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La violenza nella preistoria: genesi e cause della guerra..

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massinissa
view post Posted on 23/6/2013, 08:58




L'uomo genera violenza, ed è stato violento fin dai tempi più antichi. Si scatena questo sentimento per i più svariati motivi: ottenere cibo, sottomettere gruppi rivali, conquistare nuovi ed ambiti territori. Si è violenti anche per motivi religiosi e cultuali; il sacrificio umano ne è la prova e anche se esso è motivato da ragioni catartiche o per attirare la benevolenza di divinità potenti, è sempre un atto violento che comporta la morte dell'altro. L'espressione di violenza per eccellenza, quella che anche noi, oggi, conosciamo è la guerra. Presente in tutte le culture, in tutti i continenti e che nasce proprio con l'uomo. Per fare guerra ci vogliono comunque presupposti e conoscenze che prevedono un buon numero di uomini atti al combattimento, conoscenze del territorio e del nemico e forti motivazioni che portano a scatenarla. Inoltre sono necessarie una buona strategia atta a sopraffare il nemico, e tecniche di combattimento che superino quelle degli oppositori. Infine, una tecnologia guerriera il più affinata possibile (armi, armature ecc.) è un ottimo presupposto per uscire vincitori dal conflitto.

Era esistente, almeno nei secoli scorsi, una dicotomia che vedeva l'uomo del paleolitico come una sorta di bruto incline alla violenza e poco ragionevole e l'uomo neolitico e agricoltore come più raffinato e pacifico.

Sed veritas, in media res...

Durante il paleolitico, è probabile che si scatenassero conflitti a livello di scaramucce tra piccoli gruppi, per l'acqua il cibo o il territorio di caccia. Inoltre come detto più sopra, un altro aspetto violento della natura umana è il sacrficio: cultuale e cannibalico profondamente interconnessi, anche se l'ultimo potrebbe essere stato generato da carestie o mancanza di risorse alimentari. E' difficile valutare un atto violento studiando le ossa ritrovate durante gli scavi. Infatti esse possono aver subito mescolamenti, rotture causate da smottamenti del terreno, interventi animali o umani post-sepoltura. E' inoltre quasi impossibile per i periodi (e le specie umane) prima dei neandertaliani, per assenza di sepolture.

Per l'Europa paleolitica si hanno testimonianze di atti violenti abbastanza forti: per i neanderthal atti cannibalici sono stati evidenziati per il sito di Krapina. Per il Cro- Magnon, resti di ossa con ancora inserite punte di selce testimoniano se non la causa della morte, quantomeno una violenza subita. Infine, l''invenzione dell'arco utilizzato anche per la caccia, vede in alcune immagini di arte rupestre (Spagna orientale), la sua funzione anche per attaccare altri gruppi umani. Per scene di sacrificio vedere il graffito della grotta dell'Addaura in Sicilia (paleolitico superiore).


Ma è con il neolitico e con la nascita dell'allevamento e dell'agricoltura che la violenza umana assume contorni più crudi ed efferati. Ed è per questo periodo che si può cominciare a parlare di guerra tra gruppi più estesi, e non più di scaramucce. Questa rinnovata violenza si configura con vere e proprie ecatombi, come a Talheim (Germania, 5000 a.C circa) dove sono stati rinvenuti gli scheletri di ben 34 persone tra cui donne e bambini, tutti deceduti di morte violenta, tra cui colpi di ascia sulla testa. Ma anche in Francia (Roaix) si ha testimonianza di ben 200 individui seppelliti in fretta e nello stesso momento, a testimoniare una morte collettiva ed improvvisa. Naturalmente l'ipotesi è suffragata dalla presenza di armi litiche ancora in situ, ed in alcuni casi inserite nelle ossa rinvenute.

Come accennato, in Spagna vi sono numerose scene rupestri che raffigurano battaglie, scontri, uccisioni(Cingle de la Mola,Molino de la Fuentes,Minateda).

Per quanto riguarda l'età del rame, si ha una affinazione ulteriore di armi da offesa e difesa, generate anche dalla nascente metallurgia. Inoltre crescono le motivazioni che possono aver generato conflitti, come l'approvvigionamento delle materie prime.


Per una bibliografia di riferimento: Jean Guilaine, Jean Zammit; "Les sentiers de la guerre. Visages de la violence préhistorique".
 
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