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| È ovvio che la frattura nel caso di una rottura rituale presenti una patina corrispondente, evidenziabile magari con l'osservazione sotto ingrandimento. Tuttavia questo non dimostra di per sé l'intenzionalità, che risulta piuttosto da una deduzione partendo da un - presunto - valore simbolico (Renfrew parla di "archeologia del culto") che da un'analisi scientifica. Ricordo di aver letto qualche tempo fa un articolo in cui si parlava di statuette che erano fratturate tutte più o meno allo stesso punto e questo veniva interpretato come segno di rottura rituale. Domattina parto e sarò assente per circa una settimana, per cui non ho la possibilità di cercare l'articolo in questione. Semmai al mio ritorno vedrò di ritrovarlo. Anche in tal caso non si trattava però di una trattazione specifica, ma di un'osservazione marginale.
Renfrew cita il centro cerimoniale di Chavín de Huantar al Nord del Perù centrale in cui vennero rinvenuti in una galleria oltre 500 recipienti spezzati contenenti cibi, e li interpreta come offerte rituali, ma non indica come sia stata stabilita l'età delle rotture, evidentemente si tratta di una deduzione. (Io ho la versione tedesca di Archeologia. Teoria, metodi, pratica) - C. Renfrew, P. Bahn, Basiswissen Archäologie, Theorien, Methoden, Praxis, 2009, p. 235
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