| No, non almeno durante la fase medio-recente dell'età del bronzo nelle quali si assiste alla presenza delle facies ad incinerazione di Scamozzina, Viverone e Canegrate. Che queste abbiano influenze transalpine dai campi d'urne hallstattiani è fuori dubbio. E' poi probabile che data la mobilità delle genti del periodo per scambi, commerci, approvigionamenti di materie prime nel tempo questo modo di seppellire si sia esteso divenendo il protovillanoviano, che però compare solo nel bronzo finale, con i biconici usati come funerari. Le terremare padane, fanno parte cronologicamente a queste fasi medio-recenti assieme alle palafitte e ai castellieri. Per cui nulla vieta che anche queste zone risentissero di influenze più settentrionali (italiane) e usassero cremare i loro defunti. Terremare più a sud della Pianura Padana non che io sappia. Insediamenti palafitticoli sì. Ma palafitte e terremare sono due modi insediativi diversi. La terramara non è altro che un villaggio, costruito su un terrapieno e circondato, a volte da un fossato, ma le abitazioni sono su palafitta all'asciutto, vicino comunque a corsi d'acqua. Le palafitte sono invece capanne poste su piani di legno a loro sostegno (l'intero villaggio poggia su di essi), che a loro volta poggiano su tronchi infissi direttamente sul fondo di uno specchio d'acqua. Però se non ricordo male, ci sono casi nei quali la terramara non ha la caratteristica di villaggio su palafitte, ma di normali capanne a terra. Sempre però su terrapieni.
Bisogna poi tenere presente per il periodo, volendo capire la diffusione di riti, tecnologie e materiali alla profonda mobilità di queste genti. Sia direttamente che mediate. Si parla di scambi e commerci non a caso infatti. Attività che rendono possibili infiniti modi di venire a contatto con etnie diverse. Basta pensare ai micenei. E' altresì importante tenere presente che molti oggetti ritrovati anche in contesti tombali, erano diretti in maniera più decisa verso quella parte elitaria della società: ambra, metallo e particolari forme ceramiche, non erano alla portata economica di tutti. Almeno all'inizio ciò era prerogativa dei capi, o comunque dei personaggi eminenti dei villaggi principali (chiefdom). Ciò è rilevabile proprio dai corredi funebri, che al di là della modalità presentano differenze a volte marcate tra "ricchi e poveri" e tra uomini e donne. Questo significa che un modo culturale nuovo potrebbe essere stato accettato dal gruppo, ma poi utilizzato solo dalla cerchia più abbiente. E' quello che succederà alla fine dell'età del bronzo con l'elités dei guerrieri, generata da una produzione metallurgica e di armi sempre più consistente e raffinata.
Edited by massinissa - 6/6/2012, 08:06
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