Ostraka - Forum di archeologia

Rame sardo nel Bronzo scandinavo

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view post Posted on 11/8/2013, 15:43

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E' stato appena pubblicato uno studio svedese su 71 manufatti di bronzo risalenti all'Eta' del Bronzo Nordico (principalmente asce, spade e scudi) e provenienti da siti archeologici svedesi. I manufatti sono stati datati in diversi periodi dell'Eta' del Bronzo Nordico: I (1700-1500 anni a.C.); II (1500-1300 anni a.C.); III ( 1300-1100 anni a.C.); IV (1100-900 anni a.C.) e V (900-700 anni a.C.). Uno studio precedente aveva dimostrato che questi reperti erano stati fatti con rame non proveniente dalla penisola Scandinava.

Il nuovo studio, fatto con la metodologia dell'analisi degli isotopi del piombo, ha sorprendentemente indicato che la maggior parte dei reperti e' stata fatta con rame proveniente dall'Iberia e dalla Sardegna. Solo una piccola parte ha rivelato rame di altre origini (Isole Britanniche, Cipro, Germania e Tirolo austriaco). In particolare la maggior parte dei reperti del periodo II era fatta con rame sardo.

Questi risultati aprono nuove prospettive sui traffici di rame e stagno durante l'Eta' del Bronzo.

Mi vengono in mente i gioielli d'ambra baltica trovati nei nuraghi: forse gli antichi sardi scambiavano rame con ambra?


Ling, J., Stos-Gale, Z., Grandin, L., Billström, K., Hjärthner-Holdar, E.,
Persson, P.-O., Moving metals II: provenancing Scandinavian Bronze Age artefacts by lead isotope and
elemental analyses.

Journal of Archaeological Science (2013)

www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0305440313002689
 
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lama su
view post Posted on 11/8/2013, 16:11




CITAZIONE (Mario_A @ 11/8/2013, 16:43) 
Mi vengono in mente i gioielli d'ambra baltica trovati nei nuraghi: forse gli antichi sardi scambiavano rame con ambra?

rimane sempre il problema della natura di questi scambi: diretti o indiretti?

Si sa che l'ambra viacciava via terra (le famose vie dell'ambra) ma non si sa bene cosa venisse dato in cambio. A questo punto, rame forse?

Sarebbe interessante avere una campionatura del rame delle regioni intermedie che si sa essere state coinvolte nel commercio dell'ambra.

Un esempio che mi viene in mente è la necropoli di Giubiasco, nella svizzera italiana (poco lontano da Bellinzona per chi conosce al zona) che ha restituito reperti d'ambra impressionanti (sia per quantità sia per dimensioni). È stato suggerito che la popolazione di giubiasco, che si situa all'imbocco di una valle che porta ai passi alpini (non a caso nel medioevo furono costruiti tre castelli e delle mura che tagliavano la valle proprio a quell'altezza, perchè era il punto migliore per controllare le varie vie che portavano a numerosi valichi alpini), fosse coinvolta nel commercio dell'ambra e fosse un intermediario importante fra nord e sud delle alpi.

A questo punto, sarebbe interessante sapere se anche nei numerosi oggetti fi pronzo trovati in questa necropoli (e in altre simili sul continente) c'è rame sardo..
 
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view post Posted on 11/8/2013, 23:34

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CITAZIONE (lama su @ 11/8/2013, 17:11) 
rimane sempre il problema della natura di questi scambi: diretti o indiretti?

Indiretti suppongo. Probabilmente il rame passava attraverso popolazioni diverse, che lo scambiavano con altre merci. Ho pensato all'ambra per sua provenienza baltica, comunque, benche' presente nei nuraghi non posso dire che sia stata trovata in grandi quantita'. Il rame sardo doveva essere trasportato via mare almeno fino alle coste della penisola italiana. Mi chiedo chi effettuasse a quei tempi la traversata (Micenei, Fenici, gli stessi Sardi?). Certamente non voglio fare ipotesi estreme che immagino verranno fatte in certi ambienti a limite della fantarcheologia non appena arrivera' la notizia di questo studio.

Sono d'accordo, sarebbe molto interessante se questi studi venissero estesi a manufatti di altre civilta' europee del Bronzo. Uno studio analogo era stato fatto proprio sui reperti sardi in rame e bronzo [1]. Ora potrebbe sembrare ovvio, ma piu' di uno studioso metteva in dubbio che questi reperti fossero stati fatti in Sardegna. Lo studio invece aveva confermato che tutti i reperti in bronzo trovati in Sardegna erano stati fatti con rame sardo, mentre, sorprendentemente, i lingotti di rame purissimo a pelle di bue provenivano da Cipro.

Un vero peccato che, se non erro, non esista una tecnica analitica analoga per lo stagno, ancora piu' difficile da trovare.


1. Begemann F, Schmitt-Strecker S, Pernicka E, Schiavo FL (2001) Chemical composition and lead isotopy of copper and bronze from Nuragic Sardinia. European Journal of Archaeology 4: 43-85.
 
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lama su
view post Posted on 12/8/2013, 05:43




si diciamo, più che "indiretti" o "diretti" stavo pensando piuttosto a "via terra" -attraverso le alpi, e dunque tramite numerosi intermediari, ma allo stesso tempo come possibile controparte di altri flussi commerciali, come l'ambra- o "via mare", quindi con tappe più lunghe e attraverso probabilmente un numero minore di intermediari (immagino che si possa immaginare una tratta sardegna-iberia, una iberia-bretagna/granbretagna/nord della francia controllata dalle popolazioni della costa atlantica francese ed una tratta finale francia settentrionale-mar baltico/scandinavia).

Si, sarebbe interessante avere informazioni sull'oriigne del rame anche in altre regioni europee, per capire quali erano le tappe intermedie..
 
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view post Posted on 12/8/2013, 10:29
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CITAZIONE (Mario_A @ 12/8/2013, 00:34) 
Indiretti suppongo. Probabilmente il rame passava attraverso popolazioni diverse, che lo scambiavano con altre merci. Ho pensato all'ambra per sua provenienza baltica, comunque, benche' presente nei nuraghi non posso dire che sia stata trovata in grandi quantita'. Il rame sardo doveva essere trasportato via mare almeno fino alle coste della penisola italiana. Mi chiedo chi effettuasse a quei tempi la traversata (Micenei, Fenici, gli stessi Sardi?). Certamente non voglio fare ipotesi estreme che immagino verranno fatte in certi ambienti a limite della fantarcheologia non appena arrivera' la notizia di questo studio.

I fantarcheologi sono sempre dietro l'angolo, anche senza notizie del genere, purtroppo.
Da profana del periodo in questione mi vengono in mente alcune domande (scusatemi se sono magari domande banali per chi è esperto della materia): come mai innanzitutto questa preminenza del rame sardo, dal momento che miniere di rame esistevano anche in altri paesi dell'Europa occidentale, anche più vicine alla Scandinavia, come lo stesso Mario ci ha detto indicandoci la provenienza del rame degli altri reperti. Quello sardo era forse più abbondante? O di maggiore qualità?
Altro punto: Mario ha detto che il "picco" di rame sardo si ha nel II periodo. A me sarebbe venuto più logico pensare ad una maggior commercializzazione durante il periodo fenicio, visto che si dà per certo che prima dei Fenici i sardi non praticavano navigazione d'altura. E quindi dovevano aspettare che gli altri andassero da loro a prendersi il rame.
Vorrei quindi sapere: durante i periodi III, IV, V, c'è stata forse una diminuzione di rame nelle miniere sarde? Per il periodo fenicio, si potrebbe pensare che i Fenici abbiano preferito il rame cipriota a quello sardo, visto che a partire dal X a.C. è attesta la loro presenza nell'isola. Per il periodo pre conquista fenicia, a me viene invece difficile pensare che siano stati i Fenici a portare il rame dalla Sardegna all'Italia peninsulare, semplicemente perché loro già da tempo commerciavano con l'isola di Cipro ed in termini di viaggio era più comodo prendere il rame a Cipro e portarlo da lì fino a questa parte d'Europa. A meno che il rame sardo non fosse talmente di grande qualità da giustificare un allungamento del viaggio per mare (e viaggiare per mare all'epoca era rischioso).
Che dicono i nostri preistorici (e protostorici)?
 
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view post Posted on 12/8/2013, 13:13

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CITAZIONE (leda77 @ 12/8/2013, 11:29) 
Vorrei quindi sapere: durante i periodi III, IV, V, c'è stata forse una diminuzione di rame nelle miniere sarde?

Ciao Leda,

il metodo analitico utilizzato nello studio e' in grado di identificare con precisione i giacimenti di provenienza del rame. Per la Sardegna, la fonte principale di rame e' risultata la miniera di Funtana Raminosa, da cui proviene anche gran parte del rame presente nei manufatti nuragici, che si trova nel centro dell'isola, in piena Barbagia. L'estrazione del rame da questa miniera e' iniziata nel calcolitico per poi proseguire fino a epoche storiche. Negli anni 30-40 del XX secolo e' stata un'importante miniera a livello nazionale. E' stata chiusa intorno agli anni '60.

Pertanto si tratta di giacimenti ricchissimi. Difficile pensare ad una diminuzione del rame in quelle epoche, a meno che non sia stato vero in relazione alla tecnologia estrattiva di allora.

Sulla qualita', per quanto ne so (come non esperto) non credo che ci fosse un qualche motivo tecnico per preferire il rame sardo a quello cipriota.

Come ho ricordato nel post precedente, i Sardi estraevano il rame per i propri manufatti ( e adesso sappiamo anche che lo esportavano), pur avendo grandi quantita' di rame purissimo di Cipro in forma di lingotti a pelle di bue, che conservavano.

Edited by Mario_A - 12/8/2013, 14:34
 
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view post Posted on 12/8/2013, 14:08
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Se i lingotti il rame cipriota erano mezzo (quasi premoneta) di scambio riconosciuto da diverse popolazioni, mi sembra logico che i sardi li conservassero, tesaurizzassero, potendo utilizzare sia per l'uso interno che, come dimostra lo studio citato, almeno in parte per i commerci il rame di loro produzione. Anche noi tendiamo a tesaurizzare, sia come privati, quando possiamo, che come istituzioni (banche centrali) oro monetato o in lingotti, quindi di valore riconosciuto e facilmente commerciabile, utilizzando per gli altri usi (industria, gioielleria) oro in altre forme (lamiere, granuli ecc.).
 
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view post Posted on 12/8/2013, 14:56

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CITAZIONE (dceg @ 12/8/2013, 15:08) 
Se i lingotti il rame cipriota erano mezzo (quasi premoneta) di scambio riconosciuto da diverse popolazioni, mi sembra logico che i sardi li conservassero

Certamente, infatti questa e' la spiegazione che viene data a questo apparente paradosso. I lingotti ciprioti avevano spesso un sigillo impresso, e probabilmente nel Mediterraneo godevano di grande prestigio. Senz'altro l'equivalente di valuta pregiata: l'analogia con gli attuali lingotti d'oro (anch'essi in metallo purissimo con sigillo della banca di provenienza) direi che e' piu' che appropriata.


CITAZIONE (leda77 @ 12/8/2013, 11:29) 
come mai innanzitutto questa preminenza del rame sardo, dal momento che miniere di rame esistevano anche in altri paesi dell'Europa occidentale, anche più vicine alla Scandinavia...

C'e' di piu': la Svezia stessa e' ricchissima di rame (credo che sia uno dei paesi europei piu' ricchi di questo metallo).
Forse nell'Eta' del Bronzo non lo avevano ancora scoperto. Credo che gli studiosi di protostoria europea avranno molto lavoro da fare, dopo questo studio.
 
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view post Posted on 12/8/2013, 15:06
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Anche io avevo pensato al fatto che la Svezia è ricca di rame, supponendo però che lo sfruttamento dei giacimenti fosse di epoca più tarda. Di fatto la miniera di Falun è documentata dall' XI secolo e l'attività estrattiva era iniziata forse nel IX.

http://it.wikipedia.org/wiki/Falu_koppargruva
http://en.wikipedia.org/wiki/Great_Copper_Mountain
 
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view post Posted on 12/8/2013, 17:59

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Nel lavoro svedese ho letto che sono archeologicamente attestati tentativi di estrarre il rame in Svezia durante l'Eta' del Bronzo, ma sono rimasti limitati in quanto le caratteristiche chimiche del minerale di partenza rendevano l'estrazione molto laboriosa e difficile per la tecnologia dell'epoca.

Questo e' un punto importante per capire i traffici di metallo: la Svezia era ricchissima di rame ma in una forma difficilmente purificabile durante l'Eta' del Bronzo e quindi gli antichi Scandinavi erano costretti ad importarlo da terre lontane.

Analogamente, la Sardegna era anche ricca d' argento, ma i Sardi Nuragici avevano messo a punto un metodo per purificare il piombo (che conteneva l'argento) fino ad un grado di purezza molto elevato per l'epoca e trattavano l'argento come fosse una scoria. Questo spiega il fatto, apparentemente paradossale, della quasi totale assenza di argento nei manufatti nuragici. Saranno invece i Fenici e i Punici ad estrarre l'argento sardo, in quanto loro conoscevano le tecniche appropriate. La Sardegna e' anche abbastanza ricca d'oro, ma che si trova in una forma estraibile solo con tecniche molto avanzate e non particolarmente convenienti.

In Sardegna sono stati rinvenuti in gran quantita' oggetti d'oro (gioielli e statuette) di fattura orientale, ritrovati nelle ricche necropoli puniche di Tharros. Per quanto detto sopra erano certamente importati, o per lo meno, l'oro era sicuramente importato (purtroppo, essendo Tharros stata scoperta verso la seconda meta' dell '800, gran parte di questo oro e' scomparso finendo nelle mani di collezionisti privati, locali e non. Alcuni oggetti di grande pregio sono anche finiti nei musei europei, come un idoletto fenicio in oro massiccio che ho potuto ammirare tanti anni fa al British Museum)

Anche gli autori dell'articolo propongono l'ambra come elemento di scambio per il rame, ed ipotizzano che il prezioso metallo venisse scambiato attraverso le classiche e ben note "vie dell'ambra", ma ipotizzano anche una via atlantica, in gran parte marittima, lungo le coste , suggerendo una mediazione degli antichi popoli Britannici.

Edited by Mario_A - 12/8/2013, 20:35
 
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massinissa
view post Posted on 12/8/2013, 21:25




Non mi stupisco. Anche se con le dovute cautele, mi sembra plausibile. Durante l'età del bronzo (medio recente e in parte finale)) la Sardegna è al centro di traffici intensi che coinvolgevano l'Egeo (micenei e ciprioti), che utilizzavano l'isola anche per le materie prime utili per la lavorazione metallurgica. Traffici che erano rivolti anche alla diffusione dell'ambra baltica. In questo caso però faceva da "tramite" l'area adriatica della nostra penisola con Frattesina di Fratta Polesine come centro di smistamento della preziosa resina. Insomma, un mondo in continuo contatto. Anche con le regioni più lontane del continente..

Peri lingotti: i sardi dell'età del bronzo, in realtà utilizzavano il loro metello nella lega. Pur accettando e conservando lingotti di rame cipriota la loro produzione era totalmente casalinga, per così dire, cosa che suscita ancora curiosità nella comunità scientifica.

Edited by massinissa - 12/8/2013, 22:57
 
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view post Posted on 12/8/2013, 23:52

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Un argomento che meriterebbe di essere studiato piu' a fondo sono i rapporti tra Sardegna e Iberia nell'Eta' del Bronzo. Ci sono troppi indizi: radici paleoiberiche in termini sardi preromani (presumibilmente lasciti della lingua (o di un gruppo di lingue) parlate nella Sardegna nuragica, marcatori genetici esistenti solo nei Sardi e nelle popolazioni pirenaiche, e altre analogie archeologiche tra le civilta' sarde ed iberiche. Il fatto che queste due civilta' erano le maggiori fornitrici di rame per la Scandinavia e la ventilata mediazione degli antichi Britannici, dovrebbe stimolare un approfondimento.
 
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massinissa
view post Posted on 13/8/2013, 00:03




Vogliamo parlare di armi rinvenute in Sardegna di provenienza iberica?...

Rileggendo i post, colgo l'occasione per rispondere a leda su una cosa da lei detta: hai ragione nel dire che i fenici non compaiono sulle nostre coste ( e anche in Sardegna) prima del X-IX sec. a.C. I commerci e i contatti con il Mediterraneo dall'età del bronzo medio-recente in poi, erano totalmente controllati dalla potenza micenea che nel momento di massima espansione arrivano anche a toccare, per l'Italia, l'attuale regione marchigiana. Al culmine di questa potenza, si registra addirittura una koinè micenea una sorta di "globalizzazione" dei prodotti che coinvolgono non solo le aree peninsulari del Mare Nostrum, ma anche l'Egitto per esempio. I ciprioti, assoggettati a questa realtà sono solo degli accompagnatori dei commercianti micenei e pur dando importantissimi contributi a livello materiale e tecnologico restano per così dire in ombra. Solo dopo la caduta della potenza micenea, i ciprioti possono apparire con più evidenza sullo scenario commerciale del Mediterraneo. I fenici dunque, per tornare al discorso, fanno parte dei protagonisti della successiva età del ferro. E in Sardegna, se ne registra la presenza dal IX sec. in poi.

Un'ultima cosa: sempre per i llingotti (da distinguere in ben quattro categorie), si pensa non tanto ad un loro valore monetale o pre-monetale, ma piuttosto a valori ponderali usati (date le dimensioni e il peso non indifferenti) negli scambi dei prodotti che ripeto in massima parte arrivano dall'Egeo o come materiali prodotti in loco, o indirettamente offerti dai micenei (perline in pasta vitrea di provenienza egizia ecc.).


Se interessati per una lettura del periodo e in particolare sulla questione dei prodotti in metallo: Fulvia Lo Schiavo "Archaeometallurgy in Sardinia", 2005 con riedizione aggiornata del 2010 0 2011 non ricordo bene . G. Lilliu "La civiltà dei Sardi, dal paleolitico all'età dei nuraghi", riedizione aggiornata e ampliata del 2002.

.

Edited by massinissa - 13/8/2013, 21:32
 
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view post Posted on 2/1/2014, 10:57
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CITAZIONE (massinissa @ 13/8/2013, 00:03) 
Vogliamo parlare di armi rinvenute in Sardegna di provenienza iberica?...

Rileggendo i post, colgo l'occasione per rispondere a leda su una cosa da lei detta: hai ragione nel dire che i fenici non compaiono sulle nostre coste ( e anche in Sardegna) prima del X-IX sec. a.C. I commerci e i contatti con il Mediterraneo dall'età del bronzo medio-recente in poi, erano totalmente controllati dalla potenza micenea che nel momento di massima espansione arrivano anche a toccare, per l'Italia, l'attuale regione marchigiana. Al culmine di questa potenza, si registra addirittura una koinè micenea una sorta di "globalizzazione" dei prodotti che coinvolgono non solo le aree peninsulari del Mare Nostrum, ma anche l'Egitto per esempio. I ciprioti, assoggettati a questa realtà sono solo degli accompagnatori dei commercianti micenei e pur dando importantissimi contributi a livello materiale e tecnologico restano per così dire in ombra. Solo dopo la caduta della potenza micenea, i ciprioti possono apparire con più evidenza sullo scenario commerciale del Mediterraneo. I fenici dunque, per tornare al discorso, fanno parte dei protagonisti della successiva età del ferro. E in Sardegna, se ne registra la presenza dal IX sec. in poi.

Un'ultima cosa: sempre per i llingotti (da distinguere in ben quattro categorie), si pensa non tanto ad un loro valore monetale o pre-monetale, ma piuttosto a valori ponderali usati (date le dimensioni e il peso non indifferenti) negli scambi dei prodotti che ripeto in massima parte arrivano dall'Egeo o come materiali prodotti in loco, o indirettamente offerti dai micenei (perline in pasta vitrea di provenienza egizia ecc.).


Se interessati per una lettura del periodo e in particolare sulla questione dei prodotti in metallo: Fulvia Lo Schiavo "Archaeometallurgy in Sardinia", 2005 con riedizione aggiornata del 2010 0 2011 non ricordo bene . G. Lilliu "La civiltà dei Sardi, dal paleolitico all'età dei nuraghi", riedizione aggiornata e ampliata del 2002.

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Saluti a tutti voi, e buon 2014! :cheers.gif:

... volevo riloggarmi proprio per commentare con voi l'interessantissima notizia, ma vedo che ci ha già pensato il buon Massinissa sempre attento ai mal di testa di Sardegna :P

Tolto che non sono d'accordo con Massinissa con l'immagine dei Micenei come superpotenza e che non ono poi nemmeno tanto sicuro della presenza fenicia nel IX secolo in Sardegna se non come mera frequentazione e commercio, vorrei rimarcare che gli autori della ricerca datano il commercio del rame sardo al XVII-XVI secolo a.C.

Si tratta di una datazione che stravolge gli assunti fin qui costruiti da Fulvia Lo Schiavo, in primis ma pure da altri sulle capacità metallurgiche nuragiche. F. Lo Schiavo a cui vanno numerosi meriti è sostenitrice di una piena e matura produttività metallurgica in Sardegna solo nel periodo dei rapporti tra Nuragici e Ciprioti. La stessa coltivazione delle miniere sarde, secodo la studiosa prese il volo solo con i rapporti ciprioti di cui tuttavia registra l'assenza sull'Isola sarda. Altri, addirittura sostenevano o sostengono, che i Nuragici (nonostante alcuni rinveniemtni di mazze e lucerne nuragiche in miniere sarde) non sapessero estrarre rame dalle miniere (Bartoloni) adducendo tale incapacità come motivo delle mportazioni del rame cipriota.

ora quanto detto sopra andrebbe rivisto e, a mio modesto avviso, bisognerebbe ammettere finalmente che, della metallurgia del bronzo antico, medio ed anche recente, non si conosce granchè a causa dello stravlgimento dei contesti culturali nuragici (funerari e templari) già per opera degli stessi Nuragici.

Del bronzo antico si conoscono appena 15 spade di tipologia Iroxi. al bronzo medio appartengono appena 10 daghe di ispirazine italiana. l'unica spada certamente databile al bronzo recente (oltre alle centinaia di spade votive) è una Allerona-naue II frammentata. ma per i suddetti periodi sono altresì molto carenti le attestazioni di utensili: tolto qualche deposito di asce a margini rialzati che per morfologia sono accostabili ai tipi più antichi della Toscana non c'è altro per il bronzo medio. Nonostante l'intensa attività scultorea e architettonica che a mio parere presuppone l'utilizzo di scalpelli in metallo, non abbiamo scalpelli riferibili al bronzo medio. Se solo pensiamo al fatto che al bronzo medio appartengono ben 132 tombe isodome perfettamente scolpite concio per concio, che nulla hanno da invidiare ai più bei pozzi sacri, il dato risalta in tutta la sua assurdità o falsità.

tutta la metallurgia nuragica è praticamente schiacciata al bronzo finale, primo ferro e ferro II. Questa scoperta impone qundi una riconsiderazione, almeno di quelle stratrigrafie del bronzo medio e recente a cui si sovrappngono quelle del bronzo finale-primo ferro: il che per la Sardegna nuragica è la norma essendo i templi costantamente utilizzati e ristrutturati per tutto l'arco di viat della cultura nuragica, essendo la civiltà nuragica priva di tombe singole, ma solo di tombe collettive nelle quali vigeva la regola della assenza di corredo e di norma utilizzate, costantemente, dal bronzo medio al bronzo finale, essendo pure i villaggi costantemente abitati e ristrutturati ed il metallo quasi senza dubbio, riciclato.

Dimenticavo: l'ambra non penso possa essere indicata come la merce di scambio del rame sardo giunto in Svezia. . i ritrovati di ambra, estremamente numerosi in tutta l'Isola sono per adesso datati al Bronzo finale-Primo Ferro, in quanto è in tale periodo che la si data nei complessi santuariali della sardegna nuragica, mntre come detto sopra L'import di rame sardo in Svezia raggiunge il picco nel primo perido del Bronzo Medio per poi, apparentemente, cessare.

Ma qui si ritorna al discorso di sopra. Pur avendo, tutti santuari nuragici, una fase definita di precedente frequentazione (indicata da rare e fuori posto armi, e fibule ceramiche), l'archeologia riesce a leggere e documentare in qualche modo solo la fase del bronzo finale e primo ferro
 
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view post Posted on 4/1/2014, 12:42

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Auguri di Buon Anno a tutti.


CITAZIONE (DedaloNur @ 2/1/2014, 10:57) 
Dimenticavo: l'ambra non penso possa essere indicata come la merce di scambio del rame sardo giunto in Svezia. . i ritrovati di ambra, estremamente numerosi in tutta l'Isola sono per adesso datati al Bronzo finale-Primo Ferro, in quanto è in tale periodo che la si data nei complessi santuariali della sardegna nuragica, mntre come detto sopra L'import di rame sardo in Svezia raggiunge il picco nel primo perido del Bronzo Medio per poi, apparentemente, cessare.

Come anche proposto nell'articolo, non si trattava di uno scambio diretto, ma attraverso intermediari. Presumo che i Sardi dell'Età del Bronzo non conoscessero gli antichi Scandinavi e viceversa. L'ambra era senz'altro il bene offerto dagli Scandinavi in cambio del rame sardo agli intermediari finali, questi poi usavano l'ambra oppure un'altra merce di scambio per acquistare il rame dagli intermediari successivi e cosi' via. Come discusso nel lavoro svedese, siamo solo a livello ipotetico, perchè non sappiamo attraverso quali vie e quali mediatori il rame estratto nella Sardegna centrale venisse trasportato fino in Scandinavia durante l'Età del Bronzo.

Quindi anche se certamente gli antichi Scandinavi davano ambra in cambio del rame (sardo, cipriota o iberico, l'origine non la conoscevano), non è detto che questa fosse sempre la merce offerta ai produttori del rame. Può darsi che i Sardi scambiassero rame, che avevano in abbondanza, con lo stagno delle isole britanniche, visto che in Sardegna era raro e non bastava a sostenere l'intensa attività metallurgica nuragica.
 
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