| Sono d'accordo. Non capisco poi alcune cose, diciamo così. Posso anche esser d'accordo sul fatto che non basti un pezzo di carta per avanzamenti di carriera interni nel pubblico. Bene, ciò riguarda comunque chi ha un contratto a tempo indeterminato, non certo tutti gli altri. Posso esser d'accordo con Einaudi che il pezzo di carta valga meno della suddetta su cui il titolo è scritto, anche se probabilmente intendo la cosa in modo diverso da come la intendeva lui (vedi sotto), ma quindi secondo lui sostanzialmente qualsiasi persona poteva esercitare la sua professione? Non credo. Di fatto nessuno lo sostiene. In potenza magari sì, ma nella pratica devi o dovresti dimostrare preparazione, competenze, ecc. Per molte professioni dove e quando la acquisisci questa preparazione di base? In genere dovresti - dovresti, può benissimo non essere così indipendentemente dall'alta votazione o meno, ma allora il problema è del sistema che non la garantisce, non del titolo in sé e per sé - acquisirla durante il percorso di studi. Poi può benissimo essere che persone non titolate ne sappiano molto di più di chi ha il pezzo di carta (io stesso ne ho conosciute. Ma debbo precisare che ne sapevano di più rispetto alla media di quelli che hanno il pezzo di carta, non rispetto a quelli realmente bravi che hanno il pezzo di carta). Ma al momento qual è il modo per stabilire una cosa del genere? Le abilitazioni laddove ci sono, non mi pare siano sufficienti a far ciò, come dicevi. E allora come? Non mi pare che il governo abbia avanzato proposte. Che poi in genere al privato non freghi niente della preparazione acquisita durante il percorso di studi, questo è tutt'altro problema. Attiene al rapporto tra scuola e lavoro (certi tipi di lavoro almeno), alla incultura presente nel mondo dell'impresa, alla cultura diffusa per cui non serve studiare, ecc. E allora avvicinare la scuola al mondo del lavoro che significa, cedere alla pseudocultura imprenditoriale (e non tutti gli imprenditori sono uguali, a loro difesa)? Ma stiamo scherzando? Il compito della scuola sarebbe formare lavoratori? Dei soldatini fedeli e ubbidienti perfettamente incastonabili nella catena di montaggio qualsiasi essa sia, da quella di fabbrica a quella intellettuale? Ma stiamo scherzando? E' indicativo poi che si escludano certi titoli, come ingegneria. Indicativo perché - non me ne vogliano gli ingegneri, ma vivendo a Torino ne conosco davvero molti - tra tutte le facoltà altamente formanti, diciamo così, proprio ingegneria è quella che più sforna perfetti soldatini e operai specializzati che non si fanno domande oltre i limiti indicati, non mettono le x al di fuori del riquadro.
In sostanza poi, di fatto, anche se si abolisse il valore legale vorrei vedere quanti non laureati in giurisprudenza sarebbero realmente in grado di svolgere la professione di magistrato o di giudice. Quanti professori sarebbero in grado di insegnare senza essersi laureati nelle proprie discipline. E via discorrendo. Ovvio, posto che effettivamente la laurea basti per essere in grado di svolgere bene tali e altre professioni. E sappiamo tutti che non è così. E posto che il sistema, anche quello pubblico, permetta effettivamente di svolgere il proprio mestiere secondo criteri di qualità e in libertà (creativa, non conformista). E sappiamo tutti che non è così. In quest'ultimo caso sarebbe forse vero, la laurea probabilmente non serve. Non perché inutile in sé, non perché troppo, ma perché è talmente poco quel che si richiede, talmente umiliante, svilente, talmente esiguo lo spazio di libertà che viene lasciato al singolo, che la laurea, una "buona" laurea (buona ovviamente non lo riferisco al pezzo di carta in sé o all'istituzione presso la quale lo si è ottenuto, e nemmeno al voto, ma alla persona e alla sua reale preparazione e competenza, e alle sue qualità), sarebbe sprecata. Ma non è a questo punto un problema della laurea o del valore legale. L'impressione allora è che siccome mediamente oggi quasi tutti i lavori sono dequalificati, inclusi quelli "intellettuali", tanto vale levare di mezzo il valore legale. Ma io direi di più, leviamoci dalle scatole anche la laurea. Leviamoci dalle scatole la scuola tutta. Tanto per quel che serve...
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