Ostraka - Forum di archeologia

Influenza del clima sulle cose biologiche

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tetragramma
view post Posted on 25/5/2013, 12:39




So che c'è un altro post che sembra (o forse è?) simile: ma si è interrotto prima di arrivare a soddisfacenti conclusioni...
Vorrei riprenderlo, per sapere quali sono le vostre opinioni circa la reale influenza esercitata dal clima terrestre sulle società umane [ed eventualmente anche non umane, se vi pare], e cioé più precisamente sulla loro nascita, evoluzione più o meno fortunata ed eventualmente sulla loro fine...
Posto che il clima terrestre sia determinato (credo si possa essere d'accordo su questi principi generali) dalla latitudine e longitudine, dall'altitudine, dalla prossimità alle varie acque e quindi in ultimo luogo dalla geografia, che a sua volta determina i parametri fondamentali dell'ambiente (temperatura, pressione, umidità, qualità del suolo, esposizione al sole, presenza di stagioni alternanti, presenza di piante ed animali addomesticabili e no, etc), credete che ciò abbia influito in qualche modo sulla Storia dell'Uomo?
In che modo, eventualmente?

La domanda - esposta così - forse è un po' compendiosa (sciema, secondo il mio modo di dire) ma certamente non c'è alcuna fretta. Credo si abbia tutto il tempo per portare tutti gli esempi storici (oppure le teorie) utili a dimostrare una tesi o l'altra...

Edited by tetragramma - 25/5/2013, 14:02
 
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tetragramma
view post Posted on 25/5/2013, 13:07




Per onestà, mi rispondo subito - io per primo - col dire che io credo davvero che il clima e l'ambiente (atmosfera, geologia, geografia) in genere siano stati assolutamente determinanti, sempre e comunque, fin da prima ancora dell'avvento dell'Uomo sulla terra.
Credo, anzi, che talvolta siano stati sottovalutati, persino in campo storico ed archeologico.
Ma aspetto con ansia i vostri contributi.
 
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lino85
view post Posted on 29/5/2013, 08:20




Da non archeologo ma da appassionato di questi temi direi che il primo testo su cui potresti iniziare questa problematica è l'ormai più che noto "Guns, germs and steel" di Jared Diamond (edito in Italia con il titolo di "Armi, acciaio e malattie").

Il tema è molto complesso e dunque rispondere con risposte secche, brevi e semplici non è certo possibile. Aggiungerei comunque che, per quanto io ne comprenda del problema, il clima è sì una delle carattestiche principali che determinano il sorgere e l'evolvere delle civiltà, ma non l'unica nè tantomeno l'unica principale.

Ciao.
 
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§Karl§
view post Posted on 29/5/2013, 12:34




Personalmente ritengo che abbia influito più o meno a seconda dei casi, non solo il clima in sé quanto la situazione ecologica in generale. Basti pensare al Paleolitico, o alla rivoluzione neolitica nel Vicino Oriente, ecc. Certo più cresce la capacità d'intervento tecnologico dell'uomo meno si sente la dipendenza dalla natura e meno ci si sente parte di un'ecologia (sbagliando, e non poco). Fermo restando che in linea di principio non condivido tesi deterministiche del tipo all'ambiente x corrisponde la società o la cultura y, sempre e comunque e in modo univoco.
 
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tetragramma
view post Posted on 29/5/2013, 22:53




Io credo che anche l'espansione delle lingue Indo Europee sia stata facilitata dall'ambiente. Non credo a differenze biologiche intrinseche a singole popolazioni, tali da determinare la superiorità di una sulle altre.
Sono molto d'accordo con Lino85: conosco quel libro, è uno dei miei preferiti e credo che dovrebbe essere insegnato in tutte le scuole.
 
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view post Posted on 30/5/2013, 10:24
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Ho dato un'occhiata al riassunto del libro che si trova su wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Armi,_acciaio_e_malattie) e devo dire che l'impostazione dell'opera e le risposte che l'autore tenta di fornire, mi sembrano convincenti, anche se il quadro probabilmente non è del tutto completo.
Personalmente, credo che il clima abbia influito soprattutto sul versante malattie e cibo. Mi spiego: la possibilità di poter disporre di una gran varietà di generi alimentari secondo me non è da sottovalutare, perché una dieta variata, che comprenda frutta, verdura, carne, pesce ecc. permette di resistere meglio alle aggressioni esterne e quindi vivere più a lungo e meglio. Non a caso gli italiani sono tra coloro che vivono di più in Europa, e questo sembrerebbe dovuto anche alla dieta meditarrena (per chi la segue, ovviamente). Il potere di certi tipi di frutta e verdura nella prevenzione di determinate malattie (come il tumore) è ormai d'altronde accertato.
Altra considerazione: certi virus particolarmente aggressivi hanno bisogno di climi particolarmente umidi per potersi sviluppare. I virus più pericolosi in genere provengono dall'Africa, nelle foreste africane da tempo gli studiosi vanno a caccia di virus sconosciuti e molto aggressivi per poter trovare antidoti in modo da contrastare eventuali focalai che dovessero nascere. Anche il virus dell'influenza, da quanto ho letto, non sarebbe di origine europea, ma asiatica (Dceg, me lo confermi?).
Altra cosa importante: la gradualità nei cambiamenti climatici. Noi siamo esseri, come gli animali, che abbiamo bisogno di tempo per adattarci ai cambiamenti di temperatura. Durante le glaciazioni infatti ci sono state quasi sempre estinzioni, a volte anche significative. Basta dunque un repentino cambiamento di temperatura, un capovolgimento nelle stagioni, e ci sentiamo male. Qui da me a Roma, è bastato un calo di 10 gradi in un solo giorno per mettere a letto un bel po' di gente (la sottoscritta si è miracolosamente salvata e mi domando ancora come...). Anche alcuni animali, come le api, poco prima del cambiamento, sembravano più deboli del solito (in genere a maggio mi ritrovo il balcone infestato da queste bestiole, cercano pertugi per fare il nido; anche quest'anno sono arrivate, ma erano come intontite). Per non parlare dell'anno in cui ci fu un caldo record (non ricordo se era il 2003) ed in Francia morirono centinaia di persone, perché non abituate a temperature così elevate.
Il libro mi sembra interessante e penso che lo odinerò.

Edited by leda77 - 30/5/2013, 14:50
 
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§Karl§
view post Posted on 30/5/2013, 12:28




Lo lessi anni fa. Era uscito da poco (ho anche la nuova edizione ma il nuovo capitolo non l'ho letto, solo la postfazione). E' possibile che in certe parti debba essere "limato" ma in ogni caso è intelligente e costituisce una di quelle sintesi di cui personalmente credo ci sia bisogno. Certo è arduo che tali sintesi vengano scritte da una persona sola, eppure, e non solo a livello divulgativo, seconda me è cosa che andrebbe recuperata rispetto ai volumi contenenti interventi corali e quindi per forza di cose con approcci multipli. Che sono una ricchezza sì, ma possono disorientare il lettore meno avvezzo e difficilmente riescono a fornire la coerenza che un solo studioso può dare. Poi, non ricordo se nell'introduzione o nella parte finale, esprime tutti i suoi più sinceri auguri per gli studiosi di scienze storiche, umane in particolare, per le difficoltà intrinseche alla ricostruzione che si trovano a dover affrontare, senza l'aiuto di leggi, laboratori, ecc. Come non adorarlo :D
 
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tetragramma
view post Posted on 30/5/2013, 16:15




:D
Vi ringrazio per le vostre gentili risposte. L'intervento di Leda, in particolare, credo meriti più che qualche ulteriore considerazione, dato che spazia su numerosi e vari argomenti.
Innanzitutto, il libro di Jared Diamond.
Il riassunto di Wiki non gli rende merito, a mio vedere. Diamond dà una convincente spiegazione multidisciplinare del motivo per cui la Produzione di cibo sia iniziata in determinate zone particolari (non più di otto/nove zone fortunate in tutto il mondo) e non in altre. Ne spiega i motivi.
Le popolazioni che per caso (vale a dire: per via della Geografia dell'Ambiente e non per la propria Biologia) hanno goduto di una partenza precoce, hanno conseguentemente raggiunto prima delle altre determinati stadi fondamentali di sviluppo sociale, tecnico, culturale etc. (cita, nell'ordine: lo stadio di Banda, poi quello di Tribù, poi quello di Chefferie o Chiefdom, quindi quello di Stato e ne fornisce schematiche descrizioni).
Le differenze che quindi sono talvolta ancora oggi tanto marcate tra popolazioni 'partite presto' e popolazioni 'partite tardi' sono oggi così evidenti da richiedere di essere studiate e giustificate in dettaglio: non a caso il libro inizia con un indigeno della Nuova Guinea che si chiede come mai i bianchi possiedano "tutte le loro cose" e i suoi connazionali no. In Nuova Guinea non c'erano metalli, non c'erano animali, quando vi giunse l'uomo: tutte le isole sono formazioni coralline calcaree, senza ricchezze del suolo. In Mesopotamia, invece, c'era una grandissima varietà di piante e di animali addomesticabili, c'era l'acqua, c'erano le stagioni per i raccolti: non lontane le foreste dei cedri e le zone minerarie del lago Van e delle varie montagne (Zagros etc), c'erano mari e fiumi navigabili ed altre popolazioni con culture complementari etc.
- Il libro adombra come il Progresso sia un processo ineffabile, inarrestabile e non necessariamente, né sempre, buono. Una volta iniziatosi, non si arresta ed anzi si auto mantiene forzatamente. Le Comunità antiche (Diamond fa l'esempio della Cina e del Giappone) che hanno cercato di reagire a questa ineluttabilità, hanno fatto un vero e proprio "salto all'indietro" nella corsa al primato: se le grandi esplorazione per mare furono fatte dagli Europei, ciò fu solamente dovuto alla rinuncia operata dai Cinesi. Se oggi i quattro quinti del mondo parla lingue di derivazione Indo-Europea, probabilmente parte delle ragioni risiedono in queste rinunce. Altrimenti, con ogni probabilità, ci sarebbero state più lingue di derivazione dai dialetti cinesi ed orientali.

In termini di malattie: alcune di esse sarebbero state in origine solo proprie degli animali. L'uomo se ne sarebbe ammalato solo dopo che ha cominciato a vivere (troppo) vicino agli animali addomesticati.

L'influenza. Non è propriamente una malattia 'asiatica': è una di quelle affezioni che si definiscono 'da affollamento'. Mi spiego meglio: se vai in Alaska, puoi più probabilmente morire assiderato o sbranato da un orso. Ma nessuno ti trasmetterà il virus dell'influenza.
Invece, se passi abbastanza tempo su un autobus di linea affollato di gente e qualcuno di loro starnutisce senza la mano davanti alla bocca, le goccioline di saliva infette ti possono raggiungere anche da un capo all'atro dell'autobus. Il motivo per cui si dice che l'influenza viene dall'Asia sta nel fatto che è lì che si verificano i più imponenti affollamenti (di animali, però: oche, polli e maiali d'allevamento). Nelle cattive condizioni igieniche in cui versano, è facile che alcuni individui s'ammalino. Nel contagio tra più individui il virus si rafforza e infine, vinta l'immunità del maiale (che è molto simile alla umana) è bell'e che pronto a produrre una nuova ondata di Influenza mondiale.

Circa l'epidemia più grave che si ebbe (la cosiddetta "Asiatica"), si stanno ancora elaborando schemi differenti, in quanto si trattò - forse - di qualche cosa con differente eziologia ed eziopatogenesi, non solamente di un virus molto più aggressivo.

Ci sono motivi precisi per cui l'uomo è diventato bipede, per cui è uscito dalla sua culla africana, per cui è diventato da vegetariano un onnivoro/carnivoro? Ci sono motivi per cui ha inventato la più potente invenzione di tutte?
(non la ruota, non il fuoco, non l'aratro, né il motore a scoppio, bensì il linguaggio articolato).
Io credo che anche tutte queste cose riconoscano - in modo più o meno diretto - cause legate all'ambiente.
 
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§Karl§
view post Posted on 30/5/2013, 17:10




Ecco, esempi di alcune cose che secondo me andrebbero smussate, discusse e approfondite. E probabilmente anche limite della formazione di chi scrive (mi riferisco a Diamond. Del resto ognuno ha i suoi limiti, per questo van di moda i volumi a più voci). Uno è il passaggio da banda, a tribù a chiefdom a Stato, con i vari ed eventuali passaggi intermedi ecc. E' schema utilizzato spesso in ambito di scienze sociali, antropologia e sociologia in particolare. Nella concreta realtà storica e archeologica funziona? Mah, no? Se non è un no netto, quanto meno è questione fortemente discussa dagli specialisti, ad esempio dagli orientalisti e in particolare da chi si occupa di preistoria e protostoria. Che il chiefdom evolva linearmente e inevitabilmente verso lo Stato è dubbio, tant'è che i chiefdom sicuri che conosciamo sono esempi etnografici, e di sicuro sappiamo che non hanno dato vita a forme statuali. Che l'eventuale chiefdom prestatuale nel Vicino Oriente si sia evoluto senza soluzione di continuità verso la città e lo Stato è altro punto fortemente dibattuto e dubbio, dato che invece c'è chi sottolinea la discontinuità tra il chiefdom e lo Stato, la rottura, la "rivoluzione".
 
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tetragramma
view post Posted on 30/5/2013, 17:51




Sono perfettamente d'accordo con te §Karl§: gli schematismi sono puramente esemplificativi e non credo che siano intesi per essere creduti aprioristicamente.
E' poi chiaro che tutti hanno limiti e nessuno può farsi carico di insegnare il Dogma ad alcuno.

Ma credo che moltissime (se non proprio la totalità) delle vicende umane, per alcune delle quali si sono scomodate le più disparate e spesso poco credibili cause, riconoscano in fondo sempre l'ambiente in generale come responsabile: il cannibalismo "di necessità" del sud america, le modalità di 'conquista' del mondo da parte di H Sapiens, la nascita delle prime Civiltà Idrauliche, alcuni aspetti delle religioni, le vicende riferite ai 'Popoli del Mare', l'estensione Est/Ovest (e non Nord/Sud) dei Grandi Imperi Persiano e Romano (in ultima analisi anche la presenza di un maggiore e perdurante conflitto Est/Ovest ne è un lontano richiamo) etc etc.
 
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