CITAZIONE (dceg @ 23/10/2013, 00:30)
Lo scudo caduto dal cielo mi aveva affascinato sin da bambino, ma non ho mai approfondito il tema. Esistono descrizioni dello scudo?
Descrizioni vere e proprie (o meglio, dettagliate) non lo so se ce ne siano.
Dando un'occhiata in rete, ho notato che Wikipedia riporta il dibattito che, già in antico, si era ingenerato fra gli autori, relativamente all'etimologia di questo nome (da ἀγκύλος/ ἀγκών/
ab ancisu etc.). Lo scudo doveva probabilmente essere di forma ovale e tagliato sui lati (qui ne hai un ipotetico disegno ricostruttivo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ancilia).
La forma è paragonata a quella dello scudo tracico, ma a me ricorda vagamente anche un certo tipo di scudo, che ho già visto rappresentato diverse volte sulla ceramica a vernice nera della prima età del Ferro. Un paio di esempi puoi trovarli su questo cratere del Dypilon, del 740 a.C., sul quale, nel registro inferiore, sono raffigurati alcuni soldati con al braccio questo particolare scudo:
http://farm7.static.flickr.com/6117/623407..._02b30fc7c2.jpg). Mi chiedo se, a sua volta, questo tipo di scudo non possa essere il risultato della naturale evoluzione del cd. scudo 'a 8' miceneo:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:NAM...ght_shields.JPG); ma su questo argomento non sono minimamente ferrato (e poi finiremmo per andare fuori tema...). Non escluderei, in questo senso, che uno scudo tanto antico come l'Ancile di Marte potesse essere ispirato a quelli diffusi in Grecia in quello stesso periodo (se non, addirittura, che possa essersi trattato di un esemplare direttamente giunto da oltremare come
keimelion, per lo scambio di doni fra esponenti del ceto aristocratico).
CITAZIONE (*Gibo* @ 23/10/2013, 10:17)
Ti sembra possibile che questi oggetti sacri fossero importanti anche come simbolo capace di testimoniare il favore divino e la legittimità delle conquiste romane (ad esempio Troia come origine che colloca Roma in continuità con il mito ma anche come vendetta nei confronti del mondo greco, Veio come inizio della conquista dell'Etruria, Annibale come simbolo di Cartagine che rappresenta l'altra grande potenza nel Mediterraneo)?
Lo ritengo possibile, certo, (e anzi, diciamo pure molto probabile).
In quest'ottica, fra l'altro, potrebbero forse acquisire un senso anche le ceneri di Oreste.
La questione è complessa, ma cerco di spiegarmi.
Stando a quanto ricordavo, le
ossa (e non le ceneri) di Oreste dovevano trovarsi a Sparta. Erodoto, infatti, riferisce che, inizialmente, l'urna contenente le gigantesche ossa dell'eroe era stata sepolta a Tegea (
Storie, I, 67-68). Gli Spartani, non riuscendo a sconfiggere in battaglia gli abitanti di questa città, avevano chiesto aiuto all'oracolo di Delfi, che aveva intimato loro di addentrarsi nel territorio nemico, per recuperare le ossa di Oreste. Lo Spartano Lica, individuata la tomba, aveva ritrovato l'urna e - dice sempre Erodoto - da quel momento gli Spartani non avevano più perso una sola battaglia contro Tegea.
Ora, tralasciando il fatto che qui si parla di 'ossa', e non di 'ceneri' (anche perché le versioni - così come le reliquie stesse - in antico potevano spesso essere numerose, e pure in contrasto fra loro), pare che le spoglie mortali di Oreste, in generale, avessero il potere di rendere vincitori in battaglia coloro che le avessero possedute nella propria città. Mi sono chiesto perché proprio Oreste, e non, per esempio, Edipo, il quale, prima di scomparire nel bosco delle Eumenidi, nel demo di Colono, aveva garantito al re Teseo che, accogliendo la sua tomba, Atene sarebbe stata protetta per sempre contro i suoi nemici - in questo caso, i Tebani (cfr.
Edipo a Colono, vv. 1518-1555).
Certo, forse la scelta potrebbe esser stata dettata anche dal fatto che Oreste, appunto, si era trovato al centro di un vero e proprio 'processo giudiziario', in cui alcune divinità (le Erinni) lo volevano punire, e altre (Apollo e Atena) lo volevano salvare. Pur essendosi macchiato di matricidio, alla fine Oreste fu assolto dal tribunale divino, poiché aveva sì infranto la legge degli dèi, ma per adempiere a un'altra legge, più alta e più importante (e cioè, vendicare la morte del padre). E, se ci pensiamo, questo tipo di 'scusa' era un po' anche quella a cui i Romani - anche, per esempio, tramite il diritto feziale - si rifacevano, al momento di attaccare i loro nemici: le loro azioni, infatti, non figuravano mai, alla fine, come un deliberato 'primo passo', ma sempre come l'azione puntiva per un torto precedentemente subìto. In questo senso, forse, le ossa/ceneri di Oreste potevano rivestire un grande valore simbolico per i Romani.
Non so se per voi possa essere una spiegazione valida. Avevo pensato anche alla possibilità del ben noto legame dell'eroe con Apollo (che era pure il dio che Augusto elesse come suo protettore personale), ma, a naso, la prima pista mi pare più plausibile. Forse i resti dell'eroe giunsero a Roma da Sparta già dopo il 146 a.C., quando la Grecia cadde nelle mani del console L. Mummio... ma mi rendo ben conto che qui siamo nel campo della speculazione, e che, senza uno straccio di indizio, può essere probabile tutto e il contrario di tutto.