Ostraka - Forum di archeologia

Cultura protovillanoviana e campi di urne

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view post Posted on 23/5/2012, 19:50
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La cultura protovillanoviana sembra una diramazione dei più antichi campi di urne centro-europei , cosi come la cultura di Canegrate-Golasecca che mostra somiglianze con la facies svizzera-renana-francese orientale . La domanda è : a quale facies centro-europea è ricollegabile la cultura protovillanoviana per quanto riguarda la cultura materiale : bavarese ? austriaca ? ceca ?

da wikipedia:
CITAZIONE
Culture regionali

Esistono forti differenze regionali e culture locali nettamente distinte, soprattutto in base alle particolarità della ceramica:
*cultura di Knovíz (Boemia nord-occidentale, Turingia meridionale e Baviera nord-orientale);
*cultura di Milav (Boemia sud-orientale);
*cultura di Velatice-Baierdorf (Moravia e Austria);
*cultura locale nella Slovacchia occidentale
*gruppo della Baviera nordorientale, a sua volta suddiviso in un sottogruppo basso bavarese e in uno dell'Alto Palatinato;
*gruppo di Unstrut (Turingia): si tratta di un gruppo misto, con elementi della cultura Knovíz e della cultura dei campi d'urne sud-tedesca;
*cultura dei campi d'urne sud-tedesca, a sua volta suddivisa in un gruppo basso-svevo e in un gruppo renano-svizzero, che si estende anche alla Francia orientale;
*cultura dei campi d'urne del basso Reno, che comprende un gruppo basso hessiano, un gruppo nord-olandese e vestfalico e un gruppo del nord-est, nella regione del delta olandese.

Spesso le aree di diffusione dei manufatti ceramici che appartengono a questi gruppi mostrano confini netti, che potrebbero indicare l'esistenza di strutture politiche (tribù) differenziate.

differentemente da Canegrate-Golasecca (proto-lepontica?) che sembra essere stata portata da genti (probabilmente piccoli gruppi) scese dal Ticino la cultura protovillanoviana (proto-italica?) vista la sua diffusione anche nel nord-est dovrebbe essere arrivata tramite le alpi giulie (?) da poco più a nord o est , giusto una supposizione.

^_^

Edited by bronzew. - 23/5/2012, 21:16
 
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view post Posted on 24/5/2012, 19:25
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mi rispondo da solo :ahah.gif: . Nel libro "The Bronze Age in Europe: An Introduction to the Prehistory of Europe" di John M. Coles,A. F. Harding pg. 422 fa riferimento a similudini fra i campi di urne "italiani" (protovillanoviani) e quelli del medio-Danubio , dovrebbe coincidere con il gruppo di Vàl (Ungheria) e altri gruppi confinanti..
 
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view post Posted on 24/5/2012, 21:12
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massinissa
view post Posted on 29/5/2012, 09:54




I campi d'urne da cui prendono poi spunto le facies di Canegrate, Viverone e Scamozzina, (la cultura proto-golasecchiana inizia molto prima, nell'antica età del bronzo e darà origine a quella golasecchiana dell'età del ferro ) facenti parte del bronzo medio/recente, non sono protovillanoviane, cioè non è esatto chiamare "campi d'urne" le manifestazioni protovillanoviane che sono un fenomeno dell'ultima parte dell'età del bronzo. E' comunque probabile che data già la presenza in area settentrionale di modi funerari incineratori, si sia poi sviluppata in modo più esteso nel bronzo finale, a seguito anche dei contatti e degli scambi molto complessi afferenti a questo periodo. Un fenomeno come questo può anche svilupparsi partendo appunto da tradizioni più antiche. Non è detto che debba esserci per forza stata una cultura che ne influenza un'altra la quale adotta in toto quel modo di essere. Incinerazioni ve ne sono sempre state in italia, già dal neolitico, e seppur rare ed eccezionali possono comunque aver influenzato nel tempo i modi di ritualizzare la morte. E' pur vero come dicevo sopra che l'età del bronzo è un periodo nel quale commerci e contatti si intensificano (pur preesistendo già nei tempi precedenti), basta pensare all'ambra del Baltico, alle forme metalliche dall'Egeo e dalla Spagna. Come detto in un'altra discussione contatti che arricchiscono non solo a livello materiale, ma anche culturale. Nel caso specifico è probabile sicuramente un'influenza nordeuropea, ma è altrettanto plausibile una continuità di tradizioni poi estese in più ampio raggio risalenti a quelle facies nord italiane di cui sopra. Inoltre ad oggi, protovillanoviano viene riferito solo alla zona che diverrà nell'età del ferro l'Etruria propria. Ad ggi, per il resto della Penisola si tende a dividere gli altri gruppi regionali per facies. Una buona e aggiornatissima lettura è data dal volume del 2010 di Anna Maria Bietti Sestieri "L'Italia nell'età del bronzo e del ferro".
 
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view post Posted on 2/6/2012, 19:33
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CITAZIONE (massinissa @ 29/5/2012, 10:54) 
I campi d'urne da cui prendono poi spunto le facies di Canegrate, Viverone e Scamozzina, (la cultura proto-golasecchiana inizia molto prima, nell'antica età del bronzo e darà origine a quella golasecchiana dell'età del ferro ) facenti parte del bronzo medio/recente, non sono protovillanoviane, cioè non è esatto chiamare "campi d'urne" le manifestazioni protovillanoviane che sono un fenomeno dell'ultima parte dell'età del bronzo. E' comunque probabile che data già la presenza in area settentrionale di modi funerari incineratori, si sia poi sviluppata in modo più esteso nel bronzo finale, a seguito anche dei contatti e degli scambi molto complessi afferenti a questo periodo. Un fenomeno come questo può anche svilupparsi partendo appunto da tradizioni più antiche. Non è detto che debba esserci per forza stata una cultura che ne influenza un'altra la quale adotta in toto quel modo di essere. Incinerazioni ve ne sono sempre state in italia, già dal neolitico, e seppur rare ed eccezionali possono comunque aver influenzato nel tempo i modi di ritualizzare la morte. E' pur vero come dicevo sopra che l'età del bronzo è un periodo nel quale commerci e contatti si intensificano (pur preesistendo già nei tempi precedenti), basta pensare all'ambra del Baltico, alle forme metalliche dall'Egeo e dalla Spagna. Come detto in un'altra discussione contatti che arricchiscono non solo a livello materiale, ma anche culturale. Nel caso specifico è probabile sicuramente un'influenza nordeuropea, ma è altrettanto plausibile una continuità di tradizioni poi estese in più ampio raggio risalenti a quelle facies nord italiane di cui sopra. Inoltre ad oggi, protovillanoviano viene riferito solo alla zona che diverrà nell'età del ferro l'Etruria propria. Ad ggi, per il resto della Penisola si tende a dividere gli altri gruppi regionali per facies. Una buona e aggiornatissima lettura è data dal volume del 2010 di Anna Maria Bietti Sestieri "L'Italia nell'età del bronzo e del ferro".

si anch'io dividerei la zona di Canegrate dal protovillanoviano peninsulare (benchè alcune fonti considerino "protovillanoviano" anche l'aspetto canegratese-golasecchiano) .... a parte il rito dell'incinerazione però vi sono altri elementi in comune con i campi di urne centroeuropei come gli insediamenti fortificati sui colli , la metallurgia (in parte) e persino il vestiario (fibule) ... che ci siano stati spostamenti di popolazioni (Proto-Italici??) che hanno portato da oltralpe (zona austriaco-ceco-ungherese a giudicare dalla cultura materiale) , magari seguendo la via dell'ambra , queste usanze e innovazioni non è da escludere...anche perchè dove c'è stato il protovillanoviano (estendendo per comodità il termine a tutta la penisola non solo all'Etruria) pochi secoli dopo appaiono i popoli storici noti ...

P.S. non ho ben chiaro se l'appenninico e il "protovillanoviano" siano contemporanei ... ci sono insediamenti appenninici e protovillanoviani risalenti alla stessa epoca in uno stesso territorio o con l'arrivo del protovillanoviano termina anche la cultura appenninica ? ^_^
 
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massinissa
view post Posted on 3/6/2012, 00:16




No, appenninico e protovillanoviano non possono essere contemporanei. L'appenninico è tipico dell'Italia centro-meridionale e si divide: Antica età del bronzo- protoappenninico A. Prima parte della media età del bronzo- protoappenninico B. Seconda parte della media eb- appenninico. Bronzo recente- subappenninico. Provillanoviano- bronzo finale. Non so a quali fonti ti riferisca, ma definire provillanoviane le facies di Canegrate e proto golasecca, è un pò come dire, azzardato? Appartengono sempre a periodi ben definiti e diversi dell'età del bronzo.

Per quanto concerne i siti di altura fortificati ( meglio dire circondati o da fossati o da muretti a secco), si parla dei castellieri. Ma anche qui siamo in una fase medio-recente dell'età del bronzo. Non mi risultano siti di questo genere per il protovillanoviano, comunque di una fase finale del periodo. I castellieri fanno parte assieme alle terremare dell'area padana e agli abitati palafitticoli del lago di Garda e aree limitrofe, di un modo insediamentale più o meno innovativo. Un pò meno per le palafitte già presenti anche in alcuni siti umidi del neolitico o delle prime fasi dell'età del bronzo (Polada).

Edited by massinissa - 3/6/2012, 12:23
 
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view post Posted on 5/6/2012, 19:40
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CITAZIONE (massinissa @ 3/6/2012, 01:16) 
No, appenninico e protovillanoviano non possono essere contemporanei. L'appenninico è tipico dell'Italia centro-meridionale e si divide: Antica età del bronzo- protoappenninico A. Prima parte della media età del bronzo- protoappenninico B. Seconda parte della media eb- appenninico. Bronzo recente- subappenninico. Provillanoviano- bronzo finale. Non so a quali fonti ti riferisca, ma definire provillanoviane le facies di Canegrate e proto golasecca, è un pò come dire, azzardato? Appartengono sempre a periodi ben definiti e diversi dell'età del bronzo.

A Lipari la prima fase Ausonica mostra caratteri ibridi sub-appenninici e protovillanoviani , mi chiedevo se anche nel resto dell'Italia meridionale vista la presenza contemporanea del rito dell'incinerazione e dell'inumazione vi fosse questo carattere ibrido cioè la convivenza fra sub-appenninico e protovillanoviano...tra l'altro i siti "protovillanoviani" (i campi di urne) al sud sono piuttosto sparsi su un territorio molto vasto , come isole ... nelle zone restanti qual'era la cultura dominante ?

question : come avvenne il passaggio alla cosidetta "cultura delle tombe a fossa" , nell' età del ferro ? confesso di essere un pò confuso su questa fase storica avendo poche fonti cartacee :wacko: :P vedrò di procurarmi il libro segnalato ;)
 
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massinissa
view post Posted on 5/6/2012, 21:07




La fase II dell' Ausionio (Ausonio II), è tipico della fase finale dell'età del bronzo. Quindi rientra tra quegli aspetti con caratteri comuni al protovillanoviano, seppur con differenze locali che ne fanno una facies circoscritta ad un determinato territorio. E' poi probabile che il subappenninico apparso nel bronzo recente, abbia lasciato "traccia di sè" anche nella cultura successiva. Ma fermo resta che l'intero fenomeno appenninico si esaurisce con l'ultima fase del periodo. E' un pò come il campaniforme, che all'alba dell'antica età del bronzo è esaurito come fenomeno e cultura in sè, ma lascia traccia per es. nelle forme e nelle decorazioni anche nelle culture immediatamente successive. Tradizioni, forse tramandate nel tempo che hanno fatto sì che certi caratteri rivivessero anche a distanza di tempo. Non è difficile credere che in questo periodo così ricco di scambi anche culturali e così vivace nelle sue produzioni, mantenesse vive anche e chissà(?) in forma orale e di tecnologie certe conoscenze dei "tempi che furono"!

Sul passaggio successivo, si nota che ad un certo punto all'inizio dell'età del ferro, nel meridione il rito incineratorio viene abbandonato a favore dell'inumazione. Già nel periodo precedente c'era già un misto tra cremazione e inumazione. Forse la presenza greca già attiva in quelle zone nella I età del ferro (VIII sec. a.C), ha influito come per altri aspetti della società sulle popolazioni "etnicamente" nascenti della futura Italia preromana..
 
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view post Posted on 5/6/2012, 22:14
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ok chiaro , grazie

riprendendo un post precedente

CITAZIONE
Nel caso specifico è probabile sicuramente un'influenza nordeuropea, ma è altrettanto plausibile una continuità di tradizioni poi estese in più ampio raggio risalenti a quelle facies nord italiane di cui sopra

quindi il rito della cremazione può essersi diffuso a partire dal nord-ovest (Canegrate , Golasecca) nel resto della penisola (?) . Alcuni hanno collegato i campi di urne del centro-sud con le Terramare emiliane anche se sembrerebbero inserirsi più nel filone dei campi di urne centroeuropei , mi sbaglio ? le stesse urne biconiche hanno parallelismi con quelle centroeuropee mentre non con quelle delle precedenti terramare , inoltre non mi risulta che ci siano insediamenti che ricordino in qualche modo quelli "terramaricoli" (palafitte) a sud della pianura padana..

Edited by bronzew. - 5/6/2012, 23:30
 
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massinissa
view post Posted on 5/6/2012, 23:04




No, non almeno durante la fase medio-recente dell'età del bronzo nelle quali si assiste alla presenza delle facies ad incinerazione di Scamozzina, Viverone e Canegrate. Che queste abbiano influenze transalpine dai campi d'urne hallstattiani è fuori dubbio. E' poi probabile che data la mobilità delle genti del periodo per scambi, commerci, approvigionamenti di materie prime nel tempo questo modo di seppellire si sia esteso divenendo il protovillanoviano, che però compare solo nel bronzo finale, con i biconici usati come funerari. Le terremare padane, fanno parte cronologicamente a queste fasi medio-recenti assieme alle palafitte e ai castellieri. Per cui nulla vieta che anche queste zone risentissero di influenze più settentrionali (italiane) e usassero cremare i loro defunti. Terremare più a sud della Pianura Padana non che io sappia. Insediamenti palafitticoli sì. Ma palafitte e terremare sono due modi insediativi diversi. La terramara non è altro che un villaggio, costruito su un terrapieno e circondato, a volte da un fossato, ma le abitazioni sono su palafitta all'asciutto, vicino comunque a corsi d'acqua. Le palafitte sono invece capanne poste su piani di legno a loro sostegno (l'intero villaggio poggia su di essi), che a loro volta poggiano su tronchi infissi direttamente sul fondo di uno specchio d'acqua. Però se non ricordo male, ci sono casi nei quali la terramara non ha la caratteristica di villaggio su palafitte, ma di normali capanne a terra. Sempre però su terrapieni.

Bisogna poi tenere presente per il periodo, volendo capire la diffusione di riti, tecnologie e materiali alla profonda mobilità di queste genti. Sia direttamente che mediate. Si parla di scambi e commerci non a caso infatti. Attività che rendono possibili infiniti modi di venire a contatto con etnie diverse. Basta pensare ai micenei. E' altresì importante tenere presente che molti oggetti ritrovati anche in contesti tombali, erano diretti in maniera più decisa verso quella parte elitaria della società: ambra, metallo e particolari forme ceramiche, non erano alla portata economica di tutti. Almeno all'inizio ciò era prerogativa dei capi, o comunque dei personaggi eminenti dei villaggi principali (chiefdom). Ciò è rilevabile proprio dai corredi funebri, che al di là della modalità presentano differenze a volte marcate tra "ricchi e poveri" e tra uomini e donne. Questo significa che un modo culturale nuovo potrebbe essere stato accettato dal gruppo, ma poi utilizzato solo dalla cerchia più abbiente. E' quello che succederà alla fine dell'età del bronzo con l'elités dei guerrieri, generata da una produzione metallurgica e di armi sempre più consistente e raffinata.

Edited by massinissa - 6/6/2012, 08:06
 
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view post Posted on 12/6/2012, 19:32
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leggevo di un collegamento con i Veneti , a parte il fatto che una popolazione di Veneti era presente anche nei pressi del mar Baltico , ci sono altri elementi per poter verificare tale collegamento ? dal punto di vista dell'archeologia si riscontrano similitudini fra la cultura lusaziana e la facies protovillanoviana veneta (pre-civiltà atestina) ?

 
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view post Posted on 12/6/2012, 21:16
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Per quanto ne so non ci sono collegamenti, al di là del nome, tra i Veneti dell'Italia e quelli baltici. Quanto alla cultura lausaziana e ad eventuali similitudini, non sono in grado di dare una risposta fondata. La conosco in maniera assai superficiale e le mie sono solo impressioni.
 
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view post Posted on 19/1/2018, 14:58

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CITAZIONE (bronzew. @ 23/5/2012, 19:50) 
La cultura protovillanoviana sembra una diramazione dei più antichi campi di urne centro-europei , cosi come la cultura di Canegrate-Golasecca che mostra somiglianze con la facies svizzera-renana-francese orientale . La domanda è : a quale facies centro-europea è ricollegabile la cultura protovillanoviana per quanto riguarda la cultura materiale : bavarese ? austriaca ? ceca ?

^_^

Se Canegrate-Golasecca ha più somiglianze con la facies svizzera-renana-francese orientale, la cultura protovillanoviana mostra più rassomiglianze, sempre nel contesto dei campi d'urne, con culture presenti in Slovacchia, Ungheria, Moravia.

Difficile credere che l'incinerazione si diffuse solo per contatti culturali tra il proto-villanoviano e la cultura di Canegrate senza migrazioni di genti. La cultura di Golasecca è posteriore al protovillanoviano.
 
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