Dceg, grazie per la considerazione, ma permettimi di fare le pulci ad entrambi i tuoi due ragionamenti.
Sulla questione del ritrovamento il punto da tenere ben saldo è un aspetto che stiamo tutti dando per scontato e sul quale nemmeno io voglio pronunciarmi dando un mio parere (voglio solo additare il punto come cruciale): o stiamo parlando di un oggetto archeologico oppure no. Il fatto che sia o non sia artistico non rileva, il punto è solo se è archeologico o non archeologico.
Solo se sì scattano le giuste osservazioni normative che tu proponi.
Quando un oggetto è archeologico? Troppo difficile rispondere in generale, tanto più di fronte ad un caso che ha tutta l'aria di essere
borderline, ma se stiamo parlando di qualcosa che ha pochissime decine di anni, men che le dita di una mano (ammesso che sia questo il caso, io non lo so), direi proprio che non lo sarebbe.
Quanto alla conservazione proporrei un simile approccio: se si tratta di una essenza legnosa europea di epoca archeologica rimasta immersa per un lungo periodo è un conto, ma se al contrario si tratta di un legno che in acqua c'è stato veramente poco (per esempio appena qualche anno) e magari si tratta di un qualche legno orientale molto compatto, allora la faccenda potrebbe essere ben differente.
La questione comunque per me rimane anche qui in termini giuridici: se non fosse archeologico (e io non lo so e non voglio minimamente pronunciarmi), anche le cautele sulla conservazione prenderebbero un'altra piega, ma se è ritrovamento archeologico le mani ce le deve mettere solo un Restauratore previo contatto con la Soprintendenza (e previa denuncia di rinvenimento).
Tuttavia all'atto pratico -detto strettamente fra noi
- le procedure per un buon salvataggio di un legno sommerso possono anche non essere così complicate, una volta appurato che non ci siano obblighi di carattere giuridico: se la struttura cellulare non è particolarmente compromessa (grazie alla compattezza dell'essenza ma soprattutto a seguito di una immersione non estremamente prolungata) a realizzare dei buoni trattamenti ce la si fa anche nel
garage di casa dentro un bidone e con un motorino di ricircolo rimediato di recupero; certo, la liofilizzazione no, ma una asciugatura controllata -se il degrado non è troppo avanzato- si può anche fare, soprattutto se attuata con gradualità ed amorevole prudenza, o se proprio proprio dovesse servire anche un trattamento con glicole alla vecchia maniera oppure uno scambio tra acqua e un solvente aromatico per espellere la prima e far lentamente penetrare al suo posto una resina impregnante). Non vado oltre a parlarne qui perché non vorrei incoraggiare nessuno che capitasse per caso su questo Forum ad avventurarsi illecitamente nel fare pastrugni su legni archeologici o legni per i quali permane un dubbio se siano giuridicamente archeologici, ma quelli certamente non archeologici -anche se magari hanno forme artistiche- esistono pure loro!
Non vorrei aggiungere altro.
Sulle altre osservazioni (come sia finita lì etc.) non so cosi dire.