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Il Libro dei Morti di Iuefankh, (Cap. XXVI)

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view post Posted on 14/7/2012, 13:33
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Il Libro dei Morti di Iuefankh è un antico documento papiraceo conservato al Museo Egizio di Torino (cfr: www.museoegizio.it/pages/iuefankh.jsp) ed è stato identificato dagli studiosi come una copia d'età tolemaica (più precisamente, del II secolo a.C.) di un modello originale del Medio Regno. In particolare, in questa discussione, voglio condividere con voi il contenuto del capitolo 26° del suddetto libro (facente parte della cd. 'serie del cuore', poiché riportante, appunto, le formule necessarie al recupero e alla protezione del cuore del defunto).

Ho deciso di condividere con tutti voi questo testo per due motivi: in primo luogo perché, secondo me, è di una bellezza e di una profondità tale che merita di essere letto, discusso e approfondito; in secondo luogo, anche perché è stato uno dei testi che dovevo portare per il mio esame di Egittologia (sostenuto giusto qualche giorno fa) e, non avendone trovata una trascrizione in rete, ho pensato di postarlo qui, dove, in futuro, altri eventuali studenti dell’ateneo fiorentino (ma non solo) potranno recuperarlo e utilizzarlo come guida allo studio.
Non sto a riportare tutte le notizie sulla storia del Libro dei Morti (inteso come corpus di formule magiche), né sulla storia di questo papiro in particolare (che, eventualmente, potremo approfondire in seguito). Ciò che mi preme principalmente, per ora, è una discussione sul testo geroglifico in sé (di cui riporterò una traduzione abbastanza letterale, per facilitarne il riconoscimento).

Il capitolo 26° del papiro di Iuefankh si apre con un titolo introduttivo (qui mantenuto diviso dal resto del testo, ma originariamente unito a esso). Mi scuso fin da subito per eventuali miei errori nella conversione della traslitterazione, dalla carta scritta alla pagina web (non sono ancora molto pratico di questo genere di operazione!).
L’intestazione recita:

r' n rdjt ib n.s n.f m xrt-nTr
‘Formula del dare a un uomo il suo cuore nella necropoli’

Di seguito, si collocano le formule del capitolo:

Dd mdw jn wsjr jw.f.'nx mAA-Xrw
‘Dire le parole da parte dell'Osiride Iuefankh, giustificato’ (lett. ‘giusto di voce’)

ib.i n.i m pr ibw
‘Il mio cuore (è) a me nella casa dei cuori’

HAty.i n.i m pr HAtyw
‘Il mio cuore (è) a me nella casa dei cuori’

jw rdj.tw n.i ib.i Htp.f jm.i
‘Mi è stato dato il mio cuore (ed) esso riposa in me’

Nn js wnm.i S' r gs wsjr
‘Non mangerò davvero la sabbia a fianco di Osiride’

Hr gs pfy n jAbt (rn.f) gAyt
'su quel lato dell'Oriente (che si chiama) Gayt'

(m) xd (m) xnty nn hA(y).<n.>i
‘Sia che si navighi verso Nord, sia che si navighi verso Sud, non scenderò’ (lett. ‘navigare secondo corrente, navigare contro corrente’)

rx.kw jm.k
‘(perché) conosco (ciò che è) in te’

jw rdj.tw n.i r'.i r mdt
‘Mi è stata data la mia bocca per parlare’

rdwy.i r Sm
‘le mie due gambe per camminare’

jw rdj.tw n.i ''wy.i r skr kftjw.i
‘Mi sono state date le mie due braccia per far cadere i miei nemici’

wn n.i AAwy pt
‘Sono aperte a me le porte del cielo’ (lett. ‘i battenti del cielo’)

sS n.i gb rp'-nTrw 'rty.i
‘Geb, il prìncipe degli dèi, ha aperto a me le mie due mascelle’

wn.f n.i irty.i Sp
‘Egli ha aperto a me i miei due occhi ciechi’

dwn.f ''wy.i krf
‘Egli ha disteso le mie due braccia contratte’

sr(w)d.n (n.i) jnp(w) mAst
‘Anubi (mi) ha rinforzato le ginocchia’

Ts.kw rf wnn.i
‘Io mi alzo (e) dunque esisto’

dwn.i m sxmt nTrt
‘Io mi tendo come la dea Sekhmet’

wn n.i pt
‘Il cielo è aperto per me’

ir.i wD.tw (n.)i m Hwt kA ptH
‘Io farò ciò che mi è stato ordinato nel tempio dello spirito di Ptah’

rx.i m ib.i
‘Io ho conoscenza nel mio cuore’

sxm.i m HAty.i
‘Io ho potenza nel mio cuore’

sxm.i m ''wy.i
‘Io ho potenza nelle mie due braccia’

sxm.i m rdwy.i
‘Io ho potenza nelle mie due gambe’

ir.i mr kA.i
‘Io farò ciò che il mio spirito desidera’

n(n) xn(r)j.tw bA.i r xAt.i
‘La mia anima non sarà tenuta lontano dal mio cadavere’

Hr sbAw nw jmnt
‘di fronte alle porte dell'Occidente’ (lett. ‘sulle porte’)

Resto disponibile per eventuali domande, chiarimenti e curiosità sul testo e sulla terminologia in esso impiegata (richiedendo, comunque, fin da ora, la collaborazione e la supervisione del nostro oikistés egittologo!).
 
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view post Posted on 15/7/2012, 13:38
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Mi piacerebbe avere qualche vostro parere in merito al testo che ho riportato - anche solo in relazione a quello italiano, ovviamente (domani partirò per le vacanze, ma leggerò comunque volentieri i vostri eventuali commenti al mio ritorno).

Non so voi, io sono rimasto colpito soprattutto dalla sua incredibile capacità narrativa e descrittiva (= comunicativa); è un testo ricco di immagini suggestive e realistiche.
Uno per tutti, potrei citare il passo in cui il defunto afferma: "dwn.i m sxmt nTrt" ('io mi tendo come la dea Sekhmet'). Mi pare quasi di poterlo vedere, questo Iuefankh, mummificato, mentre recupera la piena padronanza del proprio corpo irrigidito dall'imbalsamazione e si tende (o, se preferite, 'si stiracchia') come Sekhmet, la dea leonessa (un paragone, quello con un felino, a mio avviso, molto evocativo).

Inoltre, un primo paio di sottolineature voglio farle io, in merito a due questioni che ho trovato decisamente interessanti.
La prima è relativa a queste due frasi consecutive:

CITAZIONE
ib.i n.i m pr ibw
‘Il mio cuore (è) a me nella casa dei cuori’

HAty.i n.i m pr HAtyw
‘Il mio cuore (è) a me nella casa dei cuori’

Indubbiamente, anche senza aver mai fatto un esame di geroglifico egizio, è possibile notare subito, a colpo d'occhio, come queste due frasi, leggermente differenti, siano state tradotte nello stesso, identico modo. La differenza sta nei termini con cui si rende la parola 'cuore' (ib, nella prima frase, HAty, nella seconda).
Alcuni studiosi hanno tentato di spiegare questa differenziazione nella terminologia, interpretando il "cuore ib" come la sede del pensiero (per gli Egizi, infatti, non era il cervello, bensì il cuore, l'organo pensante che regolava la memoria), mentre il "cuore HAty" potrebbe essere, forse, il cuore inteso come muscolo cardiaco.

In effetti, a ben vedere, lo stesso testo recita in seguito "rH.i m ib.i/ sxm.i m HAty.i" ('io ho conoscenza nel mio cuore-ib/ io ho potenza nel mio cuore-HAty'); un dato, questo, che, a mio avviso, parrebbe proprio confermare questa ipotesi di lettura (Lama, tu che ne pensi?).

In secondo luogo, voglio segnalare quel "Hwt kA ptH" ('il recinto/tempio dello spirito/immagine di Ptah'), in quanto, secondo alcuni egittologi, proprio il nome del tempio di Ptah di Menfi potrebbe aver portato alla nascita dell'odierno nome dell'Egitto - che in egizio era detto "Kmt" (Kemet), 'la (Terra) Nera'.
Infatti, l'espressione egizia "Hwt kA ptH" ('Hut-ka-Ptah') potrebbe esser stata alla base del miceneo a-ku-pi-ti-jo (termine noto dalle tavolette in lineare B, indicante un uomo giunto dal paese d'Egitto), che sarebbe poi confluito nel successivo vocabolo greco Αἴγυπτος (Aigyptos), per poi passare al latino "Aegyptus" e, infine, all'italiano Egitto.
 
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nectanebo
view post Posted on 16/7/2012, 14:20




Purtroppo, da autodidatta, non sono in grado di dare un giudizio
al tuo senz'altro ottimo lavoro.
Mi limito solo a due aggiunte.
Al link sottostante è visibile il capitolo XXVI in geroglifici del Lepsius:

https://docs.google.com/open?id=0BwURjlFEJdXdekFqTWplMDFBWkE

Per approfondire completamente la visualizzazione e traduzione del papiro vedi:

Il libro dei morti degli antichi egizi - Boris De Rachewiltz -

Ed Mediterranee Roma
 
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turnon
view post Posted on 17/7/2012, 10:30




Trovo anche io che sia un brano molto commovente, come tu affermi: che ci avvicina alla sensibilità umana degli egiziani (che speso consideriamo troppo ieratici, oppure idealizziamo in altro modo) ed alla loro vita quotidiana.
Io devo subito dire che non capisco alcunché di questa materia, ma ci tenevo a darti la mia impressione.
Ho trovato alcune differenze nella versione grafica in lingua egizia e nella traduzione (ad esempio, qui: www.bardo.org/ani/ch26.html) ed anche altrove (ad esempio: http://digitalegypt.ucl.ac.uk/literature/religious/bd26.html , che però non sembra funzionare, oggi, per cui lo riporto di seguito): ma sono certo che si tratta di materiale che avevi già compulsato prima del tuo lavoro, e che conosci benissimo (mentre per me è tutta una scoperta continua).

r n rdit ib n wsir N n.f m Xrt-nTr
ib.i n.i m pr ibw
HAty.i n.i m pr HAtyw
iw n.i ib.i Htp.f im.i
n is wnm.i Satt nt wsir
Hr gs pfy iAby n gAy
xwxt m xd kt m xnt
nn hA.i r xwxt imt.k
iw n.i r.i r mdt rdwy.i r Smt
awy.i r sxrt xftyw.i

wn n.i aAwy tA
psS.n gb iry pat nTrw [..]wy.fy r.i
wn.f irty.i Sntt dwn.f rdwy.i qrf
srwd.n inpw mAsty.i wTs.i
ist nTrt
wnn.i m pt ir.tw wdt.n.i m Hwt-kA-ptH
rx.i m ib.i sxm.i m [...]
sxm.i m awy.i sxm.i m rdwy.i
iry.i mrt kA.i
nn xnri.tw [bA.i] Swt.i
Hr sbAw nw imnt Dt r nHH

Formula for giving the heart of the Osiris N to him in the underworld

My heart is mine in the house of hearts,
my chest is mine in the house of chests,
My heart is mine, and is content with me.
For I have not eaten the offering-loaf of Osiris
on that left side of the Basin.
A khukhet-boat* is faring north, another faring south.
I can never fall down into the khukhet-boat that holds you.
My mouth is mine to speak, my legs are mine to walk,
my arms for overthrowing my enemies.
The doors of earth are opened for me,
Geb, the gods' leader of the nobles, has spread his° jaws at me,
opening my closed eyes, stretching my bent legs,
and Anubis has strengthened my knees that support me,
as does the goddess.
I exist in the sky, and what I ordered is done in Hutkaptah (=Memphis)
I have knowledge by my heart, I have power over [my breast],
I have power over my arms, I have power over my legs,
so that I may accomplish what my ka desires,
without [my soul] or my shade being repelled
at the gates of the west for ever and eternity.

* che cos'é un khukhnet boat?
° Mi fa pensare ad una bocca infernale, come quella dell'Orco. A meno che non si tratti di un franco errore di traduzione, naturalmente.

Credo che si tratti di sottigliezze dovute ai differenti traduttori ed alla interpretazione personale che ciascuno dà del testo. Complimenti per il tuo lavoro: per quel che vale, sappi che t' invidio la tua bella capacità...
 
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lama su
view post Posted on 17/7/2012, 11:16




CITAZIONE (turnon @ 17/7/2012, 11:30) 
Credo che si tratti di sottigliezze dovute ai differenti traduttori ed alla interpretazione personale che ciascuno dà del testo.

no il problema è più "sottile" (cioè, sicuramente ci sarà qualche sfumatura dovuta all'interpretazione, ma quello è un fattore minimo): come ha detto perseo, il "libro dei morti" compare nella sua forma "classica" nel nuovo regno, come collazione e adattamento di formule più antiche (i cosiddetti "testi dei sarcofagi" del medio regno) che a loro volta affondano probabilmente le loro radici, almeno in parte, in formule dell'antico regno. La copia presentata da perseo, cioè il libro dei morti di iw=f-anx, è una copia di epoca tolemaica, quindi estremamente tarda.

Considerando ciò, è facile capire perchè ci sono delle sottili differenze fra la versione presentata da Perseo e le altre copie più antiche (come quelle che si trovano in internet e che avete citato): da un lato nel testo di epoca tolemaica ci sono degli evidenti errori di copiatura e/o errori grammaticali dovuti al fatto che gli scribi tolemaici stavano ormai perdendo la padronanza della lingua classica, dall'altro fra l'epoca di composizione delle formule e l'epoca tolemaica possono esserci stati (anzi sicuramente ci saranno stati) delle modifiche a livello teologico che possono aver portato a riinterpretazioni o modifiche vere e proprie del contenuto di certi passaggi del testo stesso.
 
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view post Posted on 28/7/2012, 19:23
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CITAZIONE (lama su @ 17/7/2012, 12:16) 
La copia presentata da perseo, cioè il libro dei morti di iw=f-anx, è una copia di epoca tolemaica, quindi estremamente tarda.

non mi racapezzo. qual'è allora la specialità della "versione" del libro dei morti indicato da perseo, se - così come mi pare di capire - anche tutte le altre versioni dei ibri dei morti discendono dai testi dei sarcofagi e dunque indirettamente dal medio regno?
 
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view post Posted on 28/7/2012, 20:06
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (DedaloNur @ 28/7/2012, 20:23) 
non mi racapezzo. qual'è allora la specialità della "versione" del libro dei morti indicato da perseo, se - così come mi pare di capire - anche tutte le altre versioni dei ibri dei morti discendono dai testi dei sarcofagi e dunque indirettamente dal medio regno?

Non c'è nessuna 'specialità'.
Il Libro dei Morti è un corpus di formule che nasce nel Nuovo Regno (se non già alla fine del II Periodo Intermedio): in quest'epoca avviene la sua 'sistemazione', ordinata secondo serie di capitoli e formule abbastanza standardizzate. Si può dire che, a livello generale, tutte le varie versioni del Libro dei Morti siano più o meno identiche fra loro; se uno va a vedere nel dettaglio, però, si possono individuare diverse differenze, che possono essere dovute a numerosi fattori (cambiamenti della teologia ufficiale, perdita di padronanza del geroglifico da parte degli scribi etc.).

Il Libro di Iuefankh non ha nulla di speciale in sé: è semplicemente un papiro d'età tolemaica, che prende a modello un testo e una lingua tipici del Medio Regno, ma che presenta anche una certa quantità di variazioni ed errori, dovuti essenzialmente ai motivi sopra elencati. Ecco perché, spesso e volentieri, due stessi capitoli di due differenti libri, in realtà, non combaciano perfettamente.
A questo, inoltre, bisogna aggiungere che, nel numerare i vari capitoli del Libro di Iuefankh, K. R. Lepsius (lo studioso che si occupò di trascrivere il papiro) fornì una numerazione abbastanza arbitraria, assegnando numeri progressivi ai vari capitoli (1, 2, 3...), nell'ordine in cui il papiro li presentava. Ma i Libri dei Morti non sono identici neppure sotto il profilo della scelta dei capitoli: infatti, il numero e le tipologie potevano variare, diventando più completi solo per coloro che potevano permetterseli (mentre i meno abbienti, di solito, per risparmiare, 'tagliavano' i capitoli giudicati meno importanti, lasciando solamente quelli ritenuti fondamentali per il defunto). Quindi, per esempio, quello che è il Cap. III del Libro di Iuefankh potrebbe non corrispondere al Cap. III del Libro dei Morti di un altro defunto.

P.s.

Un grazie a Nectanebo e Turnon per quanto mi hanno scritto. Siete stati molto gentili! ^_^
 
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