tua natura guerresca! :lol: Cercavo di mantenere l'argomento nei limiti del topic qui affrontato. Ma se vuoi, sulla guerra, le armi e le testimonianze di violenza a volte feroce nella preistoria possiamo aprire una discussione a parte! Sul significato delle veneri, beh non ho detto che facessero parte di società, anzi meglio dire gruppi non violenti. Puntavo il dito su quelle che sono le più recenti interpretazioni date a questo tipo di raffigurazioni. Poichè anche nel paleolitico simbologie maschili sono più rare di quelle femminili, se ne deduce non che il potere fosse al femminile, ma che la femminilità con tutte le sue caratteristiche avesse un ruolo determinante nelle credenze di queste popolazioni. E' poi nel neolitico vicino orientale che compaiono al fianco di esse anche simbologie virili, come il bucranio da te citato, e dato che queste ultime a volte sono associate a quelle del sesso opposto, si interpreta questo binomio come una sorta di equilibrio tra maschio e femmina. Ma pur sempre credo a livello ideologico, cultuale, astratto se mi passate questo termine. Nella quotidianità poi il discorso va rapportato in modo differente. Comunque ci sono scuole di pensiero che vedono anche nella donna, una possibile figura non passiva che attende solo a lavori per così dire leggeri, ma un membro attivo che può assumere il ruolo di cacciatrice come quello di comando del gruppo e della comunità. E questo già fin dal paleolitico.

Edited by massinissa - 16/3/2012, 11:12
 
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view post Posted on 16/3/2012, 10:58

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Forse...la Sardegna? :lol:
 
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view post Posted on 16/3/2012, 15:36
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CITAZIONE (clitemnestra @ 16/3/2012, 10:58) 
Forse...la Sardegna? :lol:

:P mere illazioni; destituite da qualsivoglia fondamento; atte soltanto a ingenerare una rappresentazione distorta e partigiana della realtà; come sempre da parte di voi comunisti :ph34r:
Lei sarà querelata :woot_jump.gif:

CITAZIONE
Che il neolitico di qualunque area si parli non è affatto un periodo pacifico, lo dimostrano in parte le raffigurazioni di cui parlavo prima, ma anche ritrovamenti scheletrici con chiari indizi di atti violenti subiti. Ripeto, Dedalo, non volevo assolutamente sminuire la tua natura guerresca! :lol: Cercavo di mantenere l'argomento nei limiti del topic qui affrontato.

ho letto in fretta...forse un po troppo, magari ho travisato...

CITAZIONE
Ma se vuoi, sulla guerra, le armi e le testimonianze di violenza a volte feroce nella preistoria possiamo aprire una discussione a parte!

più in là... :P :P
CITAZIONE
Ripeto, Dedalo, non volevo assolutamente sminuire la tua natura guerresca!

anche perchè saresti menato di brutto :ph34r: :lol:
 
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§Karl§
view post Posted on 16/3/2012, 15:57




CITAZIONE (DedaloNur @ 16/3/2012, 09:49) 
che io sappia, proprio nel vicino oriente, le prime società stanziali, sono proprio quelle nelle quali si registra maggiormente l'uso dell'arco e della freccia. se non erro (se Karl qui interviene è meglio) nel neolitico preceramico, http://it.wikipedia.org/wiki/Neolitico_preceramico

Onestamente non saprei. Frecce ce ne sono, o meglio, punte di frecce (arrowheads). Non so però in che misura rispetto ad altri periodi. Ricordo anche, sparse qua e là tra periodi e culture (sempre in ambito vicino orientale e durante l'Epipaleolitico-Neolitico), qualche sepoltura "particolare" di probabili cacciatori. Le teste di mazza poi sono quasi un tormentone :D
 
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view post Posted on 16/3/2012, 16:14

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CITAZIONE
:P mere illazioni; destituite da qualsivoglia fondamento; atte soltanto a ingenerare una rappresentazione distorta e partigiana della realtà; come sempre da parte di voi comunisti :ph34r:
Lei sarà querelata :woot_jump.gif:

Ti dirò...la querela per comunismo me la becco volentieri! :P

Fine O.T.
 
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21 replies since 13/3/2012, 13:00   1311 views
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