IunoMoneta |
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| Dal momento che si tratta di reperti da scavo archeologico, presumo posteriore al 1909, i pezzi sono di proprietà dello Stato. Ragion per cui dell'autorizzazione del direttore dell'istituto universitario puoi fare coriandoli perchè per l'esportazione ti serve una speciale autorizzazione rilasciata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (per altro anche per lo studio ti servirebbe una autorizzazione della Soprintendenza). In base alla normativa, i reperti archeologici di proprietà dello stato non possono essere esportati se non temporaneamente per mostre o per analisi che non possono essere effetuate in Italia. E confermo che la procedura non è brevissima. Devi scrivere o, meglio, far scrivere dall'Università alla Soprintendenza Archeologia dell'Abruzzo (non è un errore, adesso si chiama così) presentando la ricerca e i motivi per cui viene richiesta una esportazione temporanea. Nel caso di un parere positivo bisogna poi passare attraverso l'Ufficio Esportazione competente per territorio che rilascerà un documento di autorizzazione all'uscita temporanea. Considerato quello che scrivi dubito che l'autorizzazione ti venga rilasciata. Più facilmente ti verrà chiesto di venire a studiarli in Italia, come accade a tutti gli studiosi stranieri, anche appartenenti a istituti titolari di concessioni di scavo, che non possono portare all'estero i materiali ma prevederne uno studio in Italia.
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