CITAZIONE (leda77 @ 29/10/2013, 14:46)
Mi sembra che in effetti il collegamento con la figura di Baubò sia labile, visto che la versione del mito risale ad Apollodoro. Molto più probabile quello con la Grande Madre e le sue trasposizioni greco-eigizie. Tuttavia, non dimentichiamoci che nel tempo i significati originali si perdono o vengono soppiantati da altri. Le figurine si datano dal V al III a.C.: possbile dunque che all'inizo fossero correlate al concetto di fertilità tipico delle Grandi Madri, mentre poi, dopo la comparsa del testo di Apollodoro, invece si siano messe in relazione con il personaggio di Baubò (o magari Apollodoro si è inventato di sana pianta una versione del mito per dare una sua spiegazione di queste statuine).
Ma il mito non risale ad Apollodoro: la prima citazione di questo episodio si rintraccia già nell'inno omerico a Demetra, che dovrebbe essere datato al VI secolo a.C. (prendo questo dato dall'introduzione alla raccolta degli Inni omerici curata da Giuseppe Zanetto, ed. BUR, 1996, p. 29).
Inoltre, non dimentichiamoci che l'Apollodoro mitografo, autore della
Bibliotheca, è, in realtà, lo Pseudo-Apollodoro (e cioè uno scrittore che si spaccia per il più famoso Apollodoro di Atene, ma che, a differenza di questi, non è vissuto nell'età ellenistica, bensì, molto probabilmente, durante la prima età imperiale).
CITAZIONE (leda77 @ 29/10/2013, 14:46)
Il carattere apotropaico di questi oggetti, parrebbe comunque assodato, anche se non vanno per forza considerati amuleti. D'altronde il gesto di Baubò era stato fatto per scacciare i brutti pensieri, perciò si potrebbero considerare delle offerte alla divinità per scacciare il male. In pratica degli ex voto.
Ecco, su questo punto mi piacerebbe aprire una piccola parentesi, in particolare sul concetto di 'apotropaico' in relazione a questo tipo di figure. Quando si parla di
apotropaion, in greco, io penso sempre (sarà deformazione professionale?!) al Gorgoneion, il volto di Medusa, che con il suo sguardo mostruoso è in grado di allontanare il male. Ora mi chiedo, cosa può esserci di apotropaico in una vulva (o, meglio ancora, in una donna-vulva)? Penso al caso delle Sheela na Gig dell'Europa medievale:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sheela_na_Gig. E' il sesso femminile in sé che per alcuni popoli antichi poteva essere, in una certa misura, 'mostruoso' (e, dunque, apotropaico), o forse è il concetto di elemento 'generatore di vita', che esso riveste, a renderlo efficace per combattere la negatività?
CITAZIONE (leda77 @ 29/10/2013, 14:46)
Resta la domanda: dove sono state ritrovate?
L'ho detto sopra, provengono dal tempio di Demetra e Kore di Priene.
CITAZIONE
Several female display figures dating to the fourth century BCE, in the form of terracotta statuettes, were excaveted from the Ionian city of Priene (near the island of Samos, in modern Turkey), from a temple of Demeter and Kore
Se vuoi una localizzazione più precisa (da una stoà all'interno del temenos, dalla cella, dall'opistodomo etc.), questo purtroppo non saprei dirtelo.
CITAZIONE (lama su @ 29/10/2013, 18:05)
Mi sembra che ci siano varie differenze fra questo episodio e il mito greco: a parte l'ovvia differenza che hathor è givane e presumibilmente bella mentre baubò è vecchia, va considerato anche che nel mito greco baubò mostra la vulva a una dea femmina, quindi la cosa è chiaramente solo una questione di "vedere". Nel caso egizio, invece, hathor mostra la vulva al padre Ra, che è maschio, e in effetti personalmente mi sembra che quello fa hathor non è tanto "mostrare" la vulva, quanto piuttosto "offrirla" al padre.
Sì, però è pur vero che, in diversi casi, i miti greci possono recare notevoli somiglianze con quelli del Vicino Oriente, pur presentando alcune particolari 'inversioni di sesso' fra i protagonisti. Un esempio che mi viene in mente (scusate ancora l'autoreferenzialità!) è proprio quello di Perseo e Medusa, che mostra moltissimi punti di contatto con il mito di Gilgamesh e Humbaba: in questo caso, infatti, il demone guardiano della Foresta dei Cedri (che l'eroe deve sconfiggere, con l'aiuto dell'amico Enkidu e del dio Shamash) è un maschio, mentre, nella versione greca, il nemico di Perseo è femminile (così come pure la divinità che lo accompagna nella sua missione - Atena).