Ostraka - Forum di archeologia

Gli Etruschi furono italici, mai anatolici., nuovo studio di Barbujani sull'origine dei Rasenna

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view post Posted on 8/2/2013, 18:02
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se andate ad aprire la "cartina" s4c in fondo all'articolo, vedrete in basso, come l'Autori mostri la coincidenza tra il patrimonio genetico degli >Etruschi e quello dei Neolitici, ragion per la quale, dice che, quelle affinità genetiche riscontrabili tra moderni toscani e anatolici sono sì dovute ad una genealogia comune, ma risalente al Neolitico piuttosto che all'VIII sec a.C..

addirittura " if isolation was incomplete, the estimated separation must be placed further back in time" dunque la separazione tra i due ceppi potrebbe essere avvenuta ancor prima del neolitico (quale?).

anche se immagino nella prima ipotesi si riferisca al neolitico recente e nel secondo caso non si riferisca al paleolitico...tuttavia siam sempre lontanucci dalla presunta data della migrazione erodotea.

cercate la figura s4c (non vi compare aperta..dovet cliccarci), perchè oltre a quanto detto v'è una comparazione con altri gruppi mediterranei e popolazioni più recenti...

riporto il passo per comodità:

CITAZIONE
As for the second question, the IM analysis shows that indeed there might have been a genealogical link between modern Tuscans and the inhabitants of what Herodotus considered the Etruscans’ homeland, Western Anatolia. However, even under the unrealistic assumption of complete reciprocal isolation for millennia, the likely separation of the Tuscan and Anatolian gene pools must be placed long before the onset of the Etruscan culture, at least in Neolithic times; if isolation was incomplete, the estimated separation must be placed further back in time. Consistent with this view is the observation that Etruscan and Neolithic mtDNAs are close to each other in the two-dimensional plot of Figure S4C; however, a formal test would be necessary to draw firm conclusions from the simple observation of a genetic similarity. Separation times were very close when estimated both using a sample from Western Anatolia, and an expanded sample including individuals from much of Anatolia, and so the choice of the Anatolian population does not seem to affect the results of this analysis.

CITAZIONE (Perseo87 @ 8/2/2013, 17:25) 
Per quel che mi riguarda, queste sono tutte ipocrisie senza senso: l'uomo, da un punto di vista scientifico, è un animale tanto quanto un cane o qualsiasi altra specie faunistica del nostro pianeta, quindi il termine razza (se usato in maniera asettica) non comporta (e non può comportare) alcun tipo di significato negativo.

di certo il concetto di razza non gode di ottima stampa. io non l'uso da un lato per non ingenerare cattive impressioni verso chi non mi conosce ed evitare polemiche all'arma bianca ma dall'altro lato perchè rispetto al concetto di etnia, in effetti, quello di razza, mi sembra un poco più rozzo e riduttivo...mettendo l'accento esclusivamente sulla appartenenza di sangue.

nel concetto di etnia invece rientra l'apartenenza culturale, cosa che, asetticamente, mi interessa molto di più. :P
 
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view post Posted on 8/2/2013, 22:19
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CITAZIONE (DedaloNur @ 8/2/2013, 16:52) 
Iniziate a preoccuparmi... :wacko:

Mi fa meraviglia che infliate questi temi in queste discussioni. Ho fatto male a proporla? :unsure:

No, non preoccuparti, forse ci siamo lasciati un po' prendere la mano dai pensieri e timori.

Hai fatto benissimo a proporre la discussione, e l'articolo non mostra traccia di deviazioni in senso men che scientifico. È stato forse un commento all'articolo di giornale ad innescare i timori, mostrando come, in un senso o nell'altro, temi del genere trattati in sede inadatta o mal interpretati possano uscire dall'ambito della discussione scientifica diventando politica e/o polemica.

Quanto al termine razza anch'io ritengo giusto ed opportuno evitarlo, anche perché con gran facilità di associa a concetti di "purezza", "commistione" e compagnia bella.
 
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lama su
view post Posted on 9/2/2013, 11:52




CITAZIONE (Perseo87 @ 8/2/2013, 13:29) 
CITAZIONE (dceg @ 8/2/2013, 11:27) 
Butto lì, forse più per provocare che altro, un'ipotesi: dato che i dati si riferiscono alla linea materna, non si potrebbe ipotizzare madri autoctone e padri anatolici?

Da completo ignorante in genetica, confesso che l'idea non mi parrebbe poi tanto bislacca (almeno in teoria): ricordo che, per esempio, fra le popolazioni italiche, era usanza che gruppi di giovani uomini si allontanassero dalla comunità in periodi di crisi, cercando fortuna altrove (era questo il Ver sacrum, se non sbaglio). A quel che ricordo, Erodoto afferma che Tirreno fu allontanato dalla Lidia con una parte del popolo proprio per una grave carestia che aveva colpito il paese... Il passo andrebbe ricontrollato, ma, a senso, potrebbe essere un elemento di cui tener conto.

si infatti. Soprattutto se si considera che se i tirreni in etruria ci sono arrivati via mare (come piati, come mercanti, come esploratori in stile giasone), erano probabilmente in maggioranza (se non esclusivamente) uomini.

E del resto, non c'è bisogno un gran numero di individui per "esportare" una cultura: può benissimo essere che i tirreni anatolici non fossero altro che una manciata di individui installatisi su una cultura locale, sufficientemente influenti per lasciare un segno a livello socio-culturale, ma numericamente troppo pochi per lasciare una traccia genetica riscontrabile soprattutto su un campione così basso.
Il caso dei longobardi citato da moneta è un buon parallelo.

CITAZIONE (DedaloNur @ 8/2/2013, 16:52) 
Al fine di occuparsi dell'origine degli etruschi, giocoforza si rimanda al problema della loro etnia. la formazione di una cultura è dovuta a vari processi, ma poichè ciascuna cultura cammina sulle gambe di alcuni uomini (e non dell'Umanità tutta), oltre alle domande sul "come, dove, quando" c'è anche la domanda sul "chi fossero": alla identità dei popoli, rimanda la medesima archeologia senza bisogno di scomodare la genetica, la quale è semplicemente un o strumentyo in più..

totalmente d'accordo. E in realtà ci sono antropologi (e io ovviamente sono d'accordo :rolleyes: ) che affermano che l'unico fattore che permette una distinzione più o meno coerente -ma neppure sempre!- di quello che è un' "etnia" è la lingua, per lo meno nelle società antiche/tradizionali. E personalmente mi trovo d'accordo, perchè di fatto per lo meno fra gruppi umani a stretto contatto (quindi più meno la realtà di qualunque società antica, in cui gli spostamenti erano limitati e gli "altri" erano le persone della valle vicina - ovviamente il discorso cambia un po' quando si iniziano ad evere spostamenti e contatti fra popoli su grandi distante, o addirittura fra continenti) la lingua è forse l'unico fattore che le comunità stesse riconoscono e usano per riconoscere i "noi", sia per distinguere gli "altri". Tutto il resto, la cultura materiale, il cibo, persino la realtà genetica (sottolineo la "realtà", non i "miti" dati dalla cultura popolare) sono fattori che definiscono la storia di un gruppo umano, ma non necessariamente (io direi quasi mai) la sua etnia e la percezione che il gruppo stesso ha di essa.

CITAZIONE (Perseo87 @ 8/2/2013, 17:25) 
Per quel che mi riguarda, queste sono tutte ipocrisie senza senso: l'uomo, da un punto di vista scientifico, è un animale tanto quanto un cane o qualsiasi altra specie faunistica del nostro pianeta, quindi il termine razza (se usato in maniera asettica) non comporta (e non può comportare) alcun tipo di significato negativo.

più che altro, il concetto stesso di "razza" (inteso nel senso popolare che si da al termine, come appunto per i cani) applicato all'uomo è semplicemente scientificamente sbagliato.

Cito da: Marks, J (1995). Human biodiversity: genes, race, and history. New York: Aldine de Gruyter.

"By the 1970s, it had become clear that (1) most human differences were cultural; (2) what was not cultural was principally polymorphic – that is to say, found in diverse groups of people at different frequencies; (3) what was not cultural or polymorphic was principally clinal – that is to say, gradually variable over geography; and (4) what was left – the component of human diversity that was not cultural, polymorphic, or clinal – was very small.

A consensus consequently developed among anthropologists and geneticists that race as the previous generation had known it – as largely discrete, geographically distinct, gene pools – did not exist."

Penso ci siano solo un paio di casi di gruppi umani il cui estremamente prolungato isolamento ha portato ad una variazione genetica sufficientemente vasta da permettere di parlare di una "razza" (uno di essi sono i pigmei, l'altro non ricordo), ma per tutti gli altri gruppi umani il termine stesso "razza" semplicemente non ha molto senso.

Edited by leda77 - 9/2/2013, 15:46
 
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view post Posted on 10/2/2013, 21:33
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italici non direi semmai pre-italici , discendenti dei rinaldoniani (?) :shifty:
 
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view post Posted on 10/2/2013, 22:34
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Qualcuno conosce questo libro?

Claudio Pofferi, I Popoli Dell'antica Italia: Rinaldoniani, Umbri, Pelasgi, Villanoviani Ed Etruschi. Antiche Culture Nella Piana Fiorentina-Pratese-Pistoiese, 2011

Secondo una recensione che ho letto presenterebbe "elementi di assoluta novità rispetto alla corrente saggistica e manualistica"
 
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view post Posted on 11/2/2013, 08:23
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Dceg, mi pare di ricordare che tu abbia un lettore: il volume è disponibile in formato ebook
http://libreriarizzoli.corriere.it/I-popol...hq_J&Root=eBook
 
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view post Posted on 11/2/2013, 10:23
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Grazie, avevo visto che esiste come eBook ed è anche molto più conveniente che l'edizione cartacea. Il mio lettore (che uso spesso) è un Amazon Kindle, che non legge .epub, ma legge .pdf oltre ai suoi formati proprietari. Su iPad e sui net- e/o notebook posso leggere tutti i fromati Adobe. L'iPad è comodo, più dei PC, il kindle ha il vantaggio di aver dimensioni molto ridotte e di essere ben leggibile in pieno sole.
Chiedevo però se val la pena acquistare il libro, se l'autore è affidabile, dato che si tratta di un giurista che si dedica all'archeologia, non un archeologo di formazione universitaria.
 
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view post Posted on 14/2/2013, 00:22

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Salve a tutti.
Ho visto questa interessante discussione sull'affascinante tema dell'origine degli Etruschi da un punto di vista dell'antropologia molecolare, che aveva suscitato molto interesse (e polemiche) nel forum Archeologia Italiana. Ho notato anche che piu' o meno, i quesiti sollevati sono sempre gli stessi.


CITAZIONE (IunoMoneta @ 8/2/2013, 10:16) 
--- quello che mi chiedo è: le ossa antiche da cui hanno prelevato il DNA erano sicuramente di etruschi al 100% (ammesso che siano mai esistiti)? e datate a quando? Mi lascia per altro perplessa il basso numero di individui antichi analizzati (30)...

In questo articolo, come nei precedenti, l'origine dei reperti viene specificata anche se brevemente: e' riportato il luogo e la datazione fatta dagli archeologi. Poiche' questo e' forse il quesito che ho letto piu' spesso, mi chiedo: i resti umani sepolti in necropoli etrusche integre , ben caratterizzate e datate da studi archeologici, di chi dovrebbero essere?

Riguardo al basso potere statistico dei campioni, bisogna pero' ricordare che qui siamo nel campo del DNA antico, che purtroppo e' soggetto a molte variabili che minano la sua integrita'. In questo campo, 30 individui provenienti da una popolazione antica non mi sembrano pochi. L'antropologia molecolare usa le metodologie della genetica molecolare, ma per mentalita' e' molto piu' vicina all'archeologia: in entrambi i campi ci si deve accontentare di quello che si trova.

Queste ricerche non vengono fatte per appurare " l'etnia" ma piuttosto le dinamiche demografiche delle migrazioni dei popoli. Ad esempio, per studiare le complesse dinamiche della "rivoluzione neolitica" e del suo avanzamento demico e/o culturale.

Riguardo agli Etruschi, mi sembra che il quadro generale, seppure con dati molto parziali, e' favorevole ad un'origine italica della popolazione etrusca (cioe' degli individui sepolti nelle necropoli etrusche).

Il primo lavoro pubblicato da Caramelli e Barbujani [1], pur non avendo chiarito molto circa l'origine degli Etruschi, riporta pero' un dato che a me sembra molto interessante, ma che stranamente e' passato inosservato:

in tutta l'area interessata dalla civilta' etrusca, da Adria a Capua, e attraverso diversi secoli, gli individui sepolti nelle tombe etrusche appartenevano ad una stessa popolazione biologica (cioe' avevano una recente discendenza comune). Questo dato quindi non e' in accordo con l'ipotesi degli etruschi come una cultura adottata da individui provenienti da popolazioni diverse.

[1] 1. Vernesi C, Caramelli D, Dupanloup I, Bertorelle G, Lari M, et al. (2004) The Etruscans: a population-genetic study. Am J Hum Genet 74: 694-704.
 
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view post Posted on 14/2/2013, 00:36
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CITAZIONE (Mario_A @ 14/2/2013, 00:22) 
Il primo lavoro pubblicato da Caramelli e Barbujani [1], pur non avendo chiarito molto circa l'origine degli Etruschi, riporta pero' un dato che a me sembra molto interessante, ma che stranamente e' passato inosservato:

in tutta l'area interessata dalla civilta' etrusca, da Adria a Capua, e attraverso diversi secoli, gli individui sepolti nelle tombe etrusche appartenevano ad una stessa popolazione biologica (cioe' avevano una recente discendenza comune). Questo dato quindi non e' in accordo con l'ipotesi degli etruschi come una cultura adottata da individui provenienti da popolazioni diverse.

[1] 1. Vernesi C, Caramelli D, Dupanloup I, Bertorelle G, Lari M, et al. (2004) The Etruscans: a population-genetic study. Am J Hum Genet 74: 694-704.

Grazie, Mario, per le semple utili e chiare precisazioni.
La "recente discendenza comune" farebbe pensare piuttosto ad un'immigrazione diffusasi con notevole rapidità che a popolazioni "autoctone", o sbaglio e indicherebbe proprio il contrario? Certo quel che mi sembra interessante è l'omogeneità, che potrebbe però limitarsi ad una classe dominante, di cui forse ci sono giunte in maggior numero conservate le sepolture.

Edited by dceg - 14/2/2013, 22:49
 
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massinissa
view post Posted on 14/2/2013, 22:05




Difficile anche per i "pre-villanoviani", o protovillanoviani. Proprio con loro inizia il rito incineratorio. A parte qualche area del meridione. Ma se si parla di protovillanoviano strictu sensu, si intende comunque l'area che sarà l'Etruria propria*. Questa, dell'origine autoctona degli etruschi, considerati anche per la lingua un popolo relitto ante-indoeuropeizzazione, fu un pensiero e una teoria di Massimo Pallottino qualche decina di anni fa.

Bronzew, i rinaldoniani sono calcolitici, un pò distanti (qualche millennio) dai villanoviani. Forse qualcosa a livello genetico sarà anche stato conservato, ma andrei cauto!


* Sulle differenze tra Protovillanoviano e Villanoviano, qualcuno seppur maldestramente scrisse.... :rolleyes:

Edited by massinissa - 14/2/2013, 22:21
 
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view post Posted on 15/2/2013, 12:30
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CITAZIONE (lama su @ 9/2/2013, 11:52) 
E del resto, non c'è bisogno un gran numero di individui per "esportare" una cultura: può benissimo essere che i tirreni anatolici non fossero altro che una manciata di individui installatisi su una cultura locale, sufficientemente influenti per lasciare un segno a livello socio-culturale, ma numericamente troppo pochi per lasciare una traccia genetica riscontrabile soprattutto su un campione così basso.
Il caso dei longobardi citato da moneta è un buon parallelo.

ma questo non è un argomento ex silentio? Quanto è valido?

In un altra discussione ricordo proponesti l'esempio dei Variaghi e di altre popolazioni: ma ricordo pure che in questi esempisi registrava una minima traccia della loro diversità etnico-culturale (deducibile dalla cultura materiale, dalla onomastica ecc) e dunque della loro differente origine rispetto alla popolazione con cui poi si fusero.

Insomma, vi chiedo: nel caso degli etruschi qual'è quel tenue indizio archeologico che ricondurrebbe gli Etruschi ad una zona dell'anatolia come loro terra di origine?

questo interessante passo di Mario A,

CITAZIONE
in tutta l'area interessata dalla civilta' etrusca, da Adria a Capua, e attraverso diversi secoli, gli individui sepolti nelle tombe etrusche appartenevano ad una stessa popolazione biologica (cioe' avevano una recente discendenza comune). Questo dato quindi non e' in accordo con l'ipotesi degli etruschi come una cultura adottata da individui provenienti da popolazioni diverse

.

credo vada letto in combinazione con uno dei punti forti della presente ricerca, per la quale, le affinità mitocondriali tra Anatolici ed Etruschi, sono ad un tempo ribadite, ma sconfessate quanto ai tempi postulati dalla teoria dell'origine anatolica della civiltà etrusca nell'VIII sec a.C. : infatti Barbujani ed il suo team affermano che i due ceppi si seperarono millenni prima, 5.000-10.000 anni fa!

Se combiniamo quest'ultimo dato, a quello proposto da Mario, io finisco col ragionare in questa maniera:
1) genti allocotone, per esercitare un qualche grado di influenza (come paventa Lama) devono per forza essere inserite nelle Elite.
2) I resti indagati appartengono (se ho ben capito) proprio alla elite etrusca.
3) ma questi resti ci dicono che:

- avevano una discendenza comune e recente (info di Mario A)
- questa discendenza non è da ricondursi agli Anatolici dell'VIII sec a.C. e neppure del 1000, perchè i due ceppi si separarono 5.000- 10.000 anni fa.

ergo: l'iptotesi dell'origine anatolica anche attraverso argomenti ex-silentio, non può esser presa in considerazione e deve essere spazzata via.

credo che la conclusione obbligata sia questa; voi cosa ne pensate?
 
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view post Posted on 15/2/2013, 21:05
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CITAZIONE (massinissa @ 14/2/2013, 22:05) 
Difficile anche per i "pre-villanoviani", o protovillanoviani. Proprio con loro inizia il rito incineratorio. A parte qualche area del meridione. Ma se si parla di protovillanoviano strictu sensu, si intende comunque l'area che sarà l'Etruria propria*. Questa, dell'origine autoctona degli etruschi, considerati anche per la lingua un popolo relitto ante-indoeuropeizzazione, fu un pensiero e una teoria di Massimo Pallottino qualche decina di anni fa.

Bronzew, i rinaldoniani sono calcolitici, un pò distanti (qualche millennio) dai villanoviani. Forse qualcosa a livello genetico sarà anche stato conservato, ma andrei cauto!


* Sulle differenze tra Protovillanoviano e Villanoviano, qualcuno seppur maldestramente scrisse.... :rolleyes:

Ritieni che vi siano stati cambiamenti di popolazione considerevoli fra il calcolitico e l'età del bronzo (di mezzo fra rinaldone e villanoviano c'è l'appenninico) ?

questo sito , il cui nome mi pare abbastanza attinente alla discussione , afferma :

CITAZIONE
I Rinaldoniani erano alti e dolicocefali. Fra il XVIII e il XVII sec. a.C. scomparvero in modo repentino e totale. Sul territorio già da loro occupato comparve una nuova popolazione di statura bassa e cranio brachicefalo. Ciò dovrebbe voler dire che essi morirono tutti per una pandemia o furono sterminati dalla popolazione subentrante oppure furono scacciati o comunque emigrarono. La facies culturale che appare con l’avvento della nuova popolazione è eterogenea ed ha scarsa originalità. Scomparve attorno al XV-XIV sec. per l’avvento della cultura Appenninica.

www.etruschi-dna.com/

sarebbero interessanti e utili studi genetici fra campioni rinaldoniani - appenninici toscani ed etruschi ..

ps. se era riferito a me ora l'ho capita la differenza ^_^ , proto-villanoviano inteso come facies precedente al villanoviano vero e proprio tosco-emiliano... io mi rifacevo alla vecchia "nomenclatura" che accomunava al proto-villanoviano tutte le facies della penisola caratterizzate dal rito della cremazione nel bronzo tardo-recente ;)
 
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massinissa
view post Posted on 16/2/2013, 00:07




Non so se vi siano stati cambiamenti di popolazioni tra Rinaldone e il Villanoviano. Dicevo solo che la prima è una cultura dell'età del rame ( una fase finale), e l'altra è prima età del ferro. In mezzo c'è tutta l'età del bronzo. Nell'area considerata (futura etruria) non c'è appenninico ( o proto o sub), ma tutta una serie di facies che la caratterizzano ( come quella di Candalla-Farneto), giacchè l'appenninico e fasi che lo compongono sono caratteristiche dell'Italia meridionale (Lazio compreso).

La differenza di cui parli, non era riferita a te ( :lol: ), ma comunque vale lo stesso. Protovillaoviano è una cultura ad oggi considerata tipica dell'area che sarà l'Etruria propria nell'età del ferro, e che cronologicamente appartiene al bronzo finale. Poichè questa cultura per certi aspetti assomiglia al Villanoviano, ha ricevuto la denominazione di proto-villanoviano. Però il Villanoviano è cronologicamente attribuibile alla prima età del ferro. Inoltre il protovillanoviano, è sì accomunato dal rito della cremazione ma ad oggi si considera originale quello della zona di cui accennavo più sopra in questo post, mentre per il resto della penisola si considerano facies di tipo protovillanoviano, e sono tutte del bronzo finale. Per il bronzo medio e recente si hanno casi di incinerazione solo nelle facies di Scamozzina, Viverone e Canegrate dell'Italia settentrionale.
 
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view post Posted on 21/6/2017, 01:27

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CITAZIONE (bronzew. @ 15/2/2013, 22:05) 
CITAZIONE
I Rinaldoniani erano alti e dolicocefali. Fra il XVIII e il XVII sec. a.C. scomparvero in modo repentino e totale. Sul territorio già da loro occupato comparve una nuova popolazione di statura bassa e cranio brachicefalo. Ciò dovrebbe voler dire che essi morirono tutti per una pandemia o furono sterminati dalla popolazione subentrante oppure furono scacciati o comunque emigrarono. La facies culturale che appare con l’avvento della nuova popolazione è eterogenea ed ha scarsa originalità. Scomparve attorno al XV-XIV sec. per l’avvento della cultura Appenninica.

www.etruschi-dna.com/

sarebbero interessanti e utili studi genetici fra campioni rinaldoniani - appenninici toscani ed etruschi ..

Interessante. Qualcuno ha delle fonti dove poter approfondire il cambiamente avvenuto all'interno di Rinaldone?
 
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view post Posted on 2/7/2017, 14:18

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CITAZIONE (Tine @ 21/6/2017, 02:27) 
Interessante. Qualcuno ha delle fonti dove poter approfondire il cambiamente avvenuto all'interno di Rinaldone?

No, direi proprio di no, personalmente non mi risulta.
Non è che sia proprio il mio campo e devo anzi confessare che le mie conoscenze a riguardo sono piuttosto superficiali e un po' vecchiotte, però se non mi stupisce l'idea di una natura anche etnica di una parte significativa delle differenziazioni culturali nella Penisola fra la fine del Neolitico e il Bronzo Recente, mi mancano invece notizie di un momento di cambiamento in termini di antropologia fisica all'interno dell'insieme delle attestazioni tradizionalmente classificate come "Rinaldone", che pure in effetti presentano ad un certo punto una certa innovazione in termini di tipologia ceramica.
Ora, verissimo che Rinaldone sono decenni che viene esaminato anche sotto il profilo dello studio dei resti umani (Parenti forse già, negli anni Sessanta? Rittatore anche?) in termini di individuazione di una entità etnica alla quale associare una determinata cultura materiale, ma non sono a conoscenza di indicazioni di tale natura tendenti a riconoscere un momento intermedio di distinzione etnica al suo interno.

Felice di ammettere di essermi sbagliato, se arrivasse qualche indicazione bibliografica, forse di mezzo potrebbe esserci un sopravvenuto affinamento negli studi su quale si vuole considerare come momento finale del “Rinaldone” vero e proprio, su queste finezze io potrei in effetti essere pochissimo aggiornato, ma per il momento suggerirei di intendere così.
 
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