Ampullae vitreae quadrangolari senza manici

Intendi la forma Isings 90 (rettangolari a due manici)? La studiosa neerlandese li data al II secolo. Cfr. Clasina Isings, Roman Glass from Dated Finds, 1957, pag. 108

Altri balsamaridi piccole dimensioni a corpo quadrato e collo allungato vengono datati egualmente al II secolo.
cfr. Axel von Saldern et alii, Gläser der Antike, Sammlung Oppenländer, 1974, pag.213, n. 614
Altri esempi, sempre con la stessa datazione si trovano al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia.

In: David Whitehouse, Roman Glass in The Corning Museum of Glass, Volume Three, 2003, ho trovato altri esempi, datati dal I al III secolo (forma Isings 50a), n. 1175 e 1176, pag. 162 seg.
Nella stessa opera, Vol. Two, 2001, trovimolti esempo di "Mercury Flask" a base quadrata e colo cilindrico allugato: nn. 567-585 pag. 84 segg. datati sempre dal I al III secolo.
Questo dando na rapida scorsa ad alcune delleopere in mio possesso,chesono in genere in lingua tedesca ed inglese. Penso dovresti guardare anche le opere di Mara Sternini. Qualcosa, sempre con datazioni analoghe ho visto in: Mara Sternini, La verrerie romaine du Musée Archèologique deNîmes, vol 1 e 2, 1990.

Gli autori che tu hai citato si sono occupati di contenitori vitrei per medicinali; di fatti i contenitori a base quadrata si prestano meglio ad essere trasportati in cassettine di legno suddivise in scomparti, come avveniva spesso ancora nelle farmacie portatili in epoca moderna.

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O me misero! Avevo scritto una lunga risposta,ma ho fatto un pasticcio e addio...
Allora:
Questo è l'oggetto in questione:

A mio avviso si tratta di un oggetto di uso piuttosto comune, diffuso un po' dovunque spesso in forma mono- più raramente in forma biansata, corrispond alla forma Isings 50a. Non dovrebbe essere soffiato in forma ma prodotto schiacciando un balsamario globulare.
Oggeti del genere si trovno un po' dovunque, da Aquileia a Kassel. La bibliografia indicata resta valida, come la datazione (I - III secolo)
Non sono al corrente di letteratura specifica sulla forma, ma dato che l'uso per medicinali o cosmeticn appare provabile i testi citati mi paiono adatti.

Scusa i molti errori di battitura; il mio notebook a quest'ora fa i capricci.

Non saprei dirtelo con sicurezza, tuttavia più che l'ansa mi pare detreminante il fatto che non si tratta di un oggetto soffiato in stampo (tali oggetti hanno spigoli non arrotondati e sono di forma tronco-conica rovesciata per poterli estrarre dallo stampo) ma soffiato liberamente in forma globulare e poi appiattito. Un manico non è necessario anche perché l'oggetto è piccolo e le concavità dei lati servono bene a far presa. Si tratta comunque di un oggetto di uso comune e di fattura semplice, senza pretese artistiche, per cui datazione provenienza sono difficilmente definibili. Provabilmente, ma dipende da dove fu rinvenuto, attribuibile ad un'officina locale e databile come detto tra il I e il III secolo. I riflessi iridati sono dovuti ad un'alterazione del vetro e non erano presenti all'origine. Tieni però conto che ho una certa praticaccia di vetri, avendone visti moltissimi e letto non poco in materia, ma non sono un esperto. Non ho studiato archeologia, ho solo frequentato alcuni corsi di egittologia, ma in un'epoca in cui i faraoni erano ancora sul trono.

Be', poco dopo!

Ancora un consiglio: penso che, se è noto il luogo del ritrovamento, sarebbe consigliabile cercare una bibliografia relativa ai reperti di quei luoghi.

Se ti serve fammi sapere, e ti posso indicare ancora qualcosa, ma oggetti di fattura semplice sono esposti più in musei che presentano ad esempio corredi tombali che non nelle grandi collezioni, dove di solito si vedono i pezzi di maggior importanza.