Ostraka - Forum di archeologia

Ḫattuša

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§Karl§
view post Posted on 23/1/2013, 02:26




Mi è stato chiesto di fare una breve panoramica su Ḫattuša (e una su Çatalhöyük che comparirà a breve), per cui eccola qua. Ho evitato di inserire la storia degli scavi ma se qualcuno è interessato posso sempre rimediare. La bibliografia principale di riferimento (riferimento su Ḫattuša, non relativamente al testo seguente), e sicuramente parziale non essendo il periodo ittita al centro dei miei interessi, la trovate qui: https://ostraka.forumfree.it/?t=64718008

Ovviamente se qualcuno ha curiosità, interessi, ecc., su altri siti, periodi, argomenti, problematiche e via discorrendo, chieda pure, pubblicamente o privatamente, a me e agli altri amministratori e moderatori delle varie sezioni. Tempo e impegni permettendo, e compatibilmente anche con i nostri interessi e bagagli, cercheremo di soddisfare le richieste (naturalmente non chiedeteci tesine, capitoli di tesi e quant'altro. Vuoi perché vorremmo mantenere uno spirito un po' più informale e divulgativo, per quanto sempre possibilmente rigoroso, vuoi perché assolutamente scorretto e infine improduttivo per voi. E se anche volessimo trasgredire alla "deontologia", almeno per quanto mi riguarda non lo farei gratis).

Ḫattuša


Ḫattuša come accade spesso per le città vicino orientali ha una storia occupazionale che risale fino alla preistoria. Le prime tracce insediamentali intorno all'area di Boğazkale - questo il nome attuale del villaggio presso cui si trovano le vestigia dell'antica città, a nord-est di Ankara, anche se è invalso l'uso del nome più arcaico Boğazköy per indicarne il complesso archeologico - risalgono infatti al VI millennio a.C., periodo nel quale buona parte del resto del Vicino Oriente, dalla Turchia orientale all'Iraq passando per la Siria, viene interessato dal fenomeno Halaf.
L'insediamento tuttavia non dà luogo ad una continuità occupazionale, per la quale dobbiamo attendere almeno la fine del III millennio a.C., ovvero del Bronzo Antico. Poco più tardi all'inizio del Bronzo Medio troviamo a sud-est il famoso karum (emporio commerciale) paleoassiro di Kanesh/Nesha, attuale Kültepe [1], fondamentale con i suoi archivi per la ricostruzione del commercio paleoassiro, e non solo di questo. Le tavolette ci restituiscono infatti un'immagine dell'Anatolia divisa in potentati governati da "principi" (in accadico ruba'um, fem. rubatum) tra i quali, oltre a Kanesh, troviamo la nostra Ḫattuša (anzi, in questo periodo Ḫattuš), che vede anch'essa la presenza di un emporio paleoassiro circa contemporaneo a quello di Kanesh.
Gli archivi documentano inoltre per l'Anatolia una situazione etnolinguistica piuttosto composita, con la presenza di genti hattiche (in un'area che comprende Ḫattuša), hurrite e indoeuropee, ovvero luvi ed ittiti, questi ultimi presenti particolarmente proprio nella zona di Kültepe. Da un testo posteriore dell'Antico Regno ittita risalente probabilmente a Ḫattušili I sappiamo che in questo periodo si collocano gli scontri tra i centri ittiti e quelli hattici, con il re Anitta che proprio partendo da Kanesh si espande fino a conquistare Ḫattuša, la quale viene rasa al suolo e devastata da un incendio, le cui tracce risalgono al 1700 a.C. circa. Non solo, Anitta lancia una maledizione rivolgendosi al "dio della tempesta" contro chiunque avesse tentato di ricostruirla.
Nonostante ciò circa mezzo secolo dopo la sua distruzione è proprio un discendente della stessa dinastia di Anitta a sceglierla come capitale assumendo il nome di Ḫattušili ("uno di Ḫattuša"), cosicché la hattica Ḫattuš diventa l'ittita Ḫattuša. Ed è con Ḫattušili I che inizia l'Antico Regno. La scelta è probabilmente dovuta e alla sua posizione, favorevole dal punto di vista della produzione agricola e strategica da quello militare-difensivo poiché su un picco roccioso; e al desiderio di integrare quanto più possibile le componenti hattiche e ittite del regno, cosa che poteva esser facilitata appunto dal prediligere la città hattica come capitale.
Ḫattuša resta la capitale anche durante il Medio Regno e solo in Età Imperiale il re Muwatalli II si sposterà a Tarhuntašša (probabilmente per questioni prevalentemente religiose). Già con il suo successore però, Muršili II, la capitale tornerà ad essere Ḫattuša. La Ḫattuša riportata in luce dagli archeologi e oggi visibile è proprio quella ricostruita dai successori di Muršili, Ḫattušili III e Tuthaliya IV, e corrispondente quindi alla fase finale dell'impero ittita [2].

Ḫattuša, che dal 1986 è patrimonio dell'UNESCO, si estende per circa 160 ettari ed è circondata da una cinta muraria lunga 6 km. (www.hattuscha.de/plan-fuehrer2002.jpg). Al suo interno si possono individuare tre aree: l'acropoli che si eleva sul picco roccioso, la città alta e la città bassa separate da un dislivello di 300 metri circa. La città è centro amministrativo politico-religioso, occupata da edifici palatini e templari, mentre limitati sono i quartieri privati e le abitazioni civili.
Il muro, turrito e verosimilmente merlato, segue la morfologia del terreno, già munito di per sé, e ove non esiste tale difesa naturale, come a sud, la città viene separata dall'altopiano con un fossato entro il quale si colloca un terrapieno (www.hattuscha.de/English/citywall.htm). Le mura sono costituite da due file parallele raccordate a intervalli regolari da muri di spina, e le concamerazioni che così vengono a crearsi colmate dal riempimento. Le fondazioni sono in pietra mentre il muro vero e proprio in mattoni e travi lignee. Lungo le mura si aprono le porte d'accesso alla città, costituite da un vestibolo e da una o due stanze parallele chiuse da porte in legno su cardini in pietra. Alcune porte hanno poi una fortificazione esterna ad angolo retto lungo la rampa di accesso.
Tre porte permettono la comunicazione tra la città alta e l'area esterna (altre due si trovano sul fronte occidentale). Si tratta della "porta dei leoni" (www.hattuscha.de/00-036-360x275.jpg www.hattuscha.de/02-037-360x275.jpg), della "porta delle sfingi" e della "porta del re" (www.hattuscha.de/02-082-360x243.jpg www.hattuscha.de/02-089-480x292.jpg). I nomi derivano dai rilievi e dalle sculture che le decorano. Nel primo caso si tratta di leoni in pietra posti all'esterno della porta (www.hattuscha.de/02-038-300x450.jpg www.hattuscha.de/02-039-300x450.jpg); nel secondo di quattro sfingi, due all'interno e due all'esterno (www.hattuscha.de/02-063-250x452.jpg); nel terzo abbiamo un rilievo all'interno alto oltre 2.2 m. che rappresenta un guerriero con ascia e spada, probabilmente una divinità o forse un sovrano (www.hattuscha.de/02-083-200x314.jpg). Inizialmente venne interpretato come il sovrano in abito da guerra, poi l'attributo dell'elmo con corna, tipicamente divino, hanno fatto propendere per la raffigurazione divina ma potrebbe anche trattarsi effettivamente di uno dei sovrani della Tarda Età Imperiale, rappresentati appunto con indosso un copricapo con corna.
La "porta delle sfingi" si trova in cima ad un bastione a sud del sistema di fortificazione, lungo 250 m. e alto circa 30 m. (www.hattuscha.de/02-050-730x301.jpg). Alle due estremità due scalinate in pietra conducono verso le mura della città (www.hattuscha.de/02-056-250x375.jpg), mentre internamente è attraversato da un tunnel lungo circa 70 m. che mette in comunicazione la città con l'esterno. Altri 12 tunnel sono presenti nel sistema difensivo di Ḫattuša. L'ingresso ad essi doveva essere in genere celato da pietre o cespugli, e la loro larghezza permetteva il transito di una sola persona per volta. Avevano insomma funzione difensiva (per quanto in realtà la funzione sia molto dibattuta). Questo non vale però per il tunnel del bastione, poiché l'accesso ad esso è di tipo monumentale e quindi volutamente visibile piuttosto che nascosto (www.hattuscha.de/02-053-250x375.jpg). Il bastione nel suo complesso non doveva avere infatti tanto scopo difensivo quanto "propagandistico". E' concepito ossia come un'opera monumentale, ben visibile in lontananza e segno della potenza di Ḫattuša.
L'acropoli si eleva sul lato orientale e si estende per un'area di 250-260x140-150 m. (www.hattuscha.de/02-109-365x374.jpg). Qui si trova il centro direzionale dell'impero, costituito da edifici palatini e templari disposti intorno a tre grandi cortili. L'accesso (2) è a sud-ovest, presso il cortile 5, attorno al quale gravitano una serie di edifici, alcuni dei quali probabilmente cultuali. Lungo il cortile numero 9 sono da segnalare in particolare gli edifici A e D. L'edificio D è costituito da una grande sala a colonne a cui è anteposto un portale. Si trattava probabilmente della "sala delle udienze", in cui il sovrano riceveva dignitari e ambasciatori. L'edificio A doveva essere invece la sede della biblioteca palatina. A nord-est dell'edificio D troviamo le fabbriche E ed F. Si tratta verosimilmente degli appartamenti reali. Mentre per la sala a colonne D è stata ipotizzata l'adozione di un modello egiziano, il portico a colonne in facciata dell'edificio E si ispira chiaramente al bit hilani siriano. Le strutture attorno al terzo cortile, scarsamente conservate, dovevano avere anch'esse funzione residenziale.

Nella città bassa troviamo un enorme complesso cultuale, il "tempio I" (www.hattuscha.de/00-planunterstadt-360x332.jpg www.hattuscha.de/02-007-400x298.jpg www.hattuscha.de/02-009-450x293.jpg). Il tempio di per sé misura 65x42 m., mentre l'intero complesso copre un'area di circa 14.500 metri quadrati. Attraverso un vestibolo si accede al grande cortile, scoperto, nel quale dovevano avvenire la maggior parte dei riti. Sul lato opposto all'ingresso un portico, e da qui si passa attraverso altri ambienti alle due celle delle divinità (con ogni probabilità le principali del pantheon ittita: il dio della tempesta di Hatti e la dea sole di Arinna). Il tempio è circondato su tutti e quattro i lati da lunghi ambienti rettangolari la cui conformazione e le giare ritrovate in situ suggeriscono la funzione di magazzino (www.hattuscha.de/02-023-300x448.jpg). A sud-est del tempio si erge la cosiddetta "casa sul pendio" (www.hattuscha.de/00-planunterstadt-360x332.jpg www.hattuscha.de/02-025-360x241.jpg), a due piani e dotata di un cortile piuttosto ampio, all'interno della quale sono state rinvenute numerose tavolette, motivo per cui è stata ipotizzata una funzione amministrativa.
Lungo le mura meridionali della città bassa sono stati scavati ancora alcuni silos per lo stoccaggio dei cereali (www.hattuscha.de/00-fo-silo-abb-001-730x633.jpg), peraltro non isolati ma rinvenuti anche nella parte nord-est della città. Infine a nord-nord-est rispetto al "tempio I" troviamo i resti di alcune abitazioni (www.hattuscha.de/00-planunterstadt-360x332.jpg). Si tratta di abitazioni suddivise in più stanze, la cui planimetria muta nel tempo. Nei livelli più antichi la tipologia più diffusa è quella della casa a cortile, privo di copertura, mentre successivamente si attesta un tipo di abitazione in cui la stanza principale viene coperta dal tetto. Le abitazioni sono in mattoni e la copertura è costituita da travi in legno coperte con argilla. Tra le installazioni interne forni, focolari ed anche un sistema di drenaggio. La popolazione che risiedeva nel quartiere era formata da sacerdoti, mercanti, artisti e personale di servizio.

La città alta si presenta così come fu voluta da Tuthaliya IV, ovvero come un grande complesso cultuale composto da circa una trentina di templi (www.hattuscha.de/plan-fuehrer2002.jpg www.hattuscha.de/02-070-450x531.jpg). La planimetria non è troppo differente da quella del "tempio I" e le dimensioni vanno da 400 a 1.500 metri quadrati. Sotto l'ultimo sovrano Shuppiluliuma II compaiono anche abitazioni e laboratori artigianali. Non distante dalla "porta delle sfingi", ad est, troviamo il "tempio V", analogamente al "tempio I" con doppia cella ognuna dedicata evidentemente ad una divinità. Una recinzione parziale di fronte al tempio racchiude altri tre piccoli sacelli, e da uno di essi proviene proviene una stele con Tuthaliya in abito da guerra ed elmo con corna, quindi divinizzato.
Al centro della città alta, nella parte settentrionale, sul picco di Nişantaş/Nişantepe (31: www.hattuscha.de/plan-fuehrer2002.jpg) si erge un edificio [3] con l'ingresso decorato da sfingi (www.hattuscha.de/02-105-360x241.jpg www.hattuscha.de/02-101-360x295.jpg www.hattuscha.de/02-102-287x391.jpg), e su un lato del picco l'iscrizione (in geroglifico luvio) di Shuppiluliuma II relativa alla campagna contro Cipro (www.hattuscha.de/02-103-360x241.jpg). Ancora più a nord troviamo alcuni edifici amministrativi, tra i quali un archivio dal quale provengono diverse bullae sigillate (www.hattuscha.de/02-106-360x391.jpg). L'area in questione è collegata all'acropoli mediante un viadotto.
A est di Nişantaş vi sono due bacini idrici artificiali separati da una diga (www.hattuscha.de/02-091-360x242.jpg www.hattuscha.de/02-090-360x305.jpg), alimentati da un sistema di tubature in argilla (www.hattuscha.de/02-092-360x126.jpg). Nelle sostruzioni che formano gli argini del bacino occidentale sono state ricavate due stanze in pietra voltate e sulle pareti di una delle due, la "camera 2" (www.hattuscha.de/02-095-250x373.jpg), è incisa un'iscrizione sempre in geroglifico luvio (www.hattuscha.de/02-098-480x311.jpg), mentre sulla parete di fondo è stato scolpito un rilievo che rappresenta la "dea sole" (www.hattuscha.de/02-096-250x373.jpg) e sulla parete sinistra un rilievo raffigurante Shuppiluliuma II con indosso un copricapo con corna (www.hattuscha.de/02-097-260x356.jpg). Ciò ha portato all'interpretazione della stanza come luogo simbolico di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e per gli stessi bacini ci si chiede se la funzione fosse pratica o cultuale [4].

Santuario rupestre di Yazılıkaya



Trattando Ḫattuša è forse il caso di accennare al santuario di Yazılıkaya, sito a circa 1.5 km. a nord-est della capitale. Il santuario utilizza due gole nella roccia come celle (www.hattuscha.de/00-yaz-730x504.jpg), l'accesso alle quali avviene attraverso un portale che conduce ad un cortile aperto, attorno al quale si dispongono una serie di ambienti (www.hattuscha.de/02-127-345x230.jpg). I rilievi rupestri risalgono ad Hattusili III e Tuthaliya IV ma il santuario doveva essere precedente. La prima gola, la "camera A", presenta rilievi sulle pareti che raffigurano processioni di divinità maschili su un lato e femminili sull'altro (www.hattuscha.de/02-135_42bff-345x256.jpg www.hattuscha.de/02-135_42ff-345x256.jpg). Sulla parete di fondo invece è raffigurato un gruppo di divinità con al centro le due principali divinità del pantheon, il dio della tempesta e la dea sole Arinna (in origne la dea Hepat). Le divinità hanno nomi hurriti ma scritti in luvio geroglifico, a testimonianza della complessità e del "sincretismo" della cultura ittita. Ancora nella "camera A" un rilievo ritrae Tuthaliya IV che assiste all'epifania divina (www.hattuscha.de/02-135_64b-250x346.jpg www.hattuscha.de/02-135_64-250x346.jpg).
L'altra gola, la "camera B", reca su una parete ancora un rilievo con processione di divinità maschili (www.hattuscha.de/02-140-730x319.jpg), mentre sull'altra vi sono tre rilievi. Il primo con il dio Sharruma che abbraccia il re Tuthaliya (www.hattuscha.de/02-143_81b-300x361.jpg www.hattuscha.de/02-143_81-300x361.jpg); il secondo con la dea dell'oltretomba Nergal simbolizzata da una spada conficcata nella terra, ad indicare la comunicazione tra il mondo dei vivi e l'aldilà (www.hattuscha.de/02-143_82b-122x361.jpg www.hattuscha.de/02-143_82-122x361.jpg); il terzo semplicemente con il cartiglio del re Tuthaliya (nome e titoli) scritto in luvio geroglifico. Nelle pareti sono ricavate alcune nicchie, forse utilizzate per contenere le offerte o le urne con le ceneri dei sovrani. Il podio in basalto presso l'ingresso della "camera B" doveva poi verosimilmente sorreggere la statua del re Tuthaliya.

Note

[1] Il livello II, il principale, copre l'arco cronologico 1920-1830 a.C. ma è preceduto dai livelli IV-III della fine del III millennio. Dopo uno iato corrispondente ad un temporaneo abbandono, il livello Ib è datato invece agli anni 1810-1740 a.C.

[2] Dopo il breve regno del figlio di Tuthaliya, Arnuwanda, è la volta infatti dell'ultimo sovrano ittita Shuppiluliuma II.

[3] Strutture simili sono quelle di Sarikale (12: www.hattuscha.de/plan-fuehrer2002.jpg www.hattuscha.de/02-033-360x241.jpg www.hattuscha.de/02-034-360x413.jpg) e di Yenicekale (15: www.hattuscha.de/plan-fuehrer2002.jpg www.hattuscha.de/02-047-360x241.jpg).

[4] Bacini idrici sono stati scavati anche tra la "porta delle sfingi" e la "porta del leone" (www.hattuscha.de/00-fo-suedteich-abb-002-360x241.jpg www.hattuscha.de/00-fo-suedteich-abb-003-360x516.gif).

Edited by §Karl§ - 23/1/2013, 19:27
 
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lama su
view post Posted on 19/2/2013, 21:04




per caso sai se sono stati eseguiti sondaggi (archeologici o con altre tecniche tipo georadar) all'esterno delle mura, che possano aver identificato la presenza di una "città bassa" al di fuori del nucleo fortificato?

Chiedo pensando al caso di troia, o probabilmente anche di Byblos, dove gli gli scavi "storici" si sono concentrati sull'area all'interno delle mura partendo dall'assunto che le mura rappresentino i confine della città, e dove invece di recente si e avanzata l'ipotesi (nel caso di troia confermata dal georadar, nel caso di byblos ancora da verificare del tutto ma a mio modesto parere molto probabile) dell'esistenza di quartieri, anche di dimensioni importanti, extra-muros.
 
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1 replies since 23/1/2013, 02:26   897 views
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