La notizia è un po’ datata (2010), però mi sembrava molto interessante soprattutto per chi, magari non ne era al corrente.
Nel ritrovamento di un edificio (probabilmente una reggia) del VI sec a.C. a Torre Satriano, presso Potenza, è stato riscontrato un sistema di numerazione degli elementi della copertura a falde. In particolare le sime sono siglate con numeri ordinali maschili, mentre alcune lastre di fregio presentano numeri ordinali femminili.
L’edificio è costituito da una pianta simile a un megaron, con copertura a due falde e un vano laterale con porticato. Dalle poche notizie che ho potuto leggere, sono stati individuati almeno cento frammenti numerati.
Questo metodo potrebbe essere riconducibile alla realizzazione di un progetto coerente di prefabbricazione in un centro di produzione specializzato, a cui seguiva, per completare i lavori, il rimontaggio in cantiere secondo le istruzioni.
In questo modo, il ceto dominante locale, desideroso di seguire il gusto estetico greco, poteva dotarsi di elementi decorativi di pregio pur non possedendo la “mano d’opera” adeguata alla realizzazione, mentre alcuni opifici potevano attuare forme di produzione seriale, come lascerebbe intuire, anche, la somiglianza degli elementi di questo edificio con quelli di una struttura rinvenuta a Braida di Vaglio.
Le iscrizioni rinvenute sono in dialetto laconico-tarantino lasciando ipotizzare un'origine tarantina delle manifatture.
Questo è grosso modo quello che sono riuscito a reperire su internet…
Tralasciando i sensazionalismi (a tratti patetici) dei giornali, con i riferimenti a famose ditte scandinave di prefabbricati dalle istruzioni difficilmente decifrabili, avete informazioni più recenti sull’argomento o conoscete altri esempi di produzione seriale per l’epoca?
Qui potete leggere alcuni articoli sull'edificio, che accennano anche alla numerazione degli elementi di copertura:
http://unibas-it.academia.edu/MassimoOsann...rre_di_Satrianohttp://unibas-it.academia.edu/MassimoOsann..._architettonico
