CITAZIONE (dceg @ 23/5/2017, 21:17)
Non ci avevo mai pensato, ho sempre immaginato delle ombre. Platone non mi pare accenni al fatto che le immagini siano capovolte, caratteristica specifica della camera oscura.
Già.
In realtà credo che si tratti di una
vexata quaestio che di tanto in tanto riemerge negli ultimi secoli di storia degli studi platonici e che in definitiva la risposta al quesito del
topic sia no.
Per riuscire oggi a dire qualcosa di sensato a riguardo bisognerebbe andare a prendersi per bene il testo di Platone e cercare di capire che parole esattamente egli usa per descrivere quella immaginaria situazione. Tutto ciò tenendo presente che affinché si verifichi percettibilmente il particolare fenomeno ottico (in assenza di una lente o di uno specchio) servono per quello che ne capisco io tre condizioni: che l'oggetto ripreso sia in un esterno fortemente illuminato, ma proprio tanto tanto, che il punto di vista sia in un interno decisamente molto buio, ma proprio buio buio, che fra i due ambienti ci sia una separazione opaca attraversata da un foro molto piccolo, ma proprio piccolo piccolo.
Tra l'altro a mia personale esperienza il tutto nella pratica funziona decentemente solo se l'oggetto ripreso è ben fermo quantomeno per diversi secondi, altrimenti ciao.
Chiedo: quali parole utilizza Platone, che potrebbero alludere all'insieme di queste condizioni?
Dopodiché, ma secondo me solo
dopo e solo se alla prima verifica si ritenesse di poter rispondere affermativamente (altrimenti si rischia di affastellare argomenti poco risolutivi senza essere passati dal nocciolo della questione), come controprova potrebbe aver senso cercare -sempre sul testo- se Platone pone una posizione relativa precisa e necessaria fra fonte di luce e oggetto ripreso (cioè se si sta parlando di oggetti illuminati frontalmente in grado quindi di riflettere una immagine visiva, oppure di oggetti in totale controluce, in grado solo di proiettare un'ombra) ed in che senso gli osservatori all'interno siano nella sua narrazione obbligati in una posizione vincolata dalla quale non possono girarsi (se mi ricordo bene a mia memoria il testo, ma non fidatevi troppo: sempre necessario andare sull'originale).