Ostraka - Forum di archeologia

L'inchiesta di Sergio Frau, (riesaminando le fonti)

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view post Posted on 28/5/2015, 21:33
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Ho ripreso in mano, credo a distanza di oltre mezzo secolo, (conservo ancora tutti e tre i volumi che ho usato al liceo classico tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60 del secolo scorso) il Disegno storico della civiltà italiana di Giorgio Spini, vol.I, VI edizione riveduta, Roma, 1959 e ho constatato che inizia con il cristianesimo! Se non erro le epoche precedenti erano materia di studio del ginnasio, e i testi di allora non li posseggo più. Giorgio Spini, che ho avuto la fortuna di conoscere in un breve incontro personalmente, è stato a mio avviso uno storico valido, ma di certo i suoi interessi non erano particolarmente quelli preistorici. Bisognerebbe comunque controllare e valutare quanto previsto dai programmi ministeriali, cui i manuiali scolastici devono per forza orientarsi.
 
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bor_el
view post Posted on 28/5/2015, 22:08




Sì, era il ginnasio, e tanto tempo fa (quasi una cinquantina d'anni).
Ciò nulla toglie al fatto che la storia (o meglio preistoria) della Sardegna sia stata sempre alquanto trascurata.
E grazie a Sergio Frau (e tanti altri scrittori, ultimamente) si è acceso uno spot su di essa.
Certo che, dato il numero ed il megalitismo dei nuraghi, l'attenzione degli storici sarebbe dovuta essere ben altrimenti.
Ma l'archeologia è stata dominata da: "ex oriente lux".
 
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Giacomo pozza
view post Posted on 29/5/2015, 00:21




Speriamo che con tutti questi suoi record (Strutture più alte dell'Europa in età del bronzo, statue a tutto tondo più antiche d'Europa, vino più antico d'Europa, più vasta collezione di bronzetti e il recente melone più antico d'Europa!) alla Sardegna Nuragica venga finalmente dato lo spazio che si merita nei libri di scuola.
 
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view post Posted on 29/5/2015, 12:02
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Io credo che nei libri di storia italiani lo spazio dedicato ai popoli preromani sarà sempre molto limitato. E questo semplicemente perchè gli argomenti da trattare sono tantissimi e abbracciano un arco temporale di millenni...
Il problema si risolverebbe aggiungendo le informazioni più aggiornate, semmai con approfondimenti da parte del docente che sia un maestro o un professore di scuole medie e superiori.
All'università nel corso di laurea di paletnologia e di età del bronzo vi posso assicurare che la Sardegna pre-nuragica e nuragica viene studiata. Anche nel corso di laurea in etruscologia si parla molto dei contatti tra Etruschi e Sardi.

Come ho detto poco sopra, l'archeologia è in eterno movimento, lento, quindi alcune branche della disciplina si sono affacciate al mondo con ritardo rispetto al mondo greco e romano...

Ribadisco ancora che una comunicazione adeguata è quello che spesso manca e molto spesso il problema sono le non appropriate gestioni delle politiche culturali delle regioni.
 
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bor_el
view post Posted on 29/5/2015, 13:10




Concordo pienamente con "le non appropriate gestioni delle politiche culturali delle regioni".
Purtroppo la valorizzazione delle ricchezze archeologiche non rientra nelle "menti" di chi ci governa.
E così torniamo all'idea che essi (i governanti, tranne ovviamente qualche eccezione) hanno acquisito nel corso dei loro studi (se di studi si può parlare per molti di loro).
Comunque, non bisogna arrendersi e cercare in tutti i modi di attirare l'attenzione su questi beni, non solo dal punto di vista della conoscenza ma anche della fruizione e del turismo.
 
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view post Posted on 29/5/2015, 21:31
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Cerebia @ 29/5/2015, 13:02) 
Io credo che nei libri di storia italiani lo spazio dedicato ai popoli preromani sarà sempre molto limitato. E questo semplicemente perchè gli argomenti da trattare sono tantissimi e abbracciano un arco temporale di millenni...

Mi permetto di (ri)entrare in modo fugace nella discussione, per rimarcare ulteriormente questo aspetto sottolineato da Cerebia (e che comunque già alcuni di voi avevano correttamente evidenziato). Non c'è alcuna volontà da parte della scuola italiana (né, tantomeno, dal mondo accademico!) di tener nascosta chissà quale conoscenza agli studenti e alla gente comune in generale; c'è, piuttosto, una (assurda) necessità di correre con i programmi di studio (sia a scuola, sia negli atenei), che impedisce un'adeguata conoscenza di tutto quello che è lo sterminato e variegato panorama archeologico italiano del Tardo Bronzo-Primo Ferro - ragion per cui, purtroppo, culture come quella nuragica della Sardegna, per forza di cose, finiscono relegate ai margini dei testi. Daniele Manacorda ha giustamente scritto che oggi "dal punto di vista biologico, non possiamo leggere la pagina di un libro più velocemente di quanto la leggessero Cicerone o Dante, ma dobbiamo (o forse vogliamo) leggerla più in fretta" (D. Manacorda, Lezioni di Archeologia, Bari, Laterza, 2010, p. 9).

Mi piace però ricordare anche che, se è vero che dei Sardi nuragici nessuno parla mai (o comunque, se lo fa, non lo fa certo in modo approfondito), lo stesso destino è ugualmente comune - in misura più o meno proporzionale - anche allo studio di Celti, Liguri, Reti, Camuni, Veneti, Umbri, Piceni, Falisci, Sabini, Equi, Volsci, Sanniti, Dauni, Peucezi, Messapi, Enotri, Sicani, Siculi, Elimi e, in generale, di tutti quei popoli "minori" che vanno sotto la denominazione generica di "Italici". Gli Etruschi fanno eccezione in questo, probabilmente per varie ragioni: vuoi per una storia maggiormente intrecciata con quella romana, vuoi per un carattere maggiormente ellenizzato della loro società (dunque, un popolo più noto alle fonti antiche e più "ricco" nelle produzioni artistiche), vuoi forse anche per un "mito moderno" creatosi sul loro conto e giudicato più appassionante, soprattutto dai viaggiatori stranieri dei secoli XVI-XVIII... Ma la storia dei Sardi, in questo, posso garantire che patisce lo stesso destino di quella di quasi tutte le altre popolazioni dell'Italia antica.

C'è poi un ulteriore problema da considerare (e qui parlo per la mia esperienza): durante i miei studi (anch'io mi sono laureato alla magistrale in Archeologia), mi sono reso conto di quanto l'archeologia sia, in generale, nel più ampio mondo della Cultura, un settore terribilmente di nicchia - e quando parlo di archeologia, riferendomi all'Italia, intendo l'archeologia "classica", ovvero quella greca (o meglio, magnogreca), etrusca e romana. L'archeologia italica, purtroppo, sempre per la mia esperienza, costituisce, spesso e volentieri, anche in seno al mondo accademico, una "nicchia nella nicchia" e non sempre si trovano docenti disposti ad affrontare questo tipo di studi. Io, che mi sono laureato a Firenze, per esempio, ho dovuto approfondire da solo la conoscenza di un popolo come quello dei Liguri Apuani (che vivevano nelle regioni montuose a nord dell'Arno), famosissimo per produzioni come quella delle statue-stele, eppure totalmente snobbato nei corsi accademici (giusto giusto, qualcosina ho letto nel volume che ho dovuto studiare per sostenere il mio quarto esame in "Etruscologia e archeologia italica").

Dovrebbe cambiare qualcosa? Indubbiamente: ci vorrebbe un maggiore interesse verso queste "culture minori", sia negli atenei, sia nelle scuole pubbliche, magari con approfondimenti dei docenti e/o visite guidate nei musei e nei siti archeologici più significativi (ognuno con particolare attenzione al suo specifico livello regionale), mentre i vari Ministri, negli ultimi anni, non hanno fatto altro che imporre ritmi e programmi sempre più serrati e generici, costringendo così i docenti a dover saltare a piè pari certi argomenti, oppure ad affrontarli in maniera frettolosa e semplicistica. Qui sta l'errore (e qui, a mio avviso, bisognerebbe intervenire): perché, laddove mancano educazione e sensibilizzazione, non ci potranno mai essere conoscenza reale e rispetto.
 
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Giacomo pozza
view post Posted on 29/5/2015, 22:30




Perseo, non voglio togliere nulla a: Liguri, Reti, Camuni, Veneti, Umbri, Piceni, Falisci, Sabini, Equi, Volsci, Sanniti, Dauni, Peucezi, Messapi, Enotri, Sicani, Siculi, Elimi etc...

Ma la maggior parte di questi popoli non ha lasciato neanche la metà della metà dei reperti che ci ha dato la civiltà Nuragica, mi sembra naturale che passino in secondo piano. La Sardegna Nuragica ha lasciato una quantità di reperti sbalorditivi ed unici: più di settemila Nuraghi (alcuni di dimensioni straordinarie, come l'Arrubbiu che raggiungeva i 25-30 metri), prime statue d'Europa, centinaia di pozzi sacri e tombe dei giganti, templi a Megaron, non so quante migliaia di villaggi nuragici, la collezione di bronzetti forse più vasta di ogni altra civiltà antica e molto altro ancora) Insomma paragonare il patrimonio che ci ha regalato la Sardegna Nuragica e Sardo-Fenicia con quello che so io, dei Reti, mi sembra un pò riduttivo. Bisognerebbe tenere in conto sia l'estrema antichità della civiltà Nuragica che il numero di reperti impressionante che ci lasciato.
 
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bor_el
view post Posted on 30/5/2015, 10:56




Giacomo, purtroppo sembra di sbattere contro un muro di gomma.
Per questo invitavo i frequentatori del forum a venire in Sardegna per rendersi conto di persona del nostro patrimonio.
Paragonare la civiltà nuragica a "Liguri, Reti, Camuni etc", beh ti da l'idea della poca attenzione riservata dalle scuole (di ogni ordine e grado) e "assorbita" anche da chi si occupa di archeologia fuori dal nostro perimetro.
 
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bor_el
view post Posted on 30/5/2015, 21:06




Poi, nettare degli dei .... (passatemela questa :) ): il mirto !
 
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view post Posted on 1/6/2015, 11:27

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CITAZIONE (Giacomo pozza @ 29/5/2015, 23:30) 
la collezione di bronzetti forse più vasta di ogni altra civiltà antica...

Mi sembra un'affermazione un tantino esagerata. Le produzioni delle altre civiltà del bronzo, anche solo europee, non sono da meno
 
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Giacomo pozza
view post Posted on 1/6/2015, 11:54




CITAZIONE (Mario_A @ 1/6/2015, 12:27) 
Mi sembra un'affermazione un tantino esagerata. Le produzioni delle altre civiltà del bronzo, anche solo europee, non sono da meno

Non credo sia un'affermazioni esagerata, se prendiamo separatamente la produzione di bronzetti delle altre civiltà del bronzo/primo ferro quelle Europee non sono neanche confrontabili, forse una produzione confrontabile sì trova in Lorestan (Iran), ma penso che quella sarda sia comunque più vasta, sono stati ritrovati più di 700 bronzetti nuragici, infatti venivano anche "esportati" in Etruria e in alcune zone dell'Italia. Anche quella Greca ha prodotto diversi bronzetti ma sono molto più tardi.
 
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Giacomo pozza
view post Posted on 1/6/2015, 13:11




Dimenticavo che anche la pregiata produzione di bronzetti Etruschi è ricca ma penso meno vasta di quella nuragica, ci sono anche i bronzetti Umbri ma sono abbastanza tardi e in genere molto monotoni e poco definiti, non ne so l'esatto numero ma penso che sia molto elevato.
 
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view post Posted on 1/6/2015, 15:43
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Confrontare gli oggetti in bronzo sardi con quelli del Luristan mi pare poco opportuno, in quanto si tratta di produzioni assai diverse, quanto meno come tipologie ma certo anche come numero, anche se a mio avviso il numero dei reperti pervenutici dice assai poco, se non si considerano la durata e l'estensione dell'area di produzione, la densità della popolazione, la destinazione degli stessi ecc.

Se poi penso, per quanto questo sia solo superficialmente indicativo, quanti siano i bronzi sardi e quanti quelli del Luristan che ho visto, pur non essendo stato mai né in Sardegna né in Iran, partendo dalla base del numero di 700 bronzetti sardi pervenutici che indichi (ma da dove ricavi questo dato? Esiste un Corpus specifico?), direi che quelli del Luristan sono molte, molte migliaia. Analogo il discorso per i bronzi etruschi, umbri e greci.

Ma qui non si tratta solo di quantità. Bisogna però stare attenti a non cadere in posizioni di tipo campanilistico in cui si rischia di mescolare giudizi e considerazioni di carattere scientifico con giudizi in cui si fanno sentire particolari sensibilità che definirei emotive. Usékar in un suo recente post ne porta un chiaro esempio: https://ostraka.forumfree.it/?t=70857437
 
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Giacomo pozza
view post Posted on 1/6/2015, 16:26




Non penso che dire che la produzione di bronzetti nuragica sia una delle più ricche dell'antichità sia cadere nel campanilsmo sinceramente.
Comunque il dato dei 700 bronzetti l'ho letto in diversi articoli recenti ma non ne sono sicuro, è difficile sapere il numero esatto visto che le nuove scoperte non sono rare e non è facile trovare notizie aggiornate.

Dico che paragonando la produzione artistica della civiltà Nuragica a quella di molte civiltà coeve d'Europe, quella Nuragica ci dà uno dei patrimoni più ricchi, per questo mi sembra normale che sia la civiltà Etrusca che quella Nuragica dovrebbero occupare un posto più ampio nei libri di storia, tutto qua, nessun campanilismo, proprio come un Siriano ,un Greco o un Cipriota che si aspetta che si parli della sua civiltà dell'età del bronzo nei libri di scuola non è un campanilista o un pericoloso nazionalista.
 
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view post Posted on 1/6/2015, 20:15
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (Giacomo pozza @ 29/5/2015, 23:30) 
Perseo, non voglio togliere nulla a: Liguri, Reti, Camuni, Veneti, Umbri, Piceni, Falisci, Sabini, Equi, Volsci, Sanniti, Dauni, Peucezi, Messapi, Enotri, Sicani, Siculi, Elimi etc...

Ma la maggior parte di questi popoli non ha lasciato neanche la metà della metà dei reperti che ci ha dato la civiltà Nuragica, mi sembra naturale che passino in secondo piano. La Sardegna Nuragica ha lasciato una quantità di reperti sbalorditivi ed unici: più di settemila Nuraghi (alcuni di dimensioni straordinarie, come l'Arrubbiu che raggiungeva i 25-30 metri), prime statue d'Europa, centinaia di pozzi sacri e tombe dei giganti, templi a Megaron, non so quante migliaia di villaggi nuragici, la collezione di bronzetti forse più vasta di ogni altra civiltà antica e molto altro ancora) Insomma paragonare il patrimonio che ci ha regalato la Sardegna Nuragica e Sardo-Fenicia con quello che so io, dei Reti, mi sembra un pò riduttivo. Bisognerebbe tenere in conto sia l'estrema antichità della civiltà Nuragica che il numero di reperti impressionante che ci lasciato.

Non hai parlato solo della produzione dei bronzetti nuragici e del grande numero di nuraghi, hai "semplicemente" affermato che tutte le culture preromane dell'intera Italia, tutte assieme bada bene, non valgono la Sardegna nuragica. Se non è campanilismo questo...
Esattamente l'atteggiamento di cui parlavo con Dceg nella discussione di cui lui ha trascritto l'indirizzo.
Ad ascoltare la guida cretese che mi ha accompagnato al Museo Archeologico di Heraklion, i Minoici sono stati ben altro e ben più che gli Egizi, i Sardi, i Pelasgi, gli Etruschi etc. etc., a sentir lei nel Mediterraneo e praticamente nel mondo intero non ci fu altra civiltà che quella Minoica e quella civiltà è l'origine di tutte le civiltà, o quantomeno di quelle occidentali (non ha avuto il coraggio di s-parlare dell'India e della Cina...).
Quindi, i Nuragici nemmeno sono da prendere in considerazione, di fronte ai Minoici... e nemmeno gli Egizi...

Paese che vai, opinione che trovi...

Immagino che un Ebreo Hassid (non ho mai parlato con uno di loro) avrebbe anche lui una precisa opinione in merito... così come ce l'hanno (lo posso dire per esperienza diretta) gli shamani Cogi (Sierra de Santa Marta, Colombia), quelli dei BriBri/Talamanca del Costa Rica e gli anziani Maya.

Ci sono due "problemi" di fondo, in questa discussione.

Primo: stiamo parlando tra di noi, gente che ha una conoscenza acquisita specifica, nel senso che ci interessiamo tutti di archeologia e lo facciamo a tutto campo, anche se ciascuno di noi ha un riguardo particolare per uno o più campi specifici.

Secondo: l'istruzione scolastica deve per forza di cose essere limitata, in campo scolastico non si possono trattare tutti gli argomenti possibili e immaginabili e quelli che si trattano non possono essere trattati tutti allo stesso livello.
Da matematico, non posso fare altro che lamentarmi di come viene trattata a livello di istruzione primaria e secondaria la mia materia, e persino di come viene trattata in ambito universitario. Nel contempo, mi rendo conto che fare di più sarebbe molto difficile se non impossibile, anche perché io stesso vengo dal Liceo Classico... e non a caso per hobby mi interesso di archeologia...
 
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