Siamo a Roma (o forse in Campania),intorno al 60 a.C. ,LUCREZIO scrive il DE RERUM NATURA, nel II libro dell’opera si legge :
«Lo ripeto ancora :devi confessare che esistono altrove altri raggruppamenti di materia analoga a quello del nostro mondo,che l’etere tiene abbracciato in una stretta gelosa.Quando la materia è pronta in abbondanza quando il luogo è a portata,e nessuna cosa ,nessuna ragione vi si oppone ,le cose ,è evidente,devono prendere forma e giungere al loro termine .Se gli elementi sono in quantità tale che tutta la vita degli esseri viventi non sarebbe sufficiente a enumerarli ,se la stessa forza,la stessa natura sussistono per poter riunire in tutti i luoghi questi elementi nello stesso ordine in cui sono stati riuniti su questo nostro mondo,devi confessare che in altre regioni dello spazio esistono altre terre oltre alla nostra e razze di uomini differenti e altre specie selvagge. In primo luogo ,considera gli esseri viventi :Troverai che così sono state create la razza delle belve erranti sulle montagne e la prole degli uomini ,le mute schiere dei pesci squamosi e le diverse specie delle razze alate .Secondo lo stesso principio ,bisogna riconoscere che il cielo e la terra ,il Sole e la Luna ,il mare e tutto ciò che esiste ,non sono gli unici della loro specie ,esistono al contrario in quantità innumerevoli: la loro esistenza ha un termine incrollabilmente fissato ,e sonodi essenza mortale,proprio come tutti i tipi di corpi che ogni specie terrestre presenta in abbondanza »
PLINIO IL VECCHIO, nel II libro della “NATURALIS HISTORIA”, pubblicata intorno al 78 d.C. ,sembra rispondergli e scrive :
«È pazzia aver immaginato, come certuni hanno fatto, di fissare la sua estensione [del mondo] e divulgarla, o, come altri, che da questi presero spunto o lo fornirono, aver tramandato che esistono innumerevoli mondi, per cui occorrerebbe credere che esistano altrettante nature o che, se una sola li coprisse tutti, tuttavia vi siano altrettanti soli e lune e in più altrettanti astri (già immensi e incalcolabili in un mondo solo) . Come se gli stessi problemi non dovessero sempre, in conclusione, presentarsi al pensiero, per nostalgia di un qualche limite o, se questa infinita realtà può essere attribuita ad una natura creatrice di tutto, non fosse possibile concepire tutto ciò in un singolo caso, tanto più di fronte ad una simile opera. Sì, è pazzia, senza dubbio, uscire dal mondo e, quasi che tutto il suo interno fosse già chiaramente conosciuto, frugare all’esterno»
A me sembrano discussioni uguali a quelle che oggi possiamo leggere in rete.
Uno che scrive che ci sono altri mondi abitati e un altro che risponde che dobbiamo prima esplorare meglio il mondo ecc…