Ostraka - Forum di archeologia

Rottura intenzionale ceramica

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Stefaniac81
view post Posted on 24/9/2013, 22:01




Salve, volevo chiedere se qualcuno sa dirmi qualcosa sulla rottura intenzionale di ceramica in antico. Come si distingue da una rottura naturale? Che tipo di analisi viene svolta per il suo riconoscimento? C'è qualche pubblicazione specifica sull'argomento?
 
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view post Posted on 24/9/2013, 22:36
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Ho cancellato la discussione identica aperta nella sezione generica.

Penso che una prima indicazione provenga dal contesto: se si trovano grandi quantità di frammenti ceramici in un luogo o in situazioni analoghe è assai provabile che la rottura sia rituale.
 
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view post Posted on 25/9/2013, 17:15
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Se non erro a certi vasi biconici villanoviani veniva spezzato un manico quando erano usati come urne funerarie. In seguito i vasi destinati a tale uso venivano prodotti con in manico solo. Non saprei però citare fonti in merito, si tratta di un "sentito dire".
Ho trovato in proposito questa indicazione in cui si nomina Gilda Bartoloni:
http://it.wikipedia.org/wiki/Civiltà_villa...Caratteristiche
Qualcuno ha la possibilità di controllare il testo indicato nella bibliografia?

Edited by dceg - 25/9/2013, 19:07
 
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Stefaniac81
view post Posted on 25/9/2013, 18:15




Grazie del suggerimento, ma non sto cercando degli esempi culturali. Quello che vorrei capire è se ci sono dei metodi scientifici, al di fuori di quelli interpretativi legati al contesto o alle fonti iconografiche e letterarie, per riconoscere una rottura intenzionale. Io ho visto una presentazione su You Tube di uno scavo sull'isola di Keros nelle Cicladi dove sono state trovate molte figurine rotte e l'autore (C. Renfrew) diceva che la patina sulle fratture era antica quanto quella sul resto del manufatto quindi dovevano essere state rotte in antico. Io vorrei però saperne di più su questo tipo di analisi e sto cercando della bibliografia che ne parli, ma sembra che nessuno ne parli.
 
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view post Posted on 25/9/2013, 19:09
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È ovvio che la frattura nel caso di una rottura rituale presenti una patina corrispondente, evidenziabile magari con l'osservazione sotto ingrandimento. Tuttavia questo non dimostra di per sé l'intenzionalità, che risulta piuttosto da una deduzione partendo da un - presunto - valore simbolico (Renfrew parla di "archeologia del culto") che da un'analisi scientifica. Ricordo di aver letto qualche tempo fa un articolo in cui si parlava di statuette che erano fratturate tutte più o meno allo stesso punto e questo veniva interpretato come segno di rottura rituale. Domattina parto e sarò assente per circa una settimana, per cui non ho la possibilità di cercare l'articolo in questione. Semmai al mio ritorno vedrò di ritrovarlo. Anche in tal caso non si trattava però di una trattazione specifica, ma di un'osservazione marginale.

Renfrew cita il centro cerimoniale di Chavín de Huantar al Nord del Perù centrale in cui vennero rinvenuti in una galleria oltre 500 recipienti spezzati contenenti cibi, e li interpreta come offerte rituali, ma non indica come sia stata stabilita l'età delle rotture, evidentemente si tratta di una deduzione. (Io ho la versione tedesca di Archeologia. Teoria, metodi, pratica) - C. Renfrew, P. Bahn, Basiswissen Archäologie, Theorien, Methoden, Praxis, 2009, p. 235
 
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view post Posted on 25/9/2013, 20:42
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Ciao Stefania!
Concordo con Dceg, il fatto che la patina nella frattura corrisponda alla patina sul resto del vaso, indica solamente la frattura è avvenuta in antico ma non il motivo per cui essa sia avvenuta. L'unione di tale constatazione e del contesto in cui è stato effettuato il ritrovamento forniscono una risposta alla domanda: intenzionale o casuale?
Credo che l'ambito di analisi che tu stai cercando esuli dall'archeologia in senso più stretto, ma passi all'analisi mineralogica e di laboratorio.

ciao ciao
 
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Stefaniac81
view post Posted on 25/9/2013, 22:23




Ho capito i vostri punti di vista, grazie per i commenti.
 
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massinissa
view post Posted on 27/9/2013, 08:06




Concordo con quanto detto fino ad ora. Aggiungo, ma magari è superfluo, che si può riconoscere una frattura antica da una recente osservandone i contorni e la colorazione/patina. In questo caso il fatto può essere dovuto ad incidente durante lo scavo o disattenzione umana (capita!). Per le ragioni di rottura volontaria nell'antichità è stato già spiegato nei post precedenti. Il contesto e la disposizione spaziale dei frantumi danno una risposta. Credo però che anche analisi petrografiche, sezioni sottili e mineralogiche non diano voce ad un'intenzione generata da motivazioni culturali o ideologiche. Insomma non rimane traccia visibile della volontà di compiere quel gesto, se non in eventuali fonti scritte et similia. Questo vale anche per i resti umani e animali, che in alcuni casi hanno subito mutilazioni intenzionali: lo scopo, si può dedurre, ma per saperlo bisognerebbe essere stati presenti al momento dell'azione...
 
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7 replies since 24/9/2013, 22:01   133 views
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