Pare incredibile, eppure è così: sono venuto a conoscenza di questo fatto (avvenuto, in realtà, alcuni anni fa) durante l'ultimo Incontro Nazionale di Archeologia Viva, tenutosi proprio ieri a Firenze. Gli agenti del Nucleo TCP dei Carabinieri, invitati dal direttore della rivista, Piero Pruneti, hanno riportato il caso di una serie di falsi antichi prodotti da un falsario di Cerveteri e 'invecchiati' in un ospedale di Brescia, con l'ausilio di un tecnico di radiologia corrotto, che, attraverso l'introduzione dei falsi all'interno dei macchinari per TAC, è riuscito ad alterare i risultati degli esami di termoluminescenza (tecnica fino a oggi ritenuta infallibile, nello smascheramento dei falsi antichi).
In questo modo, numerosi musei sono stati ingannati e false opere antiche sono state immesse nel mercato antiquario. Fondamentale è stata l'analisi stilistica degli esperti, che, nel caso di uno spettacolare vaso di Euphronios (o meglio, spacciato come tale), ha rivelato alcune incongruenze rispetto alla mano del ceramografo attico, che hanno indotto gli agenti a tenere alta la guardia. Tramite una serie di intercettazioni telefoniche, il Nucleo TCP è riuscito a incastrare i membri di questa organizzazione, mettendo al contempo a nudo quello che parrebbe essere un nuovo (e notevole) punto debole nelle analisi archeometriche.
Qui l'articolo apparso sulle pagine del Corriere della Sera:
http://archiviostorico.corriere.it/2005/fe...050204012.shtml.
Che ne pensate?
Sapete se, nel frattempo, sono state individuate nuove tecniche per cercare di porre rimedio a questo espediente?