Ostraka - Forum di archeologia

Archeologia linguistica: il peto

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view post Posted on 15/2/2017, 17:36
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Anche l'umile e poco apprezzato peto (scoreggia) vanta una storia millenaria, che cercherò di tracciare a grandi linee, mediante scavi linguistici e partendo dalla mia lingua madre, il dialetto ligure, sperando di non annoiarvi.

Nei dialetti liguri petelà significa “spettegolare”. Il termine non è presente nel VPL (1), ma è abbastanza diffuso nei dialetti liguri, insieme ai suoi derivati (Vallecrosia peteleiřa (2) ; Genova pettelëa “pettegola” (3)). La forma verbale (come pure petà “scoppiare, morire” e petegià “scoreggiare”) è stata creata, verosimilmente, sulla base di petu (4) “peto, flatulenza” < pēdĭtum “peto” part. perf. di pēdĕre “scoreggiare”, con caduta della -i- atona e assimilazione regressiva -dt- > -tt-: *pettu(m) (REW e REWS 6358; REWS 6541a ; DEI 4, 2880; DELI 4, 916, FEW 8, 131-45) (5), presupposta dalla presenza della -t- in quanto, nei dialetti liguri, -tt- > -t-; -t- > -d- > 0; la forma italiana peto, invece, sembrerebbe derivare ugualmente da pē(dĭ)tum, ma con caduta della sillaba -di- (cfr. dito < di(gi)tum), poiché -tt- si sarebbe mantenuto. A conforto della proposta etimologica, vi è il fatto che petu, oltre al significato proprio, assume quello traslato di “pettegolezzo”: dà a mente a tüti i peti “prestare attenzione, dare ascolto a tutti i pettegolezzi”; cuntà tüti i peti “raccontare tutti i pettegolezzi”; savé tüti i peti “conoscere tutti i pettegolezzi, sapere tutto di tutti” (6) . Da *pettum derivano anche il franc. pet e il cat. pet, mentre lo spagnolo pedo e il portoghese peido, come l’italiano peto, risalgono a pē(dĭ)tum.
Il latino pēdĕre trae origine, a sua volta, dal tema indoeuropeo *pezd-, pzd-, che è attestato in baltico, slavo, latino e greco : lat. pēdō < *pezd-, russo bzdity, lit. bezdù (forse prestito dal russo). Il gr. βδεω (bdeō) si basa su *pzd- → *βζδ-, con scomparsa di /z/(7) . Anche il latino ha perduto /z/ nel corso della sua storia, probabilmente intorno al V sec. a.C.(8) , non solo nel gruppo consonantico /zd/ ma anche nei gruppi /zm/ /zl/ /zn/ (stadio intermedio con la sonora da /sm/ /sl/ /sn/) (9) : dimoveo “muovere da una parte all’altra, aprire ” < *dismoveo; mūlus “mulo” < *mus-lo; fanum “tempio” < *fas-n-om (osco fiisnam). L’inglese fart “to break wind” (Antico Inglese *feortan; Medio Inglese farten/ferten), il tedesco furzen (Antico Sassone fertan; Basso Tedesco furten; Antico Alto Tedesco ferzan; Medio Alto Tedesco varzen/verzen/vurzen), l’Antico Norvegese *ferta/freta, il danese fjerte, lo svedese fjerta, il lituano persti, il lettone pirst, il greco πέρδειν, il scr. párdate, derivano invece dal tema *perd-. (10)
Dalla stessa base deriverebbero anche l’armeno orotal “tuonare” (con il dev. orotumn “tuono”) e p’orotal “brontolare”, secondo l’ipotesi di Charles de Lamberterie (11), che contesta la proposta dello svedese E. Lidén che riconduce, invece, orotal ad un tema *per- “battere”. L’armeno ha perso il significato originale, usando la base per il rumore del tuono o per i brontolii. Un simile sviluppo si è potuto verificare soprattutto perché la base *perd- si applicava ad un “peto rumoroso”, distinguendosi dalla base vicina *pezd- che significava “rilasciare un peto silenzioso”. Nel germanico, il tema i.e. *perd- è rappresentato regolarmente da *fert- (a seguito della prima rotazione consonantica o germanische lautverschiebung, con passaggio delle occlusive sorde in aspirate), con un presente *fert-a- continuato dall’antico tedesco *feorten (attestato indirettamente dal sostantivo feorting “peto”) e antico alto tedesco ferzen “scoreggiare” che ha corrispondenza con il gr. πέρδειν e il sct. párdate. Le forme attese sono conservate dal germanico occidentale, il germanico nordico (antico islandese: presente freta, preterito frat “scoreggiare”) presenta una metatesi paragonabile a quella dell’armeno orot- < *prod- < *perd- e apofonia simile a quella del gr. πέρδομαι/(πέ)πορδα, se non fosse per l’anticipazione della -r-. I germanisti attribuiscono questa metatesi ad una “deformazione tabuistica”, anche se è possibile pensare ad un’influenza della base onomatopeica pr- che si presta bene al fonosimbolismo: franc. arg. faire un prout “fare un peto”; ital. prrr per indicare sia il rumore di un peto che quello di un pernacchio. Generalmente le lingue indoeuropee, nel corso della loro evoluzione, hanno optato per un tema o per l’altro. Le due basi distinte si sono conservate nel russo: бздеть/набздеть [bzdet'/nabzdét'] e пердеть/пёр(д)нуть [perdét'/pyór(d)nut'].


1) VPL 1985-94 Vocabolario delle Parlate Liguri, Genova (5 voll.).
2) Informazione personale
3) Casaccia Giovanni 1876 2 Dizionario Genovese-Italiano II ed., Tipografia di G. Schenone, Genova.
4) Panligure anche se manca nel VPL. Da petu deriva anche petà “scoppiare” e, in senso traslato, “morire”.
5) REW Romanisches Etymologisches Wörterbuch, von Wilhelm Meyer-Lübke, Heidel-berg, C. Winter Universitätsverlag 1911; 1935
REWS P.A. Farè, Postille italiane al "Romanisches etymologisches Wörterbuch" di W. Meyer-Lübke, comprendenti le "Postille italiane e ladine" di Carlo Salvioni, Milano 1972.
FEW W. von Wartburg, Französisches etymologisches Wörterbuch. Eine Darstellung des galloromanischen Sprachschatzes, Bonn-Leipzig-Tübingen-Basel 1922 ss.
DELI M. Cortelazzo - P. Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna 1979-88.
DEI C. Battisti - G. Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze 1950-7.
6) Cito, anche se non pertinente, la curiosa espressione avé u cuřù di peti buglì, letteralmente “avere il colore dei peti bolliti”, con due significati: “avere un colore indefinito”, “star male, avere una brutta cera”.
7) Chantraine Pierre 1968 Dictionnaire étymologique du grec ancien, Klincksieck, Paris
8) Devoto Giacomo 1976 Il linguaggio d’Italia, Rizzoli Editore, Milano pag. 86
9) Riemann Othon/Goelzer Henri 1901 Grammaire comparée du grec et du latin, Librairie Armand Colin pagg.221-23
10) Per un elenco esaustivo delle forme da *perd-/ *pezd- vedi Köbler Gerhard, Indogermanisches Wörterbuch www.koeblergerhard.de/germanistisch...erbuch/idgP.pdf 19.09.2011
11) Langue poétique indo-européenne en arménien in La langue poétique indo-européenne – Actes du Colloque de travail de la Société des Études Éuropéennes, Paris 22-24 ottobre 2003, Peters Leuven, Paris pagg. 223-32
 
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view post Posted on 16/2/2017, 12:37
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Ottimo e interessante lavoro, il tuo.
Cercavo giusto qualcuno che s'interessasse di linguistica antica perché (per mie ricerche personali) ho sempre collegato il greco "mene" (luna) all'italiano "mese", "mestruo", "metro" ed altri termini indicanti il rapporto della Luna con il calcolo e la misurazione del tempo.
Sapresti suggerirmi qualcosa in merito?

Grazie
 
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view post Posted on 16/2/2017, 14:57
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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@Righel
Secondo il Rocci (pag. 1233 della mia ed.), il latino "mensis", da cui il nostro "mese", deriva dal greco μήν, μηνός, sempre "mese", che risale, come μήνη "luna", alla radice del verbo μετρέω "misuro".
Mestruo, del latino menstruum, va a braccetto con mensis.

Il termine greco e latino per "mese" deriverebbero dalla radice del vocabolo sanscrito mâs che vale "luna" (Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani, www.etimo.it/?term=mese), e la radice mâ- indicherebbe il misurare.
Nel lemma il Pianigiani afferma:
"mâs ... quindi <luna>, l'astro che misura, perocché essa fornisse agli antichi la prima volta l'idea della divisione del tempo; <mese> il tempo misurato con le fasi lunari (Metro)".
Il Vocabolario Treccani (www.treccani.it/vocabolario/mese/) conferma, pur non specificando quale sia la radice, la comune origine proto-indoeuropea dei vocaboli mensis/μήν «mese» e μήνη «luna».

Incidentalmente, ma non c'entra col misurare, anche menisco deriva dalla stessa radice greca μήν, luna, per la sua forma a crescente.

Per quanto riguarda "peto", il Pianigiani (www.etimo.it/?term=peto) lo fa risalire al sanscrito "pârdami", attraverso gli stessi passaggi indicati da ratapena.
Non so se c'entri, ma mi sembra interessante anche il fatto che il suffisso -peto indichi "movimento, sviluppo", vedi basopeto (dall'alto verso il basso), acropeto (dal basso verso l'alto), centripeto (dalla periferia al centro, il che sembra smentire un collegamento col peto-scorreggia, che indica un movimento d'aria dall'interno verso l'esterno, preferisco "scorreggia" con 2 "r" perché penso che indichi appunto uno "scorrere")
 
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view post Posted on 16/2/2017, 16:57

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CITAZIONE (Usékar @ 16/2/2017, 14:57) 
Non so se c'entri, ma mi sembra interessante anche il fatto che il suffisso -peto indichi "movimento, sviluppo", vedi basopeto (dall'alto verso il basso), acropeto (dal basso verso l'alto), centripeto (dalla periferia al centro, il che sembra smentire un collegamento col peto-scorreggia, che indica un movimento d'aria dall'interno verso l'esterno, preferisco "scorreggia" con 2 "r" perché penso che indichi appunto uno "scorrere")

il suffisso -peto deriva dal verbo latino petere (muoversi, dirigersi). E' collegato con peditum?

Nel moderno danese fart significa movimento. In Danimarca, gli ascensori al posto del nostro "Occupato" hanno l'indicazione "I fart" (in movimento) che fa tanto ridere i madrelingua inglesi.
 
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (Mario_A @ 16/2/2017, 16:57) 
CITAZIONE (Usékar @ 16/2/2017, 14:57) 
Non so se c'entri, ma mi sembra interessante anche il fatto che il suffisso -peto indichi "movimento, sviluppo", vedi basopeto (dall'alto verso il basso), acropeto (dal basso verso l'alto), centripeto (dalla periferia al centro, il che sembra smentire un collegamento col peto-scorreggia, che indica un movimento d'aria dall'interno verso l'esterno, preferisco "scorreggia" con 2 "r" perché penso che indichi appunto uno "scorrere")

il suffisso -peto deriva dal verbo latino petere (muoversi, dirigersi). E' collegato con peditum?

Secondo il Pianigiani deriva dal verbo greco πέτωμαι "volo", che a sua volta deriverebbe dal sanscrito pat-â-mi (http://www.etimo.it/?cmd=id&id=12896&md=32...f14475f4d2dc554), mentre il Rocci (pag. 1493) riporta un verbo sanscrito "patati", comunque entrambi differenti dal "pârdami" da cui deriverebbe il peto-scorreggia.

CITAZIONE (Mario_A @ 16/2/2017, 16:57) 
Nel moderno danese fart significa movimento. In Danimarca, gli ascensori al posto del nostro "Occupato" hanno l'indicazione "I fart" (in movimento) che fa tanto ridere i madrelingua inglesi.

:lol: :lol: :lol: sempre in tema... conosco un po' di danese, poco poco ad essere sincero, questa mi mancava. Fa il paio con la traduzione in finlandese di "guarda il mare", che suona "katso merta"... in finlandese ce ne sono altre, ancora più "spinte"...
 
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view post Posted on 16/2/2017, 18:57
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Per quanto riguarda il greco μήνη «luna», ha già risposto Usékar. Consiglio comunque prudenza con il Pianegiani, che è un dizionario etimologico piuttosto datato.
-peto/petere non sono collegati con peditum, provengono da radici diverse (rispettivamente pet-, petə "cadere, volare"/pezd "scoreggiare").
 
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view post Posted on 17/2/2017, 11:38
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@Usékar + @ Ratapena
Rileggendo il "Trattato di Storia delle Religioni" di Mircea Eliade (Cap. IV, § 47), trovo il sanscrito "māmi", misuro; "mās" (che citi anche tu), l'avestico "mah", il lituano "menu", l'antico prussiano "mah", il gotico "mēna" tutti, più o meno, fanno riferimante alla Luna o all'atto di misurare.

Nel paragrafo successivo trovo anche questa affermazione che ci riconduce ad un recente thread: "La spirale è una ierofania selenica, cioè il ciclo luce-oscurità, ed è insieme un segno mediante il quale l'uomo può assimilarsi le virtù dell'astro".
Confesso che non mi convince molto :angry:.
 
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view post Posted on 17/2/2017, 11:51
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Non è raro che Eliade non convinca molto; le sue affermazioni sono spesso affascinanti, ma scientificamente non fondate solidamente.
 
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