*Gibo* |
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| Ciao e benvenuta, spero tu sia capitata nel posto giusto.
Per lo steinbeil il termine italiano potrebbe essere "ascettino", strumento in uso per tutto il periodo romanico, cade in disuso almeno in Toscana nel '300, dovrebbe essere quello che Jean-Claude Bessac chiama "marteau taillant" in "l'outillage traditionnel du tailleur de pierre de l'antiquitè à nos jours" (CNRS, 1987)
L'altro si può chiamare genericamente "scalpello".
Questi sono nomi, appunto, generici che identificano una tipologia di attrezzo prescindendo da possibili ulteriori differenziazioni legate alle dimensioni dell'elemento. Come riportato da Dceg si chiamano anche scapezzatori gli scalpelli per la prima lavorazione grossolana, dunque simili a quelli che hai indicato tu. Non credo però esista un'ulteriore distinzione sulla larghezza del tagliente inoltre non mi sembra di aver mai letto, in ambito di storia delle tecniche, una distinzione di questo tipo, preferendo il generico termine di scalpello.
Trovi i riferimenti bibliografici e una descrizione degli strumenti in Marco Frati "de boniis lapidibus conciis: la costruzione di Firenze ai tempi di Arnolfo di Cambio" che puoi prendere come riferimento (se non puoi consultarlo direttamente puoi contattarmi per MP). I lavori del Bessac, che onestamente non conosco per lettura diretta, dovrebbero anche contenere le rappresentazioni degli strumenti normalmente riportate nei testi, con un'ampia casistica e una distinzione più accurata all'interno delle varie famiglie di attrezzi. Purtroppo non credo che i suoi lavori siano stati tradotti in italiano, quindi permane l'incertezza sul nome.
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