Ostraka - Forum di archeologia

Consultazione pubblica su valore legale della laurea

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dizzzi
view post Posted on 23/3/2012, 01:16




www.istruzione.it/web/ministero/consultazione-pubblica
Il MIUR, Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha avviato una consultazione pubblica sull'opportunità di abolire il valore legale della laurea. Si può rispondere al questionario fino al 24 aprile.
 
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massinissa
view post Posted on 23/3/2012, 11:35




Fatto!! :lol:
 
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§Karl§
view post Posted on 23/3/2012, 14:07




Qualche sassolino me lo sono levato.
 
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massinissa
view post Posted on 23/3/2012, 16:26




Anche io, e anche qualche sassetto più grosso... spero solo che questa cosa abbia valore, nel senso che diano valore...
 
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§Karl§
view post Posted on 23/3/2012, 18:06




Mah, ne dubito... A me pare che anche i cosiddetti "esperti", e non solo di questo governo, quando ricoprono appunto posizioni di governo o anche solo di consulenza, si fanno fagocitare più o meno felicemente e volontariamente dalla logica burocratica (e politica in senso deteriore). Non so voi, ma a me la maggior parte delle domande paiono formulate da burocrati puri, ovvero da persone che tentano di gestire e riformare (e legiferare su) qualcosa di cui non hanno la minima esperienza e conoscenza diretta. E se ce l'hanno, l'hanno messa da parte o se la sono dimenticata.
 
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massinissa
view post Posted on 23/3/2012, 18:56




Sì ti do ragione. E' per questo che "spero che.."

Chissà, magari proprio per le stesse ragioni, porranno più attenzione a ciò che viene espresso. Peccherò di ingenuità, ma mi piace pensarlo..
 
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view post Posted on 24/3/2012, 11:09
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voi siete pro o contro? io sinceramente non ho idee chiare al riguardo.
 
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view post Posted on 24/3/2012, 13:59
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Purtroppo, non essendo residente in Italia, non mi è possibile vedere il questionario. Qualcunosarebbe cisì gentile da informare me e gli altri utenti non italiani del contenuto? Il tema mi pare importante.
 
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§Karl§
view post Posted on 24/3/2012, 14:22




Personalmente contro. Nel complesso non mi pare per niente quel passo in avanti modernizzatore e liberalizzatore per il quale viene spacciato. Le liberalizzazioni sono ben altre. Quelle che non sono state fatte, per esempio (chissà perché quando riguardano gruppi relativamente piccoli ci si tira indietro dopo quattro proteste in croce, mentre quando la questione riguarda milioni di persone...). Tra l'altro, trovo assolutamente giustificate le critiche che sono state fatte dalla FLC CGIL (FLC = Federazione Lavoratori della Conoscenza), dal mondo studentesco, ecc., riguardo al modo in cui sono state formulate le domande. Vale a dire non c'è nemmeno bisogno di aver fatto un esame sulle metodologie della ricerca sociale per accorgersi che le domande sono state formulate per ottenere risposte tendenzialmente favorevoli all'abolizione. Dceg, purtroppo avendo già risposto e inviato non posso più accedere per vedere il questionario, tuttavia: www.flcgil.it/files/pdf/20120323/qu...o-di-studio.pdf

Qui ci sono solo le domande secche. On line mi pare ci fossero anche degli esempi in più. Personalmente sono certo favorevole a guardare più la sostanza che l'apparenza, competenze, qualità della preparazione e attitudini più che votazioni ecc., e l'ho anche scritto. Ma non vedo come ciò debba necessariamente confliggere col valore legale. Non vedo poi cosa debba fregare a confindustria dato che il valore legale riguarda prevalentemente il pubblico, non il privato.
 
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view post Posted on 24/3/2012, 14:46
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Grazie, Karl.

Secondo me il problema è posto male. Non si tratta del "pezzo di carta", ma del fatto che per esercitare una determinata professione o funzione occorrono una formazione adeguata, conoscenze specifiche e il padroneggiare del metodo scientifico. Un esame, un'abilitazione possono solo controllare alcune capacità, non garantire (per quanto la laurea possa davvero farlo) o almeno supporre che durante il corso di studi si siano apprese le nozioni e l'uso degli strumenti necessari.
Se vi sono istituzioni che hanno livelli diversi, non si risolve il problema abolendo il valore del titolo di studio, ma stabilendo standard da rispettare durante la formazione.

Gli esempi di Steve Jobs, Bill Gates ed altri dicono poco, non hanno esercitato professioni ma creato proprie imprese, e questo è un discorso diverso.

Qui in Germania vi è la possibilità di esercitare entro certi limiti attività di tipo medico ottenendo il titolo di "Heilpraktiker" (più o meno guaritore, naturopata) (http://it.wikipedia.org/wiki/Medicina_naturopatica#Germania) o "Heilpraktiker für Psychotherapie" (limitatamente alla psicoterapia) in base ad una vecchia normativa senza alcun obbligo di un corso di studi ma solo in base ad un esame abilitante. E vi assicuro che tra questi professionisti i ciarlatani abbondano. E lo dico con cognizione di causa, perché il titolo di Heilpraktiker für Psychotherapie ce l'ho anch'io! :angel_not.gif:
 
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§Karl§
view post Posted on 24/3/2012, 15:27




Sono d'accordo. Non capisco poi alcune cose, diciamo così. Posso anche esser d'accordo sul fatto che non basti un pezzo di carta per avanzamenti di carriera interni nel pubblico. Bene, ciò riguarda comunque chi ha un contratto a tempo indeterminato, non certo tutti gli altri. Posso esser d'accordo con Einaudi che il pezzo di carta valga meno della suddetta su cui il titolo è scritto, anche se probabilmente intendo la cosa in modo diverso da come la intendeva lui (vedi sotto), ma quindi secondo lui sostanzialmente qualsiasi persona poteva esercitare la sua professione? Non credo. Di fatto nessuno lo sostiene. In potenza magari sì, ma nella pratica devi o dovresti dimostrare preparazione, competenze, ecc. Per molte professioni dove e quando la acquisisci questa preparazione di base? In genere dovresti - dovresti, può benissimo non essere così indipendentemente dall'alta votazione o meno, ma allora il problema è del sistema che non la garantisce, non del titolo in sé e per sé - acquisirla durante il percorso di studi. Poi può benissimo essere che persone non titolate ne sappiano molto di più di chi ha il pezzo di carta (io stesso ne ho conosciute. Ma debbo precisare che ne sapevano di più rispetto alla media di quelli che hanno il pezzo di carta, non rispetto a quelli realmente bravi che hanno il pezzo di carta). Ma al momento qual è il modo per stabilire una cosa del genere? Le abilitazioni laddove ci sono, non mi pare siano sufficienti a far ciò, come dicevi. E allora come? Non mi pare che il governo abbia avanzato proposte. Che poi in genere al privato non freghi niente della preparazione acquisita durante il percorso di studi, questo è tutt'altro problema. Attiene al rapporto tra scuola e lavoro (certi tipi di lavoro almeno), alla incultura presente nel mondo dell'impresa, alla cultura diffusa per cui non serve studiare, ecc. E allora avvicinare la scuola al mondo del lavoro che significa, cedere alla pseudocultura imprenditoriale (e non tutti gli imprenditori sono uguali, a loro difesa)? Ma stiamo scherzando? Il compito della scuola sarebbe formare lavoratori? Dei soldatini fedeli e ubbidienti perfettamente incastonabili nella catena di montaggio qualsiasi essa sia, da quella di fabbrica a quella intellettuale? Ma stiamo scherzando? E' indicativo poi che si escludano certi titoli, come ingegneria. Indicativo perché - non me ne vogliano gli ingegneri, ma vivendo a Torino ne conosco davvero molti - tra tutte le facoltà altamente formanti, diciamo così, proprio ingegneria è quella che più sforna perfetti soldatini e operai specializzati che non si fanno domande oltre i limiti indicati, non mettono le x al di fuori del riquadro.

In sostanza poi, di fatto, anche se si abolisse il valore legale vorrei vedere quanti non laureati in giurisprudenza sarebbero realmente in grado di svolgere la professione di magistrato o di giudice. Quanti professori sarebbero in grado di insegnare senza essersi laureati nelle proprie discipline. E via discorrendo. Ovvio, posto che effettivamente la laurea basti per essere in grado di svolgere bene tali e altre professioni. E sappiamo tutti che non è così. E posto che il sistema, anche quello pubblico, permetta effettivamente di svolgere il proprio mestiere secondo criteri di qualità e in libertà (creativa, non conformista). E sappiamo tutti che non è così. In quest'ultimo caso sarebbe forse vero, la laurea probabilmente non serve. Non perché inutile in sé, non perché troppo, ma perché è talmente poco quel che si richiede, talmente umiliante, svilente, talmente esiguo lo spazio di libertà che viene lasciato al singolo, che la laurea, una "buona" laurea (buona ovviamente non lo riferisco al pezzo di carta in sé o all'istituzione presso la quale lo si è ottenuto, e nemmeno al voto, ma alla persona e alla sua reale preparazione e competenza, e alle sue qualità), sarebbe sprecata. Ma non è a questo punto un problema della laurea o del valore legale. L'impressione allora è che siccome mediamente oggi quasi tutti i lavori sono dequalificati, inclusi quelli "intellettuali", tanto vale levare di mezzo il valore legale. Ma io direi di più, leviamoci dalle scatole anche la laurea. Leviamoci dalle scatole la scuola tutta. Tanto per quel che serve...
 
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view post Posted on 24/3/2012, 15:43
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Risolvere il problema di una sistema scolastico ed universitario inadeguato e squilibrato eliminando il valore legale dei titoli di studio, e quindi implicitamente i titoli di studio e lo studio stesso, mi pare il sistema forse più semplice ma certamente più assurdo.
 
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11 replies since 23/3/2012, 01:16   181 views
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