ma no che non rimani ferito!
E le tue osservazioni sono più che pertinenti, come sempre.
CITAZIONE (Perseo87 @ 30/10/2012, 15:15)
Che mi sai dire a riguardo? Ci sono studi o articoli che provino archeologicamente il commercio fenicio con queste isole collocate fuori dal Mediterraneo?
Ripeto, chiedo non per mettere in difficoltà qualcuno, ma perché l'argomento mi interessa da vicino!
se noti io ho menzionato due dati distinti, e cioè:
a) che i fenici erano coinvolti nel commercio dello stagno, e questo ce lo dicono sia le fonti greche (strabone, vedi qui l'ultimo paragrafo prima delle note, indicato come p159 sulla destra
http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roma...Strabo/3E*.html ) sia la bibbia (Ezechiele per esempio parlando di Tiro dice che la città fenicia commerciava in metalli preziosi, stagno e piombo con Tartesso in Spagna -dove guarda caso sorgeranno poi le colonie fenicie- vedi: Ezechiele 27.12)
Ovviamente nessuna di queste fonti parla di commercio diretto con la gran bretagna (o meglio, strabone lo fa, menziona un commercio diretto fenicio con le isole Cassiteridi, ma la sua conoscenza è evidentemente vaga, e quindi da prendere con le pinze). Però è chiaro che lo stagno che i fenici commerciavano era di origine britannica (vedi per esempio
http://www.markbwilson.com/courses/F2012/N...rces-of-Tin.pdf )
b) che ci sono fonti che menzionano un viaggio fenicio, quello di Himilco, lungo la costa atlantica dell'Europa (per praticità vedi
http://en.wikipedia.org/wiki/Himilco e
www.livius.org/hi-hn/himilco/himilco.html)
I dati quindi sono i seguenti:
- i fenici commerciavano stagno dalla spagna in tutto il mediterraneo, e probabilmente lo stagno fu uno dei motivi principali che li spinse a fondare delle colonie in Andalusia.
- che
qualcuno portava lo stagno dalla britagna/gran bretagna/irlanda fino in spagna, per logica via mare (non c'è motivo di pensare che lo facessero via terra, visto che sapevano navigare), mi sembra anche un dato certo, perchè lo stagno in spagna non ci arrivava da solo.
- che i fenici avessero le capacità tecniche e l'interesse commerciale per per lo meno esplorare la rotta verso nord mi sembra anche un dato certo: avevano la capacità di navigare lungo la costa africana, perché non avrebbero dovuto andare verso nord?
- ci sono fonti scritte che affermano che questa esplorazione ebbe effettivamente luogo. Ora le fonti possono essere anche sbagliate, ma in questo caso visto il contesto non vedo perchè dovremmo dubitarne.
Ovviamente questo non significa che i Fenici avessero stabilito commerci regolari ed intensi con la Gran bretagna. Non è quello che ho detto. Però tutto questo mi fa ritenere se non probabile, per lo meno per nulla inverosimile che i Fenici abbiano fatto delle scampagnate verso nord. Magari non molto spesso (potrebbe semplicemente essere che da un punto di vista fenicio non era conveniente andare fino alle fonti dello stagno, magari, per varie ragioni dal punto di vista fenicio era più conveniente lasciare che fossero altri mercanti -dalla spagna, dalla costa atlantica francese, o direttamente dalla gran bretagna/irlanda- ad occuparsi di quella tratta), ma mi sembra decisamente verosimile che dei viaggi anche solo esplorativi ci siano stati, come appunto dicono le fonti antiche. O per lo meno non vedo nessun motivo reale per escluderlo.
Considerando questo, e considerando l'origine geografica di quella scimmia (da territorio fenicio!), mi sembra evidente che i fenici abbiano avuto un ruolo nel suo viaggio (per lo meno nella parte iniziale), e mi sembra estremamente probabile che sia arrivata in irlanda proprio tramite le rotte commerciali dello stagno in cui i fenici erano coinvolti (il che non significa necessariamente su una nave fenicia, anche se la cosa come detto non mi sembra escludibile).
Di sicuro, questo mi (ma è un'opinione personale) sembra molto più probabile che non immaginare che sia passata di mano in mano via terra attraverso tutto il continente come mi sembra suggerire Massinissa.
CITAZIONE (Perseo87 @ 30/10/2012, 15:15)
Seconda cosa: secondo me, non serve necessariamente pensare alla scimmietta come al frutto di uno scambio commerciale. Posso riportare una citazione di Esopo (n° 305 dell'edizione Mondadori, a cura di La Penna) che potreste trovare interessante:
CITAZIONE
Coloro che si mettono in mare hanno l'abitudine di portarsi dietro dei cagnolini Maltesi o delle scimmie, che servono come passatempo durante la navigazione.
A ben vedere, cani di piccola taglia a bordo delle navi sono archeologicamente individuati (è il caso del cagnolino 'tipo bassotto', il cui scheletro è stato rinvenuto accanto a quello di un marinaio, in uno dei relitti dell'antico porto di Pisa). Non potrebbe essere che questa scimmietta sia giunta in Irlanda come animale da compagnia di un navigante? L'usanza, qui, sembra riferita ai Greci, ma non è da escludere che tale pratica fosse stata introdotta fra i mariani ellenici dai Fenici...
Certo, hai ragione. E come detto già le fonti egizie attestano la presenza di scimmie sulle navi (vedi i rilievi della spedizione a punt di Hatshepsut), e probabilmente era ed è una pratica comune fra i marinai di tutti i tempi e di tutto il mondo.
Sul fatto che la scimmietta non sia arrivata in irlanda come scambio commerciale, puoi anche aver ragione. Ma probabilmente il marinaio che l'aveva con sé avrà richiesto qualcosa in cambio, e se anche in origine non era stata imbarcata come tale, mi sembra ovvio che alla fine sia diventata un oggetto di scambio.
Ad ogni modo, lasciando da parte fenici e scimmie irlandesi, il passo di Esopo che tu citi mi sembra confermi quello che era il mio punto iniziale rispetto alla domanda iniziale: come facevano le popolazioni italiche a conoscere le scimmie? Beh, visto che come dice esopo c'erano scimmie vive sulle navi che attraversavano il mediterraneo, non mi sembra molto difficile immaginare che le popolazioni italiche abbiano conosciuto le scimmie tramite questi marinai.
(e io direi che considerando il ruolo dato alle scimmie nell'iconografia, probabilmente le avranno anche considerate un oggetto "esotico" di interesse particolare, se non proprio un "bene prezioso/di prestigio", ma questa ovviamente è un'opinione personale)
CITAZIONE
E per le sepolture non ho detto che TUTTI gli oggetti di pregio finivano accanto al caro estinto, ma che è (e qui le prove provate ci sono) quasi sempre così.
che
dei beni di pregio finissero nelle tombe è ovvio. Che la maggioranza se non la totalità dei beni di pregio finisse nelle tombe, e che quindi se un bene non è attestato nelle tombe vuol dire che non era commerciato/considerato di pregio mi sembra decisamente inverosimile. Per un motivo molto semplice: i beni di pregio attestati dalle tombe sono semplicemente troppo pochi, e non possono che rappresentare una minima parte di quello che doveva essere commerciato.
CITAZIONE
Questo lo dico, non per essere antipatico o peggio, ma solo perchè ad es. all'esame di archeologia "fenicio-punica" ( e già il titolo dell'esame la dice lunga), ti chiedono immancabilmente se esiste una differenza tra Fenici appunto e Punici. La risposta ovviamente è no, da un punto di vista etnico, culturale religioso ecc. ma lo è da un punto di vista storico. E non è cosa da poco.
distinguere fra "fenici" e "punici" è come distinguere fra "medioevo" e "età moderna" per l'europa del 1491 e quella del 1493.
La distinzione è artificiale e moderna, e se in certi casi (molti) può essere utile e giustificata (ovviamente se si confronta la corte di Carlo Magno con quella di Elisabetta di Inghilterra È giustificata), in altri semplicemente non ha molto senso o utilità (come per esempio se si confronta la corte di ferdinando II di Aragona all'inizio e alla fine del suo regno). Dal mio punto di vista questo è uno di quei casi. Ma ovviamente questo è solo il mio punto di vista.
CITAZIONE
E i Fenici considerati di "epoca storica", fino all'XI a.C (bronzo finale/primo ferro)??
io ho detto "fin dal"..