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Archeologia linguistica: il nome Italia

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view post Posted on 26/2/2017, 17:32
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Una sintesi di alcune delle proposte etimologiche.
Italia = "la terra dei tori" che si basa sul racconto di Ellanico in Dionigi di Alicarnasso (Ercole e il vitello smarrito), ripreso poi da vari autori (Timeo, Varrone, Gellio e Festo), secondo una trafila da cui dipende il valore di "toro" (più specificamente "toro di un anno") attribuito alla voce italós da Dione Cassio, Esichio e Apollodoro. Vi è però una certa divergenza in relazione alla forma del nome (ouítoulos in Dionigi, con una latinizzazione anacronistica, da cui la forma posteriore, probabilmente inventata da Dionigi, Ouitalía; italós in tutti gli altri autori), sia alla provenienza linguistica del termine; indigeno per Festo, greco arcaico per Gellio, etrusco (o meglio tirreno) per Apollodoro. Insomma si è di fronte ad un tentativo di conciliare il mito (Ercole e il suo viaggio) e l'etimologia, con l'invenzione di un termine che, con il greco étalon o ételon "animale di un anno" ha il grosso vantaggio di una quasi omofonia e di rievocare l'animale totemico per eccellenza. C'è da dire che nel contesto delle espansioni italiche e protoitaliche i presunti Italoí (cioè "torelli, vitelli" discendenti da "tori" precedenti) non si inquadrano bene, perchè nell'estrema parte della penisola le popolazioni (Enotri, Morgeti, Siculi e, più tardi, Bretti e Latini) si espandono da nord a sud, mentre gli Italoí sono chiaramente autoctoni e il nome Italía si espande in direzione opposta, da sud a nord, fino a designare l'intera penisola italiana.

Massimo Pittau riprende l’interpretazione, ma in chiave etrusca e rigetta sia il greco italós “toro”, sia il latino vitulus, sia l'umbro vitlu “vitello”, perché da una parte dai vocaboli latino ed umbro ci si aspetterebbe come nome degli Italici *Vit(u)li e come nome della loro terra *Vit(u)lia, dall'altra la corrispondenza fra il greco italós ed il lat. vitulus ed umbro vitlu urta contro evidenti discrepanze fonetiche, compresa la differente lunghezza della prima vocale /i/, lunga nel vocabolo greco, breve in quello latino-umbro. In Sardegna, per effetto della conquista romana, è arrivato l'appellativo vitulus “vitello”, nella sua forma tarda *vit(u)lu, *vic(u)lu, che ha regolarmente dato luogo all'odierno sardo vicru, vricu, bigu, biju “vitello”. Però esiste in Sardegna anche un appellativo bíttalu, bíttulu, bíttaru, bítturu “vitellino, caprioletto, dainotto, cerbiatto”, che, per motivi fonetici, non può essere derivato da quello latino e che pertanto gli specialisti della lingua sarda ritengono essere sardiano o protosardo. Il sardiano o protosardo bíttalu corrisponde chiaramente all'etrusco italós e mostra di corrispondere anche al lat. vitulus ed all'umbro vitlu. Per l'etrusco si deve supporre una base originaria *vitalu, in cui il digamma iniziale è caduto, con un fenomeno abbastanza frequente nella lingua etrusca. La conclusione di Pittau è la seguente: l'etnico Itali ed il coronimo Italia non derivano dal lat. vitulus né dall'umbro vitlu, ma derivano dall'etrusco italós "toro".
Italia significherebbe secondo le teorie di Giovanni Semerano "ciò che sta ad occidente", "tramonto", "oscurità" dall’accadico ātalû, attalû, o dall’aramaico ātaljā. Mediante riferimenti linguistici alle lingue che si parlavano nel bacino orientale del Mediterraneo durante il secondo millennio a.C. si potrebbe stabilire un legame tra l’antico babilonese Athalia, come derivato dal vocabolo attalu, e il siriaco atalja che significa "oscuramento, tramonto". Tutte queste parole deriverebbero dal sumero, in cui antalu significa "ombra".

Un'altra ipotesi (Domenico Silvestri) vede l'origine di Italia nel nome greco arcaico precoloniale *Aithalíja (che ha un corrispondente nel nome greco arcaico dell'isola di Lemno e dell’isola d’Elba: Aithalía), che si sarebbe affiancato al nome antico del Bruzio (attuale Calabria) con vari passaggi fonetici nelle lingue locali, fino a giungere al greco coloniale della Magna Grecia, Italía.
Entrambe le isole sono caratterizzate dalla produzione metallurgica ed entrambi i nomi contengono la radice indoeuropea *aidh- che si riferisce ad ogni tipo di combustione, in particolare a quella della legna. La stessa radice si riscontra nel nome del vulcano Etna (Aítnē da un precedente Aíthnē, con perdita dell'aspirazione e assordimento). Il significato sarebbe quindi "terra del fuoco". Il termine (riferito all'attività delle fornaci usate nella produzione di metalli) risalirebbe all'epoca della colonizzazione micenea e dei viaggi legati a pratiche metallurgiche e al commercio del bronzo, di cui vi è un accenno nell'Odissea, quando si parla di Temesa che è il luogo dove Mente, re dei Tafi, si reca per il commercio di metalli, cercando bronzo in cambio di ferro e in cui vi sono popolazioni che non parlano greco (ánthrōpoi allóthrooi). A questa ipotesi sono state fatte obiezioni di carattere fonetico.

Un collegamento tra Italía e l’oronimo (nome di monte) Ida dell’isola di Creta (dorico Ida “legname, alberi”) è stata proposta da Manni (*ida/ita “monte” > *ita-la “montuosa”) in chiave di sostrato mediterraneo. Il fatto che il monte Ida sia caratterizzato da grandi grotte, potrebbe far pensare ad un nome di sostrato luvio (lingua anatolica) *Hida, da un indoeuropeo hetaha “insieme di buchi”, che potrebbe essere all’origine del protoitalico Etalia, osco Italiú (Guido Borghi).

M. Orlando propone un confronto con la radice *telh- (“piatto, terreno piatto”) del lat. tellus (terra).
 
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view post Posted on 28/2/2017, 16:40

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Indubbiamente nella fonte più antica, Le Storie di Erodoto, il nome Italìa compare 8 volte (I 24; I 145; III 136; III 138; IV 15; V 43; VI 126; VIII 62) esclusivamente per indicare un'area che comprende la Calabria e le terre che si affacciano intorno al Golfo di Taranto, e distinta dalla Sicilia (I 24).
Anche Platone, quando cita Locri come esempio di una città ben governata, dice che si trova in Italìa (Timeo, 20), mentre invece più avanti, quando comincia a parlare di Atlantide, chiama Tirrenia l'Etruria (Timeo, 25 b).
Quindi per i Greci del V-IV sec. a.C. il nome Italìa indicava l'estremo sud della penisola italiana. Se fosse stato un nome etrusco come afferma Pittau [1], perchè per i Greci sarebbe stato ristretto all'estremo sud della penisola?

Inoltre Pittau perfino parlando di questo argomento fa entrare per forza la sua ipotesi della discendenza sarda della civiltà etrusca, non supportata da nessun dato archeologico o (per quanto con dati limitati) dai più recenti studi archeogenetici.



[1]
www.pittau.it/comune/italia.htm
 
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view post Posted on 4/3/2017, 16:16
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CITAZIONE (ratapena @ 26/2/2017, 17:32) 
Italia significherebbe secondo le teorie di Giovanni Semerano "ciò che sta ad occidente", "tramonto", "oscurità" dall’accadico ātalû, attalû, o dall’aramaico ātaljā. Mediante riferimenti linguistici alle lingue che si parlavano nel bacino orientale del Mediterraneo durante il secondo millennio a.C. si potrebbe stabilire un legame tra l’antico babilonese Athalia, come derivato dal vocabolo attalu, e il siriaco atalja che significa "oscuramento, tramonto". Tutte queste parole deriverebbero dal sumero, in cui antalu significa "ombra".

Non mi intendo di linguistica, ma la prima cosa che ho pensato, quando ho letto questa proposta, è stato l'uso che certi poeti romani (fra cui, se non erro, Virgilio) hanno fatto del termine arcaizzante Hesperia per indicare nei loro versi l'Italia. Anche in questo caso, il vocabolo, di origine greca, rimanda a una "terra del tramonto/ della sera", dato che chi navigava verso di essa dall'Oriente la identificava con il luogo in cui il sole tramonta (e proseguendo poi su questa scia, per la sua posizione, la Spagna avrebbe preso il nome di Hesperia ultima).
 
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2 replies since 26/2/2017, 17:32   126 views
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