Dato che non si tratta di beni commerciabili una comparazione di "valore" non è possibile, diversamente da quanto accade - con tutte le riserve d'uopo - con beni commerciabili, come ad esempio i quadri, per fare un esempio. Che poi in certi casi il prezzo dipenda anche, come mi diceva un gallerista, dalla parete in cui è infisso il chiodo a cui il quadro è appeso, è un altro discorso.
Il valore poi può essere assai diverso, artistico, storico, culturale, religioso o anche materiale, e dipende anche da chi considera il sito o il bene.
Come sia nato il mito del 60% (O.T. mi ricorda La soluzione settepercento, ;
https://it.wikipedia.org/wiki/Sherlock_Hol...e_settepercento) non lo so neppure io, ma l'ho sentito ripetere spesso, forse con percentuali diverse. Che poi sia vero, e in base a quali criteri, non importa forse molto. Credo che nel ripeterlo ci sia un certo atteggiamento in cui si intrecciano un certo orgoglio con una punta di rammarico, legato ad un passato glorioso, con radici quanto meno petrarchesche (Italia mia...) con un rammarico con una punta di orgoglio di un presente non certo altrettanto glorioso. Se vogliamo restare in campo cinematografico: Miseria e nobiltà, e gli italiani si compiacciono di entrambe. E questo famoso 60% giustifica naturalmente la difficoltà o anche l'impossibilità di gestire e salvaguardare questo immenso patrimonio.
Restando seri: anch'io mi sono chiesto in base a quali criteri l'UNESCO definisca che cosa sia Patrimonio dell Umanità, non ho però mai cercato se esistono documenti che lo spieghino, e ho talvolta l'impressione che ci sia una tendenza inflazionistica, in quanto il titolo ha, non certo illeggittimi, risvolti turistici ed economici.
Cercando nel sito dell'UNESCO ho trovato le linee guida:
http://whc.unesco.org/en/guidelines/