Ostraka - Forum di archeologia

Scienze della conservazione dei beni culturali, Quale strada percorrere?

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Annette Wilhelmina Corraro
view post Posted on 29/7/2017, 12:08




Ciao a tutti. Da quest'anno a Milano la Statale hanno messo il test di ingresso alla facoltá di Scienze dei Beni culturali. Questo sarebbe il percorso da me scelto per poter un giorno svolgere la professione di archeologa (con relativi studi ulteriori si intende). Nel caso in cui non passassi il test stavo valutando di iscrivermi all'università telematica Uninettuno in Operatore per la conservazione dei beni culturali e mediazione (il nome non è completo se mai date un'occhiata ) ma ieri mi sono imbattuta anche in scienze e tecnologie per la conservazione dei beni culturali sempre presso la Statale. Ora, quest'ultima ha un'impronta scientifica, ma ragionando alla fine credo che sia più utile questo per seguire la strada dell'archeologia. Mi spiego, quando dico "voglio fare l'archeologa" effettivamente nel concreto non saprei dire esattamente cosa faccia un'archeologo, ma quando ho letto gli sbocchi professionali del corso di conservazione (quello storico artistico consiste in generale in qualcuno che sappia analizzare, datare oggetti artistici, creare piani per la loro riabilitazione e conservazione, fare pubblicazioni..) ho capito che è quello che voglio fare ma non so se sia simile all'archeologa. Quello che mi dispiace è che siano sacrificate le materie umanistiche che io amo tantissimo, però guardando ad una prospettiva lavorativa e non agli interessi al di fuori, vorrei un misto fra scienza e studi umanistici, per questo voglio intraprendere questa strada.
Quello che volevo chiedere è valida questa strada per poi inserirsi nel modo dell'archeologia, o è meglio in caso del fallimento del test intraprendere quella telematica che ha molti esami di archeologia/storia/arte? Il problema sarebbe il fattore economico perché mi costerebbe il doppio della tradizionale..
Qualcuno ha esperienze in queste tre facoltà e sa dirmi come sono?
Grazie scusate la lunghezza!!
 
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view post Posted on 30/7/2017, 19:15

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Perché non una bella Laurea triennale L-10 nella piccola, non esageratamente pretenziosa nella diversificazione dell'offerta, ma sempre prestigiosa Pavia?

Ho già espresso la mia opinione in altre occasioni su questo Forum: stante la situazione intricata quanto a normativa in merito ai profili professionali dei Beni Culturali, l'incertezza sulle figure che effettivamente saranno richieste nei prossimi anni nel mondo del lavoro, l'unica certezza che il percorso sarà un 3+2+2 se non 3+2(+2?)+3, secondo me è consigliabile partire con un primo livello il più generalista possibile, perché il rischio grave (oltre a quello non da poco di scoprire ad un certo punto di aver cambiato idea, buttando via del tutto anni di studio) è di perdere un gran tempo ad ogni occasione di passaggio al livello successivo, qualora non si trovasse al momento giusto l'opportunità esattamente compatibile con il titolo nel frattempo acquisito. Meglio dunque preoccuparsi di conseguire al primo livello il titolo con spendibilità a più ampio spettro possibile.
E poi cercare di essere molto veloci (e qui inizialmente la vicinanza a casa secondo me aiuta), perché una volta che il titolo c'è, la velocità nell'averlo conseguito è la prima cosa che si nota nel curriculum di un/a giovane.
Questa almeno la mia personalissima opinione.

http://studiumanistici.unipv.it/?pagina=p&titolo=CdL-Lettere
 
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view post Posted on 1/9/2017, 18:14

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Intanto telegiornali di ieri e a ruota carta stampata di oggi hanno annunciato che un Tribunale Amministrativo (credo TAR del Lazio, ma potrei sbagliare) è intervenuto a seguito di un ricorso, pronunciandosi contro il numero chiuso a Scienze dei Beni Culturali (e qualche altro corso di studi di ambito umanistico) in Statale a Milano.
Io però devo dire che non ho capito bene cosa è successo, anzi a dirla tutta mi sono proprio perso, perché -come è normale visto il tipo di ricorso che risulta essere stato presentato- il pronunciamento sembra incentrato sulla base di una sorta di cavillo: come se il problema contestato non fosse tanto l'istituzione di un test di ingresso e nemmeno di un numero chiuso, ma di aver posto il numero chiuso a monte della iscrizione al test, possibile che avessero pensato davvero una cosa del genere :wacko: ?!? è in questi termini la questione o proprio sono io che non ho capito?
Come conseguenza immagino che l'esito pratico sarà che almeno per quest'anno l'iscrizione torna libera, mentre negli anni futuri si vedrà ma tendenzialmente ci sarà un test e non necessiamente un numero chiuso e comunque molto probabilmente non un numero chiuso organizzato secondo le modalità che erano state previste per questo anno accademico entrante (sto così nel vago perché fra le varie cose di cui non sono sicuro è se da parte del Tribunale Amministrativo c'è stata una sentenza di merito o solamente una sospensiva); anche qui: ho capito bene o sto sbagliando io?
 
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view post Posted on 1/9/2017, 20:16
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Qui, il testo dell'ordinanza 30 – 31 agosto 2017, n. 4478 del TAR Lazio, sez. III
http://www.dirittoegiustizia.it/allegati/1..._31_agosto.html

Alla fine si legge

<<p.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza), accoglie l’istanza cautelare in epigrafe, e per l’effetto sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati.>>

La motivazione si basa sul fatto che non è applicabile alle discipline umanistiche quanto previsto dalla legge n. 264 del 1999 in merito alla programmazione degli accessi alle facoltà universitarie, per mancanza dei presupposti oggettivi, dato che
<<in particolare, la relazione dell’Università di Milano in atti conferma che gli atti gravati non sono stati ispirati da necessità legate “all'utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informatici e tecnologici o comunque di posti-studio personalizzati”, bensì a carenza di un numero complessivo di docenti tale che “mantenendo numeri non sostenibili nei corsi dell’area umanistica, l’Ateneo risultasse non in linea con i requisiti di docenza previsti dal sistema di accreditamento vigente">>.
 
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view post Posted on 2/9/2017, 08:42

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Ah però. Allora la faccenda è persino più intricata.

Intanto capiamo senz'ombra di dubbio che si tratta di una sospensiva, tanto più che già si fissa udienza per il maggio prossimo.

Ma soprattutto mi sembra delicatissimo il passaggio richiamato nel provvedimento e presentato con virgolettati da atti proposti ad opponendum:
. . . la relazione dell’Università di Milano . . . conferma che gli atti gravati . . . sono stati ispirati da necessità legate . . . a carenza di un numero complessivo di docenti tale che “mantenendo numeri non sostenibili nei corsi dell’area umanistica, l’Ateneo risultasse non in linea con i requisiti di docenza previsti dal sistema di accreditamento vigente, esponendosi di conseguenza alla sanzione che comporta sia l’attivazione condizionata (per un solo anno) dei corsi di studio che non si trovino a rispettare i requisiti di docenza in attesa delle misure necessarie per superare tali carenze, sia l’impossibilità di attivare “nuovi corsi di studio”, se non a seguito della disattivazione di un pari numero di corsi” . . .

In altre parole l'apparente buona notizia per (alcuni) studenti consistente nel rinvio dei programmati sistemi di selezione all'ingresso per Beni Culturali etc. potrebbe trovare come rovescio della medaglia che -nello scenario peggiore- alcuni di quei corsi potrebbero venire riorganizzati rispetto alla forma attuale dopo questo anno accademico entrante, qualora l'Università non trovasse soluzioni per rientrare nei parametri di legge che aveva pensato di rispettare contingentando le iscrizioni.

Se non sto capendo male io -e francamente il rischio che io stia travisando un po' c'è, qualcuno più addentro a queste cose mi dirà- due considerazioni di banale buon senso ne potrebbero emergere: occhio alla scelta a cuor leggero di corsi di laurea fortemente specializzati (dai quali è difficilmente possibile passare in un secondo momento ad altro corso) quando si trovino nella situazione allarmante di essere oggetto della presente sospensiva o in altri ambiti con insegnamenti comuni (perché alcuni di quei corsi potrebbero teoricamente essere oggetto di un pesante riordino a partire dall'anno prossimo, se non vengono attuate soluzioni più virtuose) e occhio alla stagione ideale che si sta aprendo nel mondo studentesco (e forse anche in quello delle organizzazini di rappresentanza delle professioni), perché a seconda di cosa dirà effettivamente la sentenza di maggio prossimo (che però sembra già significativamente orientata dalla presente ordinanza) un po' tutto il sistema dei numeri chiusi in Italia potrebbe tornare all'attualità di un dibattito politico.
 
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view post Posted on 2/9/2017, 17:14
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Il Rettore della Statale di Milano ha già annunciato ricorso al Consiglio di Stato.

Se capisco bene le sue argomentazioni, la sua opinione è che a questo punto la Statale si trova tra incudine e martello:
- le leggi in vigore impongono che ogni docente non abbia più di un certo numero di studenti che seguono il corso, e secondo lui l'attuale numero dei docenti per quei corsi non è sufficiente a garantire l'osservanza di questa disposizione
- non può ricorrere alla selezione di un numero chiuso di studenti, perché la selezione per legge è consentita solo per i corsi elencati nell’articolo 1 della legge n. 264 del 1999, in cui non rientrano i 6 corsi oggetto del test di ammissione contro il quale è stato fatto il ricorso accolto dal TAR del Lazio
- causa blocco delle assunzioni, non può assumere altri docenti
- l'unica altra soluzione prevista dalla legge summenzionata è disattivare altri corsi per dirottare su quelli incriminati docenti già in ruolo, ma secondo il Rettore questa soluzione non è praticabile.

Come spesso accade, legislatori e Rettore ci hanno messo dell'impegno per creare un bel ginepraio:
- non ci si poteva pensare un po' prima?
- Il Rettore ha scoperto solo pochi mesi fa che non poteva assumere altri docenti né disattivare altri corsi al fine di dirottare docenti su quelli incriminati?
- Oppure, c'è stato un incremento improvviso e assolutamente inatteso del numero dei potenziali iscritti?
- E in questo caso, se le argomentazioni del Rettore sono corrette, come si può ovviare, stante la materiale impossibilità di osservare tutte le disposizioni di legge in vigore?
- Il Ministero dov'è?

Mi correggo: l'unica possibilità di uscita è di accogliere tutte le domande di iscrizione tramite "l’attivazione condizionata (per un solo anno) dei corsi di studio che non si trovino a rispettare i requisiti di docenza in attesa delle misure necessarie per superare tali carenze".

Quindi, rimboccarsi le maniche per trovare una soluzione per l'anno prossimo, se si presume che il numero delle richieste di iscrizione rimanga così alto...
 
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view post Posted on 2/9/2017, 18:01

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CITAZIONE (Usékar @ 2/9/2017, 18:14) 
. . .
- l'unica altra soluzione prevista dalla legge summenzionata è disattivare altri corsi per dirottare su quelli incriminati docenti già in ruolo, ma secondo il Rettore questa soluzione non è praticabile.
. . .
Mi correggo: l'unica possibilità di uscita è di accogliere tutte le domande di iscrizione tramite "l’attivazione condizionata (per un solo anno) dei corsi di studio che non si trovino a rispettare i requisiti di docenza in attesa delle misure necessarie per superare tali carenze".

Quindi, rimboccarsi le maniche per trovare una soluzione per l'anno prossimo, se si presume che il numero delle richieste di iscrizione rimanga così alto...

Veramente io davo per scontato -ma francamente non sono abbastanza addentro alla questione per non rischiare di dire una assurdità- che l'unica soluzione possibile nella eventualità che a maggio la sentenza venga sostanzialmente emessa nei termini attuali (come a dire che l'Università deve arrangiarsi, nel 2017-2018 può attivare corsi anche in deroga ai parametri di legge, ma di sicuro non può nè potrà in futuro limitare l'accesso a facoltà molto richieste) sarà quella che UNIMI riformi i corsi che ha attivati giocando di accorpamenti e di redistribuzioni fra e all'interno delle classi di laurea L01 e L10 e magari anche qualche altra come L03 ed L05: cioè una alchimia praticamente solo contabile per rientrare dopo un anno nei parametri di legge (in attesa di tempi migliori) rimescolando le carte delle denominazioni dei corsi. Anche a costo di riformare corsi attualmente molto richiesti, proprio perché troppo richiesti e non sostenibili. Naturalmente sarebbe una misura emergenziale che non farebbe altro che spostare in là il problema di un altro paio di anni, confidando che per quell'epoca la situazione cambi o grazie alla attivazione nazionale di una nuova politica di assunzioni di docenti oppure mediante una nuova precisa disposizione di legge in materia di diritto allo studio e numero chiuso universitario.
Nell'immediato il pretesto per una misura ponte in chiave riorganizzativamente dilatoria, volendo, potrebbe essere trovato nel fatto che nelle prossime settimane dovrebbe essere reso noto il regolamento di attuazione della nuova legge sulle professioni dei Beni Culturali che, volendo, si potrebbe dire che cambi qualcosa nella definizione dei profili.
 
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view post Posted on 2/9/2017, 18:30
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Confesso la mia ignoranza sulla questione di fondo, sono fuori dall'ambiente universitario dal 1978...
Mi sono limitato a cercare e leggere il testo della sentenza e le dichiarazioni delle varie parti, associazione degli studenti e Rettore. Poi, ho esposto alcune considerazioni del tutto personali, da ignorante dei possibili espedienti per così dire "alchemici" e di quanto "in corso" di studio e approvazione
CITAZIONE
LAVORI ARCHEOLOGICI
Nell'immediato il pretesto per una misura ponte in chiave riorganizzativamente dilatoria, volendo, potrebbe essere trovato nel fatto che nelle prossime settimane dovrebbe essere reso noto il regolamento di attuazione della nuova legge sulle professioni dei Beni Culturali che, volendo, si potrebbe dire che cambi qualcosa nella definizione dei profili.

C'è da dire che qualcuno ha pensato bene di buttarsi avanti, come gli arditi: alcuni docenti di quei corsi, che non condividono l'atteggiamento e le iniziative del Rettore, hanno già organizzato e tenuto lezioni all'aperto aperte appunto a tutti...
 
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