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La cultura romana prima delle guerre puniche

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lino85
view post Posted on 2/1/2015, 15:42




Ho notato che di solito nei manuali di storia antica (almeno quelli scolastici che possiedo io, che non sono universitari e che sono vecchi di una decina di anni e anche di più) quando viene trattata la civiltà romana sembra che, a differenza delle altre civiltà sviluppatesi in precedenza, non solo quella greca ed ellenistica, ma anche le altre grandi civiltà precedenti dell'Egitto e del Vicino Oriente Antico, essa fosse estremamente povera di espressioni culturali e di sviluppi originali in esse, tutto questo perlomeno fino alla prima guerra punica, dove i contatti con il mondo ellenistico fanno importare tra i romani i loro contributi sulle varie tecniche, scienze ed arti. Pare che anche alcuni tra i romani stessi percepissero una sorta di "complesso di inferiorità" ad esempio è nota la sentenza di Orazio "Graecia capta ferum victorem cepit" ("La Grecia conquistata conquistò il suo selvaggio vincitore").

In effetti io, da non massimo esperto di storia dell'antica Roma, ho difficoltà a pensare a sue caratteristiche culturali precedenti quel periodo, a prescindere da quanta originalità avessero rispetto ai popoli circostanti. Le uniche che mi vengono in mente sono prima di tutto le tecniche militari e poi il diritto e l'ordinamento giuridico. Ma per gli altri tipi di caratteri culturali sembra ci sia molta difficoltà a trovare forme rilevanti di innovazioni. Ad esempio, ci sono tecniche agricole, artigianali o commerciali in cui i Romani abbiano dato il loro contributo in quel tempo? Oppure ci sono state innovazioni anche nelle tecniche dei trasporti o dell'edilizia? Simile discorso si potrebbe fare anche per le forme di arte come architettura, scultura e pittura mentre molto più evidente è la scarsità di forme culturali legate alla letteratura: di fatto sembra ci sia un "vuoto" nel periodo qui trattato non solo al riguardo alla presenza di scritti con contenuto "creativo" e non "utilitaristico", (del tipo poemi, drammi teatrali, riflessioni filosofiche, scientifiche come quelle matematiche, mediche o astronomiche...) ma anche al riguardo testi più legati a usi sociali, penso prima di tutto ai testi storiografici e clamorosa mi pare anche l'assenza di testi mitologici come negli altri popoli legati a teorie sull'origine del mondo e dei fenomeni naturali.

Volevo perciò sapere da voi se questa "povertà culturale" della civiltà romana prima del contatto con la cultura greca è ancora una visione storiografica da condividere alla luce degli ultimi studi oppure se di recente si deve un po' smussare e rivedere questa immagine della civiltà romana, tentando di comprendere comunque le cause dello stato culturale degli antichi romani di quel periodo.

Ciao.
 
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view post Posted on 3/1/2015, 12:24
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Ciao Lino!
Posso comprendere i tuoi dubbi sulla cultura romana prima del contatto con il mondo greco, ma ti posso assicurare che quel mondo era vivo e vegeto con il solo problema ma che non c'era nessuno a raccontarlo! :)
Se consideriamo che la scrittura giunse in Italia ad opera delle colonie greche dell'Italia meridionale, possiamo comprendere quanto fosse grande "l'arretratezza" del punto di vista espressivo e narrativo.
...una volta introdotta la scrittura, è come se il mondo latino fosse stato alle elementari e i greci all'ultimo anno di liceo!... quando fai la prima elementare non puoi pretendere di scrivere un trattato di storia o di filosofia! :)

Ed infatti, i primi a parlare di storia romana furono proprio i greci! La prima storiografia latina è in lingua greca e solo successivamente nacquero scrittori latini che raccontavano la storia del loro mondo.
Per quel che riguarda le altre forme di cultura, il mondo latino ha mutuato molto dal mondo etrusco, ad esempio, come l'aruspicina, l'epatoscopia, alcuni aspetti estetici delle cariche pubbliche (fasci littori, bipenne ecc), il gusto per le morfologie tombali, come le tombe a camera, ecc. E' noto a tutti che Roma iniziò ad assumere i suoi aspetti peculiari proprio con l'epoca dei Tarquini, re etruschi! ...insomma, la Cloaca Maxima la fece costruire Tarquinio Prisco nel VI sec. a.C. e ancora funziona!!

Per quel che riguarda la mitologia, l'acculturazione con il mondo greco ha fatto si che molte delle divinità cambiassero connotazione prendendo aspetti tipicamente greci. La stessa cosa è accaduta al pantheon etrusco, l'acculturazione greca ha trasformato nomi e concezioni. In entrambe le culture, però, in qualche divinità si possono leggere ancora caratteristiche primitive.
Va detto, però, che probabilmente nel mondo italico (etruschi, latini, osci, umbri ecc) non esistessero veri e propri racconti mitologici, ma piuttosto una congerie di divinità maggiori, minori, demoni e spiriti naturali.
I racconti della mitologia romana sono più che altro racconti educativi, sulla forza, la morale e l'etica romana, come Clelia e Muzio Scevola, che si basano su fatti storici, in questo caso la guerra di Roma contro il re Porsenna.
Nel teatro, la forma più antica di rappresentazione teatrale è il fescennino, diffuso tra i confini dell'Etruria e del Lazio.
Ti metto il link di wiki sul teatro latino http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_latino
Anche la filosofia fu molto sviluppata, ma si appoggiò sul mondo greco, e di illustri filosofi latini ce ne sono quanti ne vuoi!
Ti metto il link di wiki http://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia_latina


Sicuramente il mondo latino è stato quello che ha subito maggiormente le acculturazioni del mondo etrusco e del mondo greco, probabilmente perchè la situazione del territorio laziale era leggermente più arretrata rispetto alle culture circostanti. Mentre esistevano già Atene, Micene, Tarquinia, Cerveteri ecc, quella che sarebbe stata Roma era ancora una serie di villaggi sparsi sui famosi sette colli. Ovviamente, come accade a popolazioni "arretrate" il contatto con la cultura più avanzata fa fare il balzo in avanti, in questo caso portando i romani alla conquista del mondo antico.

Per quel che riguarda la storia ancora più antica, nell'Età del Bronzo, il territorio laziale vide in un primo periodo la cultura proto-laziale che aveva affinità con la cultura proto-villanoviana, e poi la cultura laziale che si distinse dal villanoviano d'Etruria. In questo periodo, secondo gli studiosi si andò a formare il nucleo della cultura latina, diversa da quella etrusco-villanoviana.
 
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lino85
view post Posted on 3/1/2015, 13:42




CITAZIONE (Cerebia @ 3/1/2015, 12:24) 
Ciao Lino!
Posso comprendere i tuoi dubbi sulla cultura romana prima del contatto con il mondo greco, ma ti posso assicurare che quel mondo era vivo e vegeto con il solo problema ma che non c'era nessuno a raccontarlo! :)
Se consideriamo che la scrittura giunse in Italia ad opera delle colonie greche dell'Italia meridionale, possiamo comprendere quanto fosse grande "l'arretratezza" del punto di vista espressivo e narrativo.
...una volta introdotta la scrittura, è come se il mondo latino fosse stato alle elementari e i greci all'ultimo anno di liceo!... quando fai la prima elementare non puoi pretendere di scrivere un trattato di storia o di filosofia! :)

Aspetta... A me risulta che le prime tracce dell'alfabeto latino siano comparse nel VI secolo a.C. (iscrizioni di Duenos e Lapis Niger) mentre le prime tracce dell'alfabeto greco comparvero nel IX secolo a.C... la mia domanda è quindi: perché di fatto sembra che i Romani non ebbero lunghi documenti scritti fino al 240 a.C., al tempo della fine della guerra punica, quando Livio Andronico rappresenta i primi drammi teatrali?

CITAZIONE (Cerebia @ 3/1/2015, 12:24) 
I racconti della mitologia romana sono più che altro racconti educativi, sulla forza, la morale e l'etica romana, come Clelia e Muzio Scevola, che si basano su fatti storici, in questo caso la guerra di Roma contro il re Porsenna.

Mi domando però se questi racconti mitici (che peraltro, cercano di spiegare la nascita della civiltà romana e non, come negli altri popoli, l'origine del mondo e i fenomeni naturali) siano effettivamente stati trascritti (non so fino a quanto è possibile rintracciare la loro origine in forma orale) prima del 240 a.C. ...

CITAZIONE
Nel teatro, la forma più antica di rappresentazione teatrale è il fescennino, diffuso tra i confini dell'Etruria e del Lazio.
Ti metto il link di wiki sul teatro latino http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_latino
Anche la filosofia fu molto sviluppata, ma si appoggiò sul mondo greco, e di illustri filosofi latini ce ne sono quanti ne vuoi!
Ti metto il link di wiki http://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia_latina

Anche qui però mi pare siano opere scritte tutte dopo il 240 a.C., dunque posteriori al periodo in cui mi interessava conoscere più informazioni...

CITAZIONE
Sicuramente il mondo latino è stato quello che ha subito maggiormente le acculturazioni del mondo etrusco e del mondo greco, probabilmente perchè la situazione del territorio laziale era leggermente più arretrata rispetto alle culture circostanti. Mentre esistevano già Atene, Micene, Tarquinia, Cerveteri ecc, quella che sarebbe stata Roma era ancora una serie di villaggi sparsi sui famosi sette colli. Ovviamente, come accade a popolazioni "arretrate" il contatto con la cultura più avanzata fa fare il balzo in avanti, in questo caso portando i romani alla conquista del mondo antico.

Per quel che riguarda la storia ancora più antica, nell'Età del Bronzo, il territorio laziale vide in un primo periodo la cultura proto-laziale che aveva affinità con la cultura proto-villanoviana, e poi la cultura laziale che si distinse dal villanoviano d'Etruria. In questo periodo, secondo gli studiosi si andò a formare il nucleo della cultura latina, diversa da quella etrusco-villanoviana.

Volevo di fatto sapere se davvero dall'VIII secolo a.C. al 240 a.C. la civiltà romana era in fase di "stasi" culturale, mi sembra strano che per cinque secoli si abbiano così pochi elementi culturali originali del mondo latino...

Ciao.
 
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view post Posted on 4/1/2015, 12:06
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CITAZIONE (lino85 @ 3/1/2015, 13:42) 
Aspetta... A me risulta che le prime tracce dell'alfabeto latino siano comparse nel VI secolo a.C. (iscrizioni di Duenos e Lapis Niger) mentre le prime tracce dell'alfabeto greco comparvero nel IX secolo a.C... la mia domanda è quindi: perché di fatto sembra che i Romani non ebbero lunghi documenti scritti fino al 240 a.C., al tempo della fine della guerra punica, quando Livio Andronico rappresenta i primi drammi teatrali?

La prima attestazione di alfabeto latino arcaico risale al VII sec. a.C. con la Fibula Prenestina, oggetto affine ad altri esempi di fattura etrusca.
Alle origini della scrittura non si scrivono poemi o grandi documenti, di norma sono elenchi, atti di vendita, leggi o precetti religiosi, la stesura di un poema o di una qualsiasi altra opera è frutto di un'ulteriore evoluzione culturale. Testi lunghi, ad esempio, che tra l'altro sono ritrovamenti straordinari e rari, sono la Tabula Curtonensis etrusca (contratto di vendita), le Tavole di Pyrgi etrusco-fenicie (contratto di vendita), oppure la Mummia di Zagabria sempre etrusca o le Tabulae Iguvinae umbre (precetti religiosi).

CITAZIONE (lino85 @ 3/1/2015, 13:42) 
Mi domando però se questi racconti mitici (che peraltro, cercano di spiegare la nascita della civiltà romana e non, come negli altri popoli, l'origine del mondo e i fenomeni naturali) siano effettivamente stati trascritti (non so fino a quanto è possibile rintracciare la loro origine in forma orale) prima del 240 a.C. ...

La prima storiografia greca che affrontò l'origine di Roma traeva le sue informazioni dalla tradizione orale, da monumenti e da documenti che per nostra sfortuna non si sono conservati. Le informazioni, quindi, ci sono arrivate solo attraverso la mediazione di questi autori greci o dalla storiografia latina di epoche successive. Il fatto che non vi siano citazioni di opere non significa che queste non vi furono, ma probabilmente non vi furono autori così importanti da essere menzionate dal mondo greco.
Anche le più grandi opere della letteratura greca, vedi Iliade od Odissea, prima di tutto furono racconti orali e sono in un secondo momento furono codificati in un'opera unica scritta.

CITAZIONE (lino85 @ 3/1/2015, 13:42) 
Volevo di fatto sapere se davvero dall'VIII secolo a.C. al 240 a.C. la civiltà romana era in fase di "stasi" culturale, mi sembra strano che per cinque secoli si abbiano così pochi elementi culturali originali del mondo latino...
Ciao.

Io non credo che la mancanza di testi originali o di autori latini noti attivi nella prima età romana significhi assenza di attività culturale o di scarsa originalità. Per questa prima fase la parola passa all'archeologia, che più della storiografia scritta può dare informazioni su periodi in cui ancora non esisteva la storiografia. Insomma, scrivere della propria storia e della propria cultura è una necessità che si avverte quando si ha qualcosa da raccontare per giustificare la propria esistenza.
Prima della nascita della storiografia, le uniche informazioni certe sono quelle archeologiche che possono confermare o smentire la storiografia.

ciao :)
 
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view post Posted on 14/1/2015, 23:16
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Argomento molto interessante, che io dividerei però in due parti, la letteratura e la cultura artistica, per fare un quadro più preciso.

Nel primo caso, abbiamo veramente, per il periodo in questione, pochissime testimonianze e dagli studi attuali non risultano opere veramente considerevoli. Tuttavia esistevano molti carmina, che sono per lo più inquadrati tra le forme pre-letterarie.
I carmina più antichi sono quelli di tipo religioso, come il Carmen Saliare ed il Carmen Arvale

http://it.wikipedia.org/wiki/Carmen_Saliare

http://it.wikipedia.org/wiki/Carmen_Arvale

Poi vi sono carmina che rientrano nella poesia popolare, cioè i Carmina triumphalia ed i Versi fescennini
che continuarono ad essere composti anche in età più tarda:

http://it.wikipedia.org/wiki/Fescennino
http://it.wikipedia.org/wiki/Carmina_triumphalia

Un'altra serie di carmina erano quelli detti "conviviali" perché recitati durante i banchetti. Narravano gesta di uomini illustri e avvenimenti bellici.

http://it.wikipedia.org/wiki/Carmina_convivalia

Dal punto di vista storico, troviamo gli Annales e i Fasti che erano una sorta di calendari con le registrazioni di avvenimenti importanti e di liste recanti nomi di magistrati. Lo schema anno per anno degli Annali sarà ripreso dalla storiografia successiva. Gli Annales furono raccolti da Muzio Scevola nel 130 a.C. a partire da quelli di 280 anni prima.

http://it.wikipedia.org/wiki/Annales_maximi
http://it.wikipedia.org/wiki/Fasti_(storia_romana)
http://it.wikipedia.org/wiki/Fasti_triumphales

Infine, con Appio Claudio Cieco, ha inizio l'oratoria. E' suo il primo discorso ufficiale mai pubblicato a Roma.

Della maggior parte di questi documenti, purtroppo abbiamo solo citazioni in autori molto più tardi, tranne nei casi di Annali e Fasti.
Per vedere qualche frammento degli altri generi, c'è questo bel pdf:

http://www.martinosanna.de/materiali/cultu...lle_origini.pdf

Prossimamente il post sull'arte.
 
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view post Posted on 15/1/2015, 12:32
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Grazie per il tuo intervento Leda... speravo che qualche latinista approfondisse la questione! ;)
...resto in attesa del tuo prossimo post!

;)
 
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lino85
view post Posted on 16/1/2015, 13:18




Grazie, molto interessante, Leda. Un'altra curiosità, in queste testimonianze di letteratura latina arcaica legate alla storiografia, gli Annales e i Fasti sono documenti in cui sono contenute le tradizioni sull'età regia e della prima parte dell'era repubblicana presenti ad esempio in scritti di autori di età augustea come Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso? Si possono fare supposizioni su quali sono le parti più antiche di queste tradizioni e quali parti invece sono molto più tarde, in quanto, oltre ad essere confutate dalle scoperte archeologiche, non sembrano neanche essere legate a una vaga memoria dell'età regia e dei primi tre secoli dell'era repubblicana? Mi interessa questo tema per capire quanto valore hanno per gli archeologi di oggi questi autori di età augustea allo scopo di conoscere i primi cinque secoli di storia romana.

Ciao.
 
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view post Posted on 28/1/2015, 23:00
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Fasti ed Annali sono stati utilizzati da molti autori, in quanto erano a volte le uniche fonti su alcune vicende avvenute in tempi remoti della storia romana. Alcuni autori tuttavia dovettero utilizzare anche altre tradizioni, in quanto esistono alcune tradizioni leggermente differenti di un medesimo episodio (spesso si tratta di semplici dettagli, di poca importanza rispetto al resto del racconto).
Per quanto riguarda i Fasti, sono soprattutto quelli "consolari" ad essere utilizzati, cioè le liste dei consoli. Anche per questi documenti troviamo diverse liste riportate negli autori più tardi. Qui puoi leggere una scheda molto ben fatta al riguardo, anche se purtroppo è assai datata:

http://www.treccani.it/enciclopedia/fasti_...ia-Italiana%29/

Passando agli Annali, li utilizzò certamente da Fabio Pittore per la sua opera e a lui attinse anche Polibio. Anche Cincio Alimento utilizzò gli Annali, così come la stessa opera di Pittore. Pittore era molto considerato dagli autori più tardi, ma il più importante è stato Ennio, che utilizzò sia gli "Annales Maximi" sia la stessa opera di Pittore (e quindi mi viene da pensare che questa contenesse episodi che nelle fonti che utilizzò Ennio non erano presenti). Purtroppo di tutti questi autori restano soltanto frammenti, quindi molto difficile fare una ricostruzione precisa e capire le eventuali falsificazioni, che sicuramente ci sono state, specialmente negli autori più tardi.
 
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